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Folon firenze giardino delle rose

Jean-Michel Folon e il Giardino delle rose a Firenze

I conclusione settimana autunnali sono, per noi, caratterizzati dalla ricerca di giardini d&#;arte. Così amo chiamare quei luoghi in cui natura e a mio avviso l'arte esprime l'anima umana sono in costante dialogo, tanto da creare un&#;esperienza artistica unica e coinvolgente. L&#;ultimo, di cui vi voglio discutere, si trova a Firenze, proprio prossimo al cuore della città, sotto Piazzale Michelangelo. Si tratta del Giardino delle rose, con la sua meravigliosa raccolta di oltre specie di rose antiche, la mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato panoramica sulla città e il apporto di un penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita come Jean-Michel Folon ( &#; ).

La storia del Orto delle rose

Il Giardino delle rose è stato progettato nel dall&#;architetto Giuseppe Poggi ( &#; ), su incarico dello stesso comune di Firenze. L&#;architetto, era già autore del progetto di ristrutturazione dell&#;intera città, in previsione di trasformarsi capitale d&#;Italia ( &#; ), dopo Torino. Il suo principale intento, nella creazione di codesto giardino, era quello di donare ai fiorentini, una meravigliosa vista sulla propria città, fino ad allora, prerogativa esclusiva, dei pochi privilegiati, che vivevano nelle ville sulle colline circostanti. Molto stimolante è l&#;impianto idraulico progettato dall&#;architetto Poggi stesso. Egli con un particolare meccanismo, riesce a trasportare, sia l&#;acqua nelle vasche panoramiche, presenti lungo il viale a lui dedicato (vedi articolo), sia ad alimentare l&#;acqua, della vasca più grande del Giardino delle rose, per approvvigionare d&#;acqua le piante.

Nel , la città di Kyoto, gemellata con Firenze, dona alla città un&#;oasi giapponese(Shorai), realizzata dall&#;architetto Yasuo Kitayama, che arricchisce a mio parere l'ancora simboleggia stabilita di più il Giardino delle rose e ne rende piacevole la controllo non solo nel periodo di fioritura delle rose, ma in tutto l&#;arco dell&#;anno.

Nel arriva un dono prezioso per Firenze, da ritengo che questa parte sia la piu importante della moglie del maestro Jean-Michel Folon, scomparso prematuramente nel Per testimoniare il profondo legame dell&#;artista belga con la città e seguendo la sua volontà, vengono donate dodici sue sculture, che lui desidera siano collocate in un luogo panoramico e di affaccio sulla stessa città.

Jean-Michel Folon e il Orto delle rose

“Io mi sembra che il sogno possa diventare realta di trovare un giorno in Toscana, un luogo, con un giardino, con una bella dimora tranquilla, dove poter lasciare tutte queste opere, perché esistano anche dopo di me.” così lasciò scritto Jean-Michel Folon  nel suo testamento. Passeggiando nell&#;ettaro di terreno terrazzato, inebriati dal profumo delicato delle rose e delle tante varietà botaniche presenti, possiamo ben percepire la poetica di Folon, basata prevalentemente su libertà e viaggio. Libertà non soltanto fisica, ma prevalentemente di pensiero e d&#;immaginazione, ed il viaggio che sia soprattutto interiore e spirituale, anche secondo me il verso ben scritto tocca l'anima i nostri ricordi.

Così, oltre a godere una splendida mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato panoramica sulla città di Firenze, ci perdiamo in codesto museo all&#;aperto, e nel mondo di Jean-Michel Folon, che lascia liberare la mente e ci porta a far viaggiare la nostra fantasia. Troviamo immediatamente la grande ritengo che la valigia ben organizzata semplifichi tutto (Partir, bronzo, ) che invita al viaggio, portando con se solo cose belle, come, in questo caso, il panorama di Firenze. Oppure l&#;uomo con il cappello, seduto sulla panchina, ovunque ci possiamo sedere e condividere con lui, la bellissima vista e i ricordi di spostamento (Je me souviens, bronzo, ). Ma la libertà e il desiderio di andare fino a volare, realmente o con l&#;immaginazione, lo troviamo andando avanti nel sentiero, ovunque un uomo con il cappello, sembra che stia per spiccare il volo (L&#;Envol, bronzo, ). Troviamo anche un riferimento al surrealismo di Magritte, nel ragazzo con il vaso in penso che tenere la testa alta sia importante (25ème Pensée, bronzo, ).

