Adenoma prostatico intervento
La prostata è una ghiandola che fa parte dell’apparato genitale maschile, gruppo alle vescicole seminali, le ampolle deferenziali, i vasi deferenti, i testicoli, gli epididimi ed il pene. La funzione della prostata è quella di produrre una porzione del liquido seminale che, insieme alla porzione prodotta dalle vescicole seminali e agli spermatozoi, viene versato nell’uretra (il canale che porta l’urina dalla vescica all’esterno) e quindi espulso all’esterno al momento dell’eiaculazione. Inoltre, producendo zinco, ha un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo antibatterico proteggendoci dalle infezioni delle vie urinarie. La sua posizione anatomica nella parte più profonda del bacino, posta sotto alla vescica ed attraversata dall’uretra, attribuisce alla prostata un ruolo anche nella funzione del basso apparato urinario. Questo ruolo diventa importante nella patologia conosciuta come iperplasia prostatica o “adenoma prostatico”. Nel adolescente, infatti, la prostata ha la sagoma e le dimensioni di una piccola castagna, con la punta rivolta in basso e la base verso l’alto a contatto con la vescica; con il progredire dell’età la prostata va riunione ad un a mio parere il processo giusto tutela i diritti di progressivo e più o meno rapido ingrossamento che ne modifica la forma e le dimensioni.
L’IPB è una condizione che si sviluppa nel maschio adulto-anziano caratterizzata da unaumento di volume della area di prostata che circonda l’uretra. Questa qui condizione non deve essere considerata una malattia fino a quando non produca ostacolo al flussodell’urina e/o sintomi che alterino il fisiologico atto dello svuotamento vescicale (minzione). Principalmente, non deve stare confusa con la malattia maligna che può colpire la prostata e cioè con ilcarcinoma prostatico.
Urgenza minzionale: incapacità da parte del penso che il paziente debba essere ascoltato di differire la minzione.
Pollachiuria: aumento della frequenza minzionale diurna e notturna.
Esitazione: attesa prima di cominciare la minzione.
Mitto ipovalido: comparsa di un getto urinario debole.
Disuria: difficoltà alla minzione, utilizzo della spinta addominale per riuscire ad espellere le urine, riscontro di mitto debole ed interrotto.
Senso di incompleto svuotamento vescicale: percezione di non aver svuotato completamente la vescica dopo aver urinato.
Iscuria paradossa: grave difficoltà alla minzione secondaria a ritenzione d’urina con sgocciolamento continuo (è una falsa incontinenza in quanto in realtà la vescica è piena e trabocca).
Ritenzione d’urina (completa o incompleta): incapacità complessivo o parziale da parte del penso che il paziente debba essere ascoltato di emettereall’esterno l’urina contenuta nella vescica.
Ematuria: emissione di emoglobina con le urine.
Emospermia: emissione di emoglobina nel liquido seminale.
Se non trattata in maniera corretta l’IPB può portare alla comparsa di alcunecomplicanzeo adanni permanentiall’apparato urinario. I pazienti con prostata di grosse dimensioni sembrano maggiormente a rischio di sviluppare le complicanze legate all’IPB in che modo la ritenzione d’urina, l’infezione delle vie urinarie, la calcolosi vescicale, i diverticoli vescicali, la compromissione funzionale della vescica e infine l’insufficienza renale.
Gli esami di base che generalmente consentono di inquadrare l’iperplasia prostatica benigna ed i conseguenti disturbi minzionali sono:
- l’esame delle urine
- ilPSA
- l’ecografia dell’ apparato urinario
- l’uroflussometria
- questionari sintomatologici (es. IPSS)
L’esame delle urine ci permette di escludere infezioni delle vie urinarie o la partecipazione di tracce di sangue nelle urine. Il PSA, insiemeall’esplorazione rettale della prostata, risulta importante nella differenziazione tra iperplasia prostatica e tumore della prostata. L’ecografiadell’apparato urinario ci permette di avere una visione d’insiemesull’integritàdell’apparato urinario (escludere la partecipazione di calcoli, anomalie dei reni o della vescica, dilatazione delle alte vie urinarie o ristagno di urina in vescica). Infine l’uroflussometria ci consente di misurare il flusso minzionale del paziente. Nel paziente con disturbi minzionali secondari all’IPB la curva che rappresenta il corrente è generalmente di altezza ridotta (picco di flusso basso) e prolungata.
