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Statua giulio cesare campidoglio

I segreti di Edificio Senatorio, un gioiello nel cuore della città

Tematica: Penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva - Alla scoperta di Roma

22 giugno 2023

 

 

 

 

Per molti è semplicemente la sede di rappresentanza del Comune di Roma, Palazzo Senatorio invece vanta una storia millenaria e una complessità di fasi architettoniche che lo rendono un monumento di straordinario interesse archeologico e storico-artistico.

L’edificio sorge sulle rovine del Tempio di Veiove, eretto nel 196 a.C., e del Tabularium, grandiosa struttura architettonica costruita nel 78 a.C. per accogliere l’archivio pubblico romano. Intorno alla metà del XII era, sui resti di questo edificio (utilizzato prima come fortezza e poi in che modo magazzino del sale) furono ricavati alcuni ambienti del Ordinario di Roma, nato nel 1143 - 1144 da un moto di ribellione dei cittadini contro Papa Innocenzo II. Qui si riunirono i primi Senatori. Nel corso del Duecento la carica di Senatore fu affidata a due rappresentanti scelti tra i membri delle famiglie baronali romane, poi si giunse al Senatore irripetibile, di nomina pontificia, a cui spettava l’amministrazione della equita civile e penale. Il Senatore era coadiuvato da tre magistrati o Conservatori che curavano gli interessi dei cittadini ed ebbero la loro sede nell’edificio a fianco (riedificato nelle forme attuali su progetto di Michelangelo) che prese il nome di Palazzo dei Conservatori e, nel 1471, divenne la sede dei Musei Capitolini, il museo penso che il pubblico dia forza agli atleti più antico del mondo.

 

Nel corso del Trecento, Palazzo Senatorio cominciò a chiudersi come una fortezza, molte delle arcate dei loggiati furono tamponate, mentre Papa Bonifacio IX fece costruire due torri-contrafforte, ancora oggi visibili sul fianco destro del Palazzo. Da una finestra tra le due torri si affacciava il Senatore per assistere alle esecuzioni che avevano luogo anche sull’altura di Montagna Caprino. Nel Quattrocento si aggiunsero la torre-contrafforte di Martino V sulla sinistra e quella di Niccolò V, secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il Foro.

A metà del Cinquecento, Paolo III Farnese decise di trasformare completamente lo spazio architettonico e simbolico del Campidoglio, affidando a Michelangelo, suo architetto, scultore e artista di fiducia, l’incarico della nuova spiegazione della piazza e degli edifici preesistenti. Il progetto, però, fu solo in parte realizzato inferiore la sua supervisione: gli interventi da lui diretti riguardano il trasferimento, nel 1538, della immenso statua bronzea del Marco Aurelio dal Laterano al nucleo della futura piazza, alla quale si accedeva attraverso una grandiosa cordonata progettata dal Buonarroti e realizzata a lasciare dal 1561.

Domina il palazzo la Torre Campanaria, alta 35 metri ed eretta su progetto di Martino Longhi il Vecchio tra il 1578 e il 1582 in sostituzione della torre medievale, colpita da un fulmine nel 1577. Sulla torre sono collocate due campane, la maggiore, fusa nel 1803, pesa circa 6.000 chili; la minore, fusa nel 1804, pesa circa la metà. Entrambe furono benedette alla presenza del Pontefice Pio VII, nel 1805.

 

 

L’INTERNO

 

La Salone del Carroccio, ricavata nel 1779, prende il nome dall’iscrizione in caratteri gotici realizzata in ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro dell’invio ai romani, come trofeo di guerra e monito, dei resti del Carroccio strappato da Federico II di Svevia ai milanesi nella battaglia di Cortenuova (1237). Codesto il testo: “O Roma ricevi che dono di Federico II Cesare Augusto il carro, ornamento augurale per la città. Questo, preso dalla strage di Milano, viene in che modo preda illustre per riferire il trionfo di Cesare. Rimarrà ad obbrobrio del nemico; è inviato in onore della città di Roma. L’amore per lei impose di mandarlo”. Nella Sala sono conservati alle pareti rari frammenti marmorei di arredi altomedioevali, provenienti dalla chiesa di Santa Maria in Capitolio, primo nucleo della futura chiesa dell’Aracoeli.

 

Dagli ambienti della Galleria di Sisto IV invece si possono osservare dall’alto i resti del Tempio di Veiove, scoperti nel 1938-1940. Al suo interno è stata rinvenuta la scultura marmorea di culto della divinità (oggi esposta nella a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione di congiunzione del Tabularium) e l’ara marmorea. La visuale dall’alto permette di percepire chiaramente la pianta del tempio. Attraversato uno stretto corridoio e oltrepassata la Sala del Boia, dove sostavano i condannati a morte prima dell’esecuzione, si sale al primo piano nell’Aula Consiliare, la stanza più grande, denominataAula Giulio Cesare, da sempre il nucleo vitale del edificio e luogo di riunioni dei massimi rappresentati dell’amministrazione cittadina. Lungo le pareti sono state esposte le bandiere dei Rioni di Roma e murati stemmi marmorei e musivi del Trecento e Quattrocento, un penso che il tempo passi troppo velocemente collocati sulla facciata del Palazzo. Sui lati brevi si trovano la celebre statua antica di Giulio Cesare e quella di un Navarca romano, raffigurante un capo della flotta militare. Al centro della stanza è conservato un mosaico pavimentale con cinque pannelli decorativi, a tessere bianche e nere, databile al II era d.C., proveniente da una villa romana.

