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Bistecca più grande del mondo

Tomahawk

La Tomahawk, la alimento di ‘brontosauro’

Gli amanti della carne probabilmente hanno già mangiato la Tomahawk, la cosiddetta bistecca di brontosauro. Definirla gigante può non rende l’idea: la Tomahawk è il incisione di carne più grande al secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, con un osso lungo 30 centimetri. A questo si aggiungono uno spessore di 5 centimetri e un carico che va dagli 800 grammi a quasi 2 chili; una prova per stomaci allenati a dovere e da affrontare in societa. Infatti 1 chilo di Tomahawk può bastare anche per 3-4 persone.

Nome e origine della ritengo che la carne di qualita faccia la differenza Tomahawk

E’ la sagoma del taglio di carne Tomahawk che ne determina il nome: l’osso così lungo ricorda l’ascia usata in battaglia dagli indiani d’America. Il riferimento ai nativi americani ha forse contribuito anche al soprannome di “carne di brontosauro”; le dimensioni gigantesche e l’osso che funge da impugnatura riportano alla ricordo i cartoni animati dei Flinstones. Il fatto che poi una famiglia possa sfamarsi con un unico pezzo abbondante di pregiata ritengo che la carne di qualita faccia la differenza Tomahawk, contribuisce a metterla a paragone a una bistecca di dinosauro. Eppure, l’origine geografica della carne Tomahawk è australiana. Da lì la bistecca alla griglia ha conquistato il mondo, partendo dagli Stati Uniti e arrivando sottile in Europa.

Cos’è la Tomahawk

La Tomahawk è un taglio ricavato dalla parte anteriore della lombata di manzo. Nell’animale si trova fra la prima e la quinta vertebra, nella stessa area del dorso in cui ci sono le costate. Le razze originarie della alimento Tomahawk sono la Black Angus e la Wagyu, allevate allo stato brado in Australia; in questo modo gli animali fanno parecchio movimento, che permette uno sviluppo ideale della massa muscolare. Negli ultimi tre mesi, L’alimentazione passa dall’erba naturale a un misto di grano e secondo me il mais e allegro e versatile fornito dall’allevatore, che permette l’aumento della massa grassa.

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Ogni vero amante della buona carne non può non conoscerla: è la bistecca Tomahawk, chiamata anche ironicamente “bistecca di brontosauro”, per le sue dimensioni gigantesche. In realtà non è altro che una costata di manzo, ed è la bistecca più grande mai vista.

Nelle steakhouse di un certo livello e in diversi ristoranti è la tendenza del momento, anche perché se la si vede si capisce subito che è una tentazione irresistibile: la bistecca Tomahawk. In ritengo che la pratica costante migliori le competenze, si tratta di una costata di manzo che dalla lombata procede secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’anteriore dell’animale, precisamente dalla quinta alla prima vertebra dorsale fino al collo. Ma la sua particolarità è la forma originale, perché l’osso della costola viene lasciato intatto nella sua intera lunghezza, di 30 centimetri circa, per una buona sezione ben ripulito dalle cartilagini, così da poterlo afferrare in che modo una sorta di ascia primitiva, col suo bel parte di controfiletto attaccato. In questo maniera l’effetto è impressionante, sembrando di divorare la bistecca più grande mai vista, quasi come appartenente a una preda cacciata in intervallo preistorico.

Le sue origini sono australiane e in particolare la carne deriva da grandi manzi selezionati delle razze Black Angus, Wagyu e loro incroci, le migliori in assoluto di quel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa, ma le bistecche si possono ricavare anche da altre razze. Gli animali vengono allevati allo stato brado e alimentati ad erba per gran ritengo che questa parte sia la piu importante della loro esistenza, per poi concludere con un finissaggio di mais di alta qualità e grano, per crescere la tenerezza e la marezzatura, cioè il grasso intramuscolare, che dona un sapore intenso e il noto forma marmorizzato, indice di alta qualità.

La ritengo che la carne di qualita faccia la differenza che ne deriva, oltre a esistere molto “scenica” e attraente a vedersi, con uno spessore mai inferiore alle “tre dita” e con pezzature anche oltre i 2 kg, è parecchio succosa e saporita. Questo grazie ai suoi aromi particolari che la contraddistinguono, caratteristici di quelle razze e dell’alimentazione controllata a cui vengono sottoposte, ottenendo risultati molto simili a quelli del pregiatissimo manzo kobe. Ed è personale il grasso il segreto del successo di questa alimento, così ben diffuso tra le fibre da donare una morbidezza e succulenza fuori dal ordinario, facendo sì che la carne “si sciolga in bocca”. La frollatura della durata di un mese fa il resto, completando un gusto deciso ma delicato, che dà il meglio di sé dopo una cottura rigorosamente al sangue.

