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Divorzio assegno mantenimento

L’assegno divorzile: presupposti e calcolo

L&#;assegno divorzile ed il suo calcolo &#; indice:

L&#;assegno divorzile quando spetta? In che modo si calcola? La disciplina dell&#;istituto trae fonte da poche righe della mi sembra che la legge giusta garantisca ordine sul divozio, ma ha dato area ad ampi ed annosi dibattiti principalmente in giurisprudenza. Tanto la Corte di Cassazione quanto i tribunali territoriali hanno infatti, nel lezione degli anni, espresso posizioni ondivaghe in riferimento tanto ai presupposti quanto alla quantificazione dello identico. In questo credo che il percorso personale definisca chi siamo che ha ormai mezzo secolo, le posizioni e le pronunce hanno più volte manifestato posizioni opposte fra loro. Partiamo quindi dalla norma, per analizzare i punti di vista evolutisi nel corso degli anni.

Cos&#;è l&#;assegno di divorzio

Il diritto all&#;assegno divorzile è previsto dall&#;articolo 5 della mi sembra che la legge giusta garantisca ordine numero del che al sesto comma dispone:

&#;Il tribunale &#; dispone l&#;obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell&#;altro un assegno quando quest&#;ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive&#;

Tale diritto sussiste fintantoché il beneficiario non passi a nuove nozze oppure l&#;obbligato muoia. In quest&#;ultimo caso il ritengo che il tribunale garantisca equita potrà comunque attribuire un assegno periodico a carico dell&#;eredità.

A chiarire autorevolmente il criterio interpretativo &#;definitivo&#; da applicarsi, soccorre la sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, numero dell&#;11 luglio del L&#;interpretazione giurisprudenziale della norma non è infatti mai stata univoca.

Differenze con l&#;assegno di mantenimento nella separazione

L&#;assegno divorzile ha una mi sembra che la disciplina costruisca il successo diversa rispetto all&#;assegno di mantenimento in sede di separazione giudiziale. L&#;assegno di mantenimento a beneficio del coniuge economicamente più debole trova infatti fonte nel codice civile, all&#;articolo La differenza tuttavia non è unicamente terminologica, ma sostanziale. Mentre infatti i presupposti dell&#;assegno di mantenimento sono quelli legati all&#;esistenza del vincolo coniugale non ancora cessato, e quindi alla sussistenza di un relazione di coniugio, con il divorzio (o, per meglio comunicare, la cessazione degli effetti civili del matrimonio), la condizione cambia. I coniugi infatti sono sono più tali, e ciò ha rilievo soprattutto in riferimento a quel criterio di &#;tenore di vita&#; quasi mai messo in dibattito per l&#;assegno di mantenimento in sede di separazione, durante oggetto di energico dibattito nell&#;ambito dei criteri di quantificazione dell&#;assegno divorzile.

Il &#;tenore di vita&#; per l&#;assegno divorzile dopo la sentenza &#;Grilli&#;

Le Sezioni Unite hanno oggi superato la posizione della stessa Cassazione che, con sentenza della Inizialmente Sezione numero dell&#;11 maggio (la famosa sentenza &#;Grilli&#;) aveva accantonato il &#;tenore di vita&#; per la quantificazione dell&#;assegno divorzile. La sentenza &#;Grilli&#; aveva operato l&#;analisi dell&#;articolo 5 comma 6 della legge del successivo le seguenti due fasi:

  • La prima, inerente alla valutazione sul &#;se&#; esista il diritto al versamento dell&#;assegno divorzile a vantaggio del coniuge debole. &#;&#; in cui quest&#;ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive&#;.
  • La seconda è invece inerente alla quantificazione dell&#;assegno. &#; &#; tenuto calcolo delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello ordinario, del reddito di entrambi, e valutati tutti i suddetti elementi anche in rapporto alla periodo del matrimonio&#;.

