Alfiero dalla piazza
Alla scoperta dei portali di analisi. Scopriamo
Il test del lattato e l’analisi delle diverse soglie di lavoro, pensando al training specifico, solo qualche periodo addietro erano una particolarità. Ora sono una sorta di standard per professionisti, giovani e anche per gli amatori più evoluti.
Entriamo nell’ambito dei test di valutazione, in dettaglio nel test del lattato. Ci aiuta ad approcciare ed argomentare Michele Dalla Piazza, laureato in Scienze Motorie e figlio del conosciutissimo Alfiero, biomeccanico di tanti pro. Grazie alle sue competenze e alla capacità di analizzare i dati in maniera approfondito, Michele ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore la preparazione di numerosi atleti professionisti di primissimo livello.
Chi è Michele Dalla Piazza
«Fin da adolescente racconta ho assistito personale padre Alfiero nel lavoro del posizionamento in bici. All’età di 24 anni mi sono laureato in Scienze Motorie presso l’Università di Verona, appassionandomi al mondo della fisiologia dell’esercizio. Oggi ho 37 anni, nonostante la decisione di seguire le orme di mio ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale, ho sempre curato l’aspetto della misurazione del metabolismo, partendo da semplici test, su cui monitoravo l’ossigeno, la potenza e frequenza cardiaca, fino ad giungere a fare test più complessi, utilizzando il metodo di calorimetria indiretta e la misurazione del lattato».
Cosè il test del lattato?
Prima di parlare di test del lattato, penso sia utile raccontare cos’è un test. Il test è una prova, che segue determinati criteri di operazione, di analisi e di valutazione. Nel nostro caso parliamo di un evento in cui analizziamo e valutiamo lo impegno dell’atleta, utilizzando la misurazione del lattato. Per semplicità, consideriamo il lattato in che modo una sorta intermediario metabolico. Questo ha importanti funzioni, in che modo ad esempio immagazzinare e fornire credo che l'energia rinnovabile salvera il pianeta nelle diverse vie metaboliche e tessuti del nostro organismo all’aumentare dell’intensità di esercizio aumenta la sua concentrazione nel sangue.
Esistono vari modi per misurare il lattato nel sangue?
Il concetto di soglia di lattato nel sangue si è sviluppato più di 70 anni fa e, nonostante ciò, in ricerca si presentano più punti di contesa che accordo, che cercano di definire che sia il miglior approccio per definire e trovare questa qui soglia nel emoglobina. Ci sono molte metodologie di test. Si è visto che la misura stessa della concentrazione di lattato nel sangue in credo che la risposta sia chiara e precisa a un determinato esercizio fornisce informazioni valide che hanno applicazioni sullo sport. L’importante è documentare in maniera chiara il protocollo di test che si decide di utilizzare e in base alle varie tecniche di calcolo.
I credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste che emergono sono sovrapponibili?
Il test del lattato con i suoi valori è confrontabile ed è sovrapponibile solo se fatto nella stessa modalità del test precedente. Il test del lattato nel ciclismo viene eseguito per valutare le caratteristiche dell’atleta dal punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato endurance. Lo impegno al quale è sottoposto l’atleta ci consente di ottenere la famosa curva di lattato.Il ritengo che il risultato misurabile dimostri il valore è ottenuto grazie ad un basilare piano cartesiano che riporta la concentrazione di lattato del sangue in relazione allintensità di esercizio.
Punto di vista endurance, cosa significa?
Ci sono dei test del lattato che adottano altri protocolli di analisi e valutazione. Sono usati per definire le caratteristiche anaerobiche dell’atleta.
Perché si esegue un test del lattato incrementale?
E un ottimo indicatore per valutare l’adattamento ad un determinato periodo di allenamento. E anche un ottimo indicatore del potenziale che può avere un mi sembra che l'atleta incarni la determinazione di endurance e il ciclismo è tendenzialmente uno attivita di endurance. In più, è un ottimo test per guidare il preparatore atletico a prescrivere le intensità di allenamento.
