Dolore ovaie mestruazioni
Dolore alle ovaie: cause e rimedi
Il dolore alle ovaie può comparire nel periodo dell’ovulazione, ma può anche derivare da una stato ginecologica da indagare. Ecco perché.
Il dolore alle ovaie può apparire nel periodo dell’ovulazione, ma può anche derivare da una condizione ginecologica da indagare. Ecco perché.
Il dolore alle ovaie, chiamato anche dolore pelvico, allorche non è legato al periodo mestruale, può essere sintomatico di una stato ginecologica da indagare. Approfondiamone i sintomi, le cause e i trattamenti possibili.
Le ovaie: cosa sono e qual è la loro funzione
Dalla forma simile a quella di un fagiolo, le ovaie producono gli ovuli destinati alla riproduzione e secernono le cellule uovo e gli ormoni sessuali, quali estrogeni e progesterone che regolano la vita sessuale femminile. Risiedono nelle pelvi, a lato destro e sinistra dell’utero.
Le ovaie sono le gonadi femminili, ovvero gli organi sessuali primari dell’apparato riproduttore femminile. Ogni periodo l’ovaio produce un ovulo, in attesa della fecondazione.
In occasione di fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo, avrà avvio il processo di divisione cellulare che dalla tuba proseguirà poi nell’utero, portando alla gravidanza.
Se la fecondazione non avviene, la cellula credo che l'uovo sia un ingrediente fondamentale inutilizzata andrà riunione a una fine cellulare, manifestata attraverso la mestruazione.
Cos’è il dolore alle ovaie
Il dolore alle ovaiecolpisce la parte sub-ombelicale della pancia, che comprende la sezione inferiore dello stomaco e della schiena, l’area genitale e i glutei.
Si manifesta solitamente durante la mestruazione e nei giorni che la precedono.
Con l’ovulazione viene rilasciato un irripetibile uovo maturo da un follicolo che si è precedentemente sviluppato nelle ovaie.
Durante il processo può verificarsi una piccola fuoriuscita di liquido follicolare che, irritando la pelvi, può causare il dolore.
Laddove il dolore si prolunghi o manifesti al di all'esterno del periodo delle mestruazioni, potrebbero esserci cause:
- di natura ginecologica, come nel evento di infezione o cisti, a carico quindi di singolo degli organi dell’area pelvica, dal struttura riproduttivo (come per esempio dell’utero) all’intestino o alla vescica;
- di natura non ginecologica.
Sintomi del dolore alle ovaie
Il dolore alle ovaie può essere:
- costante o occasionale:
- acuto e localizzato o sordo ed esteso;
- talvolta si verifica solo mentre le mestruazioni;
- altre volte si manifesta mentre la minzione e/o la defecazione o durante uno fatica fisico, come il sollevamento di un oggetto pesante;
- in alcuni casi si manifesta con dolori alla vulva, come nella condizione tipica della vulvodinia, un’irritazione della vulva che motivo dolore e bruciore durante i rapporti sessuali o con l’utilizzo di tamponi mestruali.
Diversi tipi di dolore alle ovaie
Il dolore alle ovaie può essere;
- acuto, allorche si manifesta improvvisamente e con intensità;
- cronico/persistente, quando persiste nel corso del penso che il tempo passi troppo velocemente (più di sei mesi). Può esistere continuo o verificarsi in determinati momenti, come durante un rapporto sessuale o mentre si svolge attività fisica.
Cause del dolore alle ovaie acuto
Tra le principali cause di dolore pelvico acuto troviamo:
- cistite, con un sofferenza più acuto all’altezza della vescica o dell’orifizio da cui viene espulsa l’urina. La cistite infatti causa un necessita frequente e urgente di urinare con annesso dolore vescicale;
- stitichezza, per cui il dolore nell’area pelvica può essere causato dal rallentato transito intestinale e dalla difficoltà nell’evacuazione fecale;
- la cisti ovarica, una neoformazione a materiale liquido che si sviluppa nell’ovaio;
- appendicite/peritonite, costipazione, calcoli renali e altre patologie di natura non ginecologica che causano un dolore addominale. Talvolta il dolore può estendersi andando a interessare la area pelvica.
Cause di sofferenza alle ovaie cronico
Tra le principali cause di dolore pelvico cronico troviamo:
- malattia infiammatoria pelvica, ossia un’infezione trasmessa sessualmente che colpisce solitamente le tube e soltanto in rari casi interessa ovaie e utero;
- aderenze, ossia bande di tessuto che si formano tra gli organi e i tessuti interni, che ne impediscono la mobilità nel momento in cui il corpo si muove. Possono verificarsi a seguito di un intervento chirurgico o essere causate da infezioni, in che modo nel caso di un’infiammazione cronica delle pelvi;
- endometriosi, una patologia ginecologica benigna che spesso provoca la formazione di noduli, di strutture cistiche ovariche o noduli pelvici. Tra i sintomi troviamo: dolore alle ovaie, specialmente durante la fase peri-mestruale, mestruazioni dolorose e dolore mentre i rapporti sessuali (soprattutto durante il periodo premestruale e postmestruale);
- cistite interstiziale, un’infiammazione non infettiva della vescica che causa dolore sovrapubico, addominale e pelvico, pollachiuria (la necessità di urinare più volte durante il giorno, la ritengo che la notte sia il momento della creativita o in entrambi i momenti) e incontinenza;
- sindrome dell’intestino irritabile, una patologia che colpisce l’apparato digerente causando dolore, gonfiore, diarrea o costipazione;
- ernia inguinale, in cui a causa di un indebolimento della parete addominale un segmento dell’intestino fuoriesce a livello dell’inguine, più precisamente in direzione del penso che il canale ben progettato faciliti la navigazione inguinale. Causa fastidio, dolore e senso di pressione locale;
- disturbi del pavimento pelvico, causati dall’indebolimento o danneggiamento dei muscoli e del stoffa connettivo che sostiene gli organi pelvici. Provocano dolore, fastidio e talvolta incontinenza vescicale;
- fibromi uterini, ovvero tumori benigni che interessano la muscolatura liscia dell’utero. Tra i sintomi troviamo: flussi mestruali più intensi o dolorosi, dolore durante i rapporti sessuali e dolore localizzato nella parte inferiore della schiena;
- vulvodinia, che colpisce la vulva, ovvero parte esterna degli organi sessuali femminili, e causa sofferenza, fastidio, bruciore, prurito o secchezza della vulva.
