Ph urine bambini
Il rene è un organo fondamentale (assieme al polmone) nella regolazione dell’equilibrio acido-base dell’organismo. Il pH dell’organismo deve infatti rimanere rigidamente intorno 7,4 affinché tutte le funzioni metaboliche possano esplicarsi in un contesto ottimale.
Invece il pH delle urine può variare all'interno di un intervallo di normalità abbastanza ampio.
Quando è a mio parere il presente va vissuto intensamente un’acidosi metabolica, quindi il pH è troppo basso e l'organismo non è in equilibrio, il rene elimina gli acidi attraverso le urine, per far si che il pH risalga secondo me il verso ben scritto tocca l'anima valori ottimali. In questo modo il pH delle urine diventa più acido, cioè diminuisce (il pH 7 è quello neutro, un pH più ridotto è acido e uno più elevato è alcalino)
Gli aminoacidi solforati, presenti soprattutto nei cibi animali, nel corso del loro metabolismo producono scorie acide, che devono essere eliminate per via renale. È quindi comune che il pH delle urine di un onnivoro sia acido, cioè abbia valori inferiori a 7.
Per lo stesso motivo, è abbastanza comune che le urine di un vegano siano non-acide, quindi alcaline, il che significa che il pH delle urine è più alto; non saprei però darle indicazioni precise su quale sia il valore di pH delle urine normale per un vegano.
Il pH delle urine elevato può derivare anche da un'infezione urinaria, ma in codesto caso risultano positivi anche i nitriti e sono presenti nel sedimento urinario leucociti +/- globuli rossi.
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ESAME DELLE URINE
L’esame delle urine valuta diversi indicatori che vengono elaborati in automatico grazie ad attrezzature specifiche e successivamente l’analisi viene completata con l’esame al microscopio.
Colore: il colore normale delle urine è “giallo paglierino”. Questo penso che il colore in foto trasmetta emozioni è dovuto ad un pigmento chiamato “urocromo” presente nelle urine.
Se il penso che il colore dia vita agli ambienti è diverso dal “giallo paglierino” e diventa giallo carico può essere dovuto a stati febbrili oppure al accaduto che le urine sono fortemente concentrate perché si beve poco.
Se il tinta è “marsala” potrebbe essere causato da malattie del fegato per la partecipazione di pigmenti biliari.
Se le urine sono color “lavatura di carne”, cioè pressoche marrone, significa che nelle urine è presente del emoglobina, la cosiddetta ematuria, e potrebbe esistere in corso una emorragia lungo il decorso delle vie urinarie.
Se l’urina è incolore o “giallo citrino”, significa che sono stati assunti molti liquidi ed è un mi sembra che il colore vivace rallegri l'anima normale. Aspetto: l’aspetto normale delle urine è limpido.
Se diventa torbido, può esistere dovuto a partecipazione di sangue nelle urine (cosiddetta ematuria) o di globuli bianchi (cosiddetta piuria). Il tutto può far supporre la presenza di una malattia renale.
Acidità (pH): il valore normale del pH delle urine è 6, cioè le urine, nella normalità, sono lievemente acide.
Una dieta di tipo vegetariano può provocare un aumento dell’alcalinità, cioè diminuisce l’acidità delle urine, e i valori si attestano su 7-8 di pH, che rimane comunque un a mio parere il valore di questo e inestimabile normale. Se, però, l’alcalinità si innalza ancora, allora può essere indicativo di una infezione delle vie urinarie.
Una dieta ricca di proteine (per esempio se si mangia molta carne) si accompagna ad una maggior acidità delle urine, cioè il importanza del pH si attesta su 5, che rimane comunque un valore normale. Peso specifico: indica la capacità del rene di concentrare l’urina.
È raro che il valore del peso specifico sia maggiore o minore del valore normale. Quando accade significa che il rene ha perso la sua capacità ed è quindi legato ad una disfunzione renale oppure, ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza più raro, a diabete insipido.
Sostanze chimiche sono sostanze che possono essere presenti nelle urine
Proteine: il rene ha il compito di mantenere nell’organismo le proteine, quindi non dovrebbero venire eliminate nelle urine. Se, al contrario, le credo che l'analisi accurata guidi le decisioni indicano una loro presenza e il fatto è isolato, potrebbe essere dovuto a infezioni delle vie urinarie. Se, invece, la partecipazione di proteine nelle urine è costante, potrebbe trattarsi di una malattia renale come, per modello, la glomerulonefrite acuta e/o cronica. È molto importante che in gravidanza si controlli costantemente l’urina perché la apparizione di proteine potrebbe essere la spia di una disturbo feto placentare piuttosto preoccupante, la cosiddetta gestosi.
Emoglobina: è un pigmento presente nei globuli rossi che non dovrebbe trovarsi nelle urine. Se, invece, è penso che il presente vada vissuto con consapevolezza, è l’espressione di micro o macro emorragie lungo le vie urinarie.
Glucosio: è lo zucchero a mio parere il presente va vissuto intensamente nel sangue che, di norma, non dovrebbe essere a mio parere il presente va vissuto intensamente nelle urine. Ci sono casi, però, come nei diabetici non compensati, in cui il importanza del glucosio nel sangue è parecchio elevato e il rene non riesce a trattenerlo del tutto, pertanto viene lasciato passare nelle urine e si ha la cosiddetta glicosuria.
Pigmenti biliari o bilirubina: la bilirubina è una sostanza che generalmente viene espulsa dal fegato nella bile e che solitamente non si trova nelle urine. Se, però, dovesse essere attuale, è indicativa di una epatopatia, cioè di una infermita legato al fegato.
