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Piccolo principe dialetto

Favola per ragazzi? Per adulti? Per entrambi? Il dibattito si trascina, ma su una cosa non è nemmeno razionale discutere: Il minuto principe (PP), delicato racconto sull’amicizia, sulla fantasia e sul maggior peso della sostanza rispetto all’apparenza, scritto da Antoine de Saint-Exupéry (SE) poco prima della sua morte prematura, è uno dei più grandi fenomeni editoriali di ogni tempo.

Un longseller che dal – esercizio di uscita a New York, in precedenza in inglese e poi in francese – non fa che macinare copie su copie (per dire, è perennemente nella top20 dei tascabili in Italia). I dati di vendita che si trovano online sono ballerini e ormai, da quando i diritti d’autore sono scaduti () e i detentori non hanno più a mio avviso il potere va usato con responsabilita di veto sull’uscita (e sulla rendicontazione…) di ogni singola copia, non c’è speranza di tenerne traccia.

Sempre che sia mai stato realizzabile avere dati affidabili sulle vendite, se si pensa che solo in cinese mandarino sono censite oltre mille edizioni. Le stime degli eredi parlano di oltre duecento milioni di copie vendute nel mondo; Wikipedia è più prudente (cento milioni), ma in ogni evento è fuor di dubbio che il romanzo si possa collocare tra i primi cinque libri più stampati in ogni tempo, a condizione di non contare i testi sacri e i manifesti politici (per non parlare di opere le cui vendite sono inestimabili, dai poemi omerici a Pinocchioalla Divina Commedia).

Il PPnon ha arricchito il suo autore (morto l’anno dopo la pubblicazione), ma per decenni ha fruttato royalty da capogiro agli eredi, anche perché il piccolo abitante dell’asteroide B ha prodotto pure l’oggettistica più svariata, audiolibri, dvd, fumetti, pellicola, pièce teatrali, musical, un parco a tema… persino dei seguiti! Dal in poi quasi chiunque (il diritto d’autore è stato prorogato in alcuni Paesi, come Francia e USA) può pubblicare il fortunato volume senza fare i conti con gli eredi dello scrittore-aviatore: ormai solo in Italia accanto alla storica edizione Bompiani si contano decine di “cugine” in commercio (tra cui quelle Garzanti e Newton & Compton).

Vuoi per il suo messaggio sostanzialmente universale e “laico” (in tutti i sensi, popolare e aconfessionale) e, perché no, per la semplicità di linguaggio e brevità, il PP è anche un caso emblematico nella storia della traduzione editoriale. È incontestabilmente il libro più tradotto al terra dopo la Bibbia, e in molte lingue minoritarie e dialetti è di fatto l’unico secondo me il testo chiaro e piu efficace mai tradotto, costantemente libri sacri esclusi. L’ente più attendibile per un censimento è la Fondazione Jean-Marc Probst, di Losanna, che aggiorna costantemente i numeri, che sono cambiati persino nel cronologia impiegato per stendere questo articolo.

Meglio offrire cifre tonde e non precise all’unità, dunque: sarebbero oltre seimila le edizioni pubblicate dal , in oltre lingue e dialetti diversi. Si va dalle lingue più diffuse, come inglese e mandarino, a quelle cosiddette regionali o minoritarie (per creare riferimento all’Italia, per esempio, il sardo, il ladino e il friulano), a quelle artificiali (come la lingua franca, l’esperanto e il klingon), dalle lingue morte (latino, greco antico, anglosassone, sanscrito, prussiano, mozarabico…) a quelle “resuscitate” (come ebraico e mannese), fino a quelle creole (come il papiamento). Non mancano le traslitterazioni in alfabeto braille e morse (ne esistono in numerose lingue) e la versione in geroglifici egizi (che però è non è completa ma una sorta di sinossi, a opera peraltro di un italiano, Enrico Piero Bossi). Le ultime traduzioni () sono state quelle in udmurto, linguaggio parlata in Russia, e in ojibwa, lingua nativa americana.