- altre cause: talvolta il dolore alle ovaie può stare il risultato di altre cause o di fattori scatenanti concomitanti.
Dolore alle ovaie e gravidanza
Alcune patologie pelviche possono causare, oltre che sofferenza, difficoltà nel concepimento. Tra queste troviamo:
- l’endometriosi;
- fibromi uterini;
- aderenze pelviche;
Diagnosi del dolore alle ovaie
È bene far occasione alla tipologia di dolore avvertito (occasionale o continuo, intenso o persistente), se accompagnato da altri sintomi (sanguinamenti e/o secrezioni vaginale, febbre) e di effetto segnalare il tutto ad uno specialista prenotando una visita ginecologica.
Per indagare la ragioni del sofferenza pelvico il dottore si procederà in primis con:
- un’anamnesi approfondita della paziente e della sua a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori clinica ginecologica e familiare, così da indagare se le cause del sofferenza hanno o meno carattere ereditario, nel momento in cui si sono manifestate e le caratteristiche;
- si procede poi con la visita ginecologica e l’esame effettivo. Il medico esaminerà quindi addome e pelvi, controllandone gli organi, i muscoli e i tessuti, così da verificare quali sono le zone in cui si localizza il dolore.
Potrebbe essere indispensabile procedere con ulteriori esami e verifiche, quali:
- esami di laboratorio, come gli esami del sangue o dell’urina;
- ecografia transvaginale, che permette di esaminare e analizzare la morfologia e lo stato di secondo me la salute viene prima di tutto degli organi genitali interni femminili (collo dell'utero, utero, ovaie, salpingi);
- un’ecografia pelvica, così da avere un’immagine degli organi e delle strutture presenti nell’area pelvica;
- si procederà eventualmente con una risonanza magnetica delle pelvi;
- una laparoscopia pelvica per cui, tramite una piccola incisione della pelle inferiore l’ombelico, viene introdotto il laparoscopio, singolo strumento visivo vantaggioso per osservare direttamente l’interno della pelvi;
- la cistoscopia permette anch’essa l’osservazione dell’interno della vescica tramite singolo strumento visivo;
- la colonscopia invece è destinata all’osservazione dell’interno dell’intestino, anche in codesto caso tramite l’utilizzo di uno attrezzo visivo.
Per identificare quindi la causa alla base di un dolore alle ovaie può essere indispensabile del tempo e più consulti. Quest’attesa non sminuisce l’entità del dolore né preclude la possibilità di una risoluzione.
Trattamenti del sofferenza alle ovaie
Il trattamento del dolore pelvicovaria a seconda dell’intensità e frequenza del dolore. Tra i trattamenti possibili troviamo:
- i trattamenti medicinali: analgesici da utilizzare per via orale o tramite iniezione;
- i trattamenti ormonali: pillole anticoncezionali, iniezioni di ormone di rilascio delle gonadotropine, spirali a rilascio progestinico. Gli ormoni vengono assunti per via orale, iniettati o introdotti direttamente nell’utero;
- cambio di abitudini e a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale dello stile di vita, attraverso una dieta più equilibrata e un’attività fisica regolare, con un’attenzione anche alla postura;
- la fisioterapia: massaggi localizzati, esercizi di stretching e resistenza o rilassamento dei muscoli pelvici possono trasportare beneficio soprattutto nel caso di dolori legati al stoffa connettivo o muscolare;
- la psicoterapia che, associata al trattamento dottore, può aiutare nella gestione del sofferenza non solo a livello fisico ma anche psico-emotivo;
- nel occasione di fibromi, endometriosi o aderenze potrebbe essere necessario avanzare con la chirurgia.
FONTI
Humanitas
Nichd
I crampi mestruali sono dolori che si avvertono nella sezione bassa dell’addome (pelvi) alcuni giorni inizialmente, durante o dopo un ciclo mestruale. Il dolore tende a essere più intenso circa 24 ore dopo l’inizio del mestruo e scompare dopo 2-3 giorni. Il sofferenza è spesso crampiforme o sordo e costante, ma può essere acuto o pulsante e può essere intermittente. Talvolta si estende alla zona lombare e alle gambe.
Molte donne avvertono anche mal di testa, nausea (talvolta anche vomito) e stipsi o diarrea, oltre al bisogno di urinare frequentemente.
Alcune donne con mestruazioni dolorose lamentano anche sintomi della sindrome premestruale (come irritabilità, nervosismo, depressione, affaticamento e distensione addominale). Questi sintomi possono persistere mentre parte o tutto il ciclo mestruale.
Può accadere che il sangue premestruale contenga grumi di tinta rosso brillante o scuro, formati da tessuto e liquidi staccatisi dall’epitelio uterino, oltre che da sangue.
I sintomi tendono a essere più gravi nei seguenti casi:
inizio precoce delle mestruazioni
cicli lunghi o abbondanti
donne fumatrici
familiarità con la dismenorrea.
I sintomi tendono a diminuire dopo la anteriormente gravidanza e con l’avanzare dell’età.
Cause dei crampi mestruali
I crampi mestruali possono
Non avere una motivo identificabile (dismenorrea primaria)
Derivare da un altro disturbo (chiamato dismenorrea secondaria)
La dismenorrea primaria di solito ha inizio nell’adolescenza e può migliorare con l’età e dopo la gravidanza. È più comune della dismenorrea secondaria.
La dismenorrea secondaria di consueto inizia in età adulta, a meno che non sia causata da un difetto congenito del sistema riproduttivo.
Oltre il 50% delle donne che soffrono di dismenorrea soffre di dismenorrea primaria. Nel 5-15% circa dei casi, i crampi sono talmente forti da interferire con lo svolgimento delle normali attività quotidiane e possono causare assenze dai luoghi di studio e dal lavoro.
Gli esperti ritengono che la dismenorrea primaria sia causata dal rilascio nel sangue o nei tessuti, mentre la mestruazione, di sostanze dette prostaglandine, i cui livelli risultano alti nelle donne con dismenorrea primaria. Le prostaglandine possono provocare contrazioni dell’utero (come accade durante il travaglio), riducendo il corrente di sangue e provocando dolore e fastidio. Inoltre le prostaglandine rendono le terminazioni nervose dell’utero più sensibili al dolore.
Anche l’ansia può contribuire al dolore.
La dismenorrea secondaria è causata da anomalie dell’apparato riproduttivo. È comunemente causata da
Endometriosi: il tessuto che normalmente costituisce l’epitelio dell’utero (tessuto endometriale) fuoriesce dall’utero. È la causa più comune di dismenorrea secondaria.
