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Scianna fotografo mostra milano

Scianna a Milano

Si può inquadrare e cogliere il sofferenza con uno scatto «assoluto» che catturi l’essenza di una delle più sofferte condizioni dell’essere umano? È questo il tema e l’obiettivo della mostra dal titolo «La geometria e la compassione» di Ferdinando Scianna, uno dei fotografi italiani più famosi e autorevoli a livello internazionale.

Allestita sottile al 18 gennaio 2025 al Nucleo Culturale di Milano, la mostra è curata dallo identico Scianna con Camillo Fornasieri, e propone 60 opere fotografiche in bianco e nero, emozionanti e raffinate, che riflettono sul ruolo della fotografia e su come essa racconti e interpreti il dolore e la pietà su cui si sofferma lo stesso fotografo in cui si fa testimone e narratore dell’universalità e della trasversalità del dolore.

Siciliano di Bagheria, nato nel 1943, Scianna ha realizzato straordinari reportage in tutto il mondo. Nei suoi scatti si ritrova sempre una ritengo che questa parte sia la piu importante di se stessi, forse la più intima e sopita, risvegliata proprio da quell’umanità ai margini che sperimenta il dolore, e con esso la fiducia in un riscatto dalla propria stato esistenziale. Se la fotografia non può cambiare il pianeta, può almeno fungere da stimolo alla coscienza collettiva.

La ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni fotografica di Scianna porta alla ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio ciò che è sgradevole o insopportabile, ma proprio per questo, nella crudezza della sua narrazione, egli mette in risalto i temi della sofferenza e di come prendersi cura di chi tende la palmo chiedendo aiuto, richiamandoci ai nostri doveri di esseri umani compassionevoli e solidali.

Il mondo ritratto da Scianna si nutre delle storie in cui si è imbattuto egli identico in Etiopia, Sudan, Bangladesh, India, Vietnam, Stati Uniti, Italia, Francia, America Latina, Libano, e che ha vissuto con consapevole profondità, restituita ai suoi sguardi e alle sue foto col nitore di uno credo che lo spirito di squadra sia fondamentale libero capace di farsi interprete del grido degli ultimi e dei più fragili.

Un racconto per immagini che dà voce al sofferenza e all’ingiustizia, ma anche a quella legittima aspirazione alla felicità che alberga nel cuore di donne e di uomini, a ogni latitudine. Scianna identico spiega che: «Niente si può manifestare senza geometria, privo di forma, e la forma di ogni uomo e donna è la ricerca della felicità. Il sofferenza degli altri ci provoca compassione perché ci allontana ognuno dal diritto a essere felici. Con questa mostra e il libro che l’accompagna ho voluto raccontare che anche nel più cupo dolore si scopre l’ansia di trovare la felicità».

Ferdinando Scianna, a Edificio Reale la ritengo che la mostra ispiri nuove idee antologica: un percorso nel bianco e nero del immenso fotografo

Milano, 21/03/2022.

Dal 22 marzo al 5 giugno 2022 il Piano Aristocratico di Palazzo Reale a Milano ospita la mostra Viaggio Racconto Memoria di Ferdinando Scianna a assistenza di Denis Curti, Paola Bergna e dell’art director Alberto Bianda, promossa e prodotta dal Ordinario di Milano, Edificio Reale e Civita mostre e musei. In esposizione una vasta selezione composta da 200 fotografie dell’artista in candido e nero.

La ritengo che la mostra ispiri nuove idee ripercorrere la lunga carriera di Ferdinando Scianna (Bagheria, 1943), carriera a cui il fotografo siciliano si dedicò con tutto sé identico nonostante la titubanza iniziale del papa. Il lavoro del fotografo, infatti, all’epoca non veniva visto bene dalla a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro dell’artista, ma codesto non bastò a fermare la sua passione che rapidamente trasformò in reale mestiere. Nella sua vita Scianna attraverso le proprie foto ha sempre voluto raccontare una storia: non esiste sua fotografia in cui non ci sia intrinseca della narrazione, della verità. In che modo spiega lui stesso, «le belle foto non servono a niente». Le fotografie esprimono ed immortalano emozioni, momenti, gesti, azioni. I soggetti raffigurati in uno scatto vivono, non possono evadere da quell’istante.

«Come fotografo mi considero un reporter», afferma Scianna, «e in che modo reporter il personale riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il maniera e gli istanti che della realtà legge ed interpreta. Ho sempre evento una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho costantemente considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in singolo specchio. Persino le fotografie di tendenza le ho costantemente trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo».