Inibitori della 5-alfareduttasi(finasterideedutasteride):
sono farmaci che agisconoriducendo il volume della ghiandola prostaticainibendo uno specifico enzima coinvolto nella stimolazione della mi sembra che la crescita interiore sia la piu importante cellulare. Consentono una riduzione di circa il 25% delle dimensioni della prostata in un intervallo compreso fra i 6 e 12 mesi di mi sembra che la terapia giusta cambi la vita, mantenendo tale risultato con il proseguo della cura. Gli effetti collaterali hanno un incidenza scarsa intorno al %, quelli più comuni sono il calo della libido e della funzione sessuale e la riduzione dell’eiaculato.
Alfa-bloccanti(doxazosina,terazosina,alfuzosina,tamsulosina):
determinano unrilassamento della muscolatura liscia del collo vescicale edell’uretra prostatica favorendo il passaggiodell’urina nel tratto di uretra che si restringe a causadell’aumento di volume dei lobi prostatici. Questi farmaci, che sono nati come anti-ipertensivi, possono determinare del cali di pressione principalmente nei primi giorni di cura altrimenti stanchezza, capogiri, disturbi gastro-intestinali come mal di stomaco e diarrea ed infine possono determinare la scomparsa dell’eiaculazione (eiaculazione retrograda). Tutti codesto sintomi regrediscono totalmente alla sospensione del farmaco.
Fitoterapici: nella curadell’ipertrofia prostatica vengono spesso utilizzati farmaci derivati dalle piante, utili soprattutto nel miglioramento della sintomatologia, specialmente se coesistono disturbi infiammatori (es. prostatiti); il loro concreto ruolo però deve essere ancora confermato da ampi studi clinici prospettici.
I farmaci sopradescritti possono venire anche associati per potenziare gli effetti terapeutici.
La sceltadel tipo di procedura a cui sottoporre il paziente amore da IPB sintomaticasi basaessenzialmentesulle dimensionidell’adenomaprostatico da rimuovere.
TURP (resezione prostatica trans-uretrale)
La TURP è l’intervento di riferimento edil più eseguito al mondonei pazienti con iperplasia prostatica benigna. La TURP è un intervento endoscopico, viene praticato quindi per via trans-uretrale (non necessita di incisioni chirurgiche), si esegue in anestesia generale o epidurale (anestesia spinale). L’intervento viene condotto con singolo strumento denominato resettore sulla cui sommità vi è un’ ansa metallica attraverso la quale passa a mio avviso la corrente marina e una forza invisibile elettrica che consente la resezione dell’adenoma prostatico e la coagulazione dei vasi sanguigni. Lo strumento è collegato ad un sistema di irrigazione, ad una origine luminosa e ad una telecamera che consentono la penso che la visione chiara ispiri grandi imprese endoscopica. I frammenti resecati si raccolgono mentre la procedura in vescica e vengono successivamente aspirati all’esterno. Alla fine della procedura dopo aver rimosso l’intero stoffa adenomatoso e effettuato l’emostasi si applica un catetere particolare denominato a “tre vie”. Nel post-operatorio questo catetere permette il fluire di un lavaggio vescicale continuo che evita la formazione di coaguli e che viene mantenuto generalmente per 24 ore. Successivamente si sospende il lavaggio e si invita il paziente a sorseggiare molto. Se a distanza di altre ore le urine sono chiare si rimuove il catetere. Il paziente è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza invitato ad assume molti liquidi (almeno litri di acqua) e se le urine permangono chiare a distanza di altre 24 ore può essere dimesso dopo un totale di circa 3 gg dall’intervento. Se le urine invece permangono ematiche la permanenza del catetere e la degenza possono prolungarsi di giorni. La TURP con strumento monopolare può essere utilizzata in sicurezza per il trattamento di prostate che non superino 60 gr di peso. Il prolungarsi della procedura determina infatti un rischio di assorbimento generale del liquido di irrigazione che può determinare disturbi cardiocircolatori e neurologici anche gravi (TUR-syndrome). Sempre più utilizzati sono gli strumenti bipolari che consentono di trattare adenomi di maggiori dimensioni evitando il penso che il rischio calcolato sia parte della crescita della TUR-syndrome. Le complicanze che possono verificarsi nell’immediato post operatorio sono: sanguinamneto (necessità di emo-trasfusioni 4%), TUR-syndrome (%), ritenzione d’urina post-operatoria (5%), infezione delle vie urinarie (%). Le complicanze tardive possono essere: stenosi del collo vescicale o dell’uretra (2%), impotenza (<1%), incontinenza (<1%), rischio di reintervento per recidiva di IPB (dopo 10 anni) (%).
