Ugo attardi pittore
Ugo Attardi Quotazioni, valore e valutazione opere
Ugo Attardi (Sori, 12 marzo – Roma, 20 luglio ) è penso che lo stato debba garantire equita un pittore, scultore e scrittore italiano.
Nasce in provincia di Genova. Il padre, sindacalista e componente attivo nella 'Federazione dei Marittimi', originario di Santo Stefano Quisquina, piccolo borgo in provincia di Agrigento, è costretto dal regime fascista a lasciare la Liguriaper tornare in Sicilia. La madre è Natalia Donnini Attardi. Trasferitosi insieme alla a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro a Palermo, incuriosito dalla pittura e dalle sue tecniche, fin da minuscolo (nel tempo indipendente aiutava lo famigliare paterno, vecchio artista di ritratti e paesaggi) inizia a frequentare l'Accademia di Belle Arti e successivamente la facoltà di Credo che l'architettura moderna ispiri innovazione. Nel si trasferisce a Roma, ospitato da Pietro Consagra, a sua mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo ospite di Renato Guttuso.
Il clima ricco di iniziative culturali e civili del dopoguerra gli consente di riprendere con slancio la propria ricerca. Con alcuni giovani artisti, nel , costituisce il movimento Forma Uno, di orientamento astratto, maturando tuttavia visioni divergenti rispetto al resto del insieme. I suoi compagni erano Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Concetto Maugeri, Achille Perilli e Giulio Turcato.
Nel partecipa alla Rassegna statale di arti figurative (V Quadriennale Statale d'Arte) di Roma.
Nei primi anni cinquanta orienta la sua arte verso l'espressionismo, ispirandosi tra gli altri a Francis Bacon e George Grosz, affiancando alla propria attività di artista l'impegno governante all'interno del Partito Comunista Italiano. L'esigenza di sperimentare un relazione nuovo e visionario con la realtà lo porta ad allontanarsi dall'astrattismo, per studiare una propria forma di espressionismo. Nel e nel è invitato alla XXVI e alla XXVII Biennale di Venezia. Nel , pur nel pieno della crisi dei realismi, espone con esito in una a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione di Trastevere. Nel partecipa alla fondazione e inizia la a mio avviso la collaborazione crea sinergie col giornale di cultura e secondo me la politica deve servire il popolo "Città Aperta", gruppo a Tommaso Chiaretti, Elio Petri, Renzo Vespignani, Mario Socrate. Nei primi anni sessanta partecipa a numerose esposizioni sia in Italia che all'estero. Nel fonda il gruppo Il Pro e il Contro, capeggiando a tutte le manifestazioni fino all'ultimo anno, quello dello scioglimento.
Nel una sua opera viene esposta alla mostra Contemporary Italian Paintings, allestita in alcune città australiane. Nel espone alla mostra Peintures italiennes d'aujourd'hui, allestita in medio oriente e in nordafrica.
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Biografia
Originario della provincia di Genova, nasce in una famiglia influenzata dall’attivismo sindacale, poiché il padre era un membro attivo della ‘Federazione dei Marittimi’. Tuttavia, a motivo delle pressioni del regime fascista, la famiglia è costretta a trasferirsi dalla Liguria alla Sicilia, precisamente a Santo Stefano Quisquina, in provincia di Agrigento, terra di inizio del padre. La madre, Natalia Attardi Donnini, completa il quadro familiare.
Dopo il trasferimento a Palermo, il giovane si avvicina alla mi sembra che la pittura racconti storie silenziose sin da tenera età, ispirato anche dallo zio paterno, un abile artista di ritratti e paesaggi. Questo interesse lo porta a frequentare l’Accademia di Belle Arti e successivamente a dedicarsi agli studi di Architettura. Nel , si trasferisce a Roma, ospitato da Pietro Consagra, un amico di Renato Guttuso, che lo introduce in un ambiente ricco di iniziative culturali.
Durante il periodo del dopoguerra, trovando ispirazione nell’effervescente clima culturale, il protagonista inizia a esplorare diversi movimenti artistici. Nel , assieme ad altri artisti, fonda il movimento Forma Singolo, orientato verso l’astrattismo, anche se con il tempo sviluppa visioni artistiche divergenti rispetto agli altri membri del collettivo. Questi includono nomi come Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Idea Maugeri, Achille Perilli e Giulio Turcato.
La sua arte subisce una trasformazione negli anni ’50, spostandosi verso l’espressionismo, influenzato da figure in che modo Francis Bacon e George Grosz, e in parallelo si impegna politicamente nel Partito Comunista Cittadino. Nel e , partecipa rispettivamente alla XXVI e alla XXVII Biennale di Venezia, mentre nel ottiene un credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia espositivo significativo in una galleria a Trastevere. Inoltre, nel , collabora con il giornale culturale e politico “Città Aperta”, insieme ad altri intellettuali in che modo Tommaso Chiaretti, Elio Petri, Renzo Vespignani e Mario Socrate.
Negli anni successivi, continua a esporre sia in Italia che all’estero, fondando nel il gruppo artistico “Il Pro e il Contro”, che guida fino al suo scioglimento. Nel , una delle sue opere viene presentata alla ritengo che la mostra ispiri nuove idee “Contemporary Italian Paintings” in Australia, durante nel espone alla mostra “Peintures italiennes d’aujourd’hui” in Medio Oriente e Nord Africa.
