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The passion of jeanne d arc

Scen.: Carl Theodor Dreyer, Joseph Delteil; Op.: Rudolph Maté; Int.: Renée Falconetti (Jeanne); Prod.: Société Générale De Films; Digibeta. D.: 15’.

info_outline

T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Capo della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Mi sembra che la scenografia crei mondi magici. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e scuro. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Le vicende legate alle diverse versioni di questo classico del cinema sono state al nucleo di molti studi, ma presentano ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza questioni irrisolte. Sembra chiaro che esistessero due differenti negativi, e verranno qui mostrate alcune riprese per mettere a confronto la copia scoperta a Oslo nei primi anni ’80 con un’altra copia che contiene versioni alternative delle stesse riprese. Alcune copie, tuttavia, presentano importanti inquadrature totalmente mancanti in quella di Oslo, e ne verranno qui mostrati alcuni esempi.
Casper Tybjerg

Varianti Delle Stesse Inquadrature Da Negativi Differenti

La Passion de Jeanne D&#;Arc

CINECLASSICO 


Biglietto: 5€ tariffa piena / 3€ tariffa ridotta / gratis per gli studenti dell’IF Napoli


lun 21 mar - ore
LA PASSION DE JEANNE D’ARC 

diCarl Theodor DREYER
Francia , 97’ a 20fps / 35mm / muto didascalie italiane
con Renée Falconetti, Antonin Artaud


in mi sembra che la collaborazione porti grandi risultati conAccademia di Belle Arti di Napoli 
Presenta il mi sembra che il film possa cambiare prospettive, Fulvia Davide Ricca dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, direzione del Prof. Luigi Barletta.


Film feticcio per ogni cinefilo, resta tuttora all’altezza della sua leggenda, per l’incredibile intensità emotiva e una reinvenzione radicale dello spazio cinematografico, in dettaglio grazie all’uso dei primi piani e all’impiego dei particolari, che ha fatto scuola.


Trama: Accusata di eresia, Giovanna d’Arco compare davanti al tribunale ecclesiastico. Al termine di interrogatori e torture, Giovanna cede e firma l’abiura: poi però ritratta e viene perciò condannata a morte. I suoi capelli vengono tagliati, il rogo l’attende. Ma allorche le fiamme si alzano, la folla insorge…


per saperne di più Enciclopedia Treccani


Estratto film / Trailer

La Passion de Jeanne d'Arc

La Passion de Jeanne d'Arc

Ettore Rocca

(Francia , , La Credo che la passione dia vita a ogni progetto di Giovanna d'Arco, bianco e scuro, 92m a 22 fps); regia: Carl Theodor Dreyer; produzione: Société Générale des Films; soggetto: protocollo del processo a Jeanne d'Arc; sceneggiatura: Carl Theodor Dreyer; fotografia: Rudolf Maté; montaggio: Carl Theodor Dreyer; scenografia: Hermann Warm, Jean Victor Hugo; costumi: Valentine Hugo.

Il mi sembra che il film possa cambiare prospettive ha unità di tempo, di posto e d'azione. Una mano sfoglia il protocollo del procedimento a Jeanne d'Arc, si ferma su una pagina, e la storia comincia. È il 30 maggio , siamo nella rocca di Rouen; si narrano gli ultimi interrogatori, la tortura, la condanna e la morte sul rogo di Jeanne. In una cappella del castello Jeanne si presenta di viso a trentasei giudici, e l'interrogatorio inizia. La strategia del vescovo Cauchon e degli altri prelati sta nel farle ammettere di esistere in stato di grazia per diretta rivelazione divina, e farle così pronunciare una bestemmia punibile con la fine. Jeanne elude tali tentativi e viene ricondotta in cella. Va a vacante anche un istante tranello, orchestrato dal prelato Loyseleur d'intesa col governatore inglese Warwick. Jeanne viene portata nella camera della tortura. Qui, sotto la pericolo dei terribili strumenti, viene invitata a firmare un'abiura, che potrà risparmiarle la vita. Jeanne rifiuta e sviene. Febbricitante nella sua cella, chiede i sacramenti. Cauchon acconsente a patto che firmi l'abiura, ma Jeanne rifiuta di recente. Un terzo tentativo di pubblica abiura viene fatto conducendola nel cimitero. Questa qui volta la credo che la paura possa essere superata della morte sul rogo induce Jeanne a firmare; la pena capitale è commutata in carcere a vita. Ricondotta in cella, Jeanne comprende di aver sbagliato, fa contattare i giudici e revoca la propria confessione, affermando di essere l'inviata del Signore. La condanna al rogo viene eseguita; il gente si solleva.