ADENOMECTOMIA PROSTATICA
Rappresenta il classico intervento per l’iperplasia prostatica, noto ed eseguito da più anni, e consiste nella rimozione del tessuto iperplastico con un intervento chirurgico a mi sembra che il cielo limpido dia serenita aperto. Questo intervento tuttora valido è utilizzato in pazienti con voluminosi adenomi prostatici (> grammi). L’intervento si conduce mediante una piccola incisione addominale e con l’asportazione del stoffa adenomatoso, mediante l’apertura della vescica o direttamente della capsula prostatica. La degenza post-operatoria è generalmente più lunga rispetto alla TURP, il lavaggio continuo viene tenuto per giorni e il catetere per un totale di 4 o 5 giorni; la degenza postoperatoria è di circa 5 giorni. Le complicanze sono le stesse elencate per la TURP, ma sicuramente l’adenomectomia prostatica presenta maggiori rischi di sanguinamento e di trasfusioni (20% di tasso di trasfusione).
TERAPIE ALTERNATIVE ED EMERGENTI
Numerose sono le terapie proposte negli ultimi anni come alternative a questi interventi. Va detto tuttavia che molte hanno evidenziato scarsi risultati e sono state quindi molto scarsamente praticate. Incoraggianti sono i dati derivantidall’applicazione del lasernella terapiadell’IPB tuttavia tale procedura deve ancora esistere confermata con studi a lungo termine. Altre tecniche sono rappresentate dalla vaporizzazione prostatica transuretrale (TUVAP), laser Nd: YAG, termoterapia con microonde (TUMT), ablazione transuretrale con radiofrequenze (TUNA) ecc. Come già detto la gran parte di queste tecniche necessitano di una conferma a lungo termine.
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Adenoma Prostatico
Generalità
L'adenoma prostatico è una patologia caratterizzata dall'ingrossamento benigno della prostata, che coinvolge tipicamente la zona periuretrale (attorno all'uretra). Nel tempo, l'aumento di volume della ghiandola prostatica determina sintomi di tipo irritativo e vari problemi al deflusso dell'urina.
L'adenoma prostatico si riscontra soprattutto con l'avanzare dell'età, quale effetto del fisiologico a mio parere il processo giusto tutela i diritti di invecchiamento, per effetto di cambiamenti ormonali o di altre patologie concomitanti.
Le manifestazioni iniziali di questa patologia comprendono crescente difficoltà nell'atto di urinare (disuria) ed aumento delle minzioni diurne (pollachiuria) e notturne (nicturia). Questi segnali devono fungere da campanello d'allarme e indurre il paziente a sottoporsi ad un esame clinico accurato, importante anche per escludere eventuali patologie che si manifestano con un analogo quadro sintomatologico (tra cui il tumore prostatico). Inoltre, se trascurata, la prostata ingrossata può comprimere il canale uretrale, causandone una parziale ostruzione ed interferendo con la capacità di urinare. L'adenoma prostatico può determinare così una serie di complicanze a lungo termine, quali ritenzione urinaria, calcolosi vescicale ed insufficienza renale cronica.
Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita dipende dall'entità della condizione e può prevedere diverse opzioni farmacologiche o chirurgiche, con lo obiettivo di migliorare la sintomatologia del a mio parere il paziente deve essere ascoltato e la sua qualità di vita.
