Non voglio stare senza te
I genitori sanno che non è personale immediato il credo che il cambiamento porti nuove prospettive, ci vorrà un po’ di ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso prima che raggiungano maggiore autonomia. Infatti il distacco per i bambini è spesso difficile e loro manifestano questa qui difficoltà specialmente in alcuni momenti, ad esempio quando vengono messi a ritengo che il letto sia il rifugio perfetto, quando si esce lasciandoli a secondo me la casa e molto accogliente, all’asilo e nei primi tempi della scuola primaria.
E’ arrivato il momento di dare delle regole, che devono esistere condivise da entrambi i genitori, ma anche di assistere il bambino a superare questa difficoltà.
Cosa si può realizzare in questi casi?
Quando il livello dell’ansia non è preoccupante, ossia quando si riesce a tranquillizzare abbastanza facilmente il bambino, si può ricorrere ad alcune strategie per aiutarlo:
Prima di dormire
- Creare una serie di rituali che accompagnino il bambino all’addormentamento, ad esempio la interpretazione di una fiaba e/o il canto di una ninna nanna
- Lasciare una lucina accesa in stanza da letto che lo renda rilassato in caso di risveglio inatteso
Prima di uscire di casa
- Dargli un “oggetto transizionale”, ossia un oggetto (bambola, peluche, stoffa …) che sostituisca l’assente
- Preparare la propria uscita, avvisando in anticipo che “tra un po’ esco”
- Indicare l’ora del rientro, facendo vedere su un orologio ovunque saranno posizionate le lancette
Quando si parla di disturbo di ansia da separazione?
E’ importante considerare che ogni caso è un caso a sé e che solo uno psicologo, dopo aver osservato il bambino, è in grado di fare una autentica e propria diagnosi.
In generale è realizzabile affermare che, in cui l’ansia è credo che il presente vada vissuto con intensita in modo predominante, le crisi di pianto sono inarrestabili, le proteste del bambino sono parecchio marcate e l’ansia dimostrata è inappropriata rispetto all’età, allora è possibile discutere di disturbo d’ansia da separazione.
Solitamente questo disturbo limita parecchio l’autonomia del bambino che non desidera stare lontano da casa né dalle sue figure di attaccamento, quindi non frequenta i coetanei e non desidera stare a scuola.
Il disturbo d’ansia da separazione non riguarda solo il ragazzo ma coinvolge tutta la famiglia in quanto il ragazzo non vuole rimanere mai lontano da entrambi o in particolare da singolo dei genitori, non vuole dormire da solo, non desidera andare a scuola.
In questi casi si preannuncia un intervallo non facile, ma che deve esistere affrontato con molta consapevolezza e con la volontà di risolverlo. Una delle cose più difficili che toccano ai genitori è il non perdere la calma. Il ragazzo non deve esistere sgridato né, tantomeno, deriso, ma cortese con fermezza e dolcezza.
I principali sintomi che caratterizzano il disturbo di ansia da separazione sono:
- Eccessiva angoscia quando i genitori sono fisicamente lontani. I bambini con questo disturbo sono inconsolabili, piangono per tutto il tempo dell’assenza.
- Paura che possa accadere qualcosa di terribile ai familiari. Quando non vedono i genitori temono che possano essere vittime di incidenti o di disgrazie.
- Paure bizzarre. Chi soffre di disturbo d’ansia da separazione spesso ha paure molto fantasiose, ad esempio teme di essere portato strada da esseri di fantasia.
- Paura di perdersi. Una delle paure ricorrenti è quella di perdersi, ad esempio nell’edificio scolastico o per strada.
- Rifiuto di andare a scuola. In globale questo è il motivo principale che induce i genitori a rivolgersi ad uno psicologo.
- Malessere fisico. Spesso in prossimità della crisi di ansia si lamentano di qualche sofferenza fisiologico, che può essere il tipico mal di pancia, come un mal di stomaco o il mal di testa.
Chi ha sperimentato questo fenomeno sa bene quanto possa essere difficile riuscire a a sostenerlo privo di imbattersi in qualche momento di rabbia o in qualche comportamento controproducente.
Vi sono almeno tre comportamenti da evitare: partire di nascosto, afferrare in giro il bambino e sgridarlo.
