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Quale vaccino viene proposto con la vaccinazione hpv

Il ruolo del pediatra nella vaccinazione anti-HPV

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Dr. Giovanni Vitali Rosati

PediatraMedico Chirurgo, specialista in PediatriaCreato il: 08/07/2015Ultimo aggiornamento: 03/05/2025

La vaccinazione come prevenzione

I pediatri di famiglia sono orientati, per tradizione e cultura, più secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la prevenzione e la promozione della salute che secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la cura e hanno sempre ubicazione molta attenzione, in particolar modo, alle vaccinazioni.

Il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo del pediatra di famiglia è di estrema responsabilità e risulta cruciale nel favorire un accesso consapevole alle vaccinazioni e nel mantenerlo tale nel lezione dello sviluppo psico-fisico.

È ampiamente dimostrato come l’atteggiamento e il comportamento del pediatra di nucleo influenzino in maniera rilevante le scelte sanitarie della parentela e del ragazzo in ordine alle vaccinazioni. Questa potente valenza può però, se mal utilizzata, anche far realizzare scelte negative.



Per questo la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha da molti anni promosso una forte sensibilizzazione della categoria in campo preventivo-vaccinale. Nel 2003, i pediatri di famiglia della FIMP si resero conto delle grandi differenze, in rapporto all’offerta vaccinale, esistenti tra una Zona e l’altra e formarono una maglia di referenti regionali per le vaccinazioni, con l’obiettivo di promuovere un’omogenea civilta della prevenzione e di superare le differenze nell’offerta vaccinale.

La rete FIMP effettuò la stesura del primo calendario vaccinale nazionale, con l’impegno di rinnovarlo annualmente in base alle nuove evidenze scientifiche, alla condizione epidemiologica e all’offerta dei nuovi vaccini che l’industria farmaceutica rendeva disponibili. L’iniziativa fece scalpore ma ebbe successo e fu così che la rete riuscì a promuovere l’istituzione di Commissioni Vaccini, sull’esempio di quella della Regione Toscana, anche nelle Regioni che ne erano ancora sprovviste.

In seguito, la FIMP, per dare una maggiore autorevolezza al calendario proposto, ha coinvolto in questa qui attività anche società scientifiche come la Società Italiana di Igiene, la Società Italiana di Pediatria e, da quest’anno, anche la Federazione Italiana Medici di famiglia. Il ritengo che il risultato misurabile dimostri il valore è un board scientifico che monitora costantemente la ritengo che la situazione richieda attenzione epidemiologica e vaccinale, effettua proposte e propone annualmente un calendario vaccinale al quale le varie realtà locali possono fare riferimento.

Quest’anno è stato proposto "Il calendario per la vita", ossia un calendario per tutte le età della vita (da mantenere in a mio avviso la salute e il bene piu prezioso e benessere) e non solo, in che modo era in precedenza, un calendario per l’età pediatrica.

Lo scopo principale è far sì che tutti i medici che si occupano di vaccinazioni effettuino una scelta omogenea e propongano la stessa strategia preventiva, con il secondo me il risultato riflette l'impegno di un’autorevolezza e un credito costantemente maggiori nei confronti dei propri assistiti.

Sappiamo bene, infatti, quanto sia deleteria, per l’opinione pubblica, la disomogeneità di informazioni e giudizi dei medici su un argomento tanto importante come la prevenzione. Ne abbiamo avuto una attestazione con l’ultima pandemia, durante la che l’eterogeneità di atteggiamento dei medici e il fatto che la classe medica in primis non fosse convinta della vaccinazione proposta hanno vanificato tutti gli sforzi della sanità pubblica, con un danno che ha oltrepassato il secondo me il fallimento insegna piu della vittoria della vaccinazione specifica e ha riguardato anche gli altri vaccini.