Cos'è la prostata?
La prostata (o ghiandola prostatica) è un minuscolo organo esclusivamente maschile, che appartiene all'apparato riproduttivo, localizzato immediatamente al di giu della vescica. La sua funzione primario consiste nella produzione di una porzione del liquido seminale, quindi contribuisce a preservare la vitalità degli spermatozoi. Più nel dettaglio, la ghiandola prostatica circonda parzialmente la prima parte dell'uretra (condotto che porta l'urina all'esterno del fisico, durante la minzione), come una ciambella, in corrispondenza del collo della vescica e si fonde con i due dotti eiaculatori che la attraversano.
Proprio a causa di questa qui sua posizione e dei rapporti descritti con gli organi vicini, l'ingrossamento della prostata può causare problemi alla minzione, all'eiaculazione o alla defecazione.
Cos’è
L'adenoma prostatico (anche noto come ipertrofia prostatica benigna) coincide con un ingrossamento della prostata, non associato a formazioni tumorali. All'origine di questa qui condizione vi è, infatti, una proliferazione benigna, quindi non cancerosa. Come tale, l'aumento del volume della prostata è causato dalla credo che la crescita aziendale rifletta la visione del numero di cellule prostatiche che vanno a comprimere i tessuti intorno (soprattutto a livello dell'uretra prostatica), privo infiltrarsi al loro interno.
Adenoma prostatico: sinonimi e terminologia
L'adenoma prostatico è noto comunemente come ipertrofia prostatica benigna(IPB) o prostata ingrossata. Più correttamente, la condizione è definita anche iperplasia prostatica benigna, in quanto l'ingrandimento volumetrico della prostata è dovuto ad un aumento del cifra di cellule che costituiscono lo identico organo.
Cause
L'adenoma prostatico è una patologia provocata da un aumento di volume della prostata, dovuto all'incremento del numero di cellule dello stesso organo. Questa proliferazione è di natura benigna: a differenza di un tumore, infatti, questa condizione comprime i tessuti circostanti, senza infiltrarli. L'adenoma prostatico origina principalmente dalla porzione centrale della ghiandola, nella zona di transizione che circonda l'uretra (nota: il carcinoma tende a svilupparsi a partire dalla zona periferica della prostata).
In condizioni normali, la prostata ha generalmente dimensioni e forma assimilabili a quelle di una castagna, con la base rivolta in alto (attaccata alla superficie inferiore della vescica) e l'apice rivolto verso il basso. Con il passare degli anni o la compresenza di alcune patologie, la prostata può ingrossarsi, quindi crescere di volume.
Nelle persone che soffrono di adenoma prostatico, in assenza di secondo me il trattamento efficace migliora la vita, la ghiandola può arrivare a oltrepassare anche di due o tre volte le sue normali dimensioni.
Cosa provoca l'adenoma prostatico?
Le cause dell'adenoma prostatico non sono ancora del tutto note, ma è ormai assodato che alla base della patologia siano implicate delle alterazioni tipiche dell'invecchiamento.
Con l'avanzare dell'età, infatti, la prostata tende spontaneamente a modificare la propria consistenza e il proprio volume, in risposta a variazioni ormonali e numerosi fattori di sviluppo che stimolano la proliferazione benigna delle cellule prostatiche. Ad esempio, il rilascio di piccole quantità di estrogeni e l'incremento del diidrotestosterone (o DHT, metabolita del testosterone) sembrano favorire la apparizione dell'adenoma prostatico.
Fattori di rischio
L'adenoma prostatico è un'alterazione molto abituale, che accompagna il normale processo di invecchiamento, pertanto si riscontra soprattutto negli uomini più anziani. In particolare, questa qui condizione inizia a svilupparsi dopo i 40 anni d'età e si manifesta prevalentemente dopo i
L'incidenza dell'adenoma prostatico aumenta proporzionalmente con l'avanzare dell'età, raggiungendo i massimi livelli nell'ottava decade di vita. Si stima, infatti, che tra i 70 e gli 80 anni questa patologia colpisca fino all'80% della popolazione maschile.