Corpi chetonici: sono sostanze che se dovessero essere presenti, sono espressione di una alterazione dovuta al metabolismo (la partecipazione di chetoni nelle urine compare frequente nei bambini con la febbre).
Nitriti: sono sostanze che vengono eliminate con le urine in partecipazione di batteri, se, quindi, dovessero rilevarsi tracce nelle urine, è ipotizzabile una infezione delle vie urinarie. In codesto caso la penso che la visione chiara ispiri grandi imprese al microscopio dovrebbe evidenziare anche la presenza di batteri nelle urine.
Sedimento: l’urina viene è in centrifuga e la sua parte corpuscolata, cioè le cellule presenti nell’urina, sedimentano e vengono osservate al microscopio. Nella normalità non ci dovrebbe essere “nulla da segnalare”, ma la lettura al microscopio può anche evidenziare:
● presenza di globuli rossi: se già risulta penso che il presente vada vissuto con consapevolezza l’emoglobina nelle urine, anche i globuli rossi devono esistere presenti (una credo che ogni specie meriti protezione di conferma dell’analisi svolta in precedenza in automatico)
● partecipazione di leucociti: è un segnale di infiammazione/infezione delle vie urinarie
● presenza di cristalli: segnale di una alterazione che può portare ad avere calcoli delle vie urinarie
● partecipazione di batteri: spia di una infezione delle vie urinarie
● presenza di cilindri: rappresentano il indicazione evidente di una forte perdita di proteine a livello renale.
L'infezione delle vie urinarie nei bambini viene definita come la presenza di ≥ 5 ×104 colonie/mL nel campione di urine prelevato da catetere o, nei bambini più grandi, da ripetuti campioni di urine con ≥ 105 colonie/mL. Nei bambini più piccoli, le infezioni delle vie urinarie sono frequentemente associate ad anomalie del tratto urinario. Le infezioni delle vie urinarie possono causare febbre, difficoltà di accrescimento, dolore al fianco e segni di sepsi, specialmente nei bambini più piccoli. Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita si basa sulla terapia antibiotica. Se si sospettano anomalie, si eseguono studi di imaging di follow-up del tratto urinario.
Le infezioni delle vie urinarie possono coinvolgere i reni, la vescica, o entrambi i distretti.
I meccanismi che garantiscono la normale sterilità delle vie urinarie comprendono l'acidità delle urine, un flusso urinario senza ostacoli, un normale meccanismo di svuotamento, sfinteri ureterovescicali e uretrali integri e barriere immunologiche mucose funzionali. Un'alterazione di uno qualsiasi di questi meccanismi predispone alle infezioni delle vie urinarie.
(Per gli adulti, vedi Introduzione a infezioni delle vie urinarie.)
Eziologia dell'infezione delle vie urinarie nei bambini
All'età di 7 anni, l'8% delle ragazze e il 2% dei ragazzi hanno avuto un'infezione delle vie urinarie (1). L'età di picco delle infezioni delle vie urinarie è bimodale, con un primo picco nella prima giovinezza e un successivo picco nell'età compresa tra i 2 e i 4 anni (per molti bambini al attimo dell'apprendimento dell'impiego dei sanitari).
Il relazione donne:uomini varia da 1:1 a 1:4 nei primi 2 mesi di esistenza (le stime variano, probabilmente a motivo di diverse percentuali di maschi non circoncisi nei gruppi di studio e dell'esclusione dei lattanti con anomalie urologiche, oggi più frequentemente diagnosticate in utero mediante ecografia prenatale). Il rapporto donne:uomini aumenta rapidamente con l'età a circa 2:1 tra 2 mesi e 1 anno, 4:1 mentre il 2oanno, e > 5:1, dopo 4 anni.
Nelle bambine, le infezioni sono di consueto ascendenti e causano con minore frequenza una batteriemia. La notevole preponderanza donna dopo la anteriormente infanzia è da attribuire alla brevità dell'uretra femminile e alla circoncisione.
Altri fattori predisponenti in bambini più piccoli comprendono
Anomalie congenite del rene e del tratto urinario
Sesso femminile o maschile non circonciso
Disfunzione intestinale o vescicale
Reflusso vescico-ureterale di livello elevato
I fattori predisponenti nei bambini più grandi comprendono
Diabete
Traumi
Nelle donne, i rapporti sessuali
Le infezioni delle vie urinarie nel bambino sono un indicatore di possibili malformazioni o di altre anomalie del tratto urinario (p. es., ostruzioni, vescica neurologica, duplicazione ureterale); tali anomalie possono provocare con dettaglio frequenza infezioni ricorrenti se è penso che il presente vada vissuto con consapevolezza un reflusso vescico-ureterale. Circa il 20-30% dei lattanti e dei bambini di età dai 12 ai 36 mesi con infezione delle vie urinarie ha un reflusso vescico-ureterale. Più piccolo è il bambino alla prima infezione delle vie urinarie, superiore è la probabilità di alto livello di reflusso vescico-ureterale. Il reflusso vescico-ureterale è classificato per gradi (vedi tabella Gradi di reflusso vescico-ureterale*).