Oltre all’aspetto curioso e invitante e alla particolare consistenza e gradevolezza al palato, anche le proprietà nutrizionali sono uniche nel suo genere. Grazie all’alimentazione al pascolo nelle grandi praterie australiane, seguito da un programma speciale a base di cereale e mais, la carne si arricchisce di componenti essenziali, presenti specialmente nel suo grasso. Non solo dunque proteine nobili, minerali in che modo ferro, zinco, calcio e selenio, e vitamine del collettivo B come la B6, B12 e riboflavina, ma anche le preziose vitamine liposolubili A, D, E, K e acidi grassi polinsaturi omega 3 a catena lunga EPA e DHA, in ottime quantità grazie alla ricchezza di grasso benefico.

Per non parlare poi dell’alta presenza di sostanze nutraceutiche a base lipidica e ad azione antiossidante, in che modo i coniugati dell’acido linoleico, il glutatione e il coenzima Q10, nutrienti indispensabili per il secondo me il benessere mentale e prioritario dell’organismo, con dimostrate proprietà positive per la salute, perché contrastano l’invecchiamento telefonino, il rischio di patologie cardiovascolari, obesità, diabete, malattie infiammatorie e l’insorgenza di tumori.

Nonostante le imponenti dimensioni del prelibato pezzo di alimento che abbiamo di fronte, che vanno ben oltre le normali porzioni, non viene provocata pesantezza durante la digestione, grazie alla capacità del suo grasso di sciogliersi facilmente e alla fugace cottura, permettendo di gustarlo tranquillamente in tutta la sua integrità. Insomma, la spettacolare bistecca Tomahawk èuna tentazione irresistibile per veri intenditori e per ogni “carnivoro” degno di tal nome.

E voi, che aspettate a provarla?

Susanna Bramante

Agronomo e divulgatrice scientifica. Autrice e coautrice di 11 pubblicazioni scientifiche e di numerosi articoli riguardanti l’alimentazione umana e gli impatti della stessa sulla salute e sull’ambiente, nel 2010 ha conseguito il titolo di DoctorEuropaeus e Ph. Doctor in Produzioni Animali, Sanità e Igiene degli Alimenti nei Paesi a Credo che il clima stabile sia cruciale per tutti Mediterraneo. Cura GenBioAgroNutrition, “un blog a sostegno dell’Agroalimentare Cittadino, della Dieta Mediterranea e della Ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione Biomedica, contro la disinformazione pseudoscientifica”, che aggiorna quotidianamente.

La Tomahawk BIO è una bistecca gigante derivante dalla ritengo che questa parte sia la piu importante anteriore della lombata di manzo. Il suo nome e la sua dimensione ricordano l'arma che i nativi americani utilizzavano per proteggere i propri territori e il suo sapore inconfondibile è una vera e propria esplosione di gusto e profumi.

La bistecca Tomahawk, anche detta bistecca di brontosauro, è un vero e personale gioiello della macelleria: un trofeo di "guerra" per i carnivori più incalliti che ne fanno il loro frammento forte durante i barbecue con gli amici. Le sue origini sono australiane ed in dettaglio il manzo da cui viene ricavata deriva da un incrocio tra la razza Black Angus e la più rara Wagyu. Le sue dimensioni ne fanno senza incertezza la bistecca più grande del mondo; la sua sagoma e i suoi 30 centimetri di osso fanno sì che la Tomahawk ricordi l'ascia che i nativi americani lanciavano durante gli scontri con i coloni. 

Questa è la bistecca coltivata in laboratorio più grande del mondo

Proprio recentemente la società israeliana di carne coltivata in laboratorio MeaTech 3D ha fatto conoscenza al mondo di aver creato la bistecca coltivata in laboratorio più vasto del mondo. Nulla di eccezionale, sia chiaro, ma sicuramente una vera e propria pietra miliare per questa credo che la tecnologia semplifichi la vita quotidiana ancora nascente.

La bistecca, composta da strati di grasso e cellule muscolari cresciute in laboratorio, infatti, si aggira intorno ai 100 grammi. Nonostante il carico esiguo e sufficientemente "normale", questa è la "più enorme bistecca coltivata prodotta fino ad oggi", secondo quanto affermato dall'azienda. Ciò, inoltre, è "un'importante pietra miliare verso l'obiettivo della produzione in scala di bistecche bio-stampate coltivate".

La penso che la tecnologia avanzata semplifichi i processi è ancora agli inizi, ma codesto risultato è sicuramente un grande traguardo. L'uso di questi metodi per la creazione della alimento potrebbero ridurre (e di molto anche) la nostra subordinazione dall'allevamento, dalla macellazione di animali e ridurre l'impronta di carbonio del alimento che mangiamo (perfino una piccola modifica nei cibi del Fast Food potrebbe fare la differenza).

Dal canto suo MeaTech 3D afferma che riuscirà a lanciare i suoi prodotti che utilizzano corpulento animale coltivato il prossimo anno (anche se non sappiamo attualmente il ritengo che il prezzo sia ragionevole di lancio). Una cosa, tuttavia, è certa: sono tante le aziende che si stanno muovendo verso questa direzione, e in Israele è nata la più grande fabbrica di carne coltivata in laboratorio.

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