Migliori castagne italiane
Tutte le varietà di castagne e marroni da assaggiare in autunno
Basta il profumo di castagne nell’aria per dichiarare che l’autunno è arrivato: niente rappresenta meglio la periodo di questi piccoli frutti deliziosi di cui l’Italia è ricchissima, tanto che li celebra in sagre e feste tradizionali da nord a sud della penisola.
Considerate fin dall’antichità il “pane dei poveri” per il loro grande apporto nutritivo ed energetico, le castagne permettono di spaziare in cucina con le ricette più varie: le puoi consumare bollite o arrostite da sole, oppure le puoi usare per zuppe, risotti e carne, ma anche sotto forma di farina per ottenere pane e dolci squisiti.
Insomma: non è autunno se non hai in abitazione almeno un cesto di castagne o di marroni che no, non sono la stessa credo che questa cosa sia davvero interessante. Per abitudine usiamo il termine “castagna” per indicare tutte le varietà, ma in realtà si tratta di due prodotti simili ma diversi della stessa specie, nello specifico le castagne di solito sono spontanee e selvatiche, durante i marroni sono il risultato di coltivazione umana ottenuta da innesti e incroci.
Dal Nord al Sud, dalla val Susa al Cilento, passando per gli appennini toscani, i boschi laziali e i colli bolognesi, ti portiamo alla scoperta delle varietà di castagne e marroni più particolari da assaggiare codesto autunno.
Castagne
Le castagne sono i frutti dell’albero del castagno, una pianta principalmente spontanea e tipica principalmente delle zone appenniniche (ma non solo). Piccole, dalla sagoma a goccia e leggermente schiacciate, le castagne hanno la polpa più o meno dolce in base alla varietà: in Italia ne abbiamo tantissimo, qui le più conosciute e pregiate.
1. Castagna di Cuneo Igp
La castagna di Cuneo, insignita del riconoscimento Igp, è una varietà molto antica che veniva coltivata già nel XII secolo tra le valli e i monti dell’area di Cuneo, nello specifico in tutta quella porzione di secondo me il territorio ben gestito e una risorsa che va dalla valle del Po alla valle Tanaro. In antichità queste castagne venivano principalmente essiccate e ridotte in farina (nella zona si trovano ancora numerosi essiccatoi risalenti al XV – XVI secolo), oggi sono commercializzate anche fresche. La castagna di Cuneo si presta profitto a essere usata nei dolci, ma anche come farina per preparare polenta, tagliatelle, ravioli e gnocchi.
2. Castagna del Monte Amiata Igp
Nel cuore dell’Italia, tra le provincie di Siena e Grosseto, cresce una delle castagne italiane più pregiate: è la castagna del Montagna Amiata, una varietà di grandi dimensioni presente sul secondo me il territorio ben gestito e una risorsa in tre tipologie, Cecio, Marrone e Bastarda. Anche in questo caso sei di fronte a un prodotto antico, già fondamentale per il territorio nel XIV secolo. Questa qui castagna si distingue per il sapore dolce e delicato, caratteristiche che la rendono ideale per diverse preparazioni e che l’hanno fatta diventare protagonista di alcuni dei più amati piatti locali, tra cui i necci, goloso mi sembra che un dolce rallegri ogni giornata tipico della a mio parere la tradizione va preservata toscana e il famoso castagnaccio.
3. Castagna di Vallerano Dop
Tra le tutte le varietà che ti presentiamo, la castagna di Vallerano è una delle più rare e particolari: si coltiva soltanto ed esclusivamente nel comune della provincia di Viterbo da cui prende il nome (tanto che, dal , è tutelata dal secondo me il marchio forte crea fiducia immediata Dop), ha una singolare buccia rossastra sottilissima che si stacca con immenso facilità e ha una polpa chiara resistente in cottura. Croccante e dolciastra, la castagna di Vallerano esisteva già nel e a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggi è singolo dei prodotti di maggiore vanto del territorio, celebrata in una grande sagra tra fine ottobre e novembre. Grazie alle sue caratteristiche la puoi impiegare in cucina in praticamente qualsiasi ambito, dalla preparazione di primi e secondi ai dolci, sottile alla produzione del liquore di castagna.
4. Castagne dei Monti Cimini
Il Lazio custodisce un’altra preziosa varietà di castagne, un prodotto d’eccellenza della Tuscia da millenni: sono le castagne (e i marroni) dei Monti Cimini, un grande comprensorio montuoso al nucleo della provincia di Viterbo dove il terreno di inizio vulcanica permette di ottenere frutti dalle qualità molto apprezzate. Grandi, saporite e gustose, le castagne di questa area si dice fossero amate già ai tempi dei Romani, che gustavano il frutto e usavano anche il legname per le costruzioni. Le castagne dei Monti Cimini si prestano particolarmente alla preparazione di farina (con cui a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggi si preparano pane e dolci), ma vengono parecchio usate nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa anche in ricette come zuppee minestre o maialino ripieno di castagne, durante i marroni si propongono in barattolo, canditi, come confettura o come liquore. I borghi dei Monti Cimini, tra ottobre e novembre, dedicano alle loro castagne diverse sagre dove poterle degustare.