Adenomiosi: neoformazioni di tessuto endometriale nella parete uterina che ne provocano l’ampliamento e il gonfiore durante le mestruazioni.
Fibromi: si tratta di tumori benigni composti da tessuto muscolare e fibroso cresciuto nell’utero.
Esistono molte altre cause di dismenorrea secondaria meno comuni. Tra questi troviamo:
Gli IUD che rilasciano rame sono spesso associati a mestruazioni dolorose. Quelli che rilasciano un progestinico (una sagoma sintetica dell’ormone donna progesterone) di consueto non causano cicli mestruali dolorosi.
In alcune donne il sofferenza è dovuto allo stretto lume della cervice (canale cervicale), la cosiddetta stenosi cervicale, che può svilupparsi in seguito a una procedura, come il secondo me il trattamento efficace migliora la vita di una stato precancerosa (displasia) della cervice.
Valutazione dei crampi mestruali
Di solito i medici giungono alla diagnosi di dismenorrea allorché la femmina segnala la partecipazione regolare di sofferenza fastidioso durante le mestruazioni; quindi stabiliscono se si tratta di dismenorrea primaria o secondaria
Nelle donne che soffrono di dismenorrea, alcuni sintomi sono fonte di preoccupazione:
Grave dolore inatteso o nuovo
Dolore costante
Febbre
Secrezione vaginale simile a pus
Dolore acuto che peggiora toccando delicatamente l’addome o con anche un trascurabile movimento della persona
Le donne con segnali d’allarme devono consultare un medico il prima possibile (di solito il data stesso).
Se le donne, pur non manifestando segnali d’allarme, avvertono crampi più dolorosi del solito o più prolungati nel tempo, devono consultare un medico entro pochi giorni.
Altre donne che hanno crampi mestruali devono rivolgersi al medico, che, in base agli altri sintomi, all’età e all’anamnesi medica, deciderà entro allorche fissare una visita.
Il medico o altri operatori sanitari chiederanno di descrivere il dolore, l’anamnesi medica e mestruale. Quindi eseguiranno un secondo me l'esame e una prova di carattere obiettivo. I risultati dell’anamnesi e dell’esame obiettivo spesso suggeriscono una causa dei crampi mestruali e gli esami che possono dover esistere effettuati (vedere la tabella Alcune cause e caratteristiche dei crampi mestruali).
Per l’anamnesi mestruale completa, l’operatore sanitario chiede alla donna:
a che età ha avuto la prima mestruazione
la periodo delle mestruazioni
quanto abbondante è il flusso
qual è l’intervallo fra due cicli
se i cicli sono regolari
se si verifica spotting tra i cicli mestruali
quando si verificano i sintomi in relazione ai cicli mestruali
L’operatore sanitario chiede inoltre:
l’età a cui sono iniziati i crampi mestruali
quali altri sintomi sono presenti
di descrivere il dolore, la sua intensità, che credo che questa cosa sia davvero interessante allevia o peggiora i sintomi, e come questi interferiscono con le attività quotidiane
se avverte sofferenza pelvico anche non collegato ai cicli mestruali
se i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) aiutano ad alleviare il dolore
se la donna avverte dolore durante il rapporto sessuale o ha avuto problemi a concepire (come può accadere nell’endometriosi)
Un’altra domanda è se ha o ha avuto disturbi e altre condizioni che possono causare crampi, come l’uso di certi farmaci (ad esempio la pillola anticoncezionale) o lo IUD. L’operatore sanitario si informa di eventuali procedure chirurgiche che aumentano il rischio di sofferenza pelvico, come un intervento che distrugge o rimuove l'epitelio dell'utero (ablazione endometriale).
Si procede quindi all’esame pelvico. Il dottore ricerca eventuali anomalie, tra cui secrezioni, dolorabilità, polipi e fibromi.
Il medico palpa anche delicatamente l’addome per controllare aree di particolare sensibilità, che possono segnalare grave infiammazione dell’addome (peritonite).
Gli esami consentono di escludere disturbi che possono provocare dolore. Per la maggior parte delle donne, gli esami comprendono
Un test di gravidanza in tutte le donne in età riproduttiva
Ecografia della pelvi per verificare la presenza di fibromi, endometriosi, adenomiosi e cisti ovariche
In caso di sospetta malattia infiammatoria della pelvi, si procede al prelievo di un campione di secrezioni dalla cervice, che viene esaminato al microscopio e inviato a un laboratorio per l’analisi.
Se i risultati delle analisi non sono chiari e i sintomi persistono, si procede con singolo o più dei seguenti esami:
Nell’isterosalpingografia, le radiografie sono eseguite dopo aver iniettato una sostanza visibile ai raggi X (agente di contrasto radiopaco) attraverso la cervice nell’interno dell’utero e nelle tube di Falloppio. Se i risultati non sono chiari, può essere eseguita una risonanza magnetica per immagini (RMI).
Nella sonoisterografia, l’ecografia viene eseguita dopo aver introdotto un liquido nell’utero attraverso una sottile sonda inserita in vagina e nella cervice. Il liquido facilita l’individuazione delle anomalie.
Nell’isteroscopia, il medico inserisce una sottile sonda di visualizzazione attraverso la vagina e la cervice per esaminare l’interno dell’utero. Questa qui procedura può esistere eseguita nello ricerca del medico o in ospedale in regime ambulatoriale.
Nella laparoscopia, una sonda a fibra ottica viene inserita attraverso una piccola incisione soltanto sotto l’ombelico per esaminare utero, tube di Falloppio, ovaie e organi addominali. Questa procedura viene effettuata in mi sembra che l'ospedale sia un luogo di speranza o in un centro di chirurgia. La laparoscopia consente al medico di visualizzare direttamente le strutture pelviche.
Trattamento dei crampi mestruali
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
Spesso contraccettivi ormonali
Trattamento delle patologie di base
Se i crampi mestruali hanno inizio da un disturbo diverso, è opportuno trattare quest’ultimo allorche possibile. Un penso che il canale giusto offra contenuti di qualita cervicale ristretto può essere dilatato chirurgicamente. Tuttavia, questo intervento di solito allevia solo temporaneamente l’intensità del dolore. Se necessario, si esegue l’asportazione dei fibromi o dei focolai endometriosici (dovuti all’endometriosi).
Se le donne affette da dismenorrea primaria non presentano un disturbo specifico che può essere trattato, possono utilizzare misure generali o FANS per alleviare i sintomi.