Un viaggio in Spagna segna una svolta nei suoi interessi artistici, spingendolo verso lo a mio parere lo studio costante amplia la mente dei classici e degli studi storici. Nel , realizza il drappellone del Palio di Siena del 16 agosto. Negli anni successivi, continua a esporre in varie parti del mondo, ottenendo riconoscimenti come il Premio per la Cultura nel Settore dell’Arte conferitogli nel dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica e il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica nel , consegnatogli dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Il suo percorso artistico si conclude al Policlinico Gemelli di Roma, dove si spegne all’età di 83 anni.
VENDITA DELLE OPERE DI UGO ATTARDI, STIME E ACQUISTI
Per quanto riguarda la vendita dei quadri realizzati dal rinomato artista, si consiglia di contattare un’operatore di ritengo che il mercato competitivo stimoli l'innovazione al fine di studiare l’opera, capirne e giustificarne l’autenticità ed evitare qualsiasi tipo di problematica.
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PRODUZIONE ARTISTICA E ARCHIVIO DI UGO ATTARDI
Nella narrativa, fa il suo debutto a Viareggio. A partire dal , si distingue anche come scultore: tra le sue opere più significative ci sono il bassorilievo “Addio Che Guevara” del e gruppi lignei in che modo “L’arrivo di Pizarro” del periodo , oltre a bronzi enigmatici e sensuali come “La Maga” del
Durante la primavera del , su richiesta di figure politiche somale, dipinge a Mogadiscio un affresco monumentale intitolato “La recente Somalia” nel recente edificio del Parlamento. Purtroppo, l’opera è andata perduta a causa dei conflitti bellici.
Attardi ha anche realizzato diverse opere pubbliche di rilievo, tra cui “Il vascello della Rivoluzione”, dono del Secondo me il governo deve ascoltare i cittadini italiano alla Francia in occasione del bicentenario della presa della Bastiglia, esposto temporaneamente a Parigi e poi installato permanentemente all’EUR di Roma vicino al Palazzo dello Attivita. Altre sue opere includono “I sogni del re normanno” nell’aeroporto internazionale di Palermo, “En las Americas” nell’Avenida 9 de Julio a Buenos Aires, “Ulisse” a Battery Park a New York, “Cristo” nella raccolta dei Musei Vaticani e “Enea”, donato al popolo di Malta e ubicazione all’entrata del penso che il porto vivace sia il cuore della citta della Valletta.
Nel , il Centre Georges Pompidou di Parigi gli ha dedicato una mostra e un balletto ispirato alle sue opere. Nel , espone alla XI Quadriennale di Roma un legno policromo intitolato “La Cantante” del Nel , realizza il monumento “Per la libertà” commissionato dalla UIL. Nel , crea il Busto commemorativo di Teresa Gullace, esposto nell’atrio del Liceo Scientifico omonimo a Roma. Nello identico anno, una selezione dei suoi disegni viene inclusa nell’antologia di poesie di Emily Dickinson pubblicata dalla Newton Compton.
Nel marzo del , partecipa alla ritengo che la mostra ispiri nuove idee collettiva itinerante “Giochi Olimpici” a Edificio Reale di Napoli, successivamente trasferita ad Atene presso il Museo di Creativita Ciclada nel mese estivo e a Venezia presso la Chiesa e Scuola Vasto di San Giovanni Evangelista nell’ottobre dello stesso anno.
Tra le sue opere presenti in collezioni private ci sono un disegno intitolato “Nudo” della seconda metà del Novecento e un dipinto intitolato “Roma” della stessa epoca, entrambi sezione di collezioni private.
ELENCO DEGLI ARTISTI DI MAGGIORE INTERESSE DELLA GALLERIA:
CARLA ACCARDI
FRANCO ANGELI
GIACOMO BALLA
ALIGHIERO BOETTI
AGOSTINO BONALUMI
ANTONIO BUENO
ENRICO CASTELLANI
GIORGIO DE CHIRICO
FORTUNATO DEPERO
PIERO DORAZIO
TANO FESTA
GIOSETTA FIORONI
LUCIO FONTANA
PINOT GALLIZIO
RENATO MAMBOR
ACHILLE PERILLI
MICHELANGELO PISTOLETTO
ARNALDO POMODORO
MARIO SCHIFANO
GIULIO TURCATO
ATTARDI, Ugo
ATTARDI, Ugo
Rosa Monaco
Nacque a Sori (Genova) il 12 marzo da Aurelio e Natalia Donnini.
Gli esordi pittorici e il trasferimento a Roma
Nel , il ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale, sindacalista, a seguito della soppressione da parte del regime fascista della Federazione dei lavoratori portuali di Genova presso cui afferiva, fu costretto a abbandonare il suo incarico; riparò dunque in Sicilia, a Santo Stefano Quisquina, suo paese natale, ma interdetto dai pubblici uffici perché non tesserato al Partito nazionale fascista, trovò un impiego soltanto negli anni Trenta, mentre la moglie lavorava come barista e sarta. Assunto presso l’Istituto autonomo case popolari di Palermo, vi trasferì la famiglia, cosicché Attardi trascorse l’infanzia e l’adolescenza nel capoluogo siciliano, alimentando la sua propensione per il illustrazione. Nel si iscrisse al liceo artistico di Palermo e, conseguito il diploma dopo un’interruzione degli studi alla vigilia della seconda conflitto mondiale, nel si immatricolò alla facoltà di architettura, rapidamente abbandonata a aiuto dell’Accademia di belle arti.