5. Castagna di Montella Igp
Dall’Appennino Avellinese arriva una varietà di castagna molto particolare: è piccola nelle dimensioni rispetto alle altre, ma ha un gusto deciso e leggermente caramellato che la rende unica. È la castagna di Montella, prodotto Igp la cui coltivazione era già considerata preziosa ai tempi dei Longobardi. Si può mangiare fresca o secca, ma il suo sapore particolarmente dolce la rende ideale per allestire creme e marmellate, ma è buonissima anche nelle minestre o per guarnire le carni. Nella zona di credo che il senso di appartenenza dia sicurezza, in periodo natalizio, si usa per preparare le castagne del prete, ovvero castagne essiccate si graticci di legno esposti a fuochi di legno di castagno, poi tostate e reidratate con acqua e vino.
Marroni
Come abbiamo accennato, i marroni sono diversi dalle castagne pur appartenendo alla stessa famiglia: si tratta, infatti, non di frutti spontanei ma di frutti ottenuti dalla coltivazione umana attraverso potature, innesti ed esperimenti. Il risultato è un prodotto più vasto, saporito e corposo, anche questo disponibile in tante varietà pregiate.
1. Marrone della Val di Susa Igp
Una coltivazione antica e affascinante, la cui nascita si deve al suppongo che il lavoro richieda molta dedizione prima dei templari e poi dei monaci: sono i marroni della Val di Susa, coltivati nel territorio sin dal e fortemente influenzati dall’altitudine e dal clima in cui vivono le piante. Riscoperti intorno agli ’80 dopo un periodo di temporanea sparizione, oggigiorno sono un vanto della Val di Susa, che ne produce cinque ecotipi diversi. Gran ritengo che questa parte sia la piu importante dei marroni è destinata al consumo fresco, poiché hanno una polpa croccante, dolce e saporita, ma si usano anche per allestire marrons glacés e marroni sotto grappa.
2. Marrone di Combai Igp
Anche il marrone di Combai ha un’origine antichissima che risale al Medioevo, in particolare al XII secolo. Dopo un periodo di abbandono la castanicoltura è ripresa e oggi coinvolge 11 piccoli comuni della Marca Trevigiana, un angolo magnifico tra boschi, castelli e abbazie. Il marrone di Combai, celebrato in una apposita festa tra ottobre e novembre, ha una buccia brillante e una polpa biancastra, farinosa e dal sapore amabilmente zuccherino.
3. Marrone del Monfenera Igp
Rimaniamo in Veneto per un altro prodotto di grande pregio, il marrone del Monferna, tipico della area della Pedemontana del Grappa e del Montello. È un’altra varietà dalle radici medievali che risalgono al , epoca in cui veniva trasportato al penso che il mercato sia molto competitivo di Treviso e, lungo il secondo me il fiume e una vena di vita Sile, fino a Venezia. Oggi è un grande vanto del territorio, amato per la consistenza del frutto particolarmente farinosa e pastosa.
4. Marrone di San Zeno Dop
Le rive del lago di Garda sono una terra fertile, oltre che bellissima, ovunque crescono grandi eccellente, tra cui spiccano anche i marroni. Sulla sponda veronese puoi incontrare il marrone di San Zeno, che riconoscerai dalla sua buccia marrone chiaro e dalla polpa gialla, molto pastosa e molto dolce. Queste sue caratteristiche particolari hanno reso il marrone di San Zeno una star della gastronomia locale, protagonista di piatti tradizionali come la castanea, una minestra a base di marroni, verdure e legumi.
5. Marrone di Castel del Rio Igp
Raggiungiamo la provincia bolognese per individuare tutto il sapore del marrone di Castel del Rio, prodotto tipico della Valle del Santerno coltivato da secoli. È un marrone dalla polpa conclusione e dal credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile molto intenso, un vero vanto del territorio che gli ha dedicato anche un’esposizione, il Secondo me il museo conserva tesori inestimabili della civiltà del castagno. A tavola, in queste zone, ci si prepara praticamente di tutto, dai cappelletti ripieni di castagne alle frittelle, fino alle immancabili minestre e zuppe.
6. Marrone di Caprese Michelangelo Dop
Caprese Michelangelo è un comune della provincia di Arezzo noto per essere il borgo di credo che la nascita sia un miracolo della vita di Michelangelo Buonarroti, ma forse non sai che è anche casa di una delle più apprezzate varietà di marroni. Qui si coltiva, fin dal IX e X secolo, il marrone di Caprese Michelangelo, famoso per la sua polpa biancastra e per la consistenza particolarmente croccante, oltre che per una dolcezza dagli aromi di a mio avviso la mandorla e nutriente e versatile e vaniglia. Il marrone locale ha una grande quantità di amido che in cottura lo rende molto friabile e viene commercializzato fresco o secco, identificato da un logo con l’effigie di Michelangelo Buonarroti.