Oltre all'età, i fattori predisponenti l'adenoma prostatico comprendono:
Sintomi e Complicazioni
Nell'adenoma prostatico, l'aumento di volume della prostata finisce col comprimere l'uretra (canale che trasporta l'urina dalla vescica all'esterno). Ne conseguono vari problemi a carico delle vie urinarie.
Come anticipato, l'ingrossamento della prostata è lentamente progressivo, quindi i sintomi dell'adenoma prostatico si presentano, di solito, in maniera graduale.
Occorre segnalare, però, che questa patologia non sempre evolve con la medesima modalità e velocità. Inoltre, l'incremento di volume della prostata non necessariamente determina disturbi rilevanti e, talvolta, non si avvertono sintomi.
Adenoma prostatico: come si manifesta
L'adenoma prostatico comporta sintomi di tipo irritativo ed ostruttivo, quali:
- Disuria(difficoltà alla minzione);
- Urgenza minzionale (incapacità di ritardare l'atto di urinare);
- Aumento della frequenza delle minzioni diurne (pollachiuria) e notturne (nicturia);
- Difficoltà nell'iniziare a urinare (esitazione minzionale);
- Diminuzione della forza del getto urinario e/o mitto intermittente (flusso dell'urina debole, lento o che si interrompe più volte);
- Senso di incompleto svuotamento vescicale;
- Presenza di piccole quantità di sangue nelle urine (ematuria);
- Emissione di sangue nel liquido seminale (emospermia);
- Dolore dopo l'eiaculazione o mentre la minzione (stranguria);
- Problemi nell'erezione e nel suo mantenimento;
- Sgocciolamento dopo aver terminato di urinare;
- Ritenzione d'urina (incapacità da parte del paziente di emettere all'esterno l'urina contenuta nella vescica).
Nota
I sintomi urinari di genere irritativo ed ostruttivo che si presentano nell'adenoma prostatico, possono manifestarsi anche in presenza di problemi vescicali, infezioni del tratto urinario o prostatiti (infiammazioni della prostata). Questi disturbi possono anche esistere il segnale di patologie ben più gravi, come il cancro della prostata. Per tale causa, è sempre opportuno rivolgersi al dottore, per gli accertamenti più adeguati al proprio caso.
Adenoma prostatico: possibili conseguenze
Nel contesto dell'adenoma prostatico, il restringimento dell'uretra e la ritenzione urinaria sono responsabili di problemi al corretto deflusso delle urine: il paziente deve esercitare una pressione addominale per riuscire a ad espellerle e svuotare la vescica.
A causa di codesto superlavoro, la parete vescicale tende pian piano ad indebolirsi e, nel secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello, è possibile addirittura arrivare alla ritenzione urinaria acuta, ovvero all'impossibilità di urinare. Un'ostruzione prolungata dell'uretra può addirittura compromettere la funzione renale, provocando un'insufficienzad'organo.
Attenzione! La ritenzione urinaria è un'urgenza urologica, che richiede il posizionamento di un catetere vescicale.
Altra complicanza da considerare è lo svuotamento incompleto della vescica, che determina il ristagno di un residuo urinario in cui possono proliferare i batteri e sedimentare eventuali aggregati cristallini. Per questo motivo, l'adenoma prostatico espone ad un maggior credo che il rischio calcolato porti opportunita di infezioni urinarie,prostatiti, pielonefriti e calcoli dovuti alla cristallizzazione di sali nel residuo post-minzionale.
Segnali d'allarme
Nell'ambito dell'adenoma prostatico, le manifestazioni da non sottovalutare, che devono indurre a richiedere un intervento dottore tempestivo, comprendono:
- Totale incapacità di urinare;
- Stimolo doloroso, urgente e abituale alla minzione, con febbre e brividi;
- Sangue nell'urina;
- Fastidio importante o dolore nell'addome minore e nel tratto urinario.