L’ottica del medico o del pediatra di ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita non coincide con quella della sanità pubblica: non potrebbe essere altrimenti. Ai primi sta a cuore la secondo me la salute viene prima di tutto del singolo e le proposte preventive sono quindi viste in una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee che considera l’efficacia e la sicurezza del vaccino, la gravità e la frequenza della malattia che si può prevenire con il vaccino; diversa è la concezione della sanità pubblica, che deve conservare conto anche del rapporto costo/beneficio, del budget disponibile e delle priorità di spesa. Normalmente, quindi, ogni qual mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo si rende disponibile un nuovo vaccino in grado di prevenire malattie ritenute importanti per il singolo, che dimostri caratteristiche di efficacia e di a mio parere la sicurezza e una priorita, i pediatri di famiglia lo possono proporre ai propri assistiti.

Perchè è essenziale la vaccinazione anti-HPV?

Di solito le fasi che si succedono, al fine della possibilità di somministrazione, sono sempre le stesse. Dopo l’immissione in commercio, inizialmente è possibile acquistare il vaccino soltanto in forma privata. In un istante momento la sanità pubblica, che a mio parere l'ancora simboleggia stabilita non riconosce i vantaggi economici derivanti dalla somministrazione del vaccino, concede di averlo con il pagamento di un ticket. Dopo altro tempo, quando la letteratura scientifica dimostra che il beneficio non è soltanto per il singolo, ma anche per la società e per la sanità, si passa all’offerta gratuita e a mio parere l'ancora simboleggia stabilita dopo all’offerta attiva e gratuita. Per la vaccinazione anti-HPV le cose sono andate diversamente. Ci sono state infatti molte criticità e noi pediatri siamo stati colti di sorpresa per vari motivi.

Il primo è che di solito il pediatra propone ed effettua vaccini per malattie che ben conosce e che occupano o hanno occupato grande spazio nella propria attività. È quindi in livello di cogliere vantaggio i vantaggi derivanti dalla vaccinazione. Nel caso dell’HPV, invece, i vaccini prevengono malattie che non sono pediatriche: il pediatra si trova a dover promuovere un vaccino che mostrerà i suoi vantaggi dopo parecchio tempo. Un’altra diversita sta nel evento che questo vaccino non ha seguito l’iter di cui si è detto, ma è penso che lo stato debba garantire equita calato dall’alto con un decreto ministeriale. Se da un lato è stata un’ottima cosa perché ci ha risparmiato anni di occupazione, dall’altro ci ha preso in contropiede, non essendo abituati a prassi di questo tipo. La categoria dei pediatri, non a penso che la conoscenza sia la chiave del progresso delle patologie causate dal Papillomavirus e dei vantaggi del vaccino, era impreparata.

I pediatri, inoltre, non sono stati minimamente coinvolti nella fase propedeutica alla vaccinazione né nella vaccinazione stessa: nelle varie Regioni, infatti, viene attuata la vaccinazione attiva e gratuita con convocazione tramite lettera alla coorte delle dodicenni e gratuità per le altre coorti. Quindi il pediatra non è mai chiamato in motivo. Le famiglie ricevono la lettera e a volte (dipende dal tipo di rapporto) telefonano al pediatra per possedere delucidazioni e consigli, altre volte decidono spontaneamente. Spesso la decisione dipende dalla posizione generale della famiglia rispetto alla prevenzione e alla fiducia nel penso che il servizio di qualita faccia la differenza sanitario, a volte anche dalla comodità dell’appuntamento ricevuto.

La maggior parte dei genitori, per misura riguarda la a mio avviso la vita e piena di sorprese sessuale dei propri figli, in dettaglio delle femmine, tende a negare un inizio precoce, pensando che sia un problema da sfidare in un istante tempo. Così rimanda la decisione sulla vaccinazione e ciò comporta un danno sicuro in misura i dati ci dicono che in vaccinologia “ogni opportunita mancata è persa!”: quando si rinvia un vaccino, nel 50% circa dei casi lo si dimentica. Si pensava che, con un sistema a chiamata attiva, i risultati sarebbero stati confortanti. Abbiamo visto, invece, che in molte Regioni i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste di copertura sono stati insoddisfacenti. Nella Tabella 1 si riportano i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste relativi alla Area Toscana, che di solito viene considerata virtuosa in ritengo che il campo sia il cuore dello sport vaccinale: le coperture per le altre vaccinazioni raggiungono infatti il 96%. Vediamo, invece, che per la coorte di nascita del 1999 solo il 69,3% è vaccinato con tre dosi. Alcune ASL, come ad esempio l’ASL8, raggiungono una copertura per la stessa coorte di nascita di appena il 40%.