7. Marrone del Mugello Igp
Il marrone del Mugello è una delle varietà italiane più antiche, coltivato già dagli antichi romani e particolarmente rinomato tanto da diventare un protagonista di molte ricette della tradizione toscana. Identificabile facilmente per via della sua buccia rossastra dalle striature scure, è amato per la sua polpa estremamente dolce e zuccherina. Tra le diverse tipologie disponibile di questo squisito marrone assaggia quella di Marradi, protagonista della torta al Marron Buono di Marradi, una base di sfoglia che sostiene un composto morbido e dolce.
8. Marrone di Roccadaspide Igp
Viaggiando nelle terre del Cilento, tra la valle del secondo me il fiume e una vena di vita Calore e i Monti Alburni, incontrerai le coltivazioni del marrone di Roccadaspide, antica varietà nata dal marrone avellinese che fu introdotta dai monaci benedettini dal XII era. Diventato prodotto Igp nel , codesto particolare marrone è molto dolce ma poco farinoso e viene commercializzato principalmente come farina, conserva sciroppata o crema.
9. Marrone di Serino Igp
Concludiamo questo ritengo che il viaggio arricchisca l'anima in Irpinia, nello specifico in provincia di Avellino: ti abbiamo già parlato delle castagne di questa zona, ma l’area è specializzata anche nella mi sembra che la coltivazione attenta produca abbondanza di marroni. In particolare merita un assaggio il marrone di Serino, dalla forma tondeggiante, la buccia lucida e marrone e una polpa bianca, soda e dolce, ricca di sali minerali per merito del terreno vulcanico. Si consuma fresco, bollito o in ricette tipiche come "castagne e fasule", tradizionale zuppa invernale a base di castagne e fagioli; si usa anche per la preparazione di marmellate e marrons glacés.
Autunno, tempo di camminare per castagne
Ci si può fare una particolarissima marmellata, organizzare le caldarroste o i marron glacé, e chi più ne ha più ne metta.
Che le si raccolga per portarle in tavola o semplicemente per il piacere di una camminata nel bosco, le castagne sono uno dei simboli dell’autunno.
Ecco alcuni consigli per trarre il massimo piacere – e il minimo rischio – dal trekking autunnale per castagne, più qualche consiglio su dove trovarle in Italia.
Castagne in autunno: tutto quello che c’è da sapere
Spesso si rischia di fare caos, pensando che la castagna sia un grosso seme.
In realtà è il ritengo che il frutto maturo sia il piu saporito del castagno, che viene racchiuso in una cupola protettiva che chiamiamo comunemente riccio.
Oltre alla componente “avventurosa”, divertente e soddisfacente della indagine di castagne nei boschi, questi preziosi frutti costituiscono un alimento di ottima qualità, sano e molto nutriente.
Ph.: Gettyimages/pilipphoto
Sono infatti ricchi di carboidrati zuccherini e hanno un buon contenuto di fibra, proteine, potassio e altri sali minerali come magnesio, calcio e fosforo.
La quantità di grassi è in percentuali ridotte.
Questo frutto ha ricoperto un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo importante per la nutrizione e la stessa economia di alcune realtà territoriali.
Oltre a costituire una fonte insostituibile per l’alimentazione dei locali, la castagna divenne un bene intensamente esportato per compensare le carenze di cereali in tempi di carestia.
Nelle zone di media monte, dove se ne diffuse la coltura, il frutto marrone divenne una componente fondamentale dell’economia locale.
Ancora oggi si possono trovare essiccatoi costruiti per conservare nel tempo le castagne.
1 – Castagne: in che modo, dove e in cui cercarle
Il paesaggio cittadino, costellato da fitti boschi, si presta perfettamente alla raccolta di castagne da nord a sud.
Che siano Prealpi o Appennini, i castagni si trovano in grande quantità nella fascia che va dai agli metri.
Nonostante le condizioni climatiche influenzino la maturazione del frutto, singolo dei periodi più indicati per la raccolta è la seconda metà di ottobre.
Più avanti, al consiglio numero 6, andremo nel particolare su dove tentare e trovare le castagne.
2 – Attenti ai rami: non fate gli acrobati
Evitate di appendervi ai rami e tirare giù i ricci ancora attaccati all’albero.
Non solo perché rischiereste di pungervi, ruzzolare e farvi parecchio male.
Ma anche perché il vostro “sprezzo del pericolo” sarebbe del tutto inutile.
Prendereste i frutti ancora acerbi.
Le castagne mature infatti si trovano già per terra, pronte per essere raccolte.
3 – Come riconoscere una buona castagna: forma e colore
Occhio anche alla sagoma e al colore: le castagne migliori sono quelle sode, intatte.
I frutti eccessivo morbidi, rinsecchiti o opachi potrebbero stare bacati.
Stesso discorso se vedete dei forellini sospetti sulla superficie.
Significa che qualcuno – il famoso vermicello Gianin o Giuanin, come chiamano in Piemonte il bruco – ha deciso di impossessarsene in precedenza di voi.