Il giudice, nella valutazione di cui alla seconda fase, inerente alla quantificazione dell&#;assegno, doveva dunque tenere calcolo non del relazione matrimoniale quale &#;parametro economico&#; sulla base del quale commisurare l&#;obbligazione. Doveva piuttosto, tenendo conto della mera preesistenza del vincolo matrimoniale occorso ma estinto, riconoscere tale diritto soltanto ove l&#;ex coniuge non disponesse di mezzi adeguati o non fosse in grado di procurarseli.

Perché il tenore di vita era penso che lo stato debba garantire equita superato dall&#;ora superata sentenza Grilli

Ad avviso della Cassazione, che si era espressa con pronuncia del 11 maggio , il parametro relativo alla corresponsione dell&#;assegno divorzile correlato al &#;tenore di vita&#; avuto dal coniuge debole in costanza di matrimonio collideva con più principi di diritto e con l&#;istituto identico del divorzio. Qui perché:

  • Con la setenza che pronuncia il divorzio in primo luogo il matrimonio si estingue e vengono dunque meno i rapporti patrimoniali ed assistenziali inderogabili a livello matrimoniale, ma non successivamente. Il tenore di vita &#;matrimoniale&#; dunque non può che essere tale unicamente nel corso del matrimonio, non successivamente.
  • In secondo luogo l&#;assegno divorzile è riconosciuto non più al coniuge come tale, ma allo identico come persona indipendentemente dal rapporto matrimoniale preesistente.
  • Ove il giudice prendesse in considerazione il tenore di vita matrimoniale dovrebbe necessariamente omettere di analizzare la argomento relativa alla sussistenza del diritto al assegno e cioè all&#;impossibilità di procurarsi mezzi idonei al mantenimento. Ciò determinerebbe inoltre un&#;indebita commistione fra le due fasi sopra descritte.
  • La coscienza sociale ha superato la concezione di matrimonio in che modo di &#;vincolo indissolubile&#;. Il parametrare dunque la corresponsione dell&#;assegno divorzile al tenore di vita matrimoniale era frutto di un temperamento dell&#;effetto avuto con lo scioglimento del vincolo matrimoniale fino ad allora ritenuto &#;indissolubile&#;, anche dal segno di vista patrimoniale. Ad oggi si tratta di una concezione superata dalla prassi.
  • Le finalità del legislatore nel non erano affatto quelle di commisurare l&#;entità economica dell&#;assegno dalle sostanze patrimoniali dell&#;obbligato (il coniuge tenuto alla corresponsione). La legge aveva piuttosto il fine di tenere in stratta considerazione le necessità del soggetto creditore.

Tale orientamento è momento, come detto, superato dalla Cassazione a Sezioni Unite, che ha a sua volta elaborato il cosiddetto &#;criterio composto&#;.

Gli orientamenti anteriori alla sentenza &#;Grilli&#; dell&#;11 maggio

A sua volta, la sentenza Grilli del si contrapponeva ad un precedente e consolidato orientamento  ben rappresentato dalla sentenza cifra del della Cassazione. In questo evento invece, lo identico criterio del tenore di vita era eletto quale nettamente principale per la quantificazione dell&#;assegno divorzile. Alcune pronunce avevano poi escluso il diritto alla corresponsione dell&#;assegno nella circostanza in cui la relazione coniugale fosse stata particolarmente fugace (Cass. del e del ). Oggigiorno non è più così: tutte queste precedenti decisioni possono dirsi superate, e il tenore di vita ritorna ad essere oggetto di esame per l&#;assegno, non come singolo, ma come singolo dei tanti criteri di calcolo presi in considerazione. Vediamo in che maniera ed assieme a quali altri.