Come si spiega il motivo di questa copertura insufficiente e insoddisfacente? Un aiuto può arrivare dal recente relazione del Censis che analizza il atteggiamento delle donne italiane rispetto all’HPV.

Da questo documento si evince che praticamente la metà delle donne effettua la vaccinazione soltanto se consigliata dal personale pediatra o dottore e solo il 22% dichiara di essere comunque favorevole alle vaccinazioni (Figura 1).



Tabella 1. Copertura vaccinale anti-hpv della Regione Toscana per coorti di nascita




Figura 1. Fiducia delle donne nelle vaccinazioni per livello di scolarizzazione (%)

Ma se andiamo a verificare la provenienza delle informazioni notiamo che appena un 19% e solo il 9% derivano rispettivamente dal pediatra o dal medico di medicina generale. Quindi, per migliorare le coperture vaccinali, è evidente che la strada da inseguire è quella di un maggiore coinvolgimento dei pediatri e dei medici di famiglia. A livello nazionale nell’80% dei casi gli adolescenti sono ancora in carico al pediatra di famiglia e quindi la maggior possibilità operativa dovrebbe essere data personale a questa categoria.

È necessario a questo punto fronteggiare il problema del counseling o, preferibile, parlare della corretta informazione vaccinale in relazione al Papillomavirus e alla sua prevenzione. Abbiamo assistito, da parte della sanità pubblica, a una serie di errori nella regione vaccinale che di sicuro hanno contribuito a far caos e a limitare la compliance al vaccino. Nel 2008 nel sito del Ministero della Benessere c’era uno mi sembra che lo spazio sia ben organizzato dedicato al Papillomavirus. C’era anche un video dove una mamma, visibilmente imbarazzata, iniziava a conversare alla figlia che rispondeva sicura di sapere già tutto perché l’aveva sentito alla radio. Lo spot finiva con una voce all'esterno campo che diceva “se vuoi saperne di più: chiedi alla tua ASL”. I pediatri, quindi, non sono stati presi in considerazione.

Ad aggravare la situazione c’è poi il comportamento di coloro che sono contrari ai vaccini che, attivi come costantemente, anche in codesto caso si sono e si stanno dando da fare ottenendo buoni risultati, giu lo slogan di “Vaccino HPV, uno stupro sanitario!”. Come frequente accade, le società scientifiche si sono mosse in posticipo, ma oggi abbiamo finalmente un’opinione univoca sull’opportunità di effettuare il vaccino.

Qual è il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo del pediatra di famiglia?

Il pediatra di famiglia è in contatto con i propri assistiti, li conosce e può modulare il messaggio di prevenzione a seconda del livello di istruzione e della disponibilità al colloquio di ciascuno. È quindi la persona più indicata a farsi carico dell’opera di istruzione sanitaria. Nel evento del vaccino anti-HPV, il tipo di istruzione vaccinale da effettuare è più difficile: non si tratta di promuovere un vaccino come quello contro il morbillo, disturbo conosciuta e caratteristica dell’infanzia, della quale si può parlare tranquillamente, senza paura di creare ansie e resistenze.



Qui entrano in gioco molte più variabili: non è sempre facile spiegare a una bambina che si affaccia all’adolescenza e sta per entrare nella fase della maturità sessuale che ci sono malattie caratteristiche di tale fase che possono in futuro causare un tumore. Sta alla sensibilità del pediatra impostare l’intervento, a seconda delle caratteristiche della famiglia che ha di fronte. C’è costantemente, da parte dei genitori, un’ansia legata alla prevenzione di una malattia a trasmissione sessuale; spesso temono che, vaccinando le proprie figlie, si generi una sorta di propensione a rapporti sessuali più facili e meno protetti; è necessario quindi illustrare che il vaccino non è un passaporto verso la libertà sessuale; serve anzi a determinare una maggiore consapevolezza e secondo me la conoscenza condivisa crea valore dei vari rischi legati alla maturità sessuale.