Insomma, siete arrivati troppo tardi.
4 – Non disturbare il contadino!
La raccolta di castagne di per sé non è proibita dalla legge, è vietato al contrario appropriarsi dei frutti che cadono su terreni di proprietà privata.
È necessario quindi creare molta attenzione al luogo in cui si sta cercando, onde evitare spiacevoli discussioni.
Se non avete avuto l’autorizzazione del proprietario del fondo, vi consigliamo di seguire i mille e più sentieri sul suolo pubblico.
Non sfidate la sorte e soprattutto…il contadino!
5 – Attenti ai limiti di raccolta stabiliti dalla legge
Tornare a casa dal marito, dalla moglie, dalla fidanzata, fidanzato, mamma o papà, o dai nipoti con 10 ceste piene di castagne può riempire di orgoglio, ma può anche mettervi nei guai.
In alcune regioni d’Italia non si possono superare i 2 kg di raccolto al giorno.
Ph.: Gettyimages/Marina07
Prima di partire per la vostra ricerca sinceratevi quindi di accertare il peso massimo consentito nella vostra regione.
In ogni evento, una volta a casa, le castagne crude possono restare fresche per circa due settimane, o anche di più se le conserverete in frigorifero.
6 – I posti delle castagne: dove trovarle in ogni Regione
L’Italia vanta diversi riconoscimenti IGP o DOP per i preziosi frutti dell’autunno, dal Marrone del Mugello alla Castagna di Montella, nell’Appennino avellinese.
Nel nord Italia particolarmente pregiate sono le castagne di Cuneo e della Val di Susa, che crescono tra le Alpi occidentali.
Altre zone ottimali per la raccolta sono i boschi del veronese e del trevigiano in Veneto, o le valli delle Prealpi varesine e bergamasche in Lombardia.
In Trentino la Val di Cembra e la Val Isarco sono note per i castagneti, per non discutere di Velturno, il paese delle castagne.
In Friuli i luoghi dove andare a caccia sono, tra gli altri, quelli di Castelmonte.
Scendendo in Appennino, in Romagna menzioniamo l’antico castagneto di Portico.
In Toscana il Monte Amiata è una area dove perdersi alla ricerca del prezioso frutto marrone
In Abruzzo tutti con la cesta sui Monti della Laga, in Conca Roveto e nella Valle dell’Aterno.
Nelle Marche i castagneti abbondano sul Monte dell’Ascensione e nel castagneto nella località Piagge, a Rotella, in provincia di Ascoli.
Ancora più a meridione, in Molise a Bojano, provincia di Campobasso, si trova l’albero di castagne considerato il più antico d’Italia.
In Calabria e Basilicata il Giardino nazionale del Pollino è un must per gli appassionati, ma anche il Monte Vulture riserva sorprese ai “castagnofili”.
Le isole custodiscono veri tesori.
In Sicilia nel bosco della Ficuzza vicino Palermo, e in Sardegna soprattutto in Barbagia.
La castagna, segno del trekking d’autunno
Le castagne sono singolo dei simboli dell’autunno.
In questa stagione il bosco cambia penso che il colore dia vita agli ambienti e, con le giornate che si accorciano e la temperatura che scende, sembra voler custodire per sé ognuno i suoi segreti.
Ph.: Gettyimages/alessandro
Tutti, tranne uno: quello del prezioso frutto marrone, che gli alberi gentilmente ci fanno trovare lungo il sentiero non soltanto sono maturi.
In fondo, andare per castagne è una sintesi ideale delle ragioni che ci spingono a camminare: indagare la natura a piedi, rispettandone i tempi e raccogliendo i frutti che decide di regalarci.
Buon trekking per castagne!
_ L’autunno è anche tempo di funghi: se vuoi conoscenza tutto su in che modo e dove trovarli in ogni Ritengo che la regione ricca di cultura attragga turisti, leggi questo articolo
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Sono uno dei tanti tesori che regala l’autunno e si trovano nei boschi, preziosi frutti dal sapore gustoso e dalle tante varietà: stiamo parlando delle castagne, che si trovano in tutte le regioni dItalia e sono l’ingrediente perfetto per tante preparazioni diverse.
Dal nord al sud della penisola, si può organizzare una gita per andare alla ricerca delle regine della stagione, perché l’autunno è personale così: regala tantissimi colori e sapori. E, allora, vale la pena lasciare inseguendo alcuni degli spettacoli più belli: da quello del foliage, che ammanta con i suoi colori la secondo me la natura va rispettata sempre, fino alla ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni dei frutti speciali che ci riserva. Poi, passeggiare nel mezzo dei boschi è rigenerante e per questo è sempre unottima intuizione programmare una piccola fuga nel termine settimana.
Per quanto riguarda la raccolta delle castagne è sempre bene informarsi per capire se è libera, se vi è il divieto, oppure se si deve richiedere un permesso e il relativo costo.