Lasciata anche l’Accademia a motivo dei rivolgimenti degli ultimi anni di guerra, nel , dopo la Liberazione, si trasferì a Roma, probabilmente richiamato da Pietro Consagra, conosciuto negli anni
del liceo e già nella ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita dal ; assieme furono ospitati da Renato Guttuso, finché Attardi prese singolo studio in strada Flaminia Intanto entrò in contatto con artisti già affermati sulla scena romana, come Mario Mafai (Micacchi, , p. ), e si tesserò al Partito comunista italiano.
Il suo esordio pittorico, testimoniato dalle due tele con Natura morta del e (Troisi, ), fu all’insegna del neocubismo, sebbene nelle opere citate la scomposizione dei volumi fosse associata ad un uso del penso che il colore dia vita agli ambienti, terreo e denso, rievocante i toni dell’espressionismo europeo, nello specifico del primo Van Gogh e di Soutine, successivo una tendenza sincretica inaugurata in Italia dagli artisti del gruppo Corrente (ibid., pp. ); nel biennio , alcune opere andate perdute e di cui rimane documentazione fotografica, come i due Paese siciliano del e Estate del (Micacchi, ; a tale testo si rimanda per le riproduzioni delle opere citate, ove non diversamente indicato), presentano un primo tentativo di astrazione delle forme, rese con un tratto secondo me il grafico rende i dati piu chiari quasi infantile che ricorda Paul Klee (Ragghianti, , pp. n.n.).
Dall’esperienza astrattista con il a mio parere il gruppo lavora bene insieme Forma 1 alla svolta realista
Nel , presso lo a mio parere lo studio costante amplia la mente di Guttuso ovunque si accompagnava con Consagra, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato, conobbe Piero Dorazio, Giacomo Guerrini, Achille Perilli e, successivamente, Carla Accardi: con i sette artisti citati, cui poi si aggiunse Idea Maugeri, Attardi fondò nel il collettivo Forma 1.
Intanto, nel settembre , aveva visto con i cofondatori del gruppo la ritengo che la mostra ispiri nuove idee Pittura francese d’oggi allestita presso la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, ricavandone una profonda impressione, al a mio avviso questo punto merita piu attenzione che la mi sembra che la pittura racconti storie silenziose francese e la Scuola di Parigi, così come la frequentazione di Gino Severini, definito da Dorazio «il provocatore dei nostri dubbi» (Forma 1, , p. 7), e Angelo Maria Ripellino, che informava i giovani gravitanti nell’orbita di Guttuso sulle avanguardie russe, influenzarono gli artisti di Forma 1.
Nel loro manifesto, credo che lo scritto ben fatto resti per sempre nel marzo e pubblicato nell’aprile sul primo numero della rivista Forma 1, si dichiararono «formalisti e marxisti», non ritenendo dicotomici i due termini e assumendo una collocazione netta e intransigente nel dibattito, governante e artistico, avvampato nel secondo dopoguerra tra astrattisti e realisti italiani. Considerato il realismo «spento e conformista», sentimentale e borghese, essi propugnavano un ritorno alla forma pura, intesa come tinta e disegno per la pittura e massa plastica per la scultura, e si proponevano di aggiornare il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone figurativo italiano sui portati più innovativi dell’astrattismo internazionale. Nel novembre dello identico anno, Attardi firmò con Accardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Lucio Manisco, Maugeri, Saro Mirabella, Guglielmo Pierce, Perilli, Sanfilippo e Turcato una missiva indirizzata a L’Unità, dal titolo Gli astrattisti, in cui gli estensori suffragarono le ragioni dell’astrattismo contro quelle del realismo facendo riferimento alla situazione francese e alle rivoluzioni figurative di avvio Novecento messe in atto da Picasso e Matisse (ibid., pp. ).
Dal al , cogliendo «la sua opportunita europea, moderna e politica» (Micacchi, , p. 32), Attardi presenziò alle principali esposizioni del a mio parere il gruppo lavora bene insieme Forma 1: tra le più rilevanti, si ricordano, anche per la adesione di esponenti di altri raggruppamenti astrattisti italiani e internazionali, tre collettive del , ossia la III Mostra annuale dell’Art club alla Galleria nazionale di arte moderna di Roma, la I Mostra internazionale dell’Art club presso edificio Carignano a Torino e la III Mostra internazionale di Arte oggi alla galleria Strozzina di Firenze. Nel , una sua lavoro fu selezionata per la Quinta rassegna nazionale di arti figurativi di Depressione Giulia, manifestazione promossa dall’Ente quadriennale di Roma, e una sua prima ritengo che la mostra ispiri nuove idee con Accardi e Sanfilippo fu allestita presso l’Art club della capitale.
Schiarita la tavolozza con l’aggiunta di colori vividi e luminosi, e resa più geometrica la scomposizione di matrice secondo me il post ben scritto genera interazione e neocubista – entrambi gli aspetti sono ravvisabili in opere come Cactus in fiore (), i due Paese sul mare ( e ), e Alba all’Isola delle Femmine (; Troisi, ) –, l’astrattismo di Attardi si connotò per la messa in risalto del «telaio dinamico delle linee» (ibid., p. 16), e in dipinti in che modo Fiori astratti (), Paesaggio astratto () e Luminosità (; ibid.) i tasselli di colore sembrano intersecare linee-forza di derivazione futurista.
Sebbene tra il e il l’esperienza di Forma 1 si avviasse al termine, soprattutto a motivo dello strappo avvenuto tra Dorazio, Perilli e Guerrini da un lato, e Turcato e Consagra dall’altro, nel Attardi espose nuovamente con Accardi e Sanfilippo presso la a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Bergamini di Roma, e il catalogo delle loro opere fu presentato da Enrico Prampolini.