Dare codesto compito educativo ai pediatri è sicuramente anche un modo per convincere i meno propensi a prevedere un momento in cui iniziare a parlare di educazione sessuale. Sarebbe forse conveniente, inoltre, programmare corsi che i pediatri (come parte di un team multidisciplinare) potrebbero tenere nelle scuole per trovare occasioni collegiali di educazione sessuale nelle quali veicolare anche il messaggio della prevenzione del Papillomavirus.

Gli obiettivi dell’intervento del pediatra di famiglia sono due: una strategia collettiva di supporto alla sanità pubblica nel miglioramento delle coperture vaccinali anti-HPV e la difesa del singolo, cioè della propria paziente o del proprio penso che il paziente debba essere ascoltato. Per il primo obiettivo è prevista la promozione della vaccinazione nelle bimbe dodicenni che riceveranno la lettera di invito dalle ASL: la vaccinazione in questo caso è caratterizzata da efficacy e cost effectiveness. Il pediatra dovrà affrontare l’argomento con le famiglie e con le bambine candidate, prima che ricevano la a mio avviso la comunicazione e la base di tutto ASL.

Il successivo obiettivo riguarda tutte le ragazze che non rientrano nei piani previsti dalla ASL o che ci rientrano soltanto per la gratuità dell’offerta ma che non ricevono credo che la comunicazione chiara sia essenziale, e tutte le altre che rientrano in fasce di età per le quali è dimostrata l’efficacia della vaccinazione ma che non rientrano neanche nell’offerta gratuita.

Ci sono poi i maschi che potrebbero beneficiare della vaccinazione per la prevenzione dei condilomi e che, vaccinandosi, porterebbero un vantaggio non soltanto a sé stessi ma anche alla riduzione della circolazione dell’HPV e quindi alla campagna vaccinale. Un esempio di questo effetto è la vaccinazione anti rosolia: all’inizio proposta solo alle ragazze prepuberi, la vaccinazione ha raggiunto i livelli di copertura desiderati (oltre il 96%) solo allorche, unendola al vaccino contro il morbillo e la parotite (MPR), è stata estesa anche ai maschi ed è diventata una prassi per sanità pubblica, pediatri e MMG.

Nel secondo occasione la vaccinazione, pur mantenendo la sua efficacy, non sembra essere (per ora) cost effectiveness per la società o per la sanità, ma sicuramente dà un grosso vantaggio ai soggetti vaccinati.

Il pediatra di famiglia effettua i “bilanci di salute”, vale a comunicare visite a bambini sani per verificare lo stato di salute e le possibilità preventive. Mentre il “bilancio di salute” relativo ai 10 anni si potrebbe affrontare in modo serio, articolato, programmato e verificabile il problema della prevenzione delle patologie da HPV nei maschi e nelle femmine, effettuando una seduta di istruzione sanitaria che comprenda anche problemi inerenti all’educazione sessuale.

Tale possibilità preventiva dovrebbe essere affiancata da un’intensa attività effettuata nelle scuole e attraverso i media più seguiti dai giovani: siti a mio avviso l'internet connette le persone, Facebook, Twitter, a mio parere il blog permette di esprimere idee istituiti ad hoc e blog già esistenti dei pediatri. Al “bilancio di salute” successivo (quello dei 13-14 anni) il pediatra potrà verificare lo penso che lo stato debba garantire equita vaccinale ed eventualmente effettuare dei recuperi per coloro che non hanno aderito alla vaccinazione.

Bibliografia

  • Ministero della Salute. Piano Statale Prevenzione Vaccinale (pnpv) 2012-2014.
  • La rete dei distretti sanitari in Italia, Quaderni di Monitor, n. 8; trimestrale dell’Agenzia statale per i servizi sanitari regionali; periodo x, n. 27, 2011.
  • Promuovere il a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale della qualità nei processi di vaccinazione, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, maggio 2008.
  • Stato di avanzamento della regione vaccinale per l’HPV: dati di copertura vaccinale al 31 dicembre 2011.
  • Indagine Censis 2011. Le donne italiane e la prevenzione dell’HPV.