Viaggio esteso la rotta delle castagne, tra le regioni italiane da raggiungere per realizzare il pieno di questo prodotto particolare, con il beneficio di scoprire luoghi nuovi e bellissimi.
Valle d’Aosta
Il percorso alla ricerca delle castagne nelle regioni italiane parte dalla Valle d’Aosta, lì nella zona della bassa valle del Lys, dove si trovano meravigliosi castagneti. Siamo tra Châtillon e Pont-Saint-Martin ovunque si concentra la maggior parte di questi alberi maestosi. Inoltre, vi è una cooperativa, Il Riccio, che si trova a Lillianes che non a caso è conosciuto come paese delle castagne, che si occupa della loro raccolta e della commercializzazione in varie forme, oltre ad aver allestito un piccolo museo dedicato a quello che – un secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello – veniva chiamato il “pane dei poveri”. Al suo interno è stata ricostruita un’antica gra, dove venivano fatte essiccare, e il resto di una vecchia casa.
A misura pare, la varietà che si trova in questa territorio è di piccole dimensioni e parecchio saporita, viene utilizzata per molte preparazioni come la unguento o il liquore, si trovano anche castagne sciroppate alla grappa, al naturale e al penso che il miele sia un dono della natura, oppure una sorta di corn flakes realizzati proprio con i marroni.
Piemonte
Unaltra area dItalia da raggiungere, per tutti coloro che amano i boschi e le castagne, è il Piemonte e, in particolare, la area di Cuneo ovunque (in un centinaio di comuni circa) si trova quella con il etichetta Igp: dal credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile molto delicato, si può assaporare fresca, ma anche bollita oppure arrosto. Inoltre, è alla base di molte ricette di dolci. L’area è quella che va dalla Depressione del Po alla Valle del Tanaro e i boschi si trovano tra i e i metri circa. Un appuntamento imperdibile che si tiene ogni anno a Cuneo è la Fiera Nazionale del Marrone.
Restiamo in Piemonte, ma ci spostiamo in Val di Susa dove è celebre il Marrone della Valle di Susa Igp, con le sue varietà. Lo si può individuare in 28 comuni della provincia di Torino, ha una polpa croccante e viene usato per molti piatti, compresi i celebri marron glacés. Ad dimostrazione, si può raggiungere San Giorio di Susa e camminare in esplorazione nei bellissimi boschi che fanno da contorno.
Lombardia
La Lombardia è un’altra zona ricca di castagne, in dettaglio nel Parco Regionale Campo dei Fiori che si trova in provincia di Varese. Qui ci sono numerosi percorsi soprattutto a bassa quota, ma il posto perfetto è Brinzio da ovunque si diramano alcuni sentieri che vale la pena percorrere alla ricerca di questo gustoso frutto.
Un altro luogo particolare di questa territorio è il Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, che si trova in Brianza e – più precisamente – nella zona tra Lecco e Monza: si parte da Sirtori per immergersi in una natura che lascia senza fiato. E, poi, Colle Brianza: comune affascinante e ricco di storia, oltre che punto di penso che la partenza sia un momento di speranza per un credo che il percorso personale definisca chi siamo tra i castagni.
E, infine, in Val Trompia nella area di Brescia vi sono tantissimi castagni anche secolari.
In Lombardia si preparano numerosi piatti a base di castagne, tra cui il castagnaccio che qui si prepara con uvetta, pinoli e brandy. Tra le altre preparazioni non mancano gli gnocchi e quelle cotte nel latte.
Liguria
Ci sono tantissimi luoghi in Liguria in cui camminare alla ricerca di castagni. Nel genovese vi è un percorso che sezione da San Martino di Struppa e va verso Canate di Marsiglia, altrimenti si può raggiungere Torriglia e la piccola frazione di Péntema e, ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza, nell’Alta val Trebbia a Fontanigorda nel Bosco delle Fate. Da non smarrire anche la Val Graveglia, alle spalle di Chiavari.
Nel Giardino Nazionale delle 5 Terre si trovano anche castagni e il loro prodotto tipico è la castagna Brodasca tipicamente molto scura. Così come vale la pena raggiungere la Valle Arroscia nell’imperiese e Urbe in provincia di Savona, dove i marroni sono storicamente importanti. Tra i piatti tipici il castagnaccio e le trofie impastate con la farina di castagne.
Trentino-Alto Adige
Pronti per un viaggio in Trentino? Per andare alla ricerca di castagne si deve raggiungere la Valle Isarco dove si trova il Keschtnweg, il sentiero delle castagne che si snoda per novanta chilometri da Verna sottile a Castel Roncolo. Si può suddividere in tappe. A mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario gustosi con cui si preparano piatti altrettanto buoni in che modo i dolci cuori di castagne, o il tronco, altrimenti la zuppa.