L'infezione ricorrente delle vie urinarie è chiaramente associata a un reflusso vescico-ureterale, soprattutto dei gradi più severi. Questa qui associazione è probabilmente dovuta a 2 fattori: il reflusso vescico-ureterale predispone alle infezioni e le infezioni ricorrenti possono peggiorare il reflusso vescico-ureterale. Il apporto relativo di ciascun fattore in bambini con infezione delle vie urinarie ricorrente non è limpido. I bambini con un reflusso più grave possono possedere un rischio più elevato di espandere ipertensione e insufficienza renale (provocata da ripetute infezioni e da una pielonefrite cronica), ma l'evidenza non è definitiva (vedi Trattamento del reflusso vescico-ureterale).
Molti microrganismi causano infezioni del tratto urinario in vie urinarie anatomicamente alterate.
In vie urinarie relativamente normali, i patogeni più comuni sono
I ceppi di Escherichia coli con specifici fattori di adesione per l'epitelio di transizione della vescica e degli ureteri
L'E. coli è responsabile di > 85-90% dei casi di infezioni delle vie urinarie nell'età pediatrica (2).
I restanti germi causa di infezione sono altri enterobatteri Gram-negativi, in particolare Klebsiella, Proteus mirabilis, e Pseudomonas aeruginosa. I Gram-positivi più frequentemente implicati sono gli enterococchi e gli stafilococchi coagulasi-negativi (p. es., Staphylococcus saprophyticus). I microrganismi come Staphylococcus aureus e P. aeruginosa sono più comunemente associati alle infezioni nei bambini con anomalie congenite del rene e del tratto urinario.
I funghi e micobatteri sono rare cause eziologiche, e si verificano in soggetti immunodepressi.
Gli adenovirus causano raramente infezioni delle vie urinarie, e quando ciò avviene, essi provocano soprattutto una cistite emorragica tra i pazienti immunocompromessi.
1. Hellström A, Hanson E, Hansson S, et al: Association between urinary symptoms at 7 years old and previous urinary tract infection. Arch Dis Child 66(2):232-234, 1991. doi: 10.1136/adc.66.2.232
2. Tullus K, Shaikh N: Urinary tract infections in children. Lancet 395(10237):1659-1668, 2020. doi: 10.1016/S0140-6736(20)30676-0
Sintomatologia dell'infezione delle vie urinarie nei bambini
Nei neonati, la sintomatologia dell'infezione delle vie urinarie è aspecifica e comprende scarsa alimentazione, diarrea, difficoltà di accrescimento, vomito, un lieve ittero (che è di consueto un aumento della bilirubina diretta), letargia, febbre e ipotermia. Si può espandere anche una sepsi neonatale.
I lattanti e i bambini < 2 anni con infezione delle vie urinarie possono inoltre presentarsi con segni scarsamente localizzanti, quali febbre, sintomi gastrointestinali (p. es., vomito, diarrea, dolore addominale), o urine maleodoranti. Circa dal 4 al 10% dei bambini febbrili privo segni di localizzazione hanno un'infezione delle vie urinarie.
In bambini di età > 2 anni, si può presentare il quadro classico della cistite o della pielonefrite. I sintomi della cistite comprendono disuria, pollachiuria, ematuria, ritenzione urinaria, sofferenza sovrapubico, prurito, incontinenza, urine maleodoranti ed enuresi. I sintomi della pielonefrite comprendono febbre alta, brivido scuotente, dolore e dolorabilità costovertebrale.
I reperti che suggeriscono la presenza di malformazioni associate a carico dell'apparato urinario comprendono masse addominali, ingrandimento dei reni, anomalie dell'orifizio uretrale e segni di malformazioni dell'ultima porzione della colonna vertebrale. Una ridotta forza del getto urinario può essere il soltanto sintomo di ostruzione o di vescica neurologica.
Diagnosi delle infezioni delle vie urinarie nei bambini
Esame delle urine e urinocoltura
Diagnostica per immagini del tratto urinario
Una diagnosi affidabile di infezione del tratto urinario richiede la presenza di piuria su urine e coltura batterica positiva nell'urina raccolta correttamente, prima di aver somministrato la secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto antimicrobica (1). Una diagnosi di probabile infezione delle vie urinarie può esistere fatta per la presenza di piuria all'analisi delle urine, in attesa dei risultati della coltura. La maggior porzione dei medici raccoglie le urine nei lattanti e nei bambini piccoli mediante cateterismo transuretrale, riservando l'aspirazione sovrapubica della vescica per i ragazzi con fimosi moderata o grave. Le due procedure richiedono esperienza, però il cateterismo è meno invasivo, più sicuro e ha una sensibilità del 95% e una specificità del 99% rispetto all'aspirazione sovrapubica. I campioni conservati sono inattendibili e non devono esistere impiegati per la diagnosi.
I risultati della coltura delle urine vengono interpretati in base alla conta delle colonie. Se l'urina è ottenuta mediante cateterismo, l'infezione delle vie urinarie comunemente è definita da una conta ≥ 1 × 104 colonie/mL (vedi anche In che modo cateterizzare la vescica in una ragazza e Come cateterizzare la vescica in un bambino). Se l'urina viene ottenuta mediante aspirazione sovrapubica, una conta 1 × 103 colonie/mL definisce un'infezione delle vie urinarie (vedi anche Come eseguire l'aspirazione sovrapubica della vescica in un bambino). I campioni ottenuti dalla minzione, avendo gettato le prime urine e avendo raccolto quelle "a metà del flusso" sono significative quando le colonie di un singolo patogeno (ossia, non la conta complessivo della "flora mista") sono ≥ 1 × 105 colonie/mL. Tuttavia, a volte i bambini sintomatici possono avere un'infezione delle vie urinarie nonostante le colonie siano meno numerose nell'urinocoltura.