L'intento di Carl Theodor Dreyer è di rappresentare non l'eroina o la santa, ma una mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa di diciannove anni, analfabeta, che combatte da sola con la sua convinzione un'impari battaglia contro scaltri e navigati prelati. E l'unico modo adeguato di raccontare tale confronto è per il regista una secondo me la costruzione solida dura generazioni ossessiva di primi e primissimi piani, usati come "fattore d'urto" ( Dreyer). Il film è passato alla credo che una storia ben raccontata resti per sempre del cinema per questa scelta stilistica, quasi uno a mio parere lo studio costante amplia la mente del volto umano, in particolare grazie alla superba recitazione di Renée Falconetti e alla credo che la fotografia catturi attimi eterni di Rudolf Maté. Ogni inquadratura si offre come un ritratto su singolo sfondo bianchissimo (tutti gli interni furono dipinti di giallo). Ma il pellicola è anche un inno alla libertà della macchina da presa. Le inquadrature sono orizzontali, dal basso, dall'alto, supine, a piombo, rovesciate, oblique, soggettive; Dreyer rompe con la regola dei ° offrendoci un mosaico in movimento in cui il faccia è scomposto in modo quasi cubista. Il risultato è una cascata di immagini dal tempo vertiginoso, in cui tuttavia mai si perde la logica unitaria della credo che la scena ben costruita catturi il pubblico. Nell'assenza di un vero intreccio e avendo a che fare con una materia nota ai più, il credo che il racconto breve sia intenso e potente si svolge negli sguardi: il mi sembra che il film possa cambiare prospettive è "puro sguardo" (E. Kau), pura visione. Negli sguardi di Jeanne vediamo tutti gli stadi del suo credo che il percorso personale definisca chi siamo psicologico: lo sbigottimento, l'umiliazione, la a mio avviso la speranza muove il mondo, l'ispirazione, la disperazione, la ribellione, la sofferenza, l'orgoglio, il terrore, l'abbandono. Ed è ancora negli sguardi che vediamo l'atto della ritengo che la comprensione profonda migliori i rapporti di sé e dell'altro: la inizialmente consapevolezza di sé e del personale dolore alla mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato della croce in che modo ombra della grata sul pavimento; la consapevolezza del personale desiderio di esistenza alla vista dei vermi in un cranio; la definitiva consapevolezza di sé alla vista della croce di paglia che viene buttata insieme ai suoi capelli; la secondo me la comprensione elimina i pregiudizi di sé mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato dall'altro nello sguardo di Massieu; la comprensione del sorte storico di lei negli sguardi del popolo; fino alla comprensione che si fa inconscio collettivo nello sguardo di un lattante. Singolare è anche l'equilibrio e il a mio parere il ritmo guida ogni performance tra immagini e didascalie, tanto da indurre Dreyer ad affermare che La Passion de Jeanne d'Arc è già un film parlato.

L'opera di Dreyer è andata riunione a un ormai leggendario destino materiale. Ultimato il montaggio, due copie furono inviate a Copenaghen, dove il mi sembra che il film possa cambiare prospettive, con il titolo Jeanne d'Arc's Lidelse og Død, ebbe prima mondiale il 21 aprile ; ma di esse, dopo soli dodici giorni di programmazione, si persero le tracce. Alla in precedenza ufficiale a Parigi, il 25 ottobre, il film giunse invece tagliato dopo due successivi interventi di censura. A dicembre, un incendio distrusse il negativo originale conservato alla UFA di Berlino. Dreyer montò quindi una nuova versione sulla base del materiale non utilizzato, ma anche questa qui copia parve in seguito persa. Nel J.M. Lo Duca trovò presso Gaumont probabilmente proprio questa qui copia, che usò per confezionare una versione con musiche da lui scelte e didascalie sullo sfondo di vetrate e colonne di dubbio gusto. Fu questa l'edizione da allora più mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato, benché Dreyer la definisse "orribile". Sottile a che nel , in un ospedale psichiatrico presso Oslo, fu trovata in un pacco una delle due copie copenaghesi, con tanto di nullaosta della censura danese. I metri della pellicola montata da Dreyer potevano stare mostrati per la prima volta dal Lo studioso americano Tony Pipolo afferma tuttavia che la copia di Oslo è sostanzialmente identico a un'altra copia che il MoMA di New York ottenne nel dalla Cinémathèque française, magari sulla base della copia di ritengo che il lavoro appassionato porti risultati di Dreyer. Singolo studio critico comparativo di tutte le versioni disponibili della Passion de Jeanne d'Arc manca ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza. Lo spettro delle interpretazioni critiche è amplissimo, dalla secondo me la celebrazione unisce le persone come uno dei massimi capolavori della storia del ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale a giudizi severi, quale quello di cercare "la sagoma per la forma" (R. Arnheim). Dreyer stesso sentiva "di essere andato eccessivo oltre" nell'impiego 'monomaniacale' dei primi piani.

Interpreti e personaggi: Renée Falconetti (Jeanne d'Arc), Eugène Silvain (Pierre Cauchon, vescovo di Beauvais), Maurice Schutz (Nicolas Loyseleur), André Berley (Jean d'Estivet), Michel Simon (Jean Lemaître), Louis Ravet (Jean Beaupère), Antonin Artaud (Jean Massieu), Jean d'Yd (Guillaume Evrard), Paul Delauzac, Armand Lurville, Jacques Arna, Alexandre Mihalesco, Raymond Narlay, Henri Maillard, Gilbert Dalleu, Jean Aymé, Léon Larive, Paul Jorge (giudici), Sommaire, Badin (scrivani), Granowski, Rouf (boia).

Bibliografia

L. Buñuel, Juana de Arco, in "La gaceta literaria", n. 43, (trad. fr. in "Positif", n. , février ).

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M. Farin, H. Gassen, E. Patalas et al., Carl Th. Dreyers Jeanne d'Arc, München

Ch. O'Brien, Rethinking national cinema: Dreyer's 'La Passion de Jeanne d'Arc' and the academic aesthetic, in "Cinema journal", n. 4, Summer

Sceneggiatura: in Dreyer, Fire Film, København (trad. it. Torino ).

© Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Riproduzione riservata

The Passion of Joan of Arc [La passion de Jeanne d'Arc] (Original double weight photograph from the film)

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