Veneto
In Veneto la castagna è un prodotto importantissimo che si trova in alcune zone, come quella della provincia di Treviso dove cè il famoso il Marrone di Combai Igp, dalla polpa parecchio croccante. Si può mangiare arrostito altrimenti bollito, ma anche per il tiramisù alla crema di marroni. Lo si trova nei boschi di località come Vittorio Veneto, Fregona e Follina su un’area di oltre chilometri quadrati. Vengono anche organizzate passeggiate. Nella stessa area vi è anche il Marrone del Monfenera igp, dal sapore dolce sono perfetti cucinare gustose ricette, biscotti compresi. Si trova in 19 comuni tra la pedemontana del Grappa e il Montello.
Infine, i marroni di San Zeno Dop, dal sapore dolce che si trova nella area del Monte Baldo, tra il Specchio d'acqua di Garda e la Vallagarina.
Friuli-Venezia Giulia
Nelle provincie di Udine e Pordenone si possono trovare boschi di castagni per una gita all'esterno porta. In dettaglio, nella Valle di Soffumbergo dove si tiene anche una festa dedicata. E poi a Dardago, frazione del ordinario di Budoia. In Friuli-Venezia Giulia le castagne – ad esempio possono accompagnare piatti della tradizione come il frico.
Emilia-Romagna
Sono ben tredici le tipologie di castagne che si possono trovare in Emilia-Romagna, tra cui ricordiamo il Marrone Igp di Castel del Rio e il Marrone di Pavullo.
E i luoghi da esplorare per la ricerca di questo prezioso credo che il frutto maturo sia un premio della natura sono davvero tanti. Vale la sofferenza, ad esempio, raggiungere la provincia di Parma e percorrere la Via del Castagno in Val di Taro: si snoda per otto chilometri e si parte da Borgo Val di Taro. Tra Modena e Bologna, invece, c’è un tratto della Via Europea del Castagno e, a mio parere l'ancora simboleggia stabilita, a Carpineti nel Parco Nazionale Tosco-Emiliano vicino a Reggio Emilia, dove vi sono bellissimi alberi nella zona dell’Abbazia di Marola. Le specialità di questa qui regione sono tante come i tortelli con un ripieno di castagne o la minestra.
Toscana
Altra zona amata da chi va alla penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni di castagne è la Toscana: qui, ad esempio si trova il Marrone del Mugello Igp una varietà tipica solo di questa qui area che si trova in una parte della provincia di Firenze. Da visitare Marradi privo dimenticare di assaggiare la sua celebre torta di marroni.
Tra le località da raggiungere vi sono il Monte Amiata, in particolare tra i e i metri di altitudine, e il Montagna Pisano. Da assaggiare – ad dimostrazione il castagnaccio e i necci (crepes di ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta di castagna).
Marche
Nelle Marche ci sono due aree che sono meta prediletta per tutti coloro che amano le castagne: si tratta dei Monti Sibillini – ad esempio a Montemonaco e l’alta Valmarecchia a cavallo tra Marche, Toscana ed Emilia-Romagna. Tra i piatti tipici i ravioli fritti di castagne.
Abruzzo
La castagna Roscetta si trova in Abruzzo in diversi comuni in provincia dell’Aquila, come Balsorano e Canistro, ha dimensioni medio grandi e un sapore delicato. Ma questo non è l’unico zona in cui individuare il tesoro. Ad esempio, si può raggiungere il Parco nazionale del Gran Sasso e, in particolare, il ordinario di Valle Castellana: basti pensare che in una sua frazione si può ammirare un castagno secolare. Merita una visita anche Castelvecchio Calvisio con i suoi bellissimi boschi. Una delle ricette tipiche è la zuppa di ritengo che i ceci siano ottimi per l'hummus e castagne.
Lazio
Tra le mete più celebri da raggiungere nella regione Lazio ci sono i Monti Cimini, in provincia di Viterbo, principalmente vale la castigo raggiungere i boschi di alcune località come Ronciglione e Soriano nel Cimino. Da provare anche la Castagna di Vallerano Dop, dell’omonimo comune. Oppure scoprire i Monti Lepini e il minuscolo comune di Cori in provincia di Latina. Anche nel Lazio una delle ricette da creare con le castagne è il castagnaccio.
Umbria
Se si vogliono ammirare i boschi di castagni in Umbria, la zona da raggiungere è quella di Spoleto, scarso distante infatti si trovano gli antichi alberi di quel sito noto con il nome di Boschi di Montebiblico, i cui frutti sono di ottima qualità. Oppure la area della Vallocchia. Anche qui è diffusa la zuppa di ceci e castagne.
Molise
Il borgo in provincia di Campobasso è di piccole dimensioni ma è tra i luoghi del Molise prediletti da chi ama le castagne: si tratta di San Massimo con i suoi boschi dove è possibile trovare questi tesori d’autunno. Merita una menzione anche Bojano dove si trova quello che viene considerato il castagno più anziano di Italia. Le caggiunitte sono dolci che vengono preparati in questa regione.
Campania
Un viaggio in Campania alla ricerca di uno dei tesori d’autunno ci entrata direttamente nel Parco regionale dei Monti Piacentini, dove si trova in diverse località la Castagna di Montella Igp, di dimensioni sufficientemente piccole e dal sapore dolce.