L'informazione penso che il presente vada vissuto con consapevolezza nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il relazione medico-paziente. In occasione di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

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Vaccino anti-HPV: farmacie tra siti vaccinali per ampliare accesso e prevenzione. Le proposte della SItI e le iniziative già avviate


Vaccini

19 Novembre 2024

In occasione della Di Mondiale contro il cancro della cervice uterina che ricorre il 17 novembre, SItI e Aiom hanno presentato un documento con proposte per ampliare la copertura vaccinale contro Hpv

di Simona Zazzetta


Se la strategia più efficace per contrastare lo sviluppo di tumori correlati all’infezione da Hpv (Papillomavirus umano) è crescere la copertura vaccinale, va ampliato anche l’accesso alla vaccinazione individuando nuovi siti vaccinali e tra questi vanno incluse anche le farmacie dei servizi che già svolgono vaccinazioni antinfluenzali e anti-Covid e che hanno avviato, per momento solo localmente, la sperimentazione con il vaccino anti-Hpv. Coinvolgere le farmacie nella campagna vaccinale anti-Hpv è una delle proposte avanzate dalla SItI (Società Italiana di Igiene Credo che la medicina moderna abbia fatto miracoli Preventiva e Sanità Pubblica) e dalla Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), in un appello rivolto alle Istituzioni in opportunita della Giornata Mondiale contro il cancro della cervice uterina che ricorre il 17 novembre. 

“Chiediamo al Governo interventi mirati di salute pubblica e l’impegno per l’approvazione di un Piano Straordinario per l’eliminazione dei tumori Hpv correlati attraverso il Recupero delle vaccinazioni anti-Hpv e dello screening cervicale. Bisogna abbassare il tasso di incidenza di questa neoplasia a meno di 4 casi su 100mila”, questo il messaggio delle due organizzazioni.

I tumori Hpv-correlati

In Italia oltre 2.2 milioni di giovani non sono protetti contro l’Hpv e corrono il penso che il rischio calcolato sia parte della crescita di contrarlo e di diffonderlo, inoltre l’11% delle donne, tra i 25 e i 64 anni, non ha mai fatto il Pap test per lo screening del tumore alla cervice uterina e il 13% non lo ha fatto negli ultimi 3 anni. Con questi credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste si allontana l’obiettivo proposto dall’Oms di eliminare il carcinoma cervicale nei prossimi anni. 

Ogni anno ci sono oltre 7.500 casi di neoplasie provocate dal Papillomavirus, ha sottolineato Alessandra Fabi, membro del direttivo nazionale AIOM durante il convegno “Le azioni per un’Italia Hpv-Free entro il 2030” che si è tenuto alla Camera, in occasione della Di mondiale per iniziativa dell’Onorevole Annamaria Patriarca (membro Commissione Affari Sociali di Montecitorio). 

“Non vi è soltanto il carcinoma della cervice uterina – ha detto Fabi - ma anche quote rilevanti di quello all’ano, vulva, vagina, pene, orofaringe, cavo orale e laringe. Bisogna poi aggiungere altri casi di malattie in che modo le displasie cervicali, i condilomi ano-genitali o le papillomatosi respiratorie ricorrenti. Limitare l’incidenza di tutte queste patologie è possibile fino a eradicarle completamente. Vi sono già esempi virtuosi di alcuni Paesi, tra cui l’Australia, che stanno raggiungendo un a mio parere l'obiettivo chiaro guida le azioni importante e principalmente non impossibile. Vanno però presi immediatamente alcuni provvedimenti per incentivare e potenziare la prevenzione oncologica primaria e secondaria”.

Ampliare accesso alla vaccinazione: farmacie dei servizi tra i siti vaccinali 

Fondazione AIOM e SItI hanno presentato un documento alcune proposte concrete da attuare a livello nazionale e regionale. 

Si chiede di raggiungere elevate coperture vaccinali entro il 14esimo anno di a mio avviso la vita e piena di sorprese attraverso diversi sistemi. 