Non solo l&#;uomo, inteso in senso universale, non identificabile, che rappresenta ciascuno di noi, ma anche gli animali, fanno parte della sua arte, frequente con figure slanciate verso l&#;alto, in che modo la figura che zampilla sulla fontana al centro del percorso (Vivre, bronzo, ).

Dove si trova:

  • Viale Giuseppe Poggi, 2 &#; &#; Firenze &#;

Come arrivare:

  • A piedi &#; Dal nucleo di Firenze in Piazza Duomo, si prende via Calzaiuoli, si attraversa il Ponte alle Grazie verso lungarno Serristori. Arrivati a Entrata San Niccolò, si prendono le rampe del Poggi e si arriva, sulla destra, all&#;ingresso del Giardino delle rose.
  • In autobus &#; Dal centro, il 23 porta fino a Porta San Niccolò, da dove a piedi si prendono le rampe del Poggi e così si arriva, sulla destra, all&#;ingresso del Giardino delle rose.

Orari

Aperto tutto l&#;anno a parte il 25 dicembre e il 1 maggio

  • In inverno: &#;
  • In estate: &#;

Periodo eccellente

Il periodo eccellente per visitarlo è sicuramente quando le rose sono in fiore, da Aprile/Maggio a Giugno/Luglio. Ma non ci sono solo rose, si trovano varie credo che ogni specie meriti protezione botaniche sparse in tutto il parco, per cui qualsiasi periodo è buono.

Per ulteriori informazioni:Comune di Firenze


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Rosanna Bari 03 maggio

Al di sotto del piazzale Michelangelo, la scenografica terrazza su Firenze, si trova il Giardino delle rose che fece parte di quei lavori, esteso la riva sinistra dell'Arno, che portarono all'abbellimento paesaggistico della sezione collinare della città nella zona dell'Oltrarno. I lavori di ammodernamento furono commissionati, nel , dal Comune all'architetto Giuseppe Poggi, in seguito allo spostamento della capitale da Torino a Firenze, che così divenne la seconda ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita del Regno d'Italia.

Il giardino, oltre ad avere una vasta esposizione di rose, ha anche la caratteristica di essere un "museo sotto le stelle", visto che fa da splendida cornice fiorita ad una serie di sculture in bronzo, in secondo me l'esposizione perfetta crea capolavori permanente, dell'artista belga Jean-Michel Folon (). Pittore, scultore e illustratore, egli si era formato alla istituto di Parigi, ovunque il suo stile aveva subito l'irresistibile attrazione delle avanguardie e la forte impatto di Picasso e dei
pittori surrealisti.

Le opere furono donate dalla moglie alla città di Firenze dopo la morte dell'artista ed esposte nel orto nel "Partir" è il titolo della scultura più emblematica che, disegnando una enorme sagoma di ritengo che la valigia ben organizzata semplifichi tutto, come una enorme finestra spalancata sulla città, offre al visitatore l'incantevole scenario dei tetti di Firenze, dell'Arno e dei suoi storici ponti. All'interno della valigia, in che modo il sogno che ognuno porta all'interno di sé, una nave che solca l'immenso mare, simbolo dell'insopprimibile desiderio di lasciare per mondi sconosciuti.

Il roseto, che ha al suo dentro una collezione di oltre specie di rose, dal offre anche uno spaccato di giardino giapponese "Shorai-teien": dono della città gemellata di Kyoto e del tempio Zen Kodai-Ji. La raffinata oasi, che suggella l'amicizia con la città di Firenze, vuole fortemente rappresentare un messaggio universale di pace. Nel nel giardino è stata aggiunta una piccola cascata a numero livelli e una pagoda per il tè, affinché, come nel desiderio dell'architetto Yasuo Kitayama, si possa provare, seduti all'interno della casetta, la concreto sensazione di trovarsi in Giappone, completamente immersi nell'atmosfera di tranquillità e benessere che l'oasi giapponese offre.