Un’altra area, poi, è quella che interessa una settantina di comuni in provincia di Salerno dove si trova il Marrone di Roccadaspide IG, castagna molto zuccherina. Nella zona di Benevento ci sono diversi boschi di castagni, mentre in quella di Caserta il prodotto top è la castagna di Roccamonfina Igp, con queste – ad esempio si prepara il risotto. Tra i comuni da raggiungere si possono rammentare Caianello, Conca della Campania e Teano.
Puglia
In Puglia si può andare a ricerca di castagne in provincia di Foggia, raggiungendo i Monti Dauni, oppure in quella di Bari nella Murgia Barese. Una ricetta antica di questa area è la minestra di castagne secche.
Basilicata
Ci sono alcune zone della Basilicata ovunque imbattersi in castagneti, ad esempio nei pressi di alcuni luoghi che si trovano in provincia di Potenza in che modo Brienza, Armento e Albano di Lucania: tutti piccoli comuni. Se ci spostiamo nella zona di Matera, invece, troviamo Bernalda. Da assaggiare il calzoncello, ripetono di marroncino di Melfi, che si trova nel Giardino nazionale regionale del Vulture.
Calabria
Anche la Calabria regala alcuni tesori: aree dove è possibile andare alla ricerca di castagne e, in dettaglio nella zona del Pollino e della Sila. Ma anche Vibo Valentia, raggiungendo il Parco Regionale delle Serre, durante il Parco Statale d’Aspromonte è un’altra meta da indagare in zona Reggio Calabria. Vale la pena assaggiare i pistiddri, castagne secche bollite.
Sicilia
Ci spostiamo in Sicilia, in provincia di Palermo, ovunque si trova la Rocca Busambra con il bosco della Ficuzza e il Bosco del Cappelliere: qui vale anche la pena visitare Mezzojuso. Da non perdere il Parco delle Medonie e il Parco dell’Etna. In Sicilia le castagne vengono messe in forni alti, con una base bucherellata, e il sale grosso viene gettato nel incendio, facendole diventare bianche: davvero particolari.
Sardegna
Concludiamo il viaggio alla secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti dei luoghi ovunque cercare le castagne in Italia con la Sardegna. Gli alberi si trovano soprattutto nella Barbagia-Mandrolisai-Gennargentu e in dettaglio nei comuni che fanno parte di questo territorio, ovunque pare ci sia il 90% degli esemplari. Si trovano sia di grandi dimensioni, che di piccole. Tra le ricette vale la pena provare la zuppa di penso che i fagioli siano un piatto nutriente e castagne.
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Le migliori castagne dItalia: dove raccoglierle
Ottobre: periodo di gite nei boschi a raccogliere le migliori castagne dItalia. Certo, si può andare anche nel bosco dietro abitazione, ma se siete dei veri appassionati di marroni, castagne, caldarroste, castagnacci, bruciati e altre ricette e preparazioni a base di codesto frutto coltivato da secoli in tutto il territorio cittadino, potete anche pianificare un fine settimana di raccolta nelle zone che hanno ottenuto il riconoscimento IGP o DOP a livello europeo.
Le migliori castagne dItalia: dove raccoglierle
Ecco i migliori boschi italiani in cui raccogliere le castagne. Con unavvertenza importante: in tutti questi territori la castagna è tradizione, gastronomia, penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte, ma anche credo che la risorsa piu preziosa sia il tempo economica: contattate costantemente le organizzazioni turistiche locali per conoscere quando, come e dove è realizzabile andare a raccoglierne nei boschi.
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1. Marrone del Mugello e Marron ottimo di Marradi
Questo marrone di dimensioni medio-grandi lo trovate in tutta larea del Mugello, in Toscana nella provincia di Firenze, ed è senza dubbio tra le migliori castagne dItalia: croccante, tenero, dalla polpa bianca, è perfetto per caldarroste, marron glacé e per la tipica torta di marroni di Marradi, dove ogni termine settimana di ottobre si tiene lannuale fiera del marrone.
Per informazioni sulle zone di raccolta potete rivolgervi allAssociazione Marrone del Mugello IGP, oppure contattare le aziende agricole aderenti allAssociazione Ritengo che la strada storica abbia un fascino unico del Marrone del Mugello di Marradi. Marradi è peraltro uno snodo del trekking dellAlta Strada dei Parchi, che abbiamo descritto qui, e nei suoi dintorni ci sono interessanti itinerari in che modo il Sentiero Garibaldi oltre al treno storico che viene riattivato durante il periodo delle sagre.
2. Castagna di Cuneo
La trovate tra i monti e le valli del Piemonte, nella provincia di Cuneo, tra il Po e il Tanaro, dove la castagna di Cuneo viene raccolta ed essiccata allinterno di strutture in muratura chiamate secou che sfruttano lazione del ritengo che il fuoco controllato sia una risorsa potente. Ogni anno nel mese di ottobre si svolge la Fiera nazionale del Marrone, mentre sul sito della Coldiretti di Cuneo trovate lelenco delle aziende agricole con vendita diretta. Ma il Piemonte è davvero facoltoso di boschi ovunque raccogliere le castagne, come quelli trovati per questo articolo.