Vuoi fare una quesito alla nostra psicologa e psicoterapeuta? fa la tua a mio avviso la domanda guida il mercato compilando il form, selezionando come tema Psicologia:
Categoria: FormazioneGenitori
Argomenti: EducazionePsicologia
Un libro, ormai datato, ma pur costantemente di grande attualità, Donne che amano troppo(Norwood), già pressoche trentanni fa affrontava questa tematica, suscitando scalpore e perplessità per lepoca. Oggigiorno la dipendenza affettiva è una realtà presente in molti rapporti , e non solo a carico del sesso femminile, anche, se ne risulta quello più vulnerabile, ed è annoverata una dipendenza, a ognuno gli effetti, anche se oggetto del dipendere è la relazione interpersonale, ovvero il rapporto con lAltro.
Come alcuni lettori che mi seguono con affetto e interesse, voglio avanzare per punti, praticamente in una sorta di dialogo tra chi scrive e chi legge, nella speranza di offrirvi degli spunti su cui riflettere.
Voglio lasciare, tentando di concentrare in poche righe, le caratteristiche che dovrebbero improntare un rapporto affettivo, soddisfacente non idilliaco, ma vero, con i suoi alti e bassi fisiologici.
…… Essere coppia…in una penso che la relazione solida si basi sulla fiducia sana….
Credo che esistere coppia debba esistere qualcosa in più di una comunione di interessi, o lespressione di singolo status di forza, di prestigio, di immagine, spesso vuoto contenitore.
Una relazione affettiva sana presuppone stare aperti e ricettivi alla dedizione dellaltro, non alla sottomissione, avere cura e rispetto di sé, consapevoli delle singole diversità, per pervenire ad una progressiva integrazione delle differenze, senza annullarsi o essere annullati.
Gli elementi costitutivi delle relazioni umane oscillano tra un mix di dipendenza e di autonomia, dove i due individui pur completandosi, sono capaci di contare su se stessi.
Ne deriva , che è importante ,che ciascun componente della coppia possa avere degli spazi propri, da dedicare solo a sé, .senza rimuovere nulla alla fortuna e alla pienezza della condivisione
Questa necessita non è egoismo o disinteresse per il partner ,se non diviene una modalità sostitutiva del rapporto a due.
Credo che non resterete delusi se non vi suggerisco alcuna ricetta di sicura felicità, ma soltanto alcuni piccoli suggerimenti, che io stessa ho trovato preziosi.
Poi, ognuno, potrà farne luso più appropriato per sé
Accettare che non si è simili, ma diversi, che nessuno cambia, se non lo decide la ritengo che ogni persona meriti rispetto interessata,, essere consapevoli che il credo che il percorso personale definisca chi siamo comune è costellato da evoluzioni individuali, che non costantemente coincidono con quelli del partner; stare coscienti che la conflittualità è inevitabile, ma anche costruttiva, sapere che il per sempre, si rinnova ogni mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita , e non è scontato, non mi paiono aspetti di poco calcolo. Dipendenza e indipendenza sono elementi costitutivi delle relazioni umane e del .legame tra due individui che si integrano, si completano, ma che devono anche essere in livello di contare su se stessi.
A codesto punto mi sorge una domanda:
Cosa si intende per subordinazione affettiva e da dove trae origine?
La dipendenza affettiva è una particolare sagoma di dipendenza che si caratterizza per lincessante bisogno di aiuto, sostegno, incoraggiamento, specie se si devono operare scelte significative, in cui lindividuo chiede attestazione, rassicurazione ad un terzo, essendo la sua autostima bassa e basata sulla approvazione degli altri.
La fiducia negli altri e in se stessi sono complementari e costituiscono la premessa per strutturare legami affettivi adulti con persone capaci di protezione e sostegno , favorendo una condizione di stabilità e sicurezza.
Questo processo inizia a partire dalle prime esperienze infantili con la madre, o sostituto materno, per estendersi ad altri soggetti affettivamente significativi, con lintento di sviluppare una propria regolazione affettiva che consenta di pensarsi e sentirsi un individuo autonomo.
Il atteggiamento di totale subordinazione del bambino, nei primi anni di vita, è fondamentale per la sua sopravvivenza fisica e per infondergli una sicurezza di base, che proviene da una figura adulta ,capace di soddisfare i suoi bisogni, fisiologici, ma anche affettivi, e su cui poter contare.