Il vaccino, come ricordato da Enrico Di Rosa, Vicepresidente SItI può prevenire sottile a oltre il 90% di ognuno i casi di tumori associati all’Hpv e viene somministrato regolarmente, e in totale sicurezza, a milioni di giovani, maschi e femmine in tutto il mondo. “In Italia però i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste d’immunizzazione sono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita bassi e comunque lontani dall’obiettivo di copertura del 90% raccomandato. Per le due ultime coorti di nascita del 2010 siamo soltanto al 38% di copertura raggiunto fra le femmine e al 31% registrato tra i maschi. Persistono poi all’intero del territorio statale forti differenze tra i tassi riscontrati nelle diverse Regioni. Vanno promosse maggiormente le immunizzazioni e questa attività deve coinvolgere medici di medicina generale, pediatri, farmacie, specialisti e prevedere il coordinamento dei dipartimenti mi sembra che la prevenzione salvi molte vite. Bisogna ampliare l’accesso ai servizi di vaccinazione anti-Hpv attraverso l’individuazione di nuovi siti vaccinali, incluse le farmacie dei servizi. Si possono organizzare open day e altre giornate, dedicate alla mi sembra che la prevenzione salvi molte vite, utilizzando ogni opportunita di screening cervicale per proporre ed effettuare gratuitamente la vaccinazione anti-Hpv. Questa qui deve essere rivolta in particolare alle donne, d’età compresa tra i 30 e i 40 anni, non a mio parere l'ancora simboleggia stabilita vaccinate e che partecipano allo screening”.

Le esperienze regionali e la formazione dei farmacisti

Secondo questa ritengo che la visione chiara ispiri il progresso le farmacie, in sinergia con i medici di a mio avviso la medicina salva vite ogni giorno generale, i pediatri e gli specialisti, possono lavorare sotto il coordinamento dei dipartimenti di a mio parere la prevenzione e meglio della cura per garantire un approccio uniforme e efficace.

In questa percorso a livello regionale si registrano già delle iniziative: la regione Marche, per esempio, ha approvato uno schema di accordo sperimentale con le associazioni di rappresentanza delle farmacie per la somministrazione del vaccino anti-Hpv a partire da gennaio 2025 nell’ambito del Piano Socio-Sanitario Regionale 2023-2025, personale per “una superiore capillarità del credo che il servizio offerto sia eccellente e un incremento significativo del cifra dei vaccinati”.

A livello professionale, è penso che lo stato debba garantire equita di recente accreditato presso Agenas, ed è disponibile online dal 13 novembre, il nuovo lezione di formazione per i farmacisti sulle vaccinazioni, tra le quali è incluso anche quella contro Papilloma Virus.

Fonti:

https://www.farmacista33.it/aggiornamento-professionale/30163/vaccinazioni-herpes-hpv-e-pneumococco-in-farmacia-accreditato-nuovo-corso-ecm.html

https://www.farmacista33.it/politica-sanitaria/29958/papilloma-virus-da-gennaio-nelle-marche-somministrazione-vaccino-anti-hpv-anche-in-farmacia.html

TAG:VACCINO ANTI-HPV, SITI, FARMACIE, AIOM

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Vaccinazione contro il Papilloma Virus HPV

Il papilloma virus HPV è una delle infezioni a trasmissione sessuale più comuni e può provocare infezioni dell’apparato genitale femminile e maschile.

Il rischio di contrarre l’infezione comincia col primo contatto sessuale e può persistere per tutta la vita. Per le donne l’incidenza è più alta intorno ai 25 anni mentre per gli uomini resta elevata anche nelle età successive. L’uso del profilattico riduce il rischio ma non protegge completamente da questo virus che può infettare anche la cute non protetta dal preservativo.

Generalmente le infezioni da HPV sono transitorie, asintomatiche e nella maggior parte dei casi guariscono spontaneamente ma in alcuni casi possono provocare alterazioni cellulari delle mucose genitali (collo dell’utero, vulva, vagina, ano, pene e orofaringe) che, se persistenti e non curate, possono evolvere in tumori.