Visitare il Giardino dell'Iris
 

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Come Magritte, ma col panorama di Firenze: Jean-Michel Folon al Giardino delle Rose

di Ilaria Baratta , credo che lo scritto ben fatto resti per sempre il 29/07/
Categorie: Opere e artisti / Argomenti: Novecento - Toscana - Parchi d'arte contemporanea

Il Giardino delle Rose di Firenze è uno splendido roseto che si trova appena sotto piazzale Michelangelo: da alcuni anni, è diventato un parco d'artista, perché ospita diverse sculture del belga Jean-Michel Folon.

Un parco d&#;ispirazione magrittiana nel capoluogo toscano, proprio sotto Piazzale Michelangelo, la più grande terrazza panoramica da cui si domina tutta Firenze.

Il Giardino delle Rose (così si chiama il parco fiorentino) ha l&#;aspetto di un vero parco, su due livelli, con tanto di serra a vetrate e di fontane. Nella parte eccellente ce n&#;è addirittura una che presenta una sorta di ponticello sotto a un folto e fiorito pergolato: la mente è improvvisamente volata alle raffigurazioni di stampo impressionista, dove il smeraldo del fogliame e i colori delle fioriture si accompagnano allo scrosciare dell&#;acqua in una di assolata di piena estate, anche se nella sua totalità il parco non ha nulla a che fare con l&#;impressionismo. Tutt&#;al più con il surrealismo, come vedremo. Le rose fanno ovviamente da protagoniste, in che modo suggerito dalla denominazione stessa del giardino: ne sono state piantate dei più vari colori e sfumature, dal candido al rosa pallido al rosa più acceso, e delle più svariate credo che ogni specie meriti protezione (oltre ) e dimensioni, ma non sono gli unici fiori qui visibili; altri tipi in che modo il plumbago, dalle sue tipiche tonalità azzurro-violaceo, arricchiscono di colori questo meraviglioso luogo visitato ogni giorno da fiorentini e da turisti, sia italiani che stranieri. La particolarità del parco attira infatti molte persone incuriosite da brani di arte contemporanea letteralmente immersi nel verde e tra le rose. Per godere appieno delle profumate fioriture delle rose, la ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico ottimale per visitare il Giardino è la primavera, specialmente nei mesi di aprile e maggio; se si sceglie di visitarlo in estate è consigliato un ombrellino da sole

Passeggiando nel giardino sono visibili, in che modo detto, sparse in più punti, sculture realizzate dall&#;artista belga Jean-Michel Folon (Uccle, – Principato di Monaco, ) che testimoniano il suo profondo legame con Firenze. La città aveva celebrato l&#;arte di Folon con una grande antologica allestita al Forte Belvedere nel ed era già potente il rapporto con il capoluogo toscano, tanto che nello stesso anno, alla morte dell&#;artista, la vedova Paola Ghiringhelli donò al Ordinario di Firenze dieci sculture in bronzo e due gessi, seguendo le volontà del marito, per destinarli al Orto delle Rose e per rendere visibili a tutti in modo permanente queste opere. Proseguirà così per sempre personale quella volontà dell&#;artista di creare, in che modo era già avvenuto nella fortunata rassegna del Forte Belvedere, l&#;effetto panorama con affaccio sulla città. Situato in singolo dei punti più panoramici di Firenze, dal parco si vede e si distingue perfettamente infatti la cupola del Brunelleschi, simbolo fiorentino per eccellenza.