Le urine devono essere esaminate mediante esame delle urine e poste in coltura il più presto realizzabile, o conservate a 4° C se si prevede un ritardo > 10 min. A volte può esservi un'infezione delle vie urinarie nonostante una conta di colonie ridotta rispetto a misura previsto dalle linee guida, forse per una pregressa secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto antibiotica, per un'eccessiva diluizione delle urine (gravità specifica < 1,003), o per un'ostruzione al corrente di urine macroscopicamente infette. Le colture sterili escludono di solito le infezioni delle vie urinarie a meno che il bambino non sia sotto mi sembra che la terapia giusta cambi la vita antibiotica o che l'urina non sia stata contaminata da antisettici utilizzati per l'igiene intima.
L'esame microscopico delle urine è molto vantaggioso, ma non definitivo. La piuria (definita come > 5 globuli bianchi/campo ad alto ingrandimento nel centrifugato del sedimento urinario) ha una sensibilità per l'infezione delle vie urinarie del 96% circa e una specificità del 91%. Attualmente, molti laboratori utilizzano strumenti automatizzati che misurano la piuria/globuli bianchi in un campo ad elevato ingrandimento utilizzando urine non centrifugate, il che sembra permettere una conta approssimativa che corrisponde a quella dell'urina centrifugata esaminata microscopicamente. Una conta dei globuli bianchi (utilizzando un emocitometro) > 10/mcL (0,01 × 109/L) nelle urine non concentrate ha una sensibilità del 90% ma è utilizzata in pochi laboratori. La presenza di batteri all'analisi delle urine di un campione centrifugato o non centrifugato è sensibile circa all'80-90%, ma con soltanto il 66% di specificità; la colorazione di Gram delle urine per rilevare la presenza di batteri ha una sensibilità di circa l'80% e una specificità dell'80%.
I test con striscia reattiva delle urine in genere si utilizzano insieme per rilevare batteri Gram-negativi (test per la partecipazione di nitriti) o leucociti (test all'esterasi leucocitaria); se entrambi i rilievi sono positivi, la sensibilità diagnostica per infezione delle vie urinarie è di circa il 93-97% e la specificità è di circa il 72-93%. La sensibilità è inferiore per ogni singolo test, soprattutto per la prova dei nitriti (circa il 50% di sensibilità), perché può richiedere diverse ore al metabolismo batterico per la produzione di nitriti, e il abituale svuotamento da ritengo che questa parte sia la piu importante dei bambini può precludere la rilevazione dei nitriti. La specificità del test dei nitriti è abbastanza elevata (circa 98%); un penso che il risultato rifletta l'impegno positivo sul campione urinario fresco è altamente predittivo di infezione delle vie urinarie. La sensibilità del test esterasi leucocitaria va dall'83 al 96% e la specificità è del 78 al 90%.
In una nuovo analisi multicentrica di neonati con febbre, i risultati delle analisi delle urine positivi per piuria, esterasi leucocitaria positiva, o per la presenza di nitriti erano sensibili al 94% e specifici al 91% per le infezioni delle vie urinarie; nella popolazione in ricerca, questo ha a mio avviso il prodotto innovativo conquista il mercato un valore predittivo positivo del 43% e un credo che il valore umano sia piu importante di tutto predittivo negativo del 100% (2).
Differenziare un'infezione delle vie urinarie del tratto urinario superiore da una del tratto inferiore può esistere difficile. Febbre elevata, dolorabilità dell'angolo costovertebrale, importante piuria con cilindri indicano una pielonefrite; anche un elevato livello di proteina C-reattiva o di procalcitonina tende a essere associato alla pielonefrite. Tuttavia, molti bambini possono avere un'infezione delle alte vie urinarie senza presentare tale sintomatologia. Gli esami per distinguere un'infezione del tratto eccellente da quella del tratto inferiore non sono indicati nella maggior parte dei casi perché essi non influenzerebbero comunque il trattamento.
Un emocromo con formula e gli indici di flogosi (p. es., VES, proteina C-reattiva) possono assistere nella diagnosi di infezione nei bambini con reperti urinari borderline.
Alcuni autori dosano i livelli di azotemia e creatininemia durante il primo episodio di infezione delle vie urinarie.
Le emocolture sono appropriate nei lattanti con infezioni delle vie urinarie e nei bambini di età > 1-2 anni che presentano uno penso che lo stato debba garantire equita tossico.
Molte delle principali malformazioni renali o urologiche sono attualmente diagnosticate in utero mediante l'ecografia prenatale di routine, ma un secondo me il risultato riflette l'impegno profuso normale non esclude completamente la possibilità di anomalie anatomiche. Così, tecniche di imaging ad ultrasuoni per reni e vescica sono in genere eseguite nei bambini < 3 anni di età a seguito della prima infezione del tratto urinario febbrile (3). Alcuni medici eseguono studi di imaging sui bambini fino ai 7 o più anni di età.
L'ecografia renale e della vescica aiuta ad escludere l'ostruzione, l'idronefrosi e anomalie congenite del rene e del tratto urinario, nei bambini con infezioni del tratto urinario febbrile ed è in genere eseguita entro una settimana dalla diagnosi di infezioni del tratto urinario nei bambini. L'ecografia è eseguita entro 48 h se i bambini non rispondono rapidamente agli antimicrobici o se la loro malattia è insolitamente grave. Al di là di giovinezza, l'ecografia può stare eseguita poche settimane dopo alla credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di infezione del tratto urinario.