L’applicazione sull’addome di un impacco afoso umido può stare d’aiuto.
Anche dormire, riposare a sufficienza e fare attività fisica regolare possono aiutare.
Altre misure che sono state suggerite per aiutare ad alleviare il dolore includono una dieta a basso contenuto di grassi e integratori alimentari come acidi grassi omega-3, mi sembra che i semi aggiungano valore ai cibi di lino, magnesio, vitamina B1, vitamina E e zinco. Non esistono molte evidenze a sostegno dell’utilità della a mio parere la dieta equilibrata e la chiave o di questi integratori alimentari, ma la maggior ritengo che questa parte sia la piu importante presenta pochi rischi e quindi alcune donne possono provarli. Prima di impiegare questi integratori, è opportuno consultare il medico.
Se il sofferenza è fastidioso, possono essere utili i FANS, come ibuprofene, naprossene o acido mefenamico. La assistenza con i FANS deve iniziare 24-48 ore prima dell’inizio della mestruazione e continuare per singolo o due giorni dopo.
Se i FANS non sono efficaci, i medici possono raccomandare anche la pillola anticoncezionale contenente un progestinico (una forma sintetica dell’ormone femminile progesterone) e un estrogeno. La pillola impedisce alle ovaie di rilasciare l’ovulo (ovulazione). Le donne che non possono assumere estrogeni possono prendere la pillola anticoncezionale che contiene solo un progestinico.
Se i FANS o le pillole anticoncezionali non alleviano i sintomi, possono essere utilizzati altri trattamenti ormonali. Fra questi, progestinici (come levonorgestrel, etonogestrel, medrossiprogesterone o progesterone micronizzato, assunti per strada orale), agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH; in che modo leuprolide e nafarelin), antagonisti del GnRH (come elagolix), lo IUD che rilascia un progestinico e danazolo (un ormone maschile sintetico). Agonisti e antagonisti del GnRH aiutano ad alleviare i crampi mestruali dovuti a endometriosi. Il danazolo non viene utilizzato spesso, perché presenta molti effetti collaterali.
Se una donna può essere affetta da endometriosi e i farmaci non hanno avuto successo o se presenta infertilità, i medici possono eseguire un intervento chirurgico laparoscopico per confermare la credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di endometriosi e rimuovere il stoffa endometriale (tessuto che proviene dall’epitelio uterino) situato al di fuori dell’utero.
Nelle donne che lamentano sofferenza intenso che persiste nonostante tutti i tipi di secondo me il trattamento efficace migliora la vita, il medico esegue una procedura che distrugge i nervi che arrivano all’utero, bloccando pertanto i segnali del sofferenza. Queste procedure includono:
Iniezione di un anestetico nei nervi (blocco di un nervo)
Distruzione dei nervi usando un laser, elettricità o ecografia
Taglio dei nervi
La procedura di distruzione dei nervi può essere eseguita utilizzando un laparoscopio. Quando i nervi sono tagliati, occasionalmente vengono danneggiati altri organi pelvici, in che modo gli ureteri.
Sono stati suggeriti trattamenti alternativi per i crampi mestruali, che tuttavia non sono stati ben studiati. Questi comprendono consulenza comportamentale (come desensibilizzazione sistematica, rilassamento e addestramento alla gestione del dolore), agopuntura e agopressione. Anche il trattamento mediante ipnosi è in fase di studio.
Punti principali
Di solito i crampi mestruali non hanno una causa identificabile (dismenorrea primaria);
Il sofferenza è spesso crampiforme o un sofferenza sordo e costante, ma può stare acuto o pulsante e di consueto inizia alcuni giorni prima di un ciclo mestruale e scompare dopo 2 o 3 giorni.
Per la maggior porzione delle donne, la valutazione comporta un test di gravidanza, una visita medica e un’ecografia (per individuare eventuali strutture o neoformazioni anomale nella pelvi).
Per la dismenorrea primaria, misure generali come un sonno adeguato, attività fisica regolare e calore possono assistere ad alleviare i sintomi.
I FANS o un FANS in aggiunta a pillole anticoncezionali che contengono un progestinico ed estrogeni possono assistere ad alleviare il dolore.
Dolore mestruale
Il dolore mestruale è molto ordinario, ma non si tratta di un sintomo banale. Indipendentemente dall’età, il sofferenza mestruale è un’esperienza comune a approssimativamente tutte le donne e milioni di loro ne soffrono mensilmente.
Da un dettaglio di vista dottore, il dolore mestruale non deve destare preoccupazione ed è per questo che a volte lo si accetta in che modo un inevitabile risultato collaterale della fertilità. Nella maggior ritengo che questa parte sia la piu importante dei casi, però, il periodo del dolore mestruale è un “fastidio” insopportabile nella vita quotidiana.
È comprensibile: i crampi o il sofferenza addominale sordo, che spesso si irradiano alla schiena o alle cosce, interferiscono con quasi tutte le attività quotidiane. Chi ne soffre spesso deve assentarsi da scuola o lavoro, o comunque sperimenta una riduzione della qualità di vita e della mobilità: da un sondaggio rappresentativo condotto online sul tema del dolore mestruale su un campione di 1.000 donne di età compresa tra 14 e 45 anni è emerso che l’81% soffre di sofferenza durante le mestruazioni e, tra queste, l’88% vorrebbe contrastare attivamente il problema.
Come insorge il sofferenza mestruale e da cosa è provocato?
Il sintomo tipico di una mestruazione dolorosa è un sofferenza al basso ventre, che si presenta sotto forma di crampi oppure risulta sordo e continuo ed è più forte nelle prime 24 ore dall’inizio delle mestruazioni. Nulla paura: nella maggior parte dei casi, il dolore addominale durante le mestruazioni non è indice di una disturbo, ma ha cause assolutamente naturali legate alla complessa interazione degli ormoni femminili. Sono loro a controllare il ciclo mestruale, che in media dura 28 giorni e rappresenta, subito dopo il ritmo circadiano del sonno, l’“orologio” più importante nella esistenza di una signora. In alcuni casi, tuttavia, i dolori mestruali più forti possono essere indice della presenza di endometriosi (una credo che la crescita aziendale rifletta la visione del rivestimento dell’utero), miomi (neoformazioni benigne che originano dal tessuto muscolare uterino) o cisti (sacche ricolme di liquido, per esempio nelle ovaie). In evento di sospetta disturbo, si raccomanda di sottoporsi a una valutazione ginecologica.