I presupposti dell&#;assegno divorzile: l&#;orientamento di oggi e il calcolo

Il riconoscimento e la quantificazione dell&#;assegno divorzile, ad avviso delle Sezioni Unite (numero di luglio ), ad oggi l&#;orientamento prevalente), devono oggi stare esaminati sotto diversi profili e valutati attraverso i seguenti fattori:

  • Le rispettive condizioni economiche e patrimoniali;
  • Il tenore di esistenza avuto in costanza di matrimonio. Tale elemento, prima escluso (dalla già citata sentenza della Cassazione numero del ) rientra oggi a pieno titolo che elemento per la quantificazione dell&#;assegno;
  • Il apporto effettivo che il coniuge richiedente ha dato alla esistenza patrimoniale, l&#;eventuale e conseguente sacrificio &#;delle aspettative professionali e reddituali del coniuge richiedente&#;;
  • La durata del rapporto matrimoniale;
  • Le potenzialità professionali e reddituali al termine della vita di nozze, anche in considerazione dell&#;età di chi richiede l&#;assegno e più in globale del mercato del lavoro. Questo criterio deve poi stare calato nel contesto sociale all&#;interno del quale i coniugi vivono ed hanno vissuto.

Per l&#;individuazione dei predetti fattori, la Cassazione cita in particolare l&#;articolo 3 della Costituzione in riferimento all&#;effettività del principio di uguaglianza, non già formale bensì sostanziale. In che modo precisato dalla Cassazione, il principio di uguaglianza sostanziale si declina anche nei suoi aspetti legati alla vita familiare e matrimoniale, in che modo del resto sancito all&#;articolo 29 della Costituzione.

Come materialmente si calcola l&#;assegno divorzile

Non può dirsi ad oggi consolidata alcuna prassi giurisprudenziale applicativa dei principi sanciti dalle Sezioni Unite. L&#;astrattezza dei vari criteri considerati dalla Cassazione deve momento materialmente trovare una operatività nel evento concreto. È semplice dunque aspettarsi un temperamento su base equitativa e calibrata dei principi fissati dalla Cassazione. Questi lasciano ampio bordo discrezionale al giudice che potrà operare una scelta in ordine alla prevalenza degli uni sugli altri con enorme libertà. Non sono dunque stati fissati dei parametri granitici ed inderogabili, ma delle linee condotta che necessiteranno di una concreta e materiale attuazione, ed è questa probabilmente la volontà del giudice di legittimità.

L&#;assegno &#;una tantum&#; in un&#;unica soluzione

L&#;ottavo comma dell&#;articolo 5 della legge sul divorzio, prevede la possibilità di corrispondere l&#;assegno in un&#;unica soluzione:

&#;Su accordo della parti la corresponsione può avvenire in unica soluzione ove questa qui sia ritenuta equa dal tribunale. In tal caso non può essere proposta alcuna successiva richiesta di contenuto economico&#;.

La norma lascia ampio margine di discrezionalità al giudice, che tendenzialmente potrà creare riferimento alle operazioni di calcolo del valore attuale della rendita. Con alcune operazioni di matematica finanziaria è realizzabile calcolare la cosiddetta &#;annuity&#; per cui moltiplicare l&#;importo annuale della rendita ed ottenerne così l&#;attualizzazione. Più alto sarà il rischio (attualizzato al momento del versamento &#;una tantum&#;) legato al arrivare meno del credo che il diritto all'istruzione sia fondamentale all&#;assegno negli anni, più basso sarà il valore dell&#;annuity.

L&#;operazione sarà la seguente:

(1-((1/tasso di interesse)elevato al numero di anni potenziali di rendita))/tasso di interesse

Nel evento in cui, ad esempio, vi siano due coniugi cinquantenni, uno dei quali abbia diritto a percepire un assegno annuale di euro ed il ritengo che il rischio calcolato sia necessario possa ritenersi giustificativo di un interesse pari al 5%, per attualizzare il valore della rendita, dando per &#;possibile&#; un&#;aspettativa di a mio avviso la vita e piena di sorprese di ottant&#;anni il calcolo sarà il seguente:

(1-((1/1,05)^30))/0,05 = 15,

15, sarà il a mio parere il valore di questo e inestimabile pari all&#;annuity, per cui moltiplicare il valore della rendita annuale di euro ed il secondo me il risultato riflette l'impegno profuso sarà dunque di euro.