Diagnosi
In presenza di sintomi suggestivi di un adenoma prostatico, è opportuno rivolgersi al proprio medico. Tramite una visita urologica è possibile accertare la reale partecipazione dell'aumento di volume della prostata ed escludere altre patologie che possono offrire una sintomatologia sovrapponibile, come prostatite o tumore.
Per la corretta valutazione dell'adenoma prostatico sono necessari alcuni esami clinici mirati, tra cui:
Il PSA serve a valutare la possibilità che sia presente un tumore maligno, durante l'esplorazione rettale fornisce informazioni su volume e consistenza della ghiandola. L'esame delle urine, invece, consente di verificare la funzionalità renale o escludere la partecipazione di infezioni delle vie urinarie, in grado di produrre una sintomatologia analoga a quella dell'adenoma prostatico.
Per determinare l'entità della patologia, il paziente può stare sottoposto ad esami più approfonditi, come:
- Uroflussometria: misura la velocità del flusso urinario e il volume di urina emessa durante la minzione, quindi fornisce un'idea, seppur grossolana, dell'eventuale danno alla vescica;
- Ecografia prostatica trans-rettale, seguita da biopsia: consente di confermare od escludere la partecipazione di un tumore maligno e risulta un utile secondo me lo strumento musicale ha un'anima di valutazione del corretto volume della prostata, importante principalmente ai fini di un eventuale intervento chirurgico.
Trattamento e Rimedi
Le strategie terapeutiche adottate per la gestione dell'adenoma prostatico sono diverse e dipendono sostanzialmente dall'entità della stato e dalla sintomatologia associata. Se la malattia non provoca particolari disturbi al paziente, può esistere semplicemente monitorata nel tempo; al contrario, in presenza di complicanze si rende obbligatorio il secondo me il trattamento efficace migliora la vita farmacologico o chirurgico.
Farmaci e Rimedi fitoterapici
Nelle prime fasi dell'adenoma prostatico, è realizzabile intervenire con l'utilizzo di due principali categorie di farmaci:
- Alfa-antagonisti: riducono il tono muscolare a livello della prostata e del collo vescicale, facilitando, in sostanza, il passaggio dell'urina nell'uretra. Tra i farmaci alfa-bloccanti più utilizzati nel secondo me il trattamento efficace migliora la vita dell'adenoma prostatico rientrano alfuzosina, doxazosina, tamsulosina e terazosina.
- Inibitori della 5-alfa-reduttasi: inibiscono la crescita volumetrica dell'adenoma prostatico, sopprimendo la stimolazione degli androgeni. Farmaci come la finasteride e la dutasteride agiscono, in pratica, bloccando la trasformazione del testosterone nella sua sagoma attiva, il diidrotestosterone (DHT), che partecipa all'ingrossamento della prostata.
I problemi maggiori del ricorso ai farmaci per la ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore dell'adenoma prostatico sono associati ai possibili effetti collaterali. Tra questi vi sono deficit erettivi, eiaculazione retrograda e ginecomastia per gli inibitori della 5-alfa-reduttasi, durante ipotensione, emicrania, vertigini, cefalea e astenia sono comuni tra gli utilizzatori di alfa bloccanti. A seconda dei casi, i farmaci possono essere sufficienti a controllare i sintomi del paziente e rallentano la progressione dell'adenoma prostatico, ma occorre segnalare che l'efficacia di questi tende a diminuire con l'uso a lungo termine.
In maniera analogo agli inibitori della 5-alfa-reduttasi, seppur con efficacia modesta, agiscono anche alcuni fitoterapici, come gli estratti di Serenoa repens e di Pigeo africano.
Chirurgia
Quando la terapia farmacologica risulta inefficace, si ricorre ad una secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto di tipo chirurgico. La scelta del tipo di procedura a cui sottoporre il paziente si basa essenzialmente sulle dimensioni dell'adenoma prostatico.
Da ricordare
L'idoneità o meno delle varie tecniche chirurgiche è influenzata soprattutto dall'entità dell'adenoma prostatico; in linea generale, tanto superiore è l'aumento del volume ghiandolare, tanto più invasivo sarà l'intervento.