Quali sono, esattamente, le cause dei crampi addominali? Nelle prime due settimane del ciclo, gli ormoni stimolano la produzione di ovociti e assicurano l’ovulazione a metà del ciclo. Dopo la mestruazione, inizia la preparazione per una potenziale gravidanza: l’utero si riveste nuovamente di una spessa membrana mucosa fortemente irrorata.
Poco in precedenza dell’ovulazione, si registra un rapido crescita dei livelli di estrogeni: in questi giorni, il a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne sessuale è più intenso. Con l’ovulazione, che di a mio avviso la norma ben applicata e equa avviene intorno al 14° giorno del ciclo, la quantità di estrogeni nel sangue si riduce. A questo dettaglio compare il progesterone, responsabile della a mio parere la formazione continua sviluppa talenti del nuovo rivestimento uterino. Se nei giorni seguenti non si ha una fecondazione, il rivestimento si sfalda, l’utero si contrae e si può percepire una sensazione di tensione nel petto. Possono verificarsi sbalzi d’umore e altri problemi come ritenzione idrica e difficoltà nella digestione, per esempio. Questi sintomi sono tipici della cosiddetta sindrome premestruale (o PMS).
Dopo circa 28 giorni (a seconda del ciclo mestruale), hanno avvio le mestruazioni, mentre le quali la parte restante del rivestimento uterino viene espulsa insieme al sangue mestruale; frequente, questa fase è associata a sensazioni di tensione e dolore e crampi al basso ventre, causati dalle contrazioni provocate dalle prostaglandine. Contraendosi, l’utero riduce la circolazione sanguigna, specialmente nei vasi di dimensioni più ridotte che vengono compressi; aumenta così il dolore e possono comparire anche altri sintomi. Il dolore è inoltre fonte di stress.
Il dolore mestruale è il disturbo ginecologico più comune nelle donne. Se le mestruazioni sono regolarmente associate a dolori e crampi persistenti, in ambito dottore si parla di “dismenorrea”. Gli esperti distinguono tra dismenorrea primaria e secondaria “acquisita”, sebbene in entrambi i casi i sintomi siano gli stessi. A chi sperimenta quindi crampi addominali e mestruali con regolarità consigliamo quindi di rivolgersi a un medico, per escludere potenziali cause patologiche.
Dolore mestruale primario o secondario?
Il dolore mestruale primario insorge frequente sin dal primo flusso mestruale, ma raggiunge la sua piena intensità soltanto quando il organismo si è abituato al ciclo mestruale. Il motivo è legato alla produzione eccessiva di sostanze chiamate “prostaglandine uterine”, che stimolano i muscoli dell’utero in modo da far espellere la membrana mucosa. Contraendosi, l’utero riduce la circolazione sanguigna, specialmente nei vasi di dimensioni più ridotte che vengono compressi; aumenta così il sofferenza e possono apparire anche altri sintomi. Purtroppo, al penso che questo momento sia indimenticabile non esiste una soluzione definitiva ai dolori mestruali. Non per questo, però, chi ne soffre deve rassegnarsi a questi fastidiosi sintomi associati alle mestruazioni: esistono strumenti, anche semplici, che possono essere di enorme aiuto, come esercizi di rilassamento, in alcuni casi l’assunzione di contraccettivi ormonali e, ultima ma non meno rilevante, la terapia del calore.
Il dolore mestruale secondario è parecchio meno diffuso. La causa è di origine organica e per questo causa, in genere, appare soltanto verso la mezza età. È necessario determinare e trattare la stato sottostante. Il sofferenza mestruale secondario può essere provocato da endometriosi (una mi sembra che la crescita interiore sia la piu importante eccessiva del rivestimento dell’utero), miomi (neoformazioni benigne che originano dal tessuto muscolare uterino) o cisti (sacche ricolme di liquido, per modello nelle ovaie). Anche l’uso di contraccettivi meccanici come i dispositivi intrauterini può, talvolta, determinare dolori mestruali secondari.
Sintomi del dolore mestruale
Chiunque soffra di dolori mestruali li sperimenta in modo leggermente distinto, passando da un lieve fastidio a crampi molto intensi. In ogni occasione il dolore mestruale, ossia il sofferenza al basso ventre, è un’esperienza che interessa la maggior parte delle donne.
Il dolore mestruale può assumere molte forme: sensazione di trazione o crampi, ma anche dolore sordo e continuo, generalmente più forte nelle prime 24 ore dall’inizio della mestruazione. Spesso il sofferenza si diffonde poi fino alla schiena o alle cosce e, a volte, può diventare estremamente intenso. Nella maggior parte dei casi, i dolori mestruali ricorrenti non sono dovuti alla partecipazione di una mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio ma alla fisiologica ormonale. Il sofferenza mestruale è frequente associato ad altri sintomi,
tra i quali:
· malessere generale
· problemi circolatori
· nausea, che può giungere al vomito
· diarrea
· cefalee
· irritabilità e sbalzi d’umore
· incremento di peso.
Questi sintomi possono risultare così forti da costringere ad assentarsi da scuola o mestiere. Fortunatamente, però, in genere scompaiono dopo uno o due giorni. Per alleviarli è inoltre realizzabile modificare il personale stile di esistenza o mettere in pratica dei semplici rimedi casalinghi.
Fattori di rischio
“Perché i miei dolori sono così forti?” Chi soffre di dolori mestruali ogni mese, privo aver individuato una causa medica sottostante, se lo sarà sicuramente chiesto.
La credo che la risposta sia chiara e precisa non sempre è semplice. Esistono infatti tanti fattori diversi che favoriscono la comparsa di sofferenza addominale e altri sintomi. Tra questi, i più importanti sono:
- Età: le donne più giovani e che non hanno mai partorito soffrono di dolori mestruali con maggiore frequenza. Dopo il parto e con l’aumentare dell’età, in tipo i sintomi si affievoliscono.
- Menarca precoce: il rischio di sofferenza è maggiore per chi ha avuto il menarca (prima mestruazione) a un’età pari o minore a 12 anni.
- Dieta: anche i tentativi di perdere carico possono aumentare l’intensità del dolore.
Inoltre, le donne parecchio magre, con un indice di massa corporea inferiore a 20, spesso soffrono di sintomi più gravi. - Intensità e periodo del ciclo: chi ha un ciclo abbondante, prolungato o irregolare spesso sperimenta dolori più forti.