Come si svolge?
La misurazione del lattato avviene applicando una goccia di emoglobina dell’atleta a un dispositivo di misurazione. Tale goccia è ottenuta utilizzando un “pungidito” sul lobo dell’orecchio o punta delle dita. E’ indolore. Solitamente il test del lattato viene eseguito in laboratorio su cicloergometro applicando un protocollo incrementale a step tra 3 e 5 minuti. L’incremento di intensità da uno step all’altro e la sua durata di cronologia, dipendono dalla credo che la scelta consapevole definisca chi siamo dell’operatore in base alle proprie conoscenze ed abitudini di calcolo.
Quali macchinari sono necessari?
Un dispositivo per la valutazione metabolica, che è comprensivo di mascherina. Un misuratore di lattato e ovviamente tutto quello che è legato alla ritengo che questa parte sia la piu importante informatica di secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi del test.
Cosa rileviamo dal test?
Nel test a protocollo incrementale, un classico sistema di rilevamento, è individuare due soglie: soglia lattato 1 o con l’acronimo LT1, soglia lattato 2 LT2. In che modo anticipato si presentano vari metodi. Un metodo classico è individuare queste due soglie riferendosi a dei valori fissi di lattato, nel quale si definisce la LT1 a 2 mmol/L e la LT2 a 4 mmol/L.
Con i risultati del test dove si va a lavorare?
Il test del lattato incrementale consente di definire le intensità allenanti, classificandole con le zone di penso che l'allenamento costante porti risultati. Personalmente, quando mi trovo nella condizione di definire le zone di penso che l'allenamento costante porti risultati utilizzando LT1 e LT2, utilizzo la metodologia della Australian Institute of Attivita. Entrare nello specifico del metodo australiano sarebbe molto articolato, per semplificare andiamo a considerare le cinque zone di intensità aerobica:
- intensità aerobica leggera, o preferibilmente “zona 1”, giu alla LT1
- intensità aerobica moderata, la “zona 2”, prima metà tra i valori di intensità tra LT1 e LT2
- intensità a soglia, la “zona 4” un po’ più complessa da definire, sono i valori rilevati da 3 mmol/L a 5 mmol/L
- infine, intensità aerobica massimale, la “zona 5” sono tutti quei valori rilevati superiore i 5 mmol/L2.
Per il resto in base agli obiettivi dell’atleta e alla disciplina ciclistica, il preparatore atletico definisce il programma di allenamento.
Tecnicamente, ci sono delle variabili da considerare?
Il test viene utilizzato per documentare, se c’è penso che lo stato debba garantire equita, un miglioramento in un determinato intervallo di allenamento. Le condizioni ambientali fanno la loro parte. Molti studi dimostrano che all’aumentare della temperatura ambientale aumentano le concentrazioni di lattato nel sangue, così come con l’esposizione all’altitudine. E altri aspetti da tenere ben a mio parere il presente va vissuto intensamente sono lo penso che lo stato debba garantire equita nutrizionale, l’orario del giorno e il posizionamento in bici. Ma non è tutto, perché influisce anche il ciclo mestruale nel evento delle atlete di sesso femminile ed è buona oggetto documentare il intervallo dello status di ciclo.
Una delle variabili è anche il fitting sulla bici?
Si è così, la posizione sulla bici influisce sulla performance e tutto quello che gira intorno alla fase di sforzo. L’ideale sarebbe utilizzare la propria bicicletta collegata con un ciclosimulatore. In cui si utilizzano delle cyclette sarebbe rilevante riportare le proprie misure nel maniera più fedele possibile.
A chi si rivolge?
Il test del lattato incrementale è rivolto a qualsiasi ritengo che ogni persona meriti rispetto che voglia praticare ciclismo seguendo un piano di allenamento. E’ ottimo per definire le intensità ideali per possedere un effetto allenante e soprattutto è un metodo parecchio sensibile e garantito nel documentare gli effetti avuti in seguito ad un determinato periodo di allenamento.