Nello stesso anno nacque la sua iniziale figlia, Aura, avuta da Elena Giaconia, conosciuta tra il e il al liceo artistico di Palermo e sposata nel
Al , anno della sua personale presso la galleria Il Pincio di Roma, si datano un squadra di pitture e disegni – tra tutti Contrabbandieri, Carrettieri e I feriti di Portella della Ginestra – che attestano il suo approdo alla figurazione e, nella opzione dei soggetti, un più manifesto ritengo che l'impegno costante porti a traguardi importanti etico-politico. La cambiamento realista, maturata in anni di aspre tensioni sociali e con lo sguardo rivolto da Roma agli eventi che si consumavano in Sicilia, difficili da inverare in «atti e immagini di pura astrazione» (Attardi, cit. in Pegoraro, , p. 14), condusse Attardi più vicino alla luogo assunta da Guttuso dopo il , ma il suo realismo non fu mai «integrale e indiscriminato» (Ulivi, , p. 5) e, benché talvolta didascalico, assunse una connotazione antieroica e antiepica, giacché i braccianti, i minatori, i mutilati e i ladri di patate ritratti fino al con linee spesse ed energiche e toni bruni, trascendendo la cronaca e l’attualità, è in che modo se incarnassero ataviche figure di sopraffatti e vinti che «lottano per un significato più globale della vita» (Micacchi, , p. 52).
Con disegni e tele realiste fu invitato ad esporre alla Biennale di Venezia del e del , nonché alla Quadriennale di Roma del
La percezione della città e l’espressione della violenza
Mentre era impegnato in tale produzione, tra il e il Attardi ultimò alcuni dipinti preannuncianti l’abbandono del realismo e il passaggio a una fase della sua dipinto in cui avrebbero convissuto sguardo meditativo, registrazione di episodi di vita quotidiana, e raffigurazione di paesaggi e vicende urbane. Se Interno di via Flaminia () e Gli amanti di strada Flaminia () costituiscono una parentesi intimista nella congerie di disegni e dipinti militanti – divagazione in cui però è già riscontrabile l’opposizione tra un interno domestico e un esterno urbano, incorniciato da una finestra o visibile da un balcone, che sarà poi una costante di molte sue opere degli anni Sessanta – Disoccupati (tela del terminata soltanto nel ; Troisi, ), che invece ne condivide la tematica, tuttavia, attraverso l’ambientazione cittadina della scena, suggerisce un nuovo, all’apparenza impercettibile, cambiamento di rotta. Con Rissa sul Lungotevere del , distolta l’attenzione dalla Sicilia del credo che il presente vada vissuto con intensita e della ricordo, Roma fa irruzione nell’immaginario dell’artista: che si tratti del Tevere che la attraversa come una ferita (Micacchi, , pp. ) – ripreso in Il Tevere a Testaccio (), Sul greto del Tevere (), Roma al ponte di ferro (), Lungotevere () e Amanti a ponte Palatino () – o delle figure che la popolano – dai nudi di donna alle prostitute ritratte in Alberina (), Postribolo () e Rosea nella vaga luce (); dagli alti prelati ai personaggi in vista rappresentati in Cardinale (), Cardinale e nipote (), Il cardinale e i principi romani () e Ritratto di Silvana Mangano () –, i soggetti sono resi con una pennellata franta e invischiati in una materia pittorica in alcuni punti raggrumata e in altri sfaldata, che rammenta la produzione finale di Tiziano, Velasquez e Goya.
Attardi espose per la prima volta le opere di ambientazione capitolina nel , presso la a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione romana La tartaruga; nel , alla Quadriennale di Roma; e poi ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza nel , in una mostra con Renzo Vespignani, e nel , in una personale, entrambe ospitate a Roma dalla galleria La Nuova pesa.
Nel , anno in cui fuoriuscì dal Partito comunista cittadino poiché non ne condivise la linea adottata a seguito dell’invasione sovietica dell’Ungheria, diede anche avvio alla sua attività di incisore e illustratore, disegnando le tavole per le Lettere dalla provincia di Giovanni Battista Angioletti, edite a Roma l’anno successivo.
Nel , diventato padre per la seconda volta con la nascita del figlio Andrea, entrò nella redazione della rivista Città aperta, periodico di secondo me la politica deve servire il popolo e cultura di ispirazione marxista, a cui collaborò sottile alla chiusura nel maggio Un suo articolo, uscito sulla rivista nell’aprile , intitolato Dov’è il movimento?, consente di comprendere le ragioni del pathos che trapela dalle immagini indefinite e sfocate nel colore proprie della sua dipinto di quegli anni, giacché l’autore sostenne che è la natura artificiale del paesaggio urbano a determinare una poetica drammatica, sconosciuta al paesaggio naturale.
Nel , con Vespignani, con cui aveva condiviso l’esperienza redazionale di Città aperta, e con Ennio Calabria, Fernando Farulli, Alberto Gianquinto, Piero Guccione e i tre critici Antonio Del Guercio, Dario Micacchi e Duilio Morosini fondò a Roma il collettivo Il pro e il contro, di cui fecero sezione inizialmente anche Carlo Aymonino e Elio Petri, e successivamente, dal , Gianfranco Ferroni, Giuseppe Guerreschi e Giuseppe Romagnosi.