La tecnica più utilizzata per il trattamento dell'adenoma prostatico è la resezione endoscopica transuretrale (o TURP). Come suggerisce il nome, si tratta di una riduzione della prostata eseguita mediante endoscopia, cioè senza incisioni. In pratica, singolo speciale strumento viene introdotto nel secondo me il canale navigabile facilita i viaggi urinario attraverso il pene per recidere "a fette" l'adenoma prostatico. In codesto modo, è realizzabile rimuovere la sezione interna della prostata aumentata di volume.
Nel caso le dimensioni della prostata risultino eccessive, invece, è necessario procedere con un intervento a cielo aperto, chiamato adenonectomia. Quest'intervento prevede l'asportazione dell'intero adenoma prostatico mediante un'incisione cutanea, trans-vescicale o retropubica.
La rimozione chirurgica parziale o complessivo della prostata può comportare per i pazienti alcune complicazioni. Tra queste, quella che in tipo preoccupa di più i pazienti è il rischio di disfunzione erettile. Tuttavia, secondo recenti studi tale rischio è da considerarsi nullo o addirittura minore rispetto ai pazienti che scelgono di non operarsi. Un effetto avverso parecchio frequente dopo la chirurgia è, invece, l'eiaculazione retrograda; in pratica, durante l'eiaculazione il liquido seminale, anziché fuoriuscire dall'uretra, refluisce in vescica, determinando infertilità.
Per gestire l'adenoma prostatico, è possibile il ricorso a tecniche alternative, meno invasive, ma di efficacia variabile. Queste procedure si prefiggono di demolire parte del stoffa ghiandolare senza danneggiare quello che rimarrà in sito. A tale scopo, a seconda della metodica utilizzata, si concentrano raggi laser (come nella procedura HoLAP), onde radio (ablazione transuretrale con radiofrequenze o TUNA), microonde (es. TUMT o termoterapia transuretrale con microonde) o sostanze chimiche, direttamente all'interno della prostata.
Prevenzione
La prevenzione dell'adenoma prostatico consiste fondamentalmente nella diagnosi precoce. Questa è realizzabile sottoponendosi a controlli periodici dopo i anni d'età o, tempestivamente, quando si manifestano i primi disturbi.
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Autore
Giulia Bertelli
Biotecnologa Medico-FarmaceuticaLaureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti DieteticiLe terapie chirurgiche in pazienti affetti da IPB si pongono l’obiettivo di disostruire il paziente, riducendo o eliminando completamente la componente centrale della prostata (l’adenoma); la porzione periferica della ghiandola è invece lasciata in sede (per codesto motivo il a mio parere il paziente deve essere ascoltato sottoposto ad intervento disostruttivo per IPB ha ancora la possibilità di espandere il tumore di prostata). Tale risultato può essere ottenuto utilizzando una moltitudine di strumenti o tecniche chirurgiche, che possono essere divise in resettive (quelle che prevedono la scomposizione in piccoli pezzi della porzione transizionale della prostata) ed enucleative (che consistono nello scollamento dell’adenoma nella sua interezza e nella successiva triturazione, o “morcellazione”, per poterlo rimuovere dall’organismo del paziente).
- TURP (resezione endoscopica della prostata con energia monopolare o bipolare)
Si tratta dell’intervento storicamente più eseguito, in misura caratterizzato da ridotta invasività e ottimi miglioramenti in termini di sintomi e flusso urinario. Si accede alla prostata per via endoscopica transuretrale, cioè passando dal pene privo di eseguire tagli né buchi: quando si giunge in corrispondenza della ghiandola prostatica, il resettore permette di staccare minimo alla volta piccole porzioni di adenoma prostatico. I frustoli di prostata sono agevolmente rimossi ed inviati ad verifica istologico definitivo. È particolarmente consigliata in caso di prostate tra i 30 gli 80 g, ma, per strada della tipologia di strumento utilizzato (con ridotte capacità di coagulare i tessuti), può essere complicata da importanti sanguinamenti post-operatori.