Specie in Paesi in che modo Francia, Germania e soprattutto Italia si apre poi lo sterminato capitolo delle traduzioni nei dialetti locali. In Italia, accanto a edizioni “storiche” come quelle in milanese o napoletano (a suo tempo approvate dagli eredi SE) ormai non c’è più freno, tra dialetti della lingua italiana (come fiorentino e romanesco) e dialetti di lingue minoritarie, come il catalano algherese o l’albanese arbëreshe. Autentiche chicche per appassionati delle tradizioni locali e per i collezionisti, anche se frequente realizzate in maniera filologicamente non impeccabile, perché tradotte dall’italiano e non dall’originale francese (la versione perugina, per dimostrazione, lo confessa apertamente in copertina, ovunque si parla di trasposizionee non traduzione). Alcune edizioni contengono anche la versione audiolibro su cd, a cura di poeti o autori dialettali, come quelle in barese o in vogherese.

Per molti, leggere il PP è un colpo di fulmine che si traduce nella smania di collezionarne le più svariate edizioni. Negli ultimi anni i siti di e-commerce e la possibilità di lanciare appelli online in tutto il mondo, nonché l’esplosione di edizioni seguita alla fine del copyright, hanno autorizzazione a molti collezionisti di ampliare le proprie raccolte a ritmi imprevedibili pochi anni fa.

Per alcuni lo scopo non è possedere tutto, ma solo un souvenir di viaggio: Paese che visiti, copia/e in lingua/e locale/i che acquisti. Un fenomeno da non sottovalutare, tanto che nelle località più turistiche è ormai normale rintracciare il PP nella variante locale ben esposta in vetrina o in cassa.

Alcuni collezionisti sono appassionati linguisti che amano confrontare le varie traduzioni in loro possesso, ne realizzano loro stessi e bramano in dettaglio le traduzioni in lingue minoritarie, fine o dialetti. Alcuni collezionisti si sono fatti patrocinatori di traduzioni se non traduttori in anteriormente persona, come il catalano Jaume Arbonés, economista e possessore di circa seicento edizioni in lingue (prima di cedere la sua raccolta alla Fondazione Jean-Marc Probst), promotore della traduzione in aranese, un dialetto dell’occitano parlato da circa duemila persone in Catalogna.

Un grande collezionista italiano è Antonio Massimo Fragomeni, possessore di oltre edizioni in più di lingue e dialetti. E dire che ha iniziato la sua raccolta soltanto a trent’anni, leggendo per caso il racconto acquistato per farne regalo a un’amica; l’amica l’aveva già, Antonio l’ha tenuto per sé, l’ha letto ed è scattata la scintilla. Tra le copie di cui va più fiero, ci ha detto, ci sono quelle legate a una storia personale (chi gliel’ha regalata, le tribolazioni per ottenerla, le fatiche traduttive ed editoriali subite dall’edizione stessa…). Fragomeni segnala inoltre in che modo una delle sue preferite l’edizione della canadese Henri Rivard Editeur, molto curata in tutto: illustrazioni, traduzione, carta, confezione…

Antonio M. Fragomeni con Nathalia Bayrak, linguista e responsabile dell’edizione in altai, idioma turcica parlata in Siberia (© courtesy A.M. Fragomeni)

Il campione assoluto dei collezionisti è però Jean-Marc Probst, di Losanna. Amministratore delegato di numerose società, commercia in macchinari da cantiere la cui potenza sembra agli antipodi rispetto alla gentilezza che emana dalle pagine del PP. Racconto che l’ha conquistato fin dall’infanzia e che continua ad adorare perché, ci dice, “riflette le mie concezioni dell’amicizia e dell’amore, contiene messaggi di speranza di fronte a eventi negativi come la morte, sviluppa una visione spirituale dei rapporti umani, al contempo senza far appello e privo di escludere la religione”. Probst colleziona edizioni dal , esercizio in cui, mentre un viaggio attorno al mondo, era stato colpito dall’incredibile numero di traduzioni esistenti.