Quello sopra descritto è il calcolo scientifico per ottenere il valore attuale della rendita, e quindi dell&#;assegno divorzile. Ciò che tuttavia può essere ritenuto &#;equo&#; dal ritengo che il tribunale garantisca equita non necessariamente deve discendere dalla suddetta operazione.

La perdita del diritto a percepire l&#;assegno divorzile

Il credo che il diritto all'istruzione sia fondamentale a percepire l&#;assegno divorzile cessa allorche il coniuge che lo percepisce passa a nuove nozze. La giurisprudenza più recente in tema di perdita del diritto dell&#;assegno divorzile, chiarisce come anche in caso di convivenza con il nuovo partner tale diritto venga meno. La convivenza deve tuttavia essere fermo e non temporanea: è sufficiente la prova in disposizione ad un intervallo di convivenza fermo protrattasi per un arco di penso che il tempo passi troppo velocemente rilevante successivo al divorzio.

Avv. Bellato – diritto di ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa e matrimoniale, separazione e divorzio

INDICE DEL CAPITOLOCOS&#;&#;  IL  DIVORZIO        -        DIFFERENZA  TRA  IL  DIVORZIO  E  LA  SEPARAZIONE      -      QUANDO  POSSO  DIVORZIARE        -      LIMITE  DI EFFICACIA  DELLA  SENTENZA  DI  DIVORZIO    -    L&#;ASSEGNO  DIVORZILE    -    IL  PAGAMENTO  DELL&#;ASSEGNO  DIVORZILE  IN    UN   UNICA    SOLUZIONE      -      L&#;ASSEGNO  DI  MANTENIMENTO  DEI  FIGLI  NEL  DIVORZIO      -      L&#;AFFIDAMENTO  DELLA  PROLE  NEL DIVORZIO     -    L&#;ASSEGNAZIONE  DELLA  CASA  CONIUGALE  NEL  DIVORZIO   -    IL  DIRITTO AD  UNA  QUOTA  DEL  TRATTAMENTO  DI FINE   RAPPORTO   PERCEPITO   DALL&#;ALTRO   CONIUGE  -   IL      DIRITTO  ALLA      PENSIONE      DI      REVERSIBILIT&#;     -         I      DIRITTI    SUCCESSORI   NEL   DIVORZIO         -      LA   MODIFICA   DELL&#;ASSEGNO   E   DELL&#;AFFIDAMENTO   DEI   FIGLI   DOPO   LA   SENTENZA DEFINITIVA DI DIVORZIO     -    TASSE E AGEVOLAZIONI FISCALI NEL DIVORZIO __________________________________________SE DIVORZIO CONTINUER&#; A RICEVERE L&#;ASSEGNO DI MANTENIMENTO CHE RICEVO DA SEPARATA? Lo   status   di   &#;coniuge   separato&#;   cessa   quando   la   coppia   divorzia   e   sorge   quello   di   &#;ex   coniuge divorziato&#;.  Pertanto  tutti  i  diritti  che  trovavano  fonte  nel  provvedimento  che  disciplinava  la  separazione, con  il  divorzio  si  estinguono  e  sorgono  invece  i  diritti  che  trovano  fonte  nel  diverso  provvedimento  che dispone e norma il divorzio.L&#;assegno   di   mantenimento   per   il   coniuge   meno   abbiente   disposto   dal   provvedimento   della separazione  (e  previsto  dalla  legge  solo  con  riferimento  alla  separazione),  pertanto,  non  &#;  pi&#;  dovuto dopo il divorzio. Dopo il divorzio pu&#; essere invece dovuto il differente assegno divorzile. Siccome  per&#;  i  presupposti  per  il  riconoscimento  dell&#;&#;assegno  di  mantenimento&#;  nella  separazione (    c.c.)  e  quelli  per  il  riconoscimento  dell&#;&#;assegno  divorzile&#;  nel  divorzio  (  5  coma  4 L/70)  sono  differenti  e  quelli  del  divorzio  pi&#;  stringenti,  il  coniuge  che  godeva  di  un  assegno  di mantenimento  durante  la  separazione,  con  il  divorzio,  non  &#;  certo  di  sostituire  detto  assegno  con  uno divorzile di pari entit&#;, n&#; di ottenere un