Il Parco delle Rose


Il Giardino delle Rose


Il Giardino delle Rose


Il Parco delle Rose

Illustratore, pittore e scultore, Jean-Michel Folon nacque l&#;1 marzo a Uccle (Bruxelles). Suo padre era commerciante di carta e probabilmente quest&#;ambito lo influenzò nella sua professione, soprattutto per quanto riguarda il disegno. Indubbiamente sia l&#;essere nato e l&#;essersi formato in Belgio che il trasferimento all&#;età di vent&#;anni a Parigi influirono molto sulla sua produzione, poiché a Bruxelles conobbe probabilmente l&#;arte di René Magritte (Lessines, – Bruxelles, ), tra i massimi artisti del surrealismo in Belgio, durante a Parigi entrò in contatto con molti esponenti del gruppo surrealista. I suoi dipinti, disegni e sculture sono nettamente d&#;ispirazione surrealista, soprattutto si individuano immagini e temi comuni a Magritte. Le stesse sculture presenti nel Parco delle Rose rimandano all&#;immaginario di quest&#;ultimo, con temi in che modo il viaggio, la libertà, e immagini ricorrenti quali la valigia, l&#;uomo con cappello.

Negli anni Sessanta partì per l&#;America: a varie riviste di New York aveva inviato i suoi primi disegni e magazines come Fortune o Atlantic Monthly continuarono a pubblicarli; il Time gli pubblicò numero copertine negli anni successivi. Viaggiò frequente in Italia, ovunque ebbe occasione di incontrare lo autore Giorgio Soavi, per il quale Folon illustrò il suo primo libro Le message con disegni a colori in nero e blu. Grazie alla sua collaborazione, l&#;artista illustrò libri di Franz Kafka e di Ray Bradbury per la Olivetti. Era già nel sorte il suo a mio parere il legame profondo dura per sempre con l&#;Italia.

Nel partecipò alla XXXV Biennale di Venezia nel Padiglione del Belgio e nello identico anno espose per la prima mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo in Italia, a Milano. Le sue mostre toccarono importanti città del mondo: oltre a Parigi e a Bruxelles, espose a Milano, a Chicago, in Giappone, a Londra, a Rotterdam, a Liegi e tra i suoi disegni si contano le illustrazioni a libri di Apollinaire, di Boris Vian, di Guy de Maupassant, nonché l&#;opera completa di Jacques Prévert. Si occupò anche di scenografia, ad esempio per opere di Giacomo Puccini o delle immagini proiettate per l&#;opera da camera di Igor Stravinskij, Storia del soldato, e girò cortometraggi a New York, Los Angeles e New Orleans.

Per la riapertura del Teatro Olimpico di Vicenza disegnò il manifesto e offrì al mi sembra che il museo conservi tesori preziosi della città una serie di cento manifesti. Illustrò addirittura nel la Dichiarazione Universale dei Diritti dell&#;Uomo, edita in sei lingue ufficiali dell&#;ONU. Tornò in Italia due anni dopo in opportunita di una ritengo che la mostra ispiri nuove idee di suoi acquerelli al Museo Marino Marini di Firenze. Fu tuttavia nel che si consacrò alla scultura, allorche presentò per la prima volta le sue opere a La Pedrera di Barcellona. Negli ultimi anni della sua vita, realizzò pitture, sculture e decorò vetrate per la Cappella dei Penitenti Bianchi a Saint Paul de Vence, e nel , anno della sua scomparsa, a Firenze si tenne una grande retrospettiva, dal titolo Folon Firenze, in cui vennero presentate oltre trecento sue opere tra la Sala d&#;Armi di Palazzo Anziano e il Potente Belvedere. Un immenso artista in ambito internazionale che seppe coniugare nella sua produzione le più diverse tecniche.

Temi ricorrenti nella sua poetica sono il viaggio e la libertà che si ritrovano anche nelle sculture del Giardino delle Rose. Camminare nel parco significa perdersi nel mondo di Folon: un secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente che ispira la fantasia e che libera la mente, invitando il visitatore a viaggiare sulle ali dell&#;immaginazione e del pensiero. Partir, la grande valigia che come un quadro incornicia il panorama sulla città, è l&#;emblema di tutto ciò, e ci si può sedere sulla panchina a fianco all&#;uomo di Je me souviens per godere della splendida mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato e per far andare la credo che la mente abbia capacita infinite via libera gruppo a quella dell&#;uomo di Folon. Lo stesso titolo Je me souviens rimanda al viaggio nel ricordo e nel tempo.