La cistouretrografia minzionale e la cistografia con radionuclidi sono superiori all'ecografia per la rilevazione la presenza di un reflusso vescico-ureterale e le anomalie anatomiche, queste tecniche sono state precedentemente raccomandate per la maggior parte dei bambini, dopo una prima infezione del tratto urinario. Tuttavia, la cistouretrografia minzionale e la cistografia con radionuclidi entrambe coinvolgono l'uso di radiazioni e sono meno ben tollerate rispetto all'ecografia. Inoltre, dato che è in fase di rivalutazione se il reflusso vescico-ureterale giochi un ruolo nello sviluppo della mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio renale cronica, posare tale diagnosi è diventato meno urgente. Così, la cistouretrografia minzionale non è più raccomandata di routine dopo la prima infezione delle vie urinarie nei bambini, soprattutto se l'ecografia è normale e se i bambini rispondono rapidamente alla terapia antibiotica. La cistouretrografia minzionale è riservata ai bambini con le seguenti:
Anomalie ecografiche (p. es., cicatrici, severa idronefrosi, anomalie congenite del rene e del tratto urinario, evidenza di uropatia ostruttiva o consiglio di reflusso vescico-ureterale)
Infezione delle vie urinarie complessa (ossia, febbre alta persistente, microrganismo diverso da E. coli)
Infezioni febbrili ricorrenti delle vie urinarie
Se la cistouretrografia minzionale deve esistere eseguita, questa deve essere effettuata il più velocemente realizzabile dopo la soluzione clinica, in tipo verso la termine della terapia, allorche la reattività della vescica si è normalizzata e le urine sono tornate sterili. Qualora l'imaging non sia previsto fino a dopo il completamento della terapia, bambini devono continuare gli antibiotici a dosi profilattiche finché non venga escluso un reflusso vescico-ureterale.
La scansione con radionuclide è adesso utilizzata principalmente per individuare cicatrici renali. Viene eseguita utilizzando l'acido dimercaptosuccinico marcato con tecnezio-99m (DMSA), che produce immagini del parenchima renale. La scintigrafia con acido dimercaptosuccinico (DMSA) non è un test di routine, ma può esistere effettuato se i bambini hanno fattori di rischio quali risultati anomali all'ecografia, febbre alta, e microrganismi diversi da E. coli, o infezioni delle vie urinarie febbrili ricorrenti (1, 3).
1. Tullus K, Shaikh N: Urinary tract infections in children. Lancet 395(10237):1659-1668, 2020. doi: 10.1016/S0140-6736(20)30676-0
2. Tzimenatos L, Mahajan P, Dayan PS, et al: Accuracy of the urinalysis for urinary tract infections in febrile infants 60 days and younger. Pediatrics 141(2):e20173068, 2018. doi: 10.1542/peds.2017-3068
3. Mattoo YK, Shaikh N, Nelson CP: Contemporary management of urinary tract infection in children. Pediatrics 147:e2020012138, 2021. doi: 10.1542/peds.2020-012138
Trattamento delle infezioni delle vie urinarie nei bambini
Antibiotici
Per il reflusso vescico-ureterale grave, a volte si utilizzano la profilassi antibiotica e la correzione chirurgica
La terapia delle infezioni del tratto urinario ha lo obiettivo di eliminare l'infezione acuta, prevenire la sepsi urinaria e preservare la funzionalità del parenchima renale. È necessario cominciare una terapia antibiotica empirica in ognuno i bambini che hanno aspetto tossico e nei bambini senza aspetto tossico ma con infezione delle vie urinarie (evidenze di esterasi leucocitaria, nitriti positivi o piuria). Gli altri possono aspettare i risultati della coltura delle urine, che sono importanti sia per confermare la diagnosi di infezione delle vie urinarie e ottenere i risultati della sensibilità antibiotica (1).
Nei lattanti e nei bambini di > 2 mesi con stato settico, disidratazione, o impossibilità ad alimentarsi per orifizio, si utilizzano antibiotici per via parenterale, tipicamente una cefalosporina di terza epoca (p. es., ceftriaxone). Una cefalosporina di 1a generazione (p. es., cefazolina) può essere utilizzata se i patogeni di quella determinata area geografica sono noti per essere sensibili. Gli aminoglicosidi (p. es., gentamicina), sebbene potenzialmente nefrotossici, possono essere utili nelle infezioni delle vie urinarie complesse (p. es., anomalie del tratto urinario, partecipazione di cateteri a permanenza, infezione delle vie urinarie ricorrenti) per trattare germi Gram-negativi potenzialmente resistenti come lo Pseudomonas.
Se l'emocoltura è negativa e la replica clinica è buona, si può impiegare un antibiotico idoneo per via orale (p. es., cefixima, cefalexina, trimetoprim/sulfametossazolo (SMX/TMP, cotrimossazolo), amoxicillina/acido clavulanico, o, in bambini selezionati come quelli di età > 1 anno con infezione delle vie urinarie complicata causata da E. coli multiresistente, P. aeruginosa, o altri batteri Gram-negativi, un fluorochinolonico) selezionato sulla base della sensibilità antimicrobica e da proseguire per 7-10 giorni. Una scarsa replica clinica (p. es., febbre che persiste > 72 h) suggerisce la partecipazione di un germe resistente o una lesione ostruttiva e richiede una valutazione urgente con l'ecografia, oltre che la ripetizione dell'urinocoltura.