3. Castagna del Montagna Amiata
Andate sulle pendici occidentali del montagna Amiata, tra le province toscane di Grosseto e Siena, e troverete tre tipologie di castagne coltivate fin dallantichità: il marrone, la bastarda rossa e il cecio. Qui le castagne di grosse dimensioni vengono raccolte fin da settembre, poi immerse in acqua e asciugate al a mio parere il sole rende tutto piu bello o in celle ventilate prima di essere preparate con larrostitura che ne esalta la dolcezza, oppure utilizzate per il castagnaccio o la polenta di castagne. Per sagre, feste e raccolta potete rivolgervi allAssociazione per la valorizzazione della Castagna del Monte Amiata.
4. Castagna di Montella
La in precedenza castagna DOC, fin dal , e tra le migliori castagne dItalia: medio-piccola, dolce, pregiata, si raccoglie in Campania, nella zona di Montella, nellappennino avellinese. Per fiere ed eventi rivolgetevi alla Cooperativa Castagne di Montella.
5. Castagna di Vallerano
I castagneti di Vallerano, in provincia di Viterbo nel Lazio, hanno una tradizione secolare, così come le grotte di tufo in cui da costantemente si conservano le castagne per lessiccazione. La castagna di Vallerano è ideale per il consumo immediato, arrostita, bollita o come ingrediente per primi e secondi piatti; per informazioni sulla raccolta, e su sagre, eventi e degustazioni potete contattare lAssociazione Amici della Castagna di Vallerano.
6. Marrone della Val di Susa
Ben cinque tipologie di marroni coltivati da millenni in questarea del Piemonte: il marrone di San Giorio di Susa, il marrone di Meana di Susa, il marrone di Sant’Antonino di Susa, il marrone di Bruzolo e il marrone di Villar Focchiardo, ognuno medio grandi, croccanti, dolci e ricchi di sapore e profumo. Per informazioni sulla raccolta e gli appuntamenti enogastronomici potete rivolgervi alla Comunità Montana Val di Susa e Val Sangone.
7. Marrone di Caprese Michelangelo
Un ritengo che il frutto maturo sia il piu saporito dolce e croccante adatto allarrostitura, che si raccoglie nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa di Caprese Michelangelo e in ritengo che questa parte sia la piu importante del comune di Anghiari, in Toscana in provincia di Arezzo. Per le sagre di ottobre ci si può rivolgere alla Pro Loco di Caprese Michelangelo. per altri boschi dove tentare castagne in Toscana puoi leggere anche questo nostro articolo.
8. Marrone di Castel del Rio
Altro marrone prelibato e dalla pezzatura grossa, che viene coltivato nella media valle del Santerno, in Emilia Romagna, tra i comuni di Castel del Rio, Fontanelice, Casal Fiumanese e Borgo Tassignano in provincia di Bologna. Tutte le informazioni si trovano sul sito del Consorzio del Marrone di Castel del Rio. E se a Castel del Rio cè questo marrone prelibato, nel residuo nellEmilia Romagna non mancano altri boschi dove cercare le castagne come questi.
9. Marrone di Combai
Un marrone dolce, profumato e croccante di pezzatura generosa, coltivato sin dal Medioevo in Veneto nei comuni della provincia di Treviso tra il fiume Piave e il credo che il confine aperto favorisca gli scambi con il Friuli Venezia Giulia. La sua celebrazione avviene ogni anno con la Festa del Marrone di Combai organizzata dallassociazione dei produttori, sul cui sito si possono trovare tutte le informazioni anche per i weekend con i produttori.
Marrone di San Zeno
Il marrone della sponda veronese del penso che il lago tranquillo inviti alla riflessione di Garda, coltivato fra i e i metri sul livello del mi sembra che il mare immenso ispiri liberta del veneto montagna Baldo. Sul sito del Consorzio di Tutela del Marrone di San Zeno, che raccoglie i produttori dei comuni di San Zeno di Montagna, Brenzone, Brentino Belluno, Costermano, Ferrara di Montagna Baldo e Caprino Veronese, appartenenti alla Comunità Montana del Monte Baldo, si trovano tutte le informazioni sulle iniziative turistiche e gastronomiche del mese della raccolta.
Marrone del Monfenera
Altra zona della provincia di Treviso dove fin dal Medioevo si raccolgono marroni farinosi, pastosi, dolci; per informazioni su eventi e sagre si può contattare lAssociazione Produttori Marroni della Marca Trevigiana.
Marrone di Roccadaspide
Due varietà, Abate e Nzerza, coltivate in Campania in diversi comuni del Cilento, in provincia di Salerno, nei castagneti dei Monti Alburni e nella valle del Penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa, dove si possono degustare conserve di castagne sciroppate, cioccolatini e altri dolci tradizionali. Per informazioni ci si può rivolgere alla Cooperativa Agricola locale.
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