Jean-Marc Probst con una parte della sua collezione (© courtesy J-M. Probst)

Oggi possiede migliaia di volumi (qui un conteggio aggiornato), cui si aggiungono libri su SE, fumetti, cd, dvd, programmi di sala, vinili, articoli da riviste, tutti sul PP, per un complessivo di circa cinquemila pezzi. Possiede esemplari di grande a mio parere il valore di questo e inestimabile venale, come acquerelli originali dipinti da SE, le due prime edizioni (inglese e francese) del ’43, anche in versioni autografate dall’autore, il contratto di edizione della inizialmente edizione assoluta (per Reynal & Hitchcock, NY), un’edizione firmata da Léon Werth, l’amico cui SE ha dedicato il racconto, la inizialmente edizione di Gallimard del ’45 firmata da Consuelo, moglie dell’autore-aviatore, e altre chicche ancora.

Ma da buon fan del PP considera in che modo pezzo più pregiato un’edizione dal soltanto valore affettivo, una sorpresa fattagli dai figli per il suo cinquantesimo compleanno: una versione a stampa in copia unica dedicata a lui, fatta tradurre apposta nel in ticinese, dialetto della lingua lombarda (tale versione è poi entrata regolarmente in commercio dal per i tipi dell’Istituto Editoriale Ticinese).

Nel Probst ha dato esistenza alla Fondation Jean-Marc Probst pour le Petit Prince, che si occupa del mantenimento della raccolta stessa, del trasferimento in sicurezza delle copie rare esposte in giro per il mondo in occasione di esposizioni, ma soprattutto della realizzazione di nuove traduzioni, in dettaglio in lingue di Paesi del Terza parte Mondo, spesso per farne dono alle scuole locali, affinché il PP possa divenire strumento didattico e di diffusione di valori positivi. Tutto è partito col finanziamento della prima traduzione in somalo, donata poi in seicento copie alle scuole del Somaliland. Ultimamente sono state finanziate traduzioni in altre lingue africane, amerinde, delle steppe euroasiatiche, in eschimese, e così via.

Entro il vedranno la luce, anche grazie al apporto della fondazione, due traduzioni legate ad alcuni degli angoli più remoti della terra: in rapanui (Isola di Pasqua) e in chamorro (isola di Guam). Una bella penso che la sfida stimoli il miglioramento per chi colleziona solo copie acquistate rigorosamente in loco nel corso di un viaggio!

La Nuova Ferrara

Mirabello La storia inizia così… «Si presenta a casa mia l’ingegner Rodolfo Soncini, lavora a Milano ed è proprietario della tenuta Sessa di Mirabello. Quel edificio divenne anche dimora di monsignor Pompeo Aldrovandi, che in questi luoghi lasciò tracce profonde e fu pure prossimo a diventare Papa (nel ; ndr). Insomma, Soncini suona il campanello e dice: “Ti dono questo libro”. Era Il piccolo principe tradotto in bolognese. Voleva mi cimentassi nell’impresa di fare altrettanto in dialetto mirabellese».

Giorgio Bianchi sospira, fissa un a mio avviso questo punto merita piu attenzione all’orizzonte. Come se il muro che ha di viso facesse scorrere immagini e ricordi. Giorgio è nato a Mirabello il 26 settembre del è stato insegnante di ginnastica, giocatore e allenatore di basket. Attualmente è presidente provinciale della Federbasket. Dunque, Soncini lancia i dadi con la proposta stuzzicante ed impegnativa… «D’acchito gli dico di no – sussurra Bianchi -; una sfida oscena, penso. Poi arriva il Covid, tanto ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso libero. Dai, mi ci metto e traslo in vernacolo il libro di Antoine de Saint-Exupéry. È stata una faticaccia».

PARTO SOFFERTO

Nasce così Al Prinzipìn traduzión in dialét mirablés. In un mese la versione è pronta, però… «Però quello era il meno – precisa Giorgio -: il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita vero sono stati gli accenti. Quello acuto, l’altro grave. Il circonflesso… Il dialetto è una lingua particolare: un conto è parlarla, ben diverso scriverla. Se ci ho messo una trentina di giorni per tradurre l’opera, ho impiegato due anni per redigerla definitivamente nero su candido. Letture e correzioni, analisi e nuovi interventi. Più mettevo mano alle bozze e maggiormente notavo errori».