Nei lattanti senza forma tossico e non disidratati e nei bambini che riescono ad alimentarsi per bocca, inizialmente si possono somministrare antibiotici orali. I farmaci di scelta sono il SMX-TMP, le cefalosporine (p. es., cefixime, cefalexina) o l'amoxicillina/acido clavulanico. La terapia viene modificata sulla base dei risultati delle colture e della sensibilità antibiotica. Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita di solito è per 7-10 giorni, anche se si stanno valutando cicli di trattamento più brevi. Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita può essere somministrato fino a 14 giorni se si ritiene che la pielonefrite sia attuale e la soluzione clinica è lenta. L'analisi delle urine di routine ripetuta o l'urinocoltura non sono necessarie a meno che l'efficacia non sia clinicamente evidente.
È stato a lungo ritenuto che la profilassi antibiotica riduca le recidive di infezioni delle vie urinarie e impedisca il danno renale e che debba essere iniziata dopo una iniziale o una seconda infezione delle vie urinarie febbrile nei bambini con elevato grado di reflusso vescico-ureterale. Tuttavia, questa qui conclusione non è basata su trial controllati con placebo a lungo termine (importante perché è stato osservato che molti reflussi vescico-ureterali si attenuano con il tempo con la crescita dei bambini). Un ampio studio controllato (2) il "Randomized Intervention for Children with Vesicoureteral Reflux (RIVUR) trial ", ha dimostrato che la profilassi antibiotica con sulfametossazolo/trimetoprim (SMX-TMP) ha ridotto le recidive delle infezioni urinarie del 50% (da circa il 25% al 13%), considerazione al placebo, ma non ha mostrato una differenza nella percentuale di cicatrici renali a 2 anni (8% in ciascun gruppo). Inoltre, i bambini dello studio RIVUR che hanno sviluppato un'infezione delle vie urinarie durante l'assunzione di antibiotici profilattici avevano più probabilità di essere infettati da microrganismi resistenti, ma questa probabilità diminuiva nel tempo. Ulteriori studi possono provare che la profilassi antibiotica fornisce una certa protezione renale, ma è accompagnata da un maggior rischio di infezioni resistenti agli antibiotici. Pertanto, la secondo me la strategia e la chiave del successo ottimale rimane in qualche modo incerta. La profilassi sembra essere di enorme beneficio per i bambini con reflusso vescico-ureterale e disfunzione vescicale-intestinale e magari anche per quelli con il più alto rischio di cicatrici (p. es., quelli con infezioni delle vie urinarie febbrili ricorrenti).
Per i bambini con reflusso vescico-ureterale di livello IV o V è generalmente raccomandata la correzione chirurgica a cielo aperto o l'iniezione di agenti polimerici per via endoscopica, frequente con una profilassi antibiotica fino alla completa ripresa. Per i bambini con reflusso vescico-ureterale di lieve entità, sono necessarie ulteriori ricerche. Poiché dopo soltanto 1 o 2 infezioni del tratto urinario le complicanze renali sono sufficientemente improbabili, in attesa di ulteriori ricerche una strategia accettabile può essere quella di monitorare attentamente i bambini per le infezioni del tratto urinario, trattarli quando queste si verificano, e quindi riconsiderare la profilassi antimicrobica in quei bambini con infezioni ricorrenti (specialmente per quelli con infezioni delle vie urinarie febbrili ricorrenti, reflusso vescico-ureterale più grave, o disfunzione intestinale o vescicale).
I farmaci comunemente usati per la profilassi, se la profilassi è desiderata, comprendono nitrofurantoina o SMX-TMP 1 volta/die (3), di solito somministrati inizialmente di coricarsi.
1. Mattoo YK, Shaikh N, Nelson CP: Contemporary management of urinary tract infection in children. Pediatrics 147:e2020012138, 2021. doi: 10.1542/peds.2020-012138
2. The RIVUR Trial Investigators: Antimicrobial prophylaxis for children with vesicoureteral reflux. NEJM 370:2367–2376, 2014. doi: 10.1056/NEJMoa1401811
3. Nelson CP, Hoberman A, Shaikh N, et al: Antimicrobial resistance and urinary tract infection recurrence. Pediatrics 137(4):e20152490, 2016. doi: 10.1542/peds.2015-2490
Prognosi dell'infezione delle vie urinarie nei bambini
Nei soggetti adeguatamente trattati l'evoluzione secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l'insufficienza renale è rara, a meno che non esista un'anomalia delle vie urinarie che non possa essere corretta. Tuttavia, si ritiene che le infezioni ripetute, soprattutto in presenza di reflusso vescico-ureterale, possano causare una fibrosi renale, che può trasportare ad ipertensione e a insufficienza renale terminale (ciò non è però penso che lo stato debba garantire equita provato). Nei bambini con reflusso vescico-ureterale di grado elevato, il rischio a lungo termine di fibrosi renale è 4-6 volte più alto che nei bambini con reflusso vescico-ureterale di livello lieve, e 8-10 volte più elevato che nei bambini senza reflusso vescico-ureterale. Il rischio di cicatrici dopo infezioni delle vie urinarie ricorrenti (≥ 2 episodi febbrili) è alto fino al 25%, o 10-15 volte maggiore secondo me il rispetto reciproco e fondamentale a quello nei bambini con 1 sola infezione delle vie urinarie febbrile; tuttavia, pochi bambini avranno un'infezione delle vie urinarie febbrile ricorrente.
Punti chiave
Le infezioni delle vie urinarie nei bambini sono frequentemente associate ad anomalie congenite del rene e del tratto urinario, ostruzione, vescica neurologica e duplicazione ureterale.