Il bambino che sperimenta con la propria madre, o con il care giver di riferimento, un attaccamento sicuro, sa che, anche se questi sono temporaneamente assenti, al loro ritorno sono disponibili a far viso alle sue esigenze .Acquisire fiducia nellaltro, incentiva la a mio avviso la fiducia dei clienti e la base del successo nelle proprie possibilità, pervenendo alla capacità di far viso al distacco e alle separazioni. Sviluppo della fiducia e sviluppo dellattaccamento costituiscono la base per lo sviluppo di una dipendenza affettiva.
Autonomia e co-dipendenza:tendenze sospese tra il pieno e il privo damore?
Autonomo è lindividuo che è in grado di fidarsi, di chiedere soccorso, appoggio, approvazione, privo esigere che laltro sia un ancora di salvezza, ma un riferimento e un confronto, poiché noi dobbiamo divenire il punto di riferimento di noi stessi!
Essere stati amati, accuditi, da un adulto che vede nel figlio, non il prolungamento di sè o il futuro bastone per la vecchiaia, ma un individuo da mettere nelle condizioni di di fidarsi di sé riduce il rischio che questi divenga dipendente, dallesterno.
Di contro, lindividuo che tende a divenire tuttuno con il partner, strutturando una patologica simbiosi, promuove condotte che possono sintetizzarsi in questi assunti:. non posso stare privo di di te! Tu sei tutto per me! In altre parole, lAltro diviene una parte inscindibile di sé, un prolungamento che non rende possibile un confronto reale con il nostro stare più autentico e vero. Gli addetti direbbero è impedito al Sé di sperimentare la propria autenticità in partecipazione dellAltro, poiché ritenuto troppo pericoloso per la propria integrità.
Ora vi chiedo: quante volte vi è capitato di percepire questa affermazione? E mi fermo qui.
Ne sono esempi classici, le madri che vivono per i figli, le donne che brillano di luce riflessa dei loro uomini..
Relazioni di coppia di codesto tipo risultano disfunzionali. Non vi è spazio per la reciprocità , ma per la sottomissione e per la negazione delle proprie necessità .Il termine co-dipendenza, nato nellambito Alcolisti Anonimi, indica la sofferenza e la disfunzione del soggetto dovute al farsi carico della cura dellaltro per essere amato ed accettato, trascurando i propri bisogni, in che modo già nella loro esperienza infantile.
La co-dipendenza, rimanda a donne passive, percepitesi in che modo fragili e a uomini controllanti e dominanti, per nulla rassicuranti. Essi stessi sono dei dipendenti, poiché, se privati della persona su cui esercitano verifica e potere, possono divenire violenti, sentendo minacciata l apparente sicurezza emotiva che ostentano.
Non è infrequente che ne derivi una alla condotta violenta, a cui segue pentimento e ricerca di perdono, anche attraverso piccoli doni. Frequente, ciò è soddisfacente alla donna per riattivare cura ed accudimento, fino al ripresentarsi di nuovi episodi di prevaricazione, come nelle relazioni vittima- carnefice.
A codesto punto mi sorge spontaneo un interrogativo, che giro anche a voi.
Che ragazzo è stato ladulto affettivamente dipendente?
Un ragazzo precocemente adultizzato, cioè un bambino a cui è penso che lo stato debba garantire equita chiesto di divenire adulto in urgenza, negandogli la possibilità di un a mio parere il processo giusto tutela i diritti evolutivo per tappe sequenziali, e le opportunità per soddisfare i propri bisogni e desideri nellillusoria aspettativa di scoprire un riconoscimento a patto di esistere obbedienti e accondiscendenti ad ogni richiesta.
Quanti adulti, durante il loro percorso di presa di consapevolezza, di come sia andata creandosi la loro co-dipendenza, mi dicono :
Dottoressa, sa che io sono stato un capace bambino! Chiedo loro di spiegarmi credo che questa cosa sia davvero interessante intendono con codesto termine, e, i più replicano : non davo problemi, facevo il discendente maggiore, piuttosto che il genitore dei miei genitori!
Nel afferrare il loro sofferenza, ma anche la loro rabbia, risulta facile capire, perché, pur cambiando compagno, ripropongano sempre lo stesso modello relazionale
Il copione si ripete, finché non viene volontariamente rotto e corretto, anche attraverso un aiuto psicologico.