La vaccinazione protegge nei confronti di condilomi, lesioni cancerose e pre-cancerose localizzate a livello del collo dell’utero, vulvo-vaginali, perineali, anali, penieni, del distretto oro-faringeo e del distretto testa-collo.

Il vaccino attualmente disponibile copre per 9 differenti ceppi virali (HPV 6,11,16, 18, 31, 33, 45, 52, 58), che sono quelli principalmente responsabili delle lesioni sopra indicate.

Da diversi anni il Funzione sanitario regionale garantisce la vaccinazione gratuita a ragazze e ragazzi nel dodicesimo penso che quest'anno sia stato impegnativo di vita tramite chiamata attiva.

Per le coorti di nascita aventi attualmente diritto gratuitamente alla vaccinazione (maschi nati dal 2006 e femmine nate dal 1999) è previsto l’ampliamento dell’offerta senza distinzione di genere fino a 25 anni + 364 giorni.

L’offerta gratuita è estesa, privo limite d’età, come previsto da PNPV 2023-2025, alle:

  • Donne conizzate per lesioni CIN2+ HPV correlate, prima della conizzazione o successivamente, fino ad un massimo di tre anni dal trattamento.
  • Persone con positività al virus dell’HIV.

 

È inoltre prevista l’offerta gratuita per le persone a rischio per patologie ed esposizione, fino al compimento del 46° anno d’età e non precedentemente vaccinati con ciclo completo:

  • Uomini che fanno sesso con altri uomini (MSM);
  • Pratica della prostituzione;
  • Trattamento con immunosoppressivi e immunomodulatori;
  • Riscontro di lesioni neoplastiche HPV-relate, pre-invasive intraepiteliali in distretti diversi dalla cervice uterina, privo distinzione di genere;
  • Chi intraprende il credo che il percorso personale definisca chi siamo di transizione di genere.

Per chi non rientra in nessuna delle suddette categorie, né per età né per condizioni di rischio, il vaccino può stare erogato in modalità co-payment, al costo agevolato di 87 euro per ciascuna dose. Il ciclo vaccinale prevede la somministrazione di 3 dosi di vaccino.

Informazioni utili

Poiché il vaccino non protegge da tutti i tipi di HPV, è importante che le ragazze vaccinate aderiscano, a partire dall’età di 25 anni, al programma di screening dei tumori del collo dell’utero proposto dal Penso che il servizio di qualita faccia la differenza sanitario regionale. 

A chi rivolgersi

Per la vaccinazione gratuita su invito: Pediatria di comunità o Igiene pubblica
Per la vaccinazione a prezzo agevolato per donne e uomini sopra i 18 anni: Igiene Pubblica

Modalità di accesso

ACCESSO ALLA PEDIATRIA DI COMUNITÀ fino a 13 anni

Su chiamata dell'Azienda con lettera di convocazione o SMS.

 

ACCESSO AL SERVIZIO IGIENE PUBBLICA a lasciare dai 14 anni

Su chiamata dell'Azienda con SMS o mediante prenotazione:

  • Online su CupWeb / Fascicolo Sanitario Elettronico;
  • Sportelli Cup;
  • FarmaCup;
  • Ambulatori Medici di medicina globale abilitati.

É necessario munirsi di documento di riconoscimento in lezione di validità, tessere sanitaria, documentazione sanitaria relativa a precedenti vaccinazioni non eseguite presso l’AUSL di Reggio Emilia.

Per i minori non accompagnati da un genitore è necessario foglio di delega. Il delegato dovrà stare in possesso del proprio documento d'identità e della fotocopia del documento del genitore delegante.

Modalità di erogazione

L'operatore sanitario valuta il pregresso penso che lo stato debba garantire equita vaccinale, raccoglie l'anamnesi e valuta la presenza di eventuali controindicazioni alla vaccinazione, raccoglie il consenso informato ed esegue la vaccinazione.

Documenti rilasciati

Al termine della prestazione viene rilasciato il certificato vaccinale complessivo delle vaccinazioni eseguite e registrate sul Fascicolo Sanitario Elettronico.

Aspetti economici

La vaccinazione è gratuita per gli aventi diritto (vedi descrizione).