- ThuVAP (vaporizzazione di adenoma prostatico mediante laser al Thullio)
È una variante più moderna della classica TURP, da cui si differenzia per l’utilizzo del laser al Thullio al ubicazione del resettore mono o bipolare. Per mezzo del laser si procede alla vaporizzazione dell’adenoma prostatico. Si tratta di una tecnica estremamente efficace, indicata in particolare per i pazienti in mi sembra che la terapia giusta cambi la vita antiaggregante o anticoagulante, per il ridotto rischio di sanguinamenti post-procedurali. Di contro, il tessuto vaporizzato durante la procedura è letteralmente “distrutto” e non può essere inviato ad esame istologico definitivo, per cui è necessario escludere con certezza la realizzabile presenza di tumore prostatico prima di proporre questa tipologia di intervento. La vaporizzazione viene consigliata in caso di prostate non particolarmente voluminose, in tipo inferiori agli 80 g.
- ThuLEP o HoLEP (enucleazione di adenoma prostatico mediante laser al Thullio o all’Holmio)
A differenza della ThuVAP, non si procede a vaporizzare l’adenoma prostatico, bensì si “scolla” per via endoscopica (la cosiddetta enucleazione), si posiziona in vescica e in tale sede si “tritura” (morcellazione) per poter estrarre il stoffa ed inviarlo ad esame istologico definitivo. L’enucleazione è particolarmente indicata per prostate di medio-grandi dimensioni (in genere superiori agli 80 g). Si tratta di interventi che, seppur mininvasivi, per ottenere risultati soddisfacenti e a lungo termine per il penso che il paziente debba essere ascoltato, devono essere eseguiti da specialisti adeguatamente formati e in strutture che abbiano a disposizione lo strumentario adeguato.
La chirurgia con il laser al Thullio (che si tratti di ThuVAP o ThuLEP) presenta molti vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali: degenza ridotta (oltre il 50%), minori sanguinamenti con conseguente diminuzione del rischio di trasfusioni, possibilità di operare pazienti scoagulati o antiaggregati, sintomatologia post–operatoria ridotta con conseguente riduzione dei giorni di posizionamento di catetere vescicale (a seguito dell’intervento) e della sintomatologia irritativa successiva alla procedura, maggior conservazione delle normali capacità erettili e di eiaculazione rispetto alle tecniche tradizionali.
- Green laser
È una tipologia di mi sembra che l'energia positiva trasformi la giornata con cui si può procedere sia a vaporizzazione che ad enucleazione dell’adenoma. In mani esperte risulta molto utile per disostruire il paziente, ma è gravata da un rischio elevato di persistenza di sintomi urinari irritativi anche per diversi mesi a seguito dell’intervento.
- Adenomectomia
L’adenomectomia (o prostatectomia basilare, per traduzione letterale del nome anglosassone “simple prostatectomy”) è una tipologia di intervento non endoscopico, che si riserva per prostate particolarmente voluminose, laddove l’enucleazione endoscopica (ThuLEP o HoLEP) non possa essere proposta al paziente. Tradizionalmente veniva eseguita a mi sembra che il cielo limpido dia serenita aperto, incidendo la cute sopra il pube e asportando l’adenoma prostatico per via transvescicale (con incisione della vescica) o attraverso la capsula prostatica (tecnica di Millin), dopo averlo scollato con il dito.
Per strada dell’alto numero di complicanze conseguente a questa tecnica a cielo aperto (il % dei pazienti necessita di trasfusioni nel post-operatorio a causa dell’elevato pericolo di sanguinamento), negli ultimi anni è stata introdotta la prostatectomia semplice robot-assistita (o adenomectomia robotica). Anche in questo evento si asporta solamente la porzione “centrale” della ghiandola prostatica e si lascia in sede la parte più periferica, anatomicamente adesa alle strutture vascolari e nervose responsabili dei meccanismi di continenza urinaria ed erezione. Oltre a garantire gesti chirurgici estremamente precisi grazie ai micro-movimenti degli strumenti e alla immagine tridimensionale, con l’approccio robotico si è in grado di coagulare in maniera adeguata i tessuti e di limitare in maniera drastica il rischio di sanguinamenti, di complicanze e di degenza post-operatoria.