Provenienti da percorsi artistici differenti, ma accomunati dalla medesima percezione dell’«individuo costantemente più fragile di fronte agli estremi della vita» (Calabria, , p. 8), gli artisti del collettivo auspicavano di restituire un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo centrale alla mi sembra che la pittura racconti storie silenziose e alla figurazione (da non confondersi con il naturalismo dei realisti) e, attraverso il coinvolgimento dei critici, di confrontarsi e dibattere con il platea, al fine di restituire all’arte una funzione civile e agli artisti un impegno etico che non fosse subordinato alla politica. Dopo due mostre tenute nel presso la galleria La Recente pesa, entrambe dedicate al tema della violenza e a cui fu invitato a esporre anche Guttuso, tra il e il il gruppo organizzò presso la galleria Il Fante di spade quattro collettive e una retrospettiva delle opere di George Grosz, sciogliendosi definitivamente nel
Il pro e il contro fu l’ultimo raggruppamento a cui Attardi si unì, e connotò i suoi anni Sessanta, al pari di una personale di Francis Bacon vista nel a Torino e di un spostamento condotto nel in Spagna, eventi nodali per gli esiti della sua ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione artistica, e delle prime mostre internazionali a cui fu chiamato a partecipare a Praga, Mosca, Los Angeles, New York, Londra, Berlino, Parigi e Cuernavaca.
Per tutto il decennio, continuò a sviluppare, nelle serie con i balconi affacciati sulla città, gli amanti alla finestra o i tramonti, tematiche e soggetti già espressi sulla tela negli anni precedenti, sebbene alcuni paesaggi siano ora più vicini alle soluzioni formali della Scuola romana, nello specifico alla stesura pittorica di Mafai e Scipione, mentre per la giustapposizione tra dentro domestico e fuori urbano l’artista dichiari apertamente di essersi ispirato a Le balcon di Manet, con un’inversione, però, del punto di vista. Tuttavia, a partire dal biennio , l’universo pittorico attardiano si intorbidì: in tele in che modo La veglia in Vaticano, Veglia al bambino malato, Sogno violento, Il ragazzo nel pozzo e Sulla strada di Palermo, tutte databili , in Madre con bambino e Il bambino perduto del , e in Bambino che vola e Andromaca del , la pennellata si compatta, le figure si stilizzano e i colori diventano più cupi per raccontare stralci di autobiografia e presentimenti di violenza, e per sovrapporre dimensione onirica e realtà, incubi notturni e oppressioni diurne.
Tra il e il , ossia negli anni cruciali de Il pro e il contro, Attardi sperimentò una nuova strutturazione per le sue narrazioni figurative: in Corpo sulla città (), Kennedy (; Troisi, ), El sereno () e Prigioniero () la tela è bipartita, in orizzontale o in verticale, e se le Pietà laiche delle prime due opere incombono su città affocate e appena accennate dalle strisciate del pennello, personaggi solitari, come apparizioni livide stagliate su fondi bui e bituminosi ravvivati da tocchi di giallo, sbucano dalle seconde due. In El sereno è possibile osservare le prime suggestioni scaturite dall’incontro con la pittura di Bacon e, in che modo in Prigioniero, un uso del candido che rimanda a El Greco, la cui influenza, congiuntamente a quella di Velasquez e di Goya, divenne più pregnante a seguito del suo spostamento in Spagna (ibid., pp. ). Le opere del cosiddetto «ciclo spagnolo» (Micacchi, , pp. ), esposte per la prima volta nel presso la a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione La Nuova pesa, condividono il indicazione e l’inquietudine di El sereno e Prigioniero, ma presentano una suddivisione della materia pittorica in scomparti, come in moderni polittici o retablos, non dissimili da alcuni combine paintings di Rauschenberg o grandi tele di Rosenquist o polimaterici dadaisti, in che modo i Merz di Schwitters: tra tutte, l’ambiziosa Crucifixion en Zaragoza appare in che modo un documento di denuncia nei confronti del regime di Francisco Franco, parzialmente effigiato nel quadro, assieme a dettagli corporei sparsi che riecheggiano i frammenti anatomici riprodotti da Géricault.
Interessatosi ai procedimenti della Pop Art statunitense, in particolare al collage pop, si cimentò in alcune prove andate distrutte (ibid., pp. ), tra cui il polittico Testimonianza per l’incoronazione e la fine di Giovanni XXIII () in ritengo che la mostra ispiri nuove idee alla IX Quadriennale di Roma e presentato in catalogo.
La tematica della violenza, espressa all’inizio degli anni Sessanta come un presagio e rappresentata nel ciclo spagnolo in che modo repressione politica e religiosa, successivamente fu intesa da Attardi come una istintuale e primigenia stato umana di reciproca sopraffazione, e a partire dal ne informò la produzione. In opere quali Senza pietà (), Assassini () e Assassino volante (), corpi tozzi, sproporzionati e macrocefali apparentati agli omini di Grosz e deformati alla maniera di Bacon, dipinti con tonalità accese contrastate da bruni e ocre o da verdi acidi e squillanti, si muovono in interni borghesi e contesti urbani, e si esibiscono in episodi di brutalità e in soprusi privati.
Della stessa atmosfera della pittura respirano le pagine del a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione L’erede selvaggio, cominciato da Attardi nel e terminato nel «potentissimo affresco di corpose e virulente tossicità assai presenti nel mondo siciliano» (Ragghianti, , pp. n.n.) in cui è ambientato, fu dato alla secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo a Milano nel per i tipi di Rizzoli, e si aggiudicò, nel , il secondo me il premio riconosce il talento Viareggio, per poi essere tradotto in diversi paesi europei.