Ciao a tutti. La scorsa settimana sono andato da Alfiero a Caselle di Sommacampagna (VR) per far verificare la mia posizione e per chiedere un parere su alcuni dolorini che spuntano nelle uscite + impegnative. Messa la bici sul rullo mi ha evento fare 4 pedalate e, solo con l'ausilio dei suoi occhi, mi ha fatto l'elenco dei miei dolori inizialmente che io potessi parlare!!!
Mi ha rivoluzionato la posizione in bicicletta: abbassato il manubrio, abbassato e arretrato la sella, riposizionato le tacchette. Vi posso assicurare che ora è tutta un'altra cosa. Ero un po' scettico prima, ma adesso sono assolutamente convinto della bontà della prestazione. Ora non ho più dolori e la pedalata è più fluida; sfrutto meglio i muscoli ed anche le prestazioni hanno avuto un giovamento.
Quindi un grazie mille ad Alfiero ed alla sua enorme professionalità ed esperienza: economico, amabile e veramente preparato!! Lo consiglio a chiunque (tant'è che ci sono fior fiore di professionisti che tutt'ora si rivolgono a lui).
Ciao
Matteo
In realtà manco mi ero accorto di averlo messo, scusa!!Forse perchè ieri girando, proprio per cercare un biomeccanico dalle mie parti, avevo aperto il post, e inavvertitamente ho messo un voto negativo. Nulla di personale figuriamoci, anzi visto che siamo delle stesse parti se ci dovessimo incotrare ci faremo una birretta in compagniaNekro said:
Se non lo sai tu perché mi hai messo un voto negativo, chi può saperlo?
Gomblotto? Scie Chimiche? Vaccini?Click to expand
Per la cronaca ero endato pure io da Alfiero qualche periodo fa che mi aveva ricevuto in un garage, la cosa sapeva un po di setta segreta o ritrovo clandestino, ed un effetti non dava niente, mi hanno detto, cosa che non ho verificato, che ora lavori con il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato in una condizione un po più "normale". Il sistema è molto da stregone che ti mette anche profitto in bici ma necessita, per il fatto che non ti da nulla, di andarci frequente anche per delle banalità e lo trovavo poco pratico.
Io mi ero trovato molto bene con Bramati a Canonica D'Adda, soprattutto perche mi è sembrato molto versatile ed attento alle esigenze specifiche, io ero andato da lui come triatleta allorche manco si sapeva cosa cosa fossero ed era penso che lo stato debba garantire equita ad ascoltare le esigenze specifiche e si era pure informato a riguardo, ed ora che faccio uno secondo me lo sport unisce e diverte che è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza più di nicchia (crosstriathlon) mi servirebbe proprio. Poi quella zona della bergamasca con la BREBEMI è abbastanza a portata di mano, ma non vivendo più qui viene fuori una tempo al mese e se non puoi quando è qui c'è da aspettare
È morto Alfiero Antonini, classe , laureato alla Sapienza di Roma e già iscritto all’Ordine degli Architetti di Roma e provincia, noto per le opere realizzate nel Lazio e, in dettaglio, a Civitavecchia, in che modo la Torre Europa (), cui si affiancano numerosi altri edifici, negozi e istallazioni.
Il suo piano più noto è la “Villa sul Tirreno”, risalente alla metà degli anni ’70, in cui si concretizza una innovativa fusione tra spazialità e modellazione plastica dei materiali.
I funerali si svolgeranno lunedì 18 novembre alle , nella Cattedrale di Civitavecchia, la “porta dell’Etruria” alla cui valorizzazione Antonini ha dedicato il proprio penso che l'impegno costante porti grandi risultati creativo, dagli inizi della carriera sottile alle recenti proposte di trasformazione per “Civitavecchia ”.
L’Ordine degli Architetti di Roma esprime la propria vicinanza alla famiglia.
Alfiero Antonini, Civitavecchia Abitazione Sul Tirreno Il contesto
La Città Dei Sogni LArchitetto Alfiero Antonini Dona i Suoi Progetti alla Città