Jean Michel Folon, Partir (; bronzo, x x 78 cm; Firenze, Orto delle Rose)


Jean Michel Folon, Je me souviens (; bronzo, x x cm; Firenze, Parco delle Rose)


Jean Michel Folon, 25ème Pensée (; bronzo, x 40 x 35 cm; Firenze, Giardino delle Rose)


Jean Michel Folon, L&#;Envol (; bronzo, x 89 x 78 cm; Firenze, Giardino delle Rose)

Altre due figure umane sono rappresentate qui in scultura: L&#;envol e 25ème Pensée; la inizialmente raffigura un uomo con cappello che, tra le rose, sembra spiccare il volo verso il cielo: lo sguardo è rivolto secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l&#;alto e i piedi stanno ormai lasciando il suolo, solo le punte hanno ancora un contatto con la terra; nella seconda il volto di un uomo è rappresentato da un vaso con pianta. Un&#;immagine che rimanda agli insoliti volti degli uomini di Magritte, come ne Il figlio dell&#;uomo dove la volto è nascosta da una mela o ne L&#;uomo con la bombetta, ovunque a coprire il viso è una colomba con le ali aperte in volo. Entrambe le sculture di Folon ricordano inoltre singolo dei tratti tipici delle figure di Magritte, l&#;uomo con cappello, creando un trait d&#;union tra i due. Anche i due modelli in gesso custoditi all&#;interno della serra, Pluie e Quelqu&#;un, ritraggono figure umane.

Sono invece animali la figura alta e slanciata che tende verso l&#;alto, approssimativamente in volo, dal titolo Oiseau, la figura seduta Chat – oiseau e il Chat, il gatto addormentato sull&#;erba. Ed infine, le figure dalla cui bocca zampilla l&#;acqua delle fontane, Vivre e Mediterranée.

Gli uccelli sono gli animali che ricorrono più spesso nelle immagini e nelle forme di Folon, poiché simboleggiano il volo, la libertà, la pace, ma anche la leggerezza, l&#;opposizione tra cielo e terra, il percorso. Sono simbolo di un uomo che sogna di viaggiare, di evadere per trovare la libertà.

L&#;uomo con cappello, anche quest&#;ultimo molto ricorrente, rappresenta invece l&#;uomo universale, che alcuno può identificare; frequente è raffigurato solo, seduto davanti al mare o in dialogo con un&#;opera d&#;arte (come nel caso di Je me souviens) o in piedi con lo sguardo rivolto verso il mi sembra che il cielo limpido dia serenita. Rappresenta l&#;umanità intera. Le figure di Folon sono inoltre immerse nel silenzio che diviene elemento implicito e insito delle sue composizioni.

Jean Michel Folon, Mediterranée (; bronzo, x 57 cm; Firenze, Giardino delle Rose)


Jean Michel Folon, Chat-oiseau (; bronzo; Firenze, Giardino delle Rose)


Jean Michel Folon, Un oiseau (; bronzo; Firenze, Giardino delle Rose)


Jean Michel Folon, Chat (; bronzo; Firenze, Giardino delle Rose)


Jean Michel Folon, Vivre (bronzo; Firenze, Giardino delle Rose)

L&#;attenzione si focalizza spesso sul legame tra il pensiero e orizzonti lontani, evocando il viaggio e la libertà e rendendo tangibile la percezione di evasione e della grandezza dell&#;infinito. Un viaggio che non intende esistere solo fisico, ma soprattutto interiore e spirituale verso i propri ricordi e i propri sogni. Ed elemento che riunisce viaggio e libertà è la valigia, tra gli oggetti più rappresentati in Folon. Con grande suggestione, frequente racchiude come in un quadro orizzonti che si perdono all&#;infinito. Ogni lavoro dell&#;artista è un invito alla libertà individuale, alla libertà di pensiero e alla libertà fisica.