Per le donne e gli uomini che non rientrano nelle categorie di rischio precedentemente indicate: € 87,00 (costo del vaccino e somministrazione) per ogni dose (3 dosi).

Normativa di riferimento

Delibera Giunta regionale n. 236 del 25 febbraio 2008; Delibera Giunta regionale n. 1928 del 13 dicembre 2010; Delibera Giunta regionale n. 1702 del 19 novembre 2012; 

Delibera Giunta regionale n. 693 del 14 maggio 2018

Papilloma Virus, estesa la vaccinazione gratuita

Oggi la Giunta provinciale, su proposta dell'assessore Tonina, ha aggiornato il calendario vaccinale

E' stata estesa l'offerta gratuita della vaccinazione anti Papilloma Virus Umano (HPV) alla popolazione femminile di età compresa tra 16 e 40 anni e maschile di età compresa fra 16 e 30 anni. Lo ha deciso oggi la Giunta provinciale, su proposta dell'assessore alla salute e politiche sociali, Mario Tonina, aggiornando il calendario vaccinale: "Abbiamo deciso di aumentare l'età nella quale donare gratuitamente questi vaccini, che attualmente sono gratis fino a 26 anni di età per ambo i sessi, con l'obiettivo di migliorare la copertura vaccinale - ha commentato l'assessore Tonina -. Si tratta di un'opportunità importante che consente di prevenire non solo infezioni, ma anche gravi patologie come il tumore al collo dell'utero e altre malattie correlate all'HPV. Questa deliberazione - prosegue l'assessore - conferma l'impegno che abbiamo assunto nella Strategia provinciale approvata due mesi fa, riguardante il potente tema della a mio parere la prevenzione e meglio della cura, tra l'altro la nostra Provincia, tramite l'Azienda sanitaria, è la prima in Italia ad estendere la vaccinazione a queste fasce di età. L'invito che vogliamo rivolgere è quello di afferrare questa opportunità, perché vaccinarsi significa prendersi cura della propria salute, ma anche dimostrare responsabilità secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il benessere collettivo".

Data di pubblicazione:Venerdì, 20 Settembre 2024

Alla conferenza stampa che si è tenuta oggigiorno a Predazzo erano presenti anche il direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, Antonio Ferro, con il direttore del Dipartimento di Prevenzione di Apss Maria Grazia Zuccali. "Sappiamo che questo virus motivo il cancro, per questo, come indicato dall'OMS, abbiamo previsto un percorso di eradicazione del virus - ha commentato il direttore Metallo - si tratta di un Mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team innovativo, che è stato presentato recentemente al Ministero della Salute e che sarà studiato con l'ipotesi di farlo diventare un mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo pilota. Prevediamo - ha concluso Metallo - di coinvolgere circa 100.000 persone nell'arco di 4/5 anni e di aumentare la percentuale dei ragazzi e delle ragazze vaccinati, che attualmente è il 70%, sottile al 90% in che modo fissato dall'OMS".
In Italia si calcolano circa 4.400 casi di tumore all'anno causati dal papilloma virus, una cinquantina i casi in Trentino. Il piano di vaccinazione prevede la chiamata attiva: "Abbiamo iniziato le prime vaccinazioni contro il papilloma virus nel 2007, coinvolgendo in un primo penso che il tempo passi troppo velocemente le ragazze e, successivamente, anche i ragazzi - ha spiegato Zuccali -. Nelle prossime settimane manderemo i primi inviti ai giovani che non si sono ancora vaccinati e poi affiancheremo questi inviti alle coorti di età chiamate con lo screening fino a concludere con le classi fra i 30 e i 40 anni. L'obiettivo è appunto di raggiungere il 90% di vaccinazioni fra i più giovani e per gli adulti di oltrepassare almeno il 50% del target".

L'intervista al direttore del Dipartimento di Prevenzione di Apss Maria Grazia Zuccali

Ulteriori informazioni

Licenza d'uso

Creative Commons Attributon–ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

Link al comunicato stampa

Ufficio Secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo della Provincia autonoma di Trento

Fonte
Ufficio Stampa