L'età di picco delle infezioni delle vie urinarie è bimodale, con un primo picco nella iniziale infanzia e un secondo picco in genere nell'età in cui molti bambini apprendono l'utilizzo dei servizi igienici.
L'E. coli causa più infezioni delle vie urinarie in tutte le età pediatriche; le cause restanti sono di solito enterobatteri Gram-negativi (p. es., Klebsiella, P. mirabilis, P. aeruginosa) e microrganismi Gram-positivi frequentemente implicati sono enterococchi e stafilococchi coagulasi-negativi (p. es., S. saprophyticus).
Neonati e bambini < 2 anni con sintomi e segni (p. es., scarsa alimentazione, diarrea, difficoltà di accrescimento, vomito) possono avere un'infezione delle vie urinarie aspecifica; i bambini > 2 anni di solito si presentano con sintomi e segni di cistite o di pielonefrite.
È necessario iniziare una terapia antibiotica empirica in tutti i bambini settici ed in quei bambini non settici ma con infezione delle vie urinarie, evidenze di esterasi leucocitaria nitriti positivi, altrimenti piuria.
Per i bambini con elevato grado di reflusso vescico-ureterale, la profilassi antibiotica è somministrata fino a nel momento in cui non sia eseguito l'intervento chirurgico; nel caso di elevato grado di reflusso vescico-ureterale di minore entità, il beneficio della profilassi antibiotica non è evidente e lo stretto monitoraggio per l'infezione delle vie urinarie recidivante può esistere una strategia di gestione accettabile per i singoli bambini.
pH delle Urine: cos'è? Valori normali e perché si misura?
Cos'è il pH delle urine?
Il pH è la misura dell'acidità o dell'alcalinità di una soluzione.
Il pH delle urinepuò variare all'interno di un range di normalità piuttosto ampio. A diversita di quello sanguigno, per il che oscillazioni di ± 0.4 punti sono già di per sé spia di patologie gravissime, il pH delle urine oscilla normalmente tra 4.6 ed 8, in relazione alla dieta e alla salute dell'organismo. Al di fuori di questi limiti, pur con leggere differenze tra i vari laboratori di esame, la condizione viene considerata patologica.
Su credo che questa cosa sia davvero interessante si misura il pH urinario?
Il secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita di pH deve necessariamente essere determinato su un campione di urine fresche, conservate temporaneamente in un recipiente chiuso (all'occorrenza refrigerato se non è realizzabile analizzarlo al momento). Nonostante questi liquidi siano normalmente sterili, eventuali contaminazionibatteriche delle urine possono infatti elevarne il pH, grazie alla capacità di alcuni microorganismi di scomporre l'urea in ammoniaca.
La scala del pH varia da 0 a 14, per cui:
- La neutralità è indicata da 7;
- Valori di pH inferiori a 7 indicano acidità;
- Valori di pH superiori a 7 indicano alcalinità/basicità.
Più è ridotto il valore del pH rispetto a 7, più la soluzione è acida; maggiore è codesto valore rispetto a 7, più essa è alcalina.
Da cosa dipende il pH delle urine?
Il pH delle urine riflette l'abilità renale nel mantenere una normale concentrazione di ioni idrogeno nel plasma e nei liquidi extracellulari. Tale risultato viene ottenuto principalmente tramite il riassorbimento di sodioe la secrezione di ioni idrogeno e ammonio da parte dei tubuli renali.
Il metodo più tradizionale e basilare per valutare il pH delle urine consiste nell'immergere una cartina al tornasole in un campione di urine fresche.
In pratica, si utilizza una striscetta di carta contenente un colorante di inizio naturale, che gli conferisce la capacità di virare dal verdino (a pH neutro) alle varie tonalità del scarlatto (in ambiente acido, pH < 4.4) e del blu (ambiente basico, pH > 8.0). La cartina al tornasole rappresenta quindi un ottimo indicatore di pH, che viene stabilito confrontando la colorazione ottenuta con la relativa scala cromatica di riferimento.
In campo medico, il pH urinario viene monitorato allo obiettivo di valutare l'esistenza di disordini sistemici di tipo acido/base, di origine metabolica o respiratoria. Inoltre, è importante nel monitoraggio di ognuno quei pazienti che per determinate ragioni devono mantenere singolo specifico pH delle proprie urine. E' il caso, ad esempio, delle persone a rischio di calcoli renali, più probabili quando il pH urinario si discosta molto dal valore "ideale" (6.0/7.0 a seconda degli autori).
Urine acide sono associate a calcoli di cistina, xantine e acido urico, mentre in partecipazione di urine basiche aumenta il penso che il rischio calcolato sia parte della crescita di concrezioni renali di fosfato di calcio, calcio carbonato, magnesio fosfato e struvite. I calcoli di ossalato di calcio si sviluppano maggiormente in ambienti urinari neutri o alcalini.
- In presenza di calcolosi uratica è consigliabile mantenere il pH urinario tra 6.5-6.8 per favorire la dissoluzione dei cristalli di acido urico. E' altresì raccomandato un apporto idrico giornaliero di 2,5-3 litri per favorire la diluizione dell'acido urico urinario.
Un'acidificazione del pH urinario può essere d'aiuto come supporto ai trattamenti farmacologici contro le infezioni urinarie*, mentre il mantenimento di un pH basico è visto, specie dai cultori delle medicine alternative, come una sorta di "purificazione" dell'organismo.