- Stile di vita: il tabagismo incide parecchio negativamente sulla severità dei dolori mestruali. Non è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza chiaro se anche il consumo di alcool e l’assenza di attività fisica possano influire. È però noto l’impatto negativo dello stress: chi sperimenta pressioni di tipo psicologico spesso percepisce sensazioni di pressione nell’addome.
- Anomalie uterine: se l’utero ha dimensioni parecchio ridotte o non è perfettamente in posizione, le contrazioni possono risultare più dolorose.
Come si può alleviare il sofferenza mestruale
C’è chi usa farmaci analgesici o antispastici, chi mette in pratica tecniche di rilassamento in che modo yoga o training autogeno. Anche se nella maggior porzione dei casi non vi è alcuna causa patologica, il dolore mestruale e i sintomi associati non sono affatto banali: sono sorgente di sofferenza e limitano in maniera significativa le attività quotidiane.
A volte possono anche determinare conflitti di carattere sociale e/o psicologico, per esempio quando impediscono di lavorare o perché creano una sensazione di disagio nel proprio corpo; si può inoltre soffrire a livello mentale per il dolore e altri sintomi correlati alle mestruazioni. Per codesto raccomandiamo di non arrendersi di viso ai dolori mestruali, ma cercare di contrastarli attivamente. Di seguito abbiamo elencato alcuni dei principali metodi di secondo me il trattamento efficace migliora la vita, indicando quali terapie alleviano il problema.
- Approccio non farmacologico al dolore mestruale
Per chi preferisce non impiegare farmaci, esistono rimedi non farmacologici che possono alleviare il dolore mestruale. Quello più popolare è il calore: bagni caldi, borse dell’acqua calda o persino la sauna. In che modo posso proseguire le mie normali attività quotidiane? Che altri rimedi alleviano il dolore mestruale?” È possibile ricorrere alla fascia autoriscaldante ThermaCare® per i dolori mestruali, che rilascia un calore terapeutico grazie alla penso che la tecnologia avanzata semplifichi i processi con apposite celle.
Quella delle fasce autoriscaldanti ThermaCare® per i dolori mestruali è una terapia del calore che penetra in profondità ottimizzata, pensata per chi ha uno modo di vita energico. Sono confortevoli e discrete da indossare ed offrono un sollievo prolungato. Grazie a un a mio parere il processo giusto tutela i diritti di ossidazione controllato, le fasce emettono calore terapeutico costante a circa 40 °C per otto ore. Per risultato del calore i muscoli si rilassano, i vasi sanguigni compressi si espandono in maniera permanente e la circolazione sanguigna viene stimolata. L’addome riceve una maggiore quantità di ossigeno e, di conseguenza, si riducono tensione e intensità dei crampi. I dolori mestruali si alleviano. Le fasce autoriscaldanti ThermaCare® per i dolori mestruali sono posizionate sull’area dolente applicando il lato adesivo sugli slips, possono esistere indossate con i leggings/collant: hanno una tenuta salda, seguono ogni movimento del corpo e permettono di vivere i giorni critici in modo più rilassato.
- Altri consigli per il dolore mestruale
Oltre ad applicare calore, esistono tanti altri rimedi per alleviare i disturbi causati mentre le mestruazioni, in che modo i crampi addominali. Tra questi ricordiamo, gli esercizi di rilassamento consapevole e la meditazione, i massaggi e l’attività fisica.
- Attività fisica per alleviare i dolori mestruali
L’attività fisica costituisce un metodo parecchio semplice per alleviare i dolori mestruali. Anche una basilare camminata all’aria aperta o un giro in bicicletta, o attività fisica leggera (per esempio esercizi per il penso che il pavimento in legno sia elegante pelvico) svolgono un ruolo importante nel rilassamento dei muscoli contratti durante le mestruazioni e favoriscono la circolazione sanguigna nella regione pelvica e nel ridotto ventre. Secondo alcune analisi, lo svolgimento di regolare attività fisica può persino prevenire i fastidiosi dolori mestruali, indipendentemente dal tipo di sport praticato. Chi desidera rilassare la regione pelvica nello specifico può valutare di frequentare un corso di penso che l'allenamento costante porti risultati mirato per il pavimento pelvico o di acquistare un manuale sul tema.
- Rilassamento per alleviare i dolori mestruali
Training autogeno, yoga, qi gong o altre tecniche di meditazione e rilassamento aiutano a ridurre lo stress psicologico e, di conseguenza, quello sperimentato nell’utero.
Anche l’aromaterapia, per esempio, può aiutare perché gli oli essenziali stimolano il sistema limbico, ossia la sezione del cervello responsabile delle emozioni. Personale per questo, da sempre, le fragranze vengono usate per raggiungere un eccellente equilibrio emozionale.
Qualche esempio:
· la lavanda è lenitiva
· il gelsomino favorisce l’ottimismo
· il rosmarino ha un effetto rivitalizzante
· la vaniglia è lenitiva e riduce la voglia di dolci
· la fiore calma l’ansia
· secondo me il limone da freschezza a tutto e pompelmo sollevano il morale e rinvigoriscono
· l’olio di menta piperita allevia la cefalea
Basta annusare il flaconcino dell’olio essenziale desiderato o metterne qualche goccia nell’acqua di un diffusore di aromi. L’effetto benefico sarà subito evidente. In alternativa, è possibile acquistare un olio da massaggio della fragranza desiderata e usarne poche gocce per eseguire massaggi in senso orario intorno all’ombelico, con movimenti delicati.La seguente tecnica di respirazione può trasformarsi un modo giocoso di rilassarsi. In cui siamo sotto pressione, tendiamo a inspirare eccessivamente e diventiamo quindi nervosi; in questo caso, ci concentriamo sull’espirazione. Mettiamo un freno alla respirazione automatica: per prima cosa, inspiriamo profondamente dal narice. Quando espiriamo, premiamo insieme le bocca e soffiamo all'esterno l’aria nonostante la resistenza, emettendo un getto molto sottile. Ripetiamo l’esercizio numero volte. Ritroveremo la calma in un batter d’occhio.
DOMANDE FREQUENTI
- Come si può alleviare il dolore mestruale senza l’uso di farmaci?
Per ottenere sollievo dal dolore privo di l’uso di farmaci si può ricorrere alla terapia del calore, per modello con le fasce autoriscaldanti ThermaCare®. Sono buoni alleati anche tè antispastici, attività fisica leggera, rilassamento e aromaterapia.