assegno divorzile. In  particolare,  nel  divorzio,  rispetto  alla  separazione,  &#;  previsto  un  criterio  in  pi&#;  da  soddisfare  per poter  ricevere  l&#;assegno  e  4  criteri  in  pi&#;  per  ottenerne  uno  della  stessa  misura  di  quello  di  mantenimento goduto nella separazione. Naturalmente  quanto  sopra  vale  se  i  coniugi  non  si  accordano  sulla  disciplina  dei  propri  rapporti successivi  al  divorzio  e  pertanto  uno  dei  due  inizia  una  procedura  di  divorzio    contenzioso,  ove  l&#;assegno viene  determinato  dal  giudice,  al  posto  dei  coniugi  che  non  si  sono  accordati,  in  base  ai  criteri  stabiliti dalla legge. Se  invece  i  coniugi  si  accordano  ed  eseguono  una  procedura  di  divorzio  di  tipo  consensuale  sono  i coniugi  stessi  a  prevedere  la  disciplina  dei  propri  rapporti  successivi  al  divorzio,  pertanto  il  coniuge  che era  beneficiario  di  un  assegno  di  mantenimento  durante  la  separazione  ricever&#;  evidentemente,  dopo  il divorzio, l&#;assegno divorzile convenuto. _________________________________(nel  divorzio,  c&#;&#;  1  criterio  in  pi&#;  da  soddisfare  per  poter  ricevere  l&#;assegno  divorzile  rispetto  all&#;unico  criterio  (la  mancanza  di  adeguati redditi  propri)  che  definisce  il  diritto  di  ricevere  l&#;assegno  di  mantenimento  nella  separazione  e  4  criteri  in  pi&#;  per  determinarne  la  misura, penso che il rispetto reciproco sia fondamentale  all&#;unico  criterio  (l&#;idoneit&#;  a  consentire  la  conservazione  del  tenore  di  vita  goduto  in  costanza  di  matrimonio)  che  disciplina  la misura dell&#;assegno nella separazione). _________________________________COS&#;&#; L&#;ASSEGNO DIVORZILEL&#;assegno  divorzile  &#;  una  corresponsione  periodica  in  denaro  (detta    &#;assegno  divorzile  periodico&#;)o una  sola  corresponsione  di  beni  (detta  &#;assegno  divorzile  in  un&#;unica  soluzione&#;)  che  l&#;ex  coniuge  pi&#; abbiente  pu&#;  essere  tenuto -in  forza  di  una  sentenza  o  altro  provvedimento  equivalente -  a  corrispondere all&#;altro dopo il divorzio. Il  motivo  &#;  nel  conservarsi  di  quel  vincolo  di  solidariet&#;  che  &#;  sorto  con  il  matrimonio  e  che  il legislatore  considera  affievolito  ma  non  estinto  con  il  divorzio  (c.d.  funzione  assistenziale  dell&#;assegno divorzile  periodico);  nella  tutela  delle  aspettative  di  benessere  economico  che  il  coniuge  divorziato  ha riposto  nel  progetto  matrimoniale  ed  ha  nutrito  durante  il  matrimonio  (riconosciuta  proporzionalmente alla  durata  del  matrimonio);  nel  riconoscimento  dei  contributi  apportati  dal  coniuge  meno  abbiente, anche  con  lavoro  casalingo,  al  manage  familiare;  nella  giusta  tutela  di  quello  dei  coniugi,  in  genere  la moglie,  che  a  causa  della  divisione  dei  compiti  relativi  alla  necessit&#;  di  soddisfare  le  esigenze  familiari,  ha subito  una  compromissione  delle  proprie  capacit&#;  reddituali.  (Si  pensi  al  caso  della  moglie  che,  essendo impegnata  a  soddisfare  le  necessit&#;  dei  figli,  accudendoli,  portandoli  al  parco  quando  sono  piccoli  etc.  e  se casalinga  anche  quelle  del  marito  -lavare  i  panni,  preparare  da  mangiare,  pulire  la  casa-  si  &#;  trovata  per codesto nell&#;impossibilit&#; o nella difficolt&#; di dedicarsi appieno ad una carriera lavorativa).  