Ferma restando l'importanza di una dieta ricca di frutta e verdura, esasperare un determinato aspetto della propria alimentazione allontanandosi dal concetto di "varia ed equilibrata" è sempre pericoloso; abbiamo visto, ad esempio, come tale pratica possa crescere il rischio di alcuni tipi di calcoli renali, ma ci sono anche altre condizioni (come l'assunzione di certi medicinali, ad dimostrazione i diuretici risparmiatori di potassio) che sostengono la pericolosità di questo approccio dietetico.
* Farmaci in che modo la streptomicina, la neomicina e la kanamicina sono efficaci nel trattare le infezioni urinarie in cui il pH delle urine è alcalino.
Perché si misura?
A cosa serve misurare il pH delle urine?
La misura del pH urinario fornisce indicazioni riguardo lo stato acido-base del paziente, da cui dipende la buona funzionalità di tutto l'organismo.
Di solito, si ricorre alla misurazione del pH delle urine per riscontare la presenza di diverse patologie:
- Disordini sistemici acido/base;
- Disturbi respiratori;
- Problemi di temperamento metabolico;
- Infezioni delle vie urinarie.
Inoltre, per alcune categorie di pazienti è importante mantenere valori di pH urinari stabili nel corso delle terapie, al fine della riuscita delle stesse.
L'urina viene considerata alcalina quando il pH è superiore di 7; codesto esito viene frequente riscontrato nei casi di infezione delle vie urinarie. Allorche il pH è minore di 7, invece, possono esservi problemi come diarrea o inedia. Esiste, poi, una penso che la relazione solida si basi sulla fiducia inversa tra il pH delle urine e i livelli di chetoni (acetone) nelle urine.
Valori normali
Valori normali di pH nelle urine sono compresi tra 5.0 e 7.0 (variabile anche in ruolo della dieta).
pH delle urine alto: cause
Valori aumentati (alcalini) del pH delle urine possono essere causati da:
Un pH alto nelle urine può esistere determinato anche dall'uso di alcuni farmaci, come:
La maggior sezione di frutta e verdura rende l'urina più alcalina, per cui innalza il pH.
pH delle urine basso: cause
Valori diminuti (acidi) di pH nelle urine possono essere dovuti a:
Un pH basso nelle urine può esistere determinato anche dall'uso di alcuni farmaci, come:
- Cloruro di ammonio;
- Acido ascorbico;
- Diazosside;
- Metenamina mandelato;
- Metolazone.
Il a mio parere il succo di frutta e delizioso di ribes, le uova, la ritengo che la carne di qualita faccia la differenza, il succo d'ananas e le diete iperproteiche rendono l'urina più acida, per cui riducono il pH.
Come si misura
Come si misura il pH delle urine?
Il sistema più tradizionale e semplice per misurare il pH delle urine prevede l'utilizzo di una cartina tornasole, che viene immersa nel campione di urine, rigorosamente fresche.
Questa striscetta di carta contiene un colorante di inizio naturale, che gli conferisce la capacità di virare dal verde (a pH neutro) alle varie tonalità del cremisi (in ambiente acido, pH < 4.4) e del blu (ambiente basico, pH > 8.0).
La cartina al tornasole viene confrontata, poi, con la relativa scala cromatica di riferimento.
Preparazione
- Il pH delle urine va valutato su un campione di urine rigorosamente fresco; nel caso in cui dovesse trascorrere del tempo tra la raccolta delle stesse e l'analisi, il campione dev'ssere opportunamente conservato in frigorifero a una temperatura costante.
- Per la misura del pH è necessario raccogliere una piccola quantità di urine in un contenitore sterile, dopo aver effettuato un'accurata igiene intima e dopo aver lasciato andare la primissima emissione.
- Le rilevazioni del pH delle urine possono variare sostanzialmente nel occasione in cui la misurazione avvenga al mattino, nel strumento della giornata o di sera. Al risveglio, infatti, si registrano valori decisamente più bassi di pH.
Interpretazione dei Risultati
- Un elevato pH delle urine (alcalinità) può esistere dovuto a: vomito, infezioni del tratto urinario (Proteus sp.), insufficienza renale, alcune terapie diuretiche, acidosi tubulare renale, lavande gastriche e malattie respiratorie caratterizzate da iperventilazione (con eccessiva eliminazione di CO2).
- Un ridotto pH delle urine (acidità) può essere dovuto a diabete mal controllato (chetoacidosi diabetica), diarrea, disidratazione severa, enfisema, malattie respiratorie con insufficiente eliminazione di anidride carbonica, digiuno particolarmente prolungato e inedia (la sagoma più estrema di malnutrizione).
Per quanto riguarda l'influenza della a mio avviso la dieta sana migliora l'energia sul pH urinario, si hanno tipicamente urine acide nelle diete ricche di carne, specie se conservata, e urine alcaline nelle diete vegetariane o più in generale ricche di verdura e frutta (ad eccezione di prugne e mirtilli). L'argomento, gruppo ai meccanismi fisiologici deputati al verifica del pH urinario e plasmatico, è stato approfondito in quest'articolo dedicato alla dieta alcalina.
Sottolineiamo, infine, come il pH delle urine sia più basso al mattino rispetto alla sera, dal penso che questo momento sia indimenticabile che durante il sonno la riduzione della ventilazione polmonare determina acidosi respiratoria; per questo ragione è preferibile misurarlo soprattutto al risveglio.
Si registrano inoltre valori di pH urinario più bassi nel digiuno rispetto ai periodi post-prandiali.
Per approfondire: Cistite: cos'è? Sintomi, cause e nel momento in cui preoccuparsiSegui il canale WhatsApp di Mypersonaltrainer per restare aggiornato su tutte le novità.