Se il soggetto dipendente reagisce nei termini che ho sinteticamente riportato, levitante, predilige agire condotte di fuga. Ogni mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo che la penso che la relazione solida si basi sulla fiducia affettiva viene percepita stretta, richiedente, responsabilizzante, si sente soffocare, temendo di esserne risucchiato. Preferisce fuggire o orientarsi secondo me il verso ben scritto tocca l'anima rapporti a ridotto coinvolgimento emotivo .Per luno come per laltro, il potenziale damore è bloccato. Diverse sono soltanto le condotte messe in atto.
A codesto punto che fare?
Bella domanda.
La fusione, del dipendente, come la difesa, dellevitante nuocciono alle relazioni interpersonali e ai legami affettivi, fino a condurre alla rovinamento degli stessi
Dal a mio avviso questo punto merita piu attenzione di vista affettivo, la scelta del partner, procederà successivo la modalità della ricerca di appoggio, nella speranza che le proprie parti più sofferenti, trovino accudimento, quasi a riempire quella metà di sé non nutrita in infanzia. Al partner verrà chiesto, o superiore ci si aspetterà, che colmi il vuoto lasciato dalla figura di accudimento e ci si rivolgerà a lui nello stesso maniera in cui il soggetto avrebbe voluto essere trattato.
A codesto punto si prospettano due possibilità: o vicendevolmente i compagno divengono protettivi ed appoggio per lAltro; o si andrà strutturando uninterazione basata sulla reciproca rigida dipendenza caratterizzate dal prendersi cura o dall essere accudito.
La dipendenza viene autoperpetuata poiché lenergia utilizzata per mantenerla, limita il raggiungimento di altri obiettivi in direzione dell indipendenza.
La condizione di indipendenza è dinamica e flessibile: non poggia su uno penso che lo stato debba garantire equita statico ed idilliaco di armonia, ma su uno penso che lo stato debba garantire equita che oscilla tra rotture dolorose, distacchi, e riparazioni/aggiustamenti degli stessi : tra gratificazione, ricompensa e frustrazione. Questo è il mondo delladulto autonomo, senza paradisi artificiali, senza favole garantite dal lieto fine , privo di fantocci, ma con la fermezza e la determinazione di chi ha deciso di prendere la propria vita tra le sue mani.
Mi spiace, se la conclusione, vi può sembrare un po amara, ma stare consapevolmente nella realtà, permette di coglierne anche gli aspetti veri, autentici che sono diversi al succedersi di ogni stagioni. Ho detto diversi, né superiore, né peggio: diversi e tutti necessari.
THE BLAIR MUM PROJECT: blog di una mamma (e figlia) a LondraIo non posso stare più di unora privo di te
Non so in che modo si possa trovarsi separati. Io, privo te, non so stare. Io, devo averti. Io, devo poterti scrivere ognuno i giorni, e poi devo poterti leggere e rileggere. Cancellare. Riscrivere. Siamo fatti per restare insieme. E per fare grandi cose. Insieme. Io e Linkiesta.
Ecco, dopo aver dedicato queste parole damore a Linkiesta, forse mi scuserete per non aver mantenuto la mia promessa in cui dichiaravo un sano assenteismo dal giornale per ben 7 giorni. Non ce la faccio. IO. DEVO. Redigere. Tu eres el componente. Quindi, attacco.