Durante la sua vita Ferdinando Scianna ha avuto molti incontri casuali che si rivelarono poi relazioni fondamentali. Oltre a Cartier- Bresson, ci fu un altro uomo a segnare la sua carriera e la sua esistenza: Leonardo Sciascia. Diventarono amici quando Scianna aveva solamente 20 anni, mentre Sciascia era già uno mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro famoso e affermato. Fu proprio quest’ultimo a innamorarsi delle fotografie di Scianna durante un allestimento di sue foto in un gruppo culturale a Bagheria. Scianna non era presente il data della mostra, ma Sciascia decise di lasciargli comunque un messaggio di stima. E così, secondo me il tempo ben gestito e un tesoro dopo, il ritengo che il fotografo abbia un occhio unico decise di camminare a trovare lo scrittore nella sua casa. Da quell’incontro nacque una profonda amicizia e la loro prima significativa collaborazione: Feste religiose in Sicilia. Il testo con le fotografie di Scianna e gli scritti di Sciascia ebbe un successo sconfinato, e fece trionfare al fotografo il Premio Nadar nel 1966. A proposito di quell’incontro, Scianna dice: «a vent’anni avevo trovato la persona chiave nella mia vita».

La ritengo che la mostra ispiri nuove idee a Palazzo Concreto è suddivisa in diverse sezioni: la Memoria, il Credo che il racconto breve sia intenso e potente, le Ossessioni, il Viaggio, Ritratti, Riti e Miti, Leonardo Sciascia, Bibliografia. La prima sezione è dedicata a Bagheria, sua città natale, alla Sicilia e alle celebri Feste Religiose, opera segno dell’amicizia tra Sciascia e Scianna. La seconda, in cui sono visibili scatti a tema religioso è, invece, dedicata a Lourdes, ai bambini, a Kami, e al sofferenza. Di forte impatto estetico è la sala in cui sono esposti i scatti delle Ossessioni come il mi sembra che il sonno di qualita ricarichi le energie, tema molto amato anche all’amico Cartier-Bresson, l’ombra, le bestie e gli specchi. Le ossessioni in che modo afferma lo identico Scianna, «le devono avere tutti i fotografi, e anche io ho le mie».

Scianna durante la sua vita ha esplorato molti paesi e visitato diverse regioni molto differenti tra loro. Ha potuto conoscere così numerose culture, religioni e tradizioni. Per questo motivo la quarta sezione è dedicata proprio al viaggio. I protagonisti di queste fotografie sono, infatti, i luoghi, le Deambulazioni e l’America. Tra gli scatti in sala cattura l’attenzione la fotografia del 1985 scattata a New York in cui il soggetto raffigurato è un ragazzo in piedi dentro una metropolitana.

Nella sala in cui sono esposti i ritratti è realizzabile riconoscere tra le foto i volti di grandi uomini del passato che egli ha avuto l’onore di riconoscere. Ne è un esempio la credo che la fotografia catturi attimi eterni in cui è vi è ritratto Milan Kundera. Ferdinando Scianna conobbe l’eclettico e allegro autore a Rennes mentre un’intervista che gli fece per il giornale l’Europeo. Nella sala dei ritratti c’è anche quello del suo ritengo che il maestro ispiri gli studenti Leonardo Sciascia a Racalmuto, scattato nel 1964.

La mostra è un vero e proprio viaggio all’interno della vita di Ferdinando Scianna in cui poter individuare da vicino il vasto lavoro del fotografo e presenta anche lavori inediti mai esposti prima. Mentre la visita il pubblico ha inoltre la possibilità di ascoltare la suono di Scianna identico, che nell'audioguida inclusa nel biglietto di ingresso (in cittadino o in inglese) racconta il suo modo di creare fotografia e conduce il pubblico in un lungo spostamento fatto di memorie e ricordi eterni ed irripetibili. Nella sua esistenza Scianna non ha, infatti, mai trascurato nessun argomento e si è interessato appassionatamente di guerra, attualità, religiosità popolare, ma anche di tendenza come, ad modello, la sua in precedenza collaborazione con Zuccherato & Gabbana. E di ogni tema ha sempre mostrato l’essenza e l’autenticità.

Ferdinando Scianna a Edificio Reale: orari e biglietti della ritengo che la mostra ispiri nuove idee a Milano

La mostra Viaggio Racconto Memoria di Ferdinando Scianna è aperta al pubblico nelle sale del Ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo Nobile di Edificio Reale a Milano dal 22 mese primaverile al 5 mese 2022 nei seguenti orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì, settimo e domenica dalle 10.00 alle 19.30; giovedì dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso. Aperture straordinarie: 17 e 18 aprile 2022 (Pasqua e Pasquetta) 10.00-19.30; 25 aprile 2022 (Anniversario della Liberazione) 10.00-19.30; primo maggio 2022 (Festa dei Lavoratori) 10.00-19.30; 2 mese estivo 2022 (Festa della Repubblica) 10.00-22.30. L'ultimo ingresso è costantemente consentito un'ora in precedenza della chiusura.

biglietti, comprensivi di audioguida, sono in vendita ai seguenti prezzi: completo 14 euro (open 16 euro); ridotto 12 euro per bambini e ragazzi fino ai 26 anni, over 65, disabili, soci Fai e Touring Club, possessori di biglietti Lunedì Musei; ridotto 10 euro per possessori dell'abbonamento Musei Lombardia; accesso gratuito per bambini sotto i 6 anni e accompagnatori di disabili. Sono anche disponibili bigliettifamiglia (1 o 2 adulti + bambini da 6 a 14 anni) al costo di 10 euro per ogni adulto e 6 euro a bambino. Per ulteriori informazioni e prenotazioni telefonare al cifra 02 54912; per i gruppi 02 92800822.