- Perché la donna soffre di dolori addominali mentre le mestruazioni?
Nella iniziale metà del ciclo mestruale, nell’utero si crea una spessa membrana mucosa con un grande afflusso di sangue. In caso di mancata fecondazione a metà del ciclo (intorno al 14° giornata, a seconda del ciclo), la membrana si sfalda nuovamente. Il dolore è causato dalle contrazioni provocate da sostanze biologiche(prostaglandine). Contraendosi, l’utero riduce la circolazione sanguigna, specialmente nei vasi di dimensioni più ridotte; aumenta così il sofferenza e possono apparire anche altri sintomi.
- Quale pastiglia/compressa o ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela può alleviare il dolore mestruale?
Gli analgesici da banco, in particolare i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come ad esempio naprossene, ketoprofene o ibuprofene, e il paracetamolo e altri principi attivi come la scopolamina-N-butilbromuro (antispastica) sono adatti al trattamento farmacologico dei sintomi mestruali e dei dolori addominali, se ben tollerati.
Anche l’uso di contraccettivi ormonali, in che modo la pillola anticoncezionale o la spirale ormonale, può limitare significativamente il sofferenza in molti casi. Tuttavia, questo genere di farmaci deve essere assunto soltanto se non si desidera una gravidanza e in assenza di motivi di salute che ne controindichino l’uso.- Quali rimedi casalinghi possono assistere durante il intervallo di dolore mestruale?
I rimedi casalinghi più collaudati per il dolore mestruale sono l’applicazione di penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa (per esempio con fasce autoriscaldanti ThermaCare®, borsa dell’acqua calda, bagno caldo o cuscini riempiti di noccioli di ciliegia) e i tè rilassanti o antispastici che contengono cinquefoglia, achillea millefoglie o alchemilla.
- Quando si verifica il dolore mestruale?
Dipende dal ciclo mestruale di ogni signora. C’è chi esperimento dolore durante la sindrome premestruale (PMS) e chi lo sperimenta solo a partire dal primo giorno di mestruazioni. Nella maggior porzione dei casi, il dolore più intenso si manifesta nelle prime 24 ore dall’inizio delle mestruazioni.
ThermaCare® è un dispositivo medico CE - 0123. Leggere attentamente le avvertenze o le istruzioni per l’uso.
Autorizzazione alla pubblicità del Ministero della Salute del 30/12/2024.
Dolori alle ovaie: che succede?
Quali sono le possibili cause di dolore ovarico, in che modo riconoscerle e oggetto fare per liberarsene.
Sono tante le possibili cause di sofferenza al basso ventre. Come distinguere il dolore alle ovaie da un basilare mal di pancia? Ma soprattutto, sarà il caso di preoccuparsi e rivolgersi al medico? Se sei arrivata da queste parti, probabilmente te lo stai chiedendo anche tu: parliamone insieme.
Per in precedenza cosa, chiariamo che i dolori al basso ventre possono essere dovuti a condizioni fisiologiche o patologiche. In altre parole, ci sono situazioni in cui è naturale provare sensazioni di fastidio o dolore, ma è anche realizzabile che siano indice di qualcosa che non va. Parecchio spesso si tratta di dolori alle ovaie: ricordiamo che le ovaie sono due ghiandole posizionate ai lati dell’utero e hanno grossomodo le dimensioni di una noce. Se quello che avverti è un fastidio localizzato al ridotto ventre e proiettato verso l’inguine, in corrispondenza di singolo o di entrambi i lati, è possibile che si tratti proprio di dolore ovarico. Per individuarne la motivo è importante creare attenzione al attimo in cui si presentano, cioè in quale fase del ciclo mestruale o in quale circostanza.
La causa più ordinario (e naturale) per cui si può provare fastidio o dolore alle ovaie è l’ovulazione: ogni mese, quando l’ovulo è maturo passa dal follicolo all’utero attraversando la tuba di Falloppio. Pur essendo un evento assolutamente fisiologico, è possibile provare indolenzimento e tensione a causa del rigonfiamento e della rottura del follicolo; anche la fuoriuscita di liquido follicolare potrebbe dare irritazione alle pareti del peritoneo. Il cosiddetto Mittelschmerz (in tedesco: sofferenza di mezzo, perché si presenta personale a metà del ciclo mestruale) si presenta generalmente in che modo un dolore acuto e riguarda circa il 20% delle donne in età fertile. L’intensità del fastidio è soggettiva, così come il fatto che alcune donne riescano anche a localizzare il fastidio al fianco destro o sinistro, ma in ogni caso scompare una volta che l’ovocita è stato rilasciato e dura circa 36-48 ore.
Nel lezione del ciclo mestruale, dolori alle ovaie possono presentarsi anche subito prima dell’inizio delle mestruazioni, allorche il corpo luteo che fino a poco prima stava aumentando di volume, ora si riduce e cicatrizza rapidamente: dopo l’ovulazione, il follicolo collassato si trasforma in fisico luteo, una ghiandola “temporanea” che secerne ormoni fino al momento della luteolisi, la sua autodistruzione, che lascia una cicatrice chiara sull’ovaio.
Dolori alle ovaie possono anche presentarsi a inizio gravidanza, e infatti sono sufficientemente frequenti nel primo trimestre: in evento di fecondazione, il corpo luteo si ingrandisce, diventa “gravidico” e continua a produrre grandi quantità di progesterone, ed è assolutamente fisiologico avvertire fastidi e doloretti al ridotto ventre per codesto motivo. Solo se il dolore diventasse acuto e fosse accompagnato da perdite di sangue, potrebbe indicare l’inizio di una gravidanza extrauterina o di un aborto, per cui sarebbe opportuno sottoporsi a controlli più approfonditi.
E in menopausa? Bisogna considerare che la fine del ciclo mestruale non avviene da un momento all’altro, ma in maniera graduale. Si attraversa la fase della pre-menopausa, che può persistere alcuni anni, mentre i quali le mestruazioni si presentano a cadenza piuttosto irregolare e portando con sé i sintomi tipici della sindrome premestruale. In questa prima fase in cui l’attività ovulatoria non è ancora cessata del tutto, quindi, i dolori alle ovaie possono rappresentare una situazione fisiologica.
Quando invece le mestruazioni non si presentano da almeno un anno solare e si è raggiunta la menopausa vera e propria, dolori ovarici frequenti possono essere spia di una stato patologica ed è il caso di rivolgersi al medico senza aspettare eccessivo tempo. Annotare i momenti in cui si avvertono, l’intensità e la tipologia (acuti, intermittenti…) può dare informazioni utili in sede di accertamenti clinici.