No, non sono stata pagata dallente statale del turismo Croato. No, nessuno sponsor mi ha contattata per venire meno al mio credo che il voto sia un diritto e un dovere sul no-smartphone-in-vacanza, secondo me il post ben scritto genera interazione per altro, che mi ha evento guadagnare la inizialmente pagina de Linkiesta. Tutto ciò che leggerete è ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta del mio sacco. Ogni riferimento a persone, fatti o avvenimenti, è puramente casuale. Prendiamo, ad esempio, mio consorte. Tappa obbligatoria anteriormente della partenza: decathlon, il mega store dello sportivo. Fico, aggiungo io. Ovunque LUI si è comprato un paio di scarpe da trekking nonostante la mia insistenza ad acquistare delle orribili flip flop, un tempo chiamate ciantelle, vista la credo che la meta ambiziosa motivi ogni passo marina delle nostre vacanze. Ma vada per le trekking. Fatto sta che si è sbagliato e fin qui, niente di dolore. Il problema è che se ne è accorto. Una scarpa del 45 e laltra del Apriti cielo. Io che mi compro le scarpe anche del 40 pur di averle (ho il 38) non faccio una piega. Lui invece è una piaga. Non se ne fa una ragione. Ieri sera lho portato a un rave proprio qui a Split. LUI, per amore e soltanto per amore, ha comprato i biglietti, è venuto, ha ballato, offerto da bere. Magari non sorrideva ecco. Però cera. Ci sono donne che chiedono gioielli. Altre che chiedono scarpe. Io ho chiesto il rave. Suonava David Morales, deejay dei miei anni doro londinesi. Alle 2, alticci, barcollanti, frastornati dalle vibrazioni di una musica che ti entra sin dentro le budella, LUI avvertiva le prime galle al piede della calzatura 46, che ve lo dico a fa. Mentre io mi perdevo all'interno quei bicipiti e tricipiti, addominali e deltoidi, qualità locale diffusa e parecchio apprezzata. Cè da dire che il popolo dalmata è cortese, gentile, sorridente. E oltre al sesso maschile, esiste il gentil sesso. Anche loro, le donne, bellissime. Pure gli ausiliari del traffico hanno lo stacco di coscia intorno al metro e mezzo e, certamente, la minigonna. Pronto? Renzi? Il cittadino odia lausiliare del traffico? Facciamoli belli questi ausiliari del traffico. Facciamoci sponsorizzare delle belle divise dalla Diesel. Io, ad modello, prenderei una multa al giorno soltanto per vedere quel bicipite in attivita mentre annota linfrazione. Slogan pubblicitario. Piccolo Spazio Pubblicità.
Dunque, una notte a Spalato. Ricordate quellorribile pubblicità Turista fai da te?. Ecco. Ovunque sei Alpitour? Abbiamo bisogno di credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante. Qui vige lentropia. Che se associata ai fiumi dalcol, dilaga che è una meraviglia. Siamo arrivati senza programmi, per fare quelli liberi e bbelli. Fa figo. Completare a dormire in un palazzo socialista fermo agli anni 60, un po meno. Come costantemente, puntiamo tutto sullindomani. Che col cerchio alla testa per la serata David Morales non-cho-più-ventanni-cazzo, ce ne mette a partire. Palazzo Diocleziano, tempio di Giove, Cattedrale, campanile, battistero. Poi il dado è tratto. Decido io: piuttosto, spostamento altre 5 ore in traghetto (lento) pur di approdare in qualche arcipelago NON consigliata da quella cavolo di guida Lonely Planet che ha reso le mie vacanze un inferno. Parecchio poco lonely. Graziosa eh, per carità, ma, come comunicare, diffusa. E così scelgo lisola più lontana che cè, praticamente ci arrivavo in canotto dallItalia e facevo anteriormente. Tantè che è così lontana che, mi dico, non ci sarà Alcuno l11 di Agosto. Scrivo a un tizio, tale Caddy, che ci viene a prendere e ci porta a casa sua, ovunque staremo per due giorni. Quindi, per questo, vi rimando a domani. Però una cosa ve la devo affermare. LItalia ha vinto contro la Serbia. E va in finale. Contro la Croazia. Ecco. Lho scritto. Ah. E poi. Mio consorte. Si qualcosa ve la devo annotare su questa soggiorno a due sine FILIS (attimo di raccoglimento in ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro di Federica). Qui insomma, io che gli dico, a LUI: Ma che bello, siamo tu ed io in vacanza insieme da soli!. E LUI che mi risponde: Certo potevamo anche andare a Trento coi nostri amici. E io: Allora facciamoci degli amici e continuiamo con loro!. Ma LUI: Per carità! Voglio stare da soltanto tra me e me. Ahhhhhh, ecco! Mi sembrava! Si, esisto poco per LUI in queste vacanze, lho abituato male, sono costantemente troppo indipendente e adesso non mi caca!incredibile ma reale. Non si è mai visto. Soltanto pacche sul culo e pedalare. Ah beh e poi il suo saper ridere a tutto quello che dico. Almeno lo diverto. Infatti, LUI, ripete le mie citazioni, quelle che preferisce e che fanno di me una donna senza eguali, intelligente e profonda. Come quando, visitando il sottosuolo del Palazzo Diocleziano, mi viene la malaugurata esclamazione: Fico qui farci un rave. E così mi giocai la reputazione per TUTTA la vacanza. Che palle però eh. Quando sei nel mirino, uscirne è impossibile! Peace and love. La sezione più bella del viaggio, è il viaggio. Possibilmente con mezzo pubblico. Magari anche un po sporco e puzzolente.
Ps: le flip flop poi se le è comprate