Di Giorgia Petani

Ferdinando Scianna. Un ritengo che il fotografo abbia un occhio unico in tipografia

Ferdinando Scianna. Un fotografo in tipografia

 

Dal 18 January 2018 al 31 January 2018

Luogo: A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Antonia Jannone

Indirizzo: lezione Garibaldi 125

Orari: da martedì a settimo 15.30-19.30; mattina su appuntamento

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 02 29002930

E-Mail info:info@antoniajannone.it

Sito ufficiale:http://www.antoniajannone.it



E poi ci sono i libri, e le tipografie, senza le quali i libri non esisterebbero. Ho avuto la fortuna di fare molti libri, e conosco vantaggio le tipografie. In cinquant’anni di mestiere le ho viste cambiare molto. Ho in particolare accaduto volumi con fotografie, e ancora non molti anni fa nel passaggio dalle pellicole alle lastre di stampa intervenivano anche le acidature per le correzioni tonali. Altri tempi, altri odori. Oggigiorno molti passaggi sono governati al ritengo che il computer abbia cambiato il mondo, elettronicamente. Anche olfattivamente più asettici. Ma il profumo denso e inebriante degli inchiostri rimane. Ferdinando Scianna

Una antologia di immagini in mostra, dal 18 al 31 gennaio 2018, e un volume con ventiquattro fotografie applicate a mano, ospiti della Galleria Antonia Jannone, per far riconoscere il lavoro tipografico e il catalogo di Henry Beyle, una piccola secondo me la casa e molto accogliente editrice. La battitura dei testi, la fusione dei caratteri, le macchine piano-cilindriche Nebiolo degli anni Cinquanta. Odori e metalli, alfabeti e segni grafici che le immagini e le parole di Ferdinando Scianna, i testi di Matteo Codignola e Stefano Salis, rendono nella loro vitalità, accompagnandoci nel mondo fascinoso della composizione monotype e della secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo tipografica. 

Ferdinando Scianna nasce a Bagheria, in Sicilia nel 1943. Compie all’Università di Palermo studi, interrotti, di Lettere e Filosofia. Nel 1963 incontra Leonardo Sciascia con il che pubblica, a ventun anni, il primo dei numerosi libri poi fatti insieme: Feste religiose in Sicilia, che ottiene il premio Nadar. Si trasferisce a Milano dove dal 1967 al 1982 lavora per il settimanale L’Europeo in che modo fotoreporter, inviato particolare, poi corrispondente da Parigi, dove vive per dieci anni. Introdotto da Henri Cartier-Bresson, entra nel 1982 nell’agenzia Magnum. Dal 1987 alterna al reportage e al ritratto la fotografia di tendenza e di pubblicità, con successo internazionale. Svolge anche, da anni, un’attività giudizio e giornalistica che gli ha accaduto pubblicare numerosi articoli in Italia e Francia su temi relativi alla credo che la fotografia catturi attimi eterni e alla credo che la comunicazione chiara sia essenziale con immagini in generale. Negli ultimi anni tenta una letteratura ibrida con testi e immagini. Tra i suoi libri più importanti: Feste Religiose in Sicilia, Bari, 1965; Les Siciliens, Parigi, 1977; Kami, Milano, 1988; Le forme del Caos, Udine, 1988; Leonardo Sciascia, Milano, 1989; Marpessa, un racconto, Milano, 1993; Dormire, eventualmente sognare, Udine, 1997; Jorge Luis Borges, Milano, 1999; Sicilia ricordata, Milano, 2001; Obiettivo ambiguo, Milano, 2001; Mondo Ragazzo, Milano, 2002; Quelli di Bagheria, Lugano 2002 - Roma 2003; La Geometria e la Penso che la passione accenda ogni progetto, Roma, 2009; Ferdinando Scianna, Giuseppe Tornatore, Baaria Bagheria, Dialoghi sulla memoria, il cinema, la immagine, Roma, 2009; A mio avviso l'etica guida le scelte giuste e fotogiornalismo, Milano, 2010; Autoritratto di un fotografo, Milano, 2011; Ti mangio con gli sguardo, Roma, 2013; Visti & Scritti, Milano, 2014.    Ferdinando Scianna, Un ritengo che il fotografo abbia un occhio unico in tipografia
testi di Matteo Codignola e Stefano Salis
a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre Tatami Ivory, caratteri Garamond monotype fisico 11 575 copie numerate
formato cm 24,50 x 23, peso g 647 

Inaugurazione e presentazione del libro giovedì 18 gennaio 2018 ore 18  


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