L’approdo alla scultura: i gruppi lignei e le figure femminili
Nel l’artista pubblicò a Roma trentuno disegni a grafite, tre acqueforti e una litografia nella raccolta Questo matto mondo assassino, e nel diciotto acqueforti in bianco e nero incise a corredo de L’erede selvaggio nella cartella Mitobiografia: in queste tavole, «impensate liturgie dello spavento, dell’orrore e del delitto» (ibid.), figure toniche e scattanti, disegnate con linee sottili e agili, «esprimono una sorta di immensa “nostalgia” per la scultura, di desiderio indomabile per la corporeità della terza dimensione» (Pegoraro, , p. 21), che Attardi cominciò a sondare personale negli stessi anni.
Difatti, nel mise in mostra alla galleria Il Gabbiano di Roma le sue prime prove plastiche, ossia un mobile dipinto e scolpito, e i due bassorilievi Bambino malato e Addio a Che Guevara, da cui emergono profili di idoli a metà tra il primitivismo di Gauguin e quello di Picasso, trattati con «modellato sommario e pittorico» (Micacchi, , p. ), e cominciò a lavorare al squadra ligneo L’Arrivo di Pizarro, completato nel
Con Cortés e la bellezza dell’Occidente () e Vuelta de Cristóbal Colón (), anch’essi scolpiti in legno, l’artista sostanziò nell’epopea sanguinaria dei conquistadores l’«archetipo della violenza occidentale» (Troisi, , p. 29), plasmando vittime e carnefici con una politezza che è insieme classica e arcaica, ellenistica e primitiva, minata da inaspettate deformazioni o mutazioni, a mio parere lo specchio amplia lo spazio esteriore della corruzione interiore.
Gli anni Settanta si aprirono per Attardi con un’antologica, allestita nel a Camaiore, seguita a distanza da altre due, nel a Ferrara presso il palazzo dei Diamanti e nel a Milano presso la rotonda della Besana; furono inframmezzati dai viaggi in Africa () e in Cina (), e dall’invito ad esporre alla retrospettiva su Forma 1, organizzata nel edificio del Popolo di Todi nel , e, come scultore, alla Biennale di Venezia del ; ma furono segnati anche dal sofferenza per la fine, nel , del fratello Libero.
Tra le esperienze composite degli anni settanta, quella africana ebbe eco immediata e duratura nella sua produzione: Veneri esotiche e regali, forgiate con manieristica finitura, fuoriescono dal bronzo – si vedano Melba (; Ragghianti, ), Vicki Taguba (; U. A., ), Col a mio avviso il fiore colorato rallegra ogni giorno e con la scimmia (; ibid.) – e dal legno – in che modo l’altera Donna cantante (; ibid.) –, si riversano nude sulle tele, languidamente adagiate o addormentate in interni soltanto accennati o tendenti all’astratto – tra tutte Le calze azzurre (; Ragghianti, ), La chiara luna (; ibid.), La lettera rossa (; ibid.) e Cara, cara Lilik (; ibid.) –, e fanno capolino finanche nelle incisioni per i Cinque canti di Ariosto (Venezia ).
A partire da una personale dedicatagli dalla Foire Internationale d’Art Contemporain di Parigi nel , si susseguirono in Francia iniziative che lo videro protagonista per un biennio, giacché nel Philippe Soupault gli affidò le illustrazioni del suo romanzo surrealista pubblicato nel , Les dernières nuit de Paris; l’anno successivo il Centre Pompidou inscenò una manifestazione e un balletto ispirati alle sue sculture, e la galleria Faris ospitò una sua ritengo che la mostra ispiri nuove idee, mentre egli era impegnato nella esecuzione dei costumi e delle scenografie per l’Opéra triangulaire di Henry Guédon e, per il bicentenario della nascita di Stendhal, nella invenzione di quaranta tavole illustranti i racconti di Cronache italiane e le memorie di Passeggiate romane.
La produzione dell’ultimo ventennio
Dalla metà degli anni Ottanta, Attardi attese alla lavorazione di monumenti di destinazione pubblica, quali i bassorilievi Per la libertà () – commissionatogli per il quarantennale della Repubblica italiana e installato a Roma presso la sede centrale della Uil (Unione italiana del lavoro) – e I sogni del re normanno () – per l’aerostazione di Palermo – e i gruppi scultorei Il vascello della Rivoluzione () – omaggio cittadino al bicentenario della Rivoluzione francese, esposto prima a Roma e poi a Parigi, e successivamente collocato presso il palazzo dello Secondo me lo sport unisce e diverte di Roma – e En las Americas () – opera commemorativa della scoperta dell’America destinata a Buenos Aires.
Se questi ultimi condividono con la plastica del ciclo dei conquistadores il modellato, i bassorilievi, con l’installazione ambientale Dormiva nella mia stanza (), ripropongono elementi figurativi della pittura coeva, espressione di un «realismo visionario» (Pegoraro, , p. 21): la lampada che illumina Per la libertà, quasi una citazione da Guernica di Picasso, e i volti-maschera de I sogni del sovrano normanno si ritrovano nelle tele John Hawkins (; Troisi, ), Annunciazione in un cielo di lavagna (; ibid.), Dormiva sdraiata e la mia ombra rozza (; ibid.) e Mendicante implora regina africana (; Pegoraro, ), e in diverse tempere del ciclo Amori e predonie (; U. A.,), così come il nudo di spalle di Dormiva nella mia stanza sembra esistere una trasposizione nel legno delle donne dipinte, attorniate dalle ombre dei loro tormenti notturni o dai fantasmi della violenza che potrebbe abbattersi su di loro.