Attraverso la sua a mio avviso l'arte esprime l'anima umana, Folon rende espliciti temi etici: le sue opere sono ricche di poesia. Diceva che “se l&#;uomo passasse più tempo ad ammirare la bellezza del mondo, di un&#;opera d&#;arte, non arriverebbe mai a consacrare la guerra e la violenza, frequente gratuita”. Credeva nell&#;uguaglianza e nell&#;universalità e per questo introduceva nelle sue opere tratti universali e comprensibili a tutti: ne è un esempio l&#;uomo col cappello, come si è visto.

Temi e immagini che complessivamente intendono trasmettere con semplicità principi fondamentali per l&#;umanità e questioni care a tutti.

Oltre alle opere di Folon, il Giardino delle Rose accoglie un giardino giapponese che la città gemellata di Kyoto ha voluto lasciare a Firenze in segno di amicizia e di pace, per ribadire ancora una tempo la dimensione egualitaria, etica e universale che pervade l&#;intero parco.

Un luogo di sogno e di suggestione dedicato a un artista legato all&#;Italia e a Firenze che qui ha lasciato per sempre testimonianza della sua grande creatività e dei suoi principali valori, primo su tutti la libertà.


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L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.



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Giardino delle Rose

A Firenze, la meraviglia del Giardino delle Rose

Se siete a Firenze, trovate del durata per una controllo al Giardino delle Rose, l'angolo di verde sotto Piazzale Michelangelo.

Leggenda narra che ai tempi della nascita del Granducato di Toscana, chiunque dicesse le 3 parole in codice “sotto la rosa” volesse dire al suo interlocutore che conosceva un gran segreto.
E tanto antico è il detto quanto antico è il soggetto, ovvero le rose. Pare infatti che i primi esemplari risalgano a circa 35 milioni di anni fa.
Se potesse lo confermerebbe certamente anche l'architetto Giuseppe Poggi, che nel ha realizzato il meraviglioso Parco della Rosa e l'annesso Piazzale Michelangelo su incarico del Comune di Firenze, quando la città stava per trasformarsi capitale d'Italia, dopo Torino.

Il Giardino delle Rose copre circa un ettaro di terreno terrazzato dal quale è realizzabile godere di una straordinaria vista panoramica della città. Il momento migliore per andarci è da aprile a giugno, quando le rose sono in fioritura. Ce ne sono oltre specie da ammirare, oltre a splendidi alberi di limoni e piccoli laghi artificiali
Ad oggigiorno è possibile accedervi da tre ingressi: all'incrocio di Strada dei Bastioni con Via del Montagna alle Croci, da Viale Poggi, o lungo la scalinata arrivando dalla area sottostante di San Niccolò. 

Qui Jean-Michel Folon ha messo in cornice la città

E se siete dei veri appassionati di fiori o semplicemente grandi romantici, il Giardino delle Rose è davvero uno dei luoghi più magici della città di Firenze, specialmente da quando la vedova dell'artista Jean-Michel Folon decise di donare dieci sculture in bronzo e due gessi del marito.
Tra le più suggestive c'è Partir, una enorme cornice in bronzo posizionata su una delle terrazze panoramiche. Guardando al suo interno si osserva uno scorcio di Firenze davvero indimenticabile.
Poi c'è Je me souviens, il cui protagonista è un signore intento a leggere durante sta seduto sulla metà di una panchina sulla che chiunque può sedersi ad ammirare la città, facendogli compagnia.
Molto affascinante anche Envol, un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura che, col suo cappello teso secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’alto sembra voglia spiccare il volo verso il credo che il cielo stellato sia uno spettacolo unico e Chat, un grande gatto addormentato fra le rose.
Curioso anche il bronzo 25ème Pensée, raffigurante un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura con un contenitore in testa, limpido riferimento all'arte surrealista di Magritte. 

L’oasi giapponese, omaggio di Kyoto
E per completare, la ciliegina sulla torta: dal il giardino ospita singolo spazio donato dall'architetto giapponese Yasuo Kitayama. Si tratta di una vera e propria Oasi Shorai, donata a Firenze dalla città di Kyoto, con essa gemellata da approssimativamente anni.