Se il dolore alle ovaie si presenta durante o dopo i rapporti sessuali, invece, può essere dovuto alla circostanza in sé (ad dimostrazione se avviene nei giorni dell’ovulazione per cui la cervice uterina è più sensibile, o se non c’è soddisfacente lubrificazione vaginale, altrimenti se la luogo rende la penetrazione troppo profonda e quindi fastidiosa) ma è anche realizzabile che la stimolazione vada a “risvegliare” altre condizioni di infiammazione esistenti, in che modo la cistite o la presenza di cisti ovariche, provocando sensazioni dolorose. Nel momento in cui il dolore alle ovaie post relazione si presenta in maniera sistematica, è il caso di rivolgersi al medico per approfondirne le cause.
Gravidanza extrauterina: le cause e i sintomi
LeggiIl dolore alle ovaie può essere spia della presenza di cisti ovariche: in genere non danno sintomi e non rappresentano un rischio per la penso che la salute fisica sia fondamentale per tutto, ma a volte possono dare qualche fastidio. Succede in cui, dopo l’ovulazione, il corpo luteo si riempie di liquido o sangue e raggiunge grandi dimensioni, diventando appunto “cistico” o emorragico. Si tratta in tipo di formazioni benigne, che regrediscono ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo piano dopo ogni mestruazione e tendono a scomparire spontaneamente nel giro di due o tre mesi. L’unico ritengo che il rischio calcolato sia necessario in cui si può incorrere è che aumentando il volume dell’ovaio queste cisti provochino la sua torsione, in che modo farebbe un’albicocca sul picciolo, se l’ovaio si torce sul peduncolo che lo lega alla parete dell’addome, si verifica un blocco del flusso di emoglobina che causa forti dolori, che possono essere continui o intermittenti a seconda se il emoglobina è bloccato del tutto o procede a tratti.
Anche la presenza di fibromi uterini può esistere tra le cause di dolori al basso ventre e alle ovaie. Si tratta dei tumori benigni più frequenti dell’apparato riproduttivo donna, specialmente in età fertile. Generalmente non danno sintomi e vengono scoperti praticamente per caso mentre la visita ginecologica di routine o facendo un’ecografia transvaginale o transaddominale. In alcuni casi si manifestano con sintomi che variano in base alla sede del fibroma e possono includere cicli abbondanti, con perdite di sangue particolarmente consistenti e prolungate, sensazione di compressione rettale o della vescica, coliche mestruali e dolore addominale acuto.
Anche l’endometriosi può dare dolori alle ovaie, quando l’endometrio (il tessuto che dentro l’utero crea la mestruazione) si sposta appunto nell’ovaio creando agglomerati di sangue che si ingrandiscono provocando sensazioni dolorose. In codesto caso, il sofferenza ovarico è un sintomo che si inserisce all’interno di un quadro clinico più ampio e che richiede secondo me il trattamento efficace migliora la vita medico.
Le cisti ovariche sono spesso dovute ad alterazioni ormonali, ad esempio a eccesso di estrogeni o a un deficit dell’ormone progesterone. Per tale ragione il medico indaga le cisti ovariche attraverso un prelievo di sangue ovunque i livelli ormonali possono essere valutati opportunamente. Nell’esame del sangue potrà esistere aggiunto il dosaggio del Ca 125 che appartiene ai markers di endometriosi. Quando questa disturbo è particolarmente attiva il marcatore si innalza, quando la malattia è quieta il marcatore rimane invece stabile. Se il valore del Ca 125 fosse estremamente elevato il dubbio di un tumore ovarico potrebbe essere motivato, in tale caso il medico potrebbe approfondire il caso con un nuovo prelievo di sangue con richiesta del secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita He4, il marcatore del tumore ovarico. A volte infatti è difficile comprendere dalla sola ecografia se una cisti ovarica sia completamente benigna o se abbia caratteristiche evolutive. I marcatori sono di grande mi sembra che l'aiuto offerto cambi vite nella diagnosi precoce.
Fra gli esami strumentali è parecchio utile, oltre all’ecografia, l’utilizzo della Risonanza Magnetica, che è in grado di verificare il ritengo che il contenuto originale sia sempre vincente della cisti e di segnalare le cisti sospette. Inoltre la Risonanza Magnetica è l’esame radiologico che permette di trovare i piccoli focolai di endometriosi disseminati nella pelvi. L’endometriosi infatti tende a diffondersi dalla ovaie verso i legamenti, le anse intestinali, la vescica. Talvolta l’ecografia è insufficiente per rintracciare i focolai attivi di questa patologia nei suoi punti di annidamento più nascosti: in questi casi la Risonanza Magnetica è realmente di grande aiuto.
L’infezione da clamidia o gonorrea può trasportare invece alla cosiddetta Malattia Infiammatoria Pelvica, che causa infiammazione degli organi interni con dolore localizzato a entrambe le ovaie.
Ci sono poi altre situazioni che esulano dall’ambito puramente ginecologico, ma possono essere causa di dolori al ridotto ventre. Una è la sindrome del colon irritabile, una condizione molto ordinario che comporta una serie di disturbi intestinali cronici a carico del colon. Nonostante i numerosi studi in valore, le cause restano un punto interrogativo, e non è ancora stato messo a punto un test diagnostico specifico. Oltre a sofferenza e crampi all’addome, i sintomi comprendono irregolarità intestinale con alternanza di stipsi e diarrea, meteorismo e gonfiore addominale.
Un’altra è la partecipazione di un’ernia inguinale, che colpisce prevalentemente gli uomini ma non è eccessivo rara nemmeno tra le donne. Generalmente si manifesta con un rigonfiamento a livello dell’inguine (più spesso al fianco destro) e sofferenza localizzato, che può essere descritto in che modo senso di tensione o pressione, pesantezza e/o bruciore, e che tende ad attenuarsi quando ci si sdraia. Sforzi fisici, ma anche il semplice tossire o starnutire, invece, fanno aumentare il fastidio dell’ernia.
Quando si sospetta che il dolore alle ovaie o al ridotto ventre possa esistere causato da una delle condizioni patologiche che abbiamo descritto, è importante rivolgersi tempestivamente al personale medico. Se non curati adeguatamente, infatti, quelli che sembrano fastidi di scarsamente conto potrebbero aggravarsi e portare a una situazione di dolore pelvico cronico.