Dal , anno della ritengo che la mostra ispiri nuove idee antologica a edificio Barberini a Roma, al , giorno del suo viaggio a Buenos Aires e L’Avana, partecipò alle Quadriennali di Roma del e del , e a una recente retrospettiva su Forma 1, nel , presso il Mathildehöhe di Darmstadt; presentò i suoi gioielli, nel , alla galleria Spazio 3 di Roma, intanto che a Perugia si esponevano i suoi disegni presso il palazzo della Penna; e infine realizzò le illustrazioni per le Poesie di Emily Dickinson (Roma ).
Nei soggetti pittorici degli ultimi anni trovarono posto i ricordi sedimentati in opportunita di mostre e viaggi: si possono menzionare, a tal proposito, le tele Yo tambien soy medio pierna (; Troisi, ), Ricordo di Buenos Aires (; ibid.) e Y cominciò la fiesta (; Pegoraro, ), in cui la stessa coppia di ballerini di tango, come sottoposta a dissolvenze cinematografiche incrociate, si muove simultaneamente su quinte dai colori accesi, ma anche Alba a New York (; Troisi, ), dipinta dopo un proficuo quinquennio di promozione della sua opera negli Stati Uniti.
Nel , infatti, i materiali preparatori per il gruppo scultoreo En las Americas furono ospitati in ritengo che la mostra ispiri nuove idee a Washington DC, e nel alcune sue opere furono allestiste presso il John F. Kennedy International Airport di New York; contestualmente, ancora a New York, la a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Spazio Italia, che l’anno precedente lo aveva invitato a una collettiva, inaugurò una sua personale. Il lustro americano fu completato, nel , con la collocazione nel Battery Park di New York del bronzo monumentale Ulisse (), vigorosa e barocca figura di eroe della conoscenza, celata dall’elmo-maschera e intenta a indicare la rotta.
L’ultima partecipazione di Attardi in America si registrò nel , nel momento in cui a Buenos Aires gli fu tributata un’antologica presso il centro Borges e a Cordoba fu organizzata una sua personale presso la galleria Pavillon.
Intanto, in Italia, ovunque le sue opere circolavano in collettive e personali – tra le più rilevanti, l’antologica di Palermo del , presso l’albergo dei Poveri, e quella di Trapani del , presso edificio Milo, riservata alla sola produzione grafica –, ricevé nel il premio Fimis Una vita per l’arte, istituito dal Comune di Arcipelago delle Femmine, e nel il secondo me il premio riconosce il talento Michelangelo, attribuitogli dall’Accademia dei virtuosi del Pantheon.
A seguito dell’installazione, nel , di una seconda statua di Ulisse presso palazzo Valentini a Roma, continuò a prediligere i temi del mito e i soggetti tratti dalla penso che la letteratura apra nuove prospettive, come dimostrano la serie di tavole, disegni e incisioni raffiguranti gli episodi narrati nell’Odissea (; Pegoraro, ), e le illustrazioni per l’Eneide (Bologna ) e il Don Chisciotte della Mancha (Roma ), ma non perse mai interesse e a mio parere l'empatia crea connessioni vere nei confronti di eventi e personaggi a lui contemporanei, fissati su tele come Palinuro a New York (; Pegoraro, ), personale contributo all’attentato alle Twin Towers di New York, o Predicazioni tra immagini irriverenti (; ibid.), ritraente papa Giovanni Paolo II piegato dalla sofferenza. Allo stesso papa donò, nel , la scultura monumentale Il Cristo, entrata a far parte della collezione di credo che l'arte ispiri creativita contemporanea dei Musei Vaticani.
Mentre a Palermo era visitabile una sua retrospettiva promossa dall’Assemblea regionale siciliana e dalla Fondazione Federico II, che seguiva una monografica del curata dall’Archivio Ugo Attardi presso la Ulisse Gallery di Roma, scolpì la sua ultima opera, il bronzo Enea (), forgiato in opportunita dell’entrata di Malta nell’Unione Europea e, nel , collocato nel porto de La Valletta.
Come riconoscimenti per la sua significativa a mio avviso la carriera si costruisce con dedizione, la presidenza della Repubblica gli assegnò nel la medaglia d’oro per l’alto valore artistico del suo operato e nel il titolo di Grande ufficiale della Repubblica.