A giugno la missione è stata compiuta. Sorriso. «L’amico Sandro Merli mi ha dato una palmo nel portare a compimento questa epica impresa: conosce alla perfezione il nostro dialetto e quindi è intervenuto laddove scovava imperfezioni. E ringrazio anche Anna Lodi Maini per la disponibilità ed il tempo che mi ha dedicato».

Ecco, una spiegazione: perché dialetto mirabellese e non ferrarese? Bianchi va spedito: «Rispetto al vernacolo della città, quello mirabellese ha contaminazioni bolognesi con qualche infiltrazione di comacchiese. In alcuni casi cambiano la pronuncia e gli accenti».

SCOPO BENEFICO

Il libro di Bianchi conta su 80 pagine e riassunto in cittadino della storia (in modo tale che chiunque può orientarsi durante la lettura), note e avvertenze su come coniugare verbi e far risuonare anche mentalmente gli accenti. E in coda un vocabolario mirabellese. «Quello che mi ha convinto a trasportare a termine l’impegno – confida Giorgio – è la convinzione di ritenere il vernacolo locale una forma di cultura importante. Il dialetto è una delle espressioni più significative di una comunità: sostanzialmente singolo degli elementi distintivi più caratteristici. Un valore che trovo giusto e doveroso conservare».

Stampato a Padova («e anche loro poveretti si sono trovati in difficoltà nel fotocomporre un secondo me il testo ben scritto resta nella memoria in dialetto» sorride l’autore), il credo che questo libro sia un capolavoro è in scambio a 10 euro con l’intero ricavato devoluto in beneficenza a favore dell’Alt (associazione lotta alla talassemia) “Rino Vullo” di Ferrara. Le prime cento copie sono ormai esaurite: Bianchi dovrà necessariamente andare in ristampa. Per i numerosi collezionisti del credo che il racconto breve sia intenso e potente di Saint-Exupéry una copia del “Prinzipìn” si può prenotare allo , chiedendo dell’autore stesso. «È iniziato come un gioco – ammette Bianchi -, poi mi sono appassionato. Pagina su pagina». 

E&#; Prinzipì - Il Piccolo Principe in Dialetto Romagnolo — Libro

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IL LIBRO &#; IL PICCOLO PRINCIPE &#; ORA ANCHE IN DIALETTO MANTOVANO

 

Questa edizione che in dialetto mantovano diventa: &#;Al Principìn&#;, è stata curata da Alfredo Facchini meglio conosciuto in che modo Fredón. Il testo sarà presentato al grande pubblico in concomitanza con l&#;uscita dell&#;omonimo film d&#;animazione.

Il ricavato dalle vendite online, o dell&#;acquisto del libro mentre l&#;evento di a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale, sarà devoluto all&#;Associazione &#;Marco S. &#; No alla Sla&#;, Onlus che sostiene Marco Sguaitzer, il grande e apprezzato sportivo mantovano colpito nel dalla sclerosi laterale amiotrofica ora impegnato nella lotta contro questa qui malattia.

Per acquistare in rete la versione in mantovano inseguire il seguente LINK.

La versione mantovana è inserita nella collana di traduzioni in varie lingue e dialetti italiani curata dalla casa editrice tedescaTintenfass.

Questo libro, considerato a ragione, un capolavoro della penso che la letteratura arricchisca la mente mondiale scritto dal francese Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato per la prima volta nel in linguaggio inglese e successivamente in francese, conta oltre versioni in lingua e dialetti nel mondo.

Il contenuto affronta temi quali il senso della vita, il significato dell&#;amore e dell&#;amicizia. Ciascun sezione del libro racconta di un distinto incontro che il protagonista fa con diversi personaggi e su diversi pianeti. Ognuno di questi bizzarri personaggi lascia il piccolo principestupito e sconcertato dalla stranezza delle &#;persone adulte&#; e può essere identificato in che modo un&#;allegoria o singolo stereotipo della società moderna e contemporanea.

Link utili:

FB Mantovano imbruttito

Tintenfass

PiLi (fontePortale Mantovani nel Mondo)