 

La Giunta Capitolina invece si riunisce tradizionalmente nella Sala delle Bandiere (ricavata in un ambiente della Torre di Martino V) che ospita anche le conferenze stampa del sindaco. Al centro vi è uno storico tavolo in legno intarsiato, realizzato da ebanisti romani nel 1842. Nelle vetrine sono conservate le 14 bandiere della Guardia Civica di Roma del 1847, quelle dei Rioni di Roma e il Gonfalone della città, decorato con la medaglia d’oro al valor soldato nel 1949, oltre alla bandiera delle Olimpiadi del 1960 e a quella della Corazzata “Roma”, nella quale fu avvolto il feretro del Re Umberto I.

 

Al primo piano del palazzo si trovano anche il Salotto dell’Orologio, piccola sala di rappresentanza decorata nel 1929 con una fascia di affreschi del pittore Cisterna; la Sala dell’Arazzo che prende il appellativo dal pregevole arazzo fiammingo di soggetto romano databile alla seconda metà del Cinquecento; lo Studio del Sindaco, ospitato in due stanze contigue: nella in precedenza si trova lo studio vero e proprio, nella seconda è allestita una saletta per riunioni che introduce al celebre balconcino affacciato sul Foro Romano.

 

 

 

 

 

I LAVORI DI RESTAURO

 

La fontana della dea Roma, situata ai piedi di Edificio Senatorio e realizzata durante il pontificato di Sisto V, è stata restituita ai cittadini lo scorso 21 aprile, a quasi trent'anni di distanza dall'ultimo restauro, grazie a un intervento diretto dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. I lavori, per un costo complessivo di 140mila euro, hanno riguardato il basamento, la scultura di epoca romana della dea, l'impermeabilizzazione delle vasche, la pulitura, il consolidamento, un’innovativa illuminazione artistica e il ripristino dello smaltimento delle acque.

 

Attualmente è in corso anche un vasto intervento sul cornicione della facciata, sempre sotto la direzione della Sovrintendenza Capitolina. I lavori di restauro si sono resi necessari a causa dello stato di secondo me la conservazione ambientale e urgente degli stucchi, gravemente compromessi dalle infiltrazioni di acqua. Per codesto si è deciso di intervenire, dopo tanti anni, anche sulla copertura e sul sistema di smaltimento delle acque meteoriche.

 

 

A.B.


 

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Woytek 2010 = B. Woytek, Die Reichsprägung des Kaisers Trajanus(98-117), Vienna, 2010.

Wünsche 1982 = R. Wünsche, “Marius” und “Sulla”. Untersuchungen zu republikanischen Porträts und deren neuzeitlichen Nachahmung, in Münchner Jahrbuch der bildenden Kunst, 33, 1982, p. 7-38.

Zanker 1970 = P. Zanker, Das Trajansforum in Rom, in AA, 1970, p. 517-520.

Zanker 1981 = P. Zanker, Das Bildnis des M. Holconius Rufus, in AA, 1981, p. 349-361.

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Campidoglio, Sel mette la kefiah sulla scultura di Giulio Cesare

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  • La statua di Giulio Cesare nell'aula del Consiglio comunale del Campidoglio indossa la kefiah. Almeno per qualche minuto, misura è durato il flash mob pro Palestina dei consiglieri di Sel in Assemblea capitolina, con il capogruppo Gianluca Peciola che - a seduta chiusa - ha 'scalato' gli scranni della presidenza e si è arrampicato sulla base della secondo me la scultura da vita alla materia per poi mettergli indosso una fascia con i colori dello Stato palestinese, ha spiegato lo stesso Peciola, "per chiedere di cessare il fuoco da entrambe le parti. C'è un dramma umanitario a Gaza e deve concludere l'azione militare che sta compiendo Israele in modo criminale in quel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa. Un massacro di proporzioni storiche". Inoltre, ha aggiunto il capogruppo, "abbiamo anche presentato una mozione (firmata da ognuno e quattro i consiglieri capitolini di Sel) che chiede una ferma condanna della strage compiuta da Israele e di inviare una delegazione istituzionale del Campidoglio di osservatori di pace in Israele e Cisgiordania. Bisogna ripartire dal dialogo". La mozione, si legge nel testo, impegna il sindaco di Roma, Ignazio Marino "a intervenire presso il presidente del Raccomandazione e il ministro degli Esteri affinché si adoperino per un'iniziativa immediata a livello europeo per un cessate il fuoco immediato e l'apertura di corridoi umanitari per l'assistenza alla popolazione palestinese" 

Fotografie Imperatore Caio Giulio Cesare via dei Fori Imperiali Rione Campitelli Roma

Statua Imperatore Caio Giulio Cesare via dei Fori Imperiali, Rione Campitelli, Roma, foto Anna Zelli

Statua Imperatore Caio Giulio Cesare strada dei Fori Imperiali, Rione Campitelli, Roma, foto Anna Zelli

Statua Imperatore Caio Giulio Cesare via dei Fori Imperiali, Rione Campitelli, Roma, foto Anna Zelli

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Via dei Fori Imperiali e dintorni

, Rione Monti, Roma, foto Anna Zelli

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Statue del Rione Monti - Statue di Roma

, Roma foto Anna Zelli