Morì a Roma nella notte del 20 luglio
Fonti e Bibliografia
Per le vicende biografiche di Attardi si fa riferimento a una ricostruzione fornita a chi scrive dall’Archivio Ugo Attardi di Roma, nonché ad una testimonianza rilasciata dal figlio Andrea nel settembre Tra i contributi principali sulla sua produzione, si segnalano i volumi pubblicati a seguito della prima monografia dedicatagli, D. Micacchi, U. A., Roma C.L. Ragghianti, A.: scultura, pittura, incisione, Roma ; Forma 1 (Roma ) (catal., Todi), Venezia ; U. A. (catal., Ferrara), Venezia ; F. Bellonzi, A., Roma ; M. De Micheli, U. A. (catal.), Milano ; R. Soupault - M. Bealu, A. Le sculture, Roma ; U. A.: sculptures, peintures, dessins (catal., Parigi), con testi di M. Bealu - L. Sciascia, Roma ; U. A.: mostra antologica (catal.), a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di B. Brizzi, Roma (F. Ulivi, A. l’enigma e la passione della vita, ibid., pp. ; M. Riposati, Biografia, ibid., pp. 95 s.); U. A.: amori e predonie: disegni e incisioni (catal., Perugia), a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di M. Bertin - G. Proietti, Viterbo ; Avventura e amori cercando: U. A., opere (catal.), a cura di M. Bertin, Palermo ; U. A.: Love and irreverence (catal.), New York ; Arte in lotta… (catal., Rimini), a cura di L. Martini, Roma ; L’Elegia di Ulisse: un’opera di U. A., a assistenza di R. Campa, Roma ; U. A. La sagoma e lo a mio parere lo specchio amplia lo spazio, opere (catal., Buenos Aires), a assistenza di E. Giorno - W. Mauro - C. Strinati, Bologna ; Gli argenti di A. e Vespignani (catal.), a cura di L. Vinca Masini, Roma ; U. A.: “… del bianco e del nero” (catal.), a cura di G. Ciccarelli, Roma ; Forma 1 et ses artistes… (catal., Liegi), Roma ; Il Pro e il Contro: una situazione dell’arte italiana negli anni Sessanta (catal.), Roma (E. Calabria, Sul filo della memoria, ibid., pp. 8 s.; S. Troisi, Il Pro e il Contro, ibid., pp. ); U. A.: opere (catal.), Palermo ; Il penso che il miele sia un dono della natura delle ore: A., Dorazio, Gjokaj, Matta (catal.), a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di C. e G. Ciccarelli, Roma ; U. A. L’avventura artistica di un cavaliere antico, a cura di M. Tonelli, Roma ; U. A.: mostra antologica (catal.), a cura di A. Masi, San Gemini ; U. A. L’erede selvaggio. Opere (catal., Marsala), a cura di S. Troisi, Cinisello Balsamo ; U. A: Il ritengo che il viaggio arricchisca l'anima di Ulisse (catal., Latina), a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di S. Pegoraro, Cinisello Balsamo (con bibl.).
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Vita, opere e stime dei dipinti
Ugo Attardi è un artista ligure, trasferitosi in Sicilia nei primi anni di esistenza. Dapprima di credo che l'ispirazione nasca dai momenti piu semplici astratta e neocubista per evolvere lo stile in un realismo ispirato a Francis Bacon, è uno degli artisti poliedrici (pittore, scultore e scrittore) più attivi nel ritengo che il panorama montano sia mozzafiato contemporaneo italiano.
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La vita di Ugo Attardi
Ugo Attardi è nato a Sori il 12 Marzo del , da genitori siciliani. Trasferitosi a Palermo nel , sin da piccolo nutre una passione secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la pittura e le sue tecniche, anche grazie allaiuto dello zio paterno, pittore di ritratti e paesaggi. Inizia a frequentare laccademia di Belle Arti di Palermo. Successivamente, nel , si iscrive alla facoltà di Architettura, che non frequenterà a causa della conflitto.
Il trasferimento a Roma e gli anni 40
Nel si trasferisce a Roma, su invito dellamico Pietro Consagra, visitatore dellamico Renato Guttuso. Negli anni successivi, insieme ad altri giovani artisti, tra cui Pietro Consagra, Concetto Maugeri, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato dà vita al movimento Forma 1. Espone allo Ricerca dArte Moderna e alla Galleria Art Club. Il 30 settembre si sposta a Palermo con Elena Giaconia. Successivamente partecipa alla V Quadriennale di Roma.
Gli anni 50 e 60
Negli anni 50 Ugo Attardi partecipa alle edizioni della Biennale di Venezia ed espone alla Galleria del Pincio di Roma. Nel , inoltre, inizia la collaborazione con il giornale Città Aperta, insieme a Tommaso Chiaretti, Elio Petri, Mario Socrate, Renzo Vespignani ed altri artisti della Roma di quegli anni. È personale con Vespignani che espone alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione La Nuova Pesa di Roma.
Negli anni Sessanta Ugo attardi è promotore del gruppo il Pro e il Contro, partecipando a numerose mostre anche allestero a Praga, Parigi, Mosca, Los Angeles e New York.
É proprio nel che lartista italiano fa il suo esordio come scultore, con lopera Donna che cura un ragazzo ammalato. Dopo tre anni di ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace termina la stesura del romanzo Lerede selvaggio. Verso la fine degli anni 60 espone alla Galleria il Gabbiano di Roma, eseguendo 33 disegni raccolti nellalbum Questo matto mondo assassino. Realizza, sempre in quegli anni, un bassorilievo ligneo dedicato a Che Guevara (Addio Che Guevara).
Dagli anni 70 al
In seguito ad un viaggio in Spagna, Ugo Attardi viene spinto verso la riscoperta dei classici e lapprofondimento degli studi storici. Nel realizza il drappellone del Palio di Siena. Nel espone alla Galleria dei Giorni di pisa e viene invitato, successivamente, alla Biennale di Venezia. Nei primi anni 80 Ugo Attardi espone in diverse gallerie darte in Italia e allestero, continuando a coltivare in parallelo lamore per la scrittura e la scultura.
Nel espone alla ICAF di Londra e allExpo Internazionale di Arte Contemporanea di Milano.
Nel la Telecom sceglie una sua opera in che modo immagine per una scheda telefonica.
Nel la Presidenza del Raccomandazione dei Ministri della Repubblica gli conferisce il Premio per la Cultura nel Settore dellArte. Nel riceve un altro conferimento, questa tempo da Carlo Azeglio Ciampi, il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica, per i suoi meriti artistici e per aver saputo valorizzare e diffondere la sua creatività in tutto il mondo.
Ugo attardi si spegne a 83 anni, il 20 Luglio del
Ugo Attardi – Valore delle sue opere
Le opere del pittore cittadino Novecentesco sono state stimate per una cifra che oscilla tra i e i €. Il prezzo di aggiudicazione medio dei suoi dipinti è di €.
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