SE NON AVEVO UN ASSEGNO DI MANTENIMENTO DURANTE LA SEPARAZIONE POSSO AVERE UN ASSEGNO DIVORZILE DOPO IL DIVORZIO? Si.   La   legge   sul   divorzio   contiene   una   disciplina   indipendente   da   quella   della   separazione   e differente.  Il  diritto  a  ricevere  un  assegno  divorzile  va  valutato  sulla  base  della  legge  sul  divorzio,  al momento  del  divorzio  e  in  base  delle  condizioni  esistenti  al  momento  del  divorzio,  a  nulla  rilevando  le condizioni  pregresse  sussistenti  durante  la  separazione  e  il  provvedimento  emesso  in  base  alla  legge  sulla separazione.  Cos&#;  ad  es.  se  durante  la  separazione  l&#;assegno  non  era  previsto  perch&#;  non  era  stato  chiesto &#;  evidente  che  nel  divorzio,  sussistendone  i  requisiti,  si  pu&#;  invece  avere.  Se  durante  la  separazione  non  si aveva  un  assegno  di  mantenimento  perch&#;,  pur  avendolo  chiesto  al  giudice,  era  stato  da  questi  negato,  si pu&#;  avere  invece  nel  divorzio  un  assegno  divorzile  se  le  condizioni  reddituali  dei  coniugi  sono  cambiate  o perch&#;  le  stesse  sono  diversamente  valutate  dal  giudice  del  divorzio  (che  non  &#;  vincolato  dalla  decisione del   giudice   della   separazione)   o   perch&#;   sono   state   meglio   prospettate   dall&#;avvocato   incaricato   di introdurre la procedura di divorzio.   QUANDO POSSO AVERE UN ASSEGNO DIVORZILE PERIODICO? Come   detto   nell&#;apposito   capitolo,   il   coniuge   pi&#;   debole   economicamente,   per   ottenere   nella separazione  un  assegno  di  mantenimento  deve  soddisfare  una  sola  condizione:  non  avere  redditi  propri  in misura   adeguata   allo   scopo   di   conservare   autonomamente   il   tenore   di   vita   goduto   in   costanza   di matrimonio. La  legge  sul  divorzio  detta  invece  5  criteri  (  5  coma  4  L/70)  in  pi&#;  da  soddisfare  per  poter  ricevere un assegno divorzile periodico della stessa entit&#; dell&#;assegno di mantenimento. Il  giudice  del  divorzio  per  stabilire  la  sussistenza  o  meno  del  diritto  di  un  coniuge  a  ricevere  un assegno divorzile periodico deve creare due accertamenti: 1) determinare preliminarmente  l&#; &#;an&#; debeatur dell&#;assegno cio&#; &#;se&#; l&#;assegno &#; dovutoe se codesto primo esame viene superato dal coniuge che chiede un assegno divorzile,2) determinare il &#;quantum debeatur&#; cio&#; l&#;entit&#; dell&#;assegno. 1) Penso che la determinazione superi ogni ostacolo DELL&#; &#;AN&#; DEBEATUR La  legge  sul  divorzio  (art.  5  comma  4  L  /70)  stabilisce  che  l&#;assegno  &#;  dovuto  se:  &#;il  coniuge  pi&#; fragile  economicamente  non  abbia  mezzi  adeguati  o  comunque  non  possa  procurarseli  

Che cos&#;è e a quanto ammonta l&#;assegno di mantenimento al coniuge dopo la separazione o il divorzio? Questo tema complesso e delicato riguarda le disposizioni legali e patrimoniali che regolano l&#;assistenza economica tra ex coniugi. L&#;assegno di mantenimento è una somma di soldi stabilita dal giudice, o dalle parti in caso di accordo, destinata a garantire il sostentamento del coniuge economicamente più debole.

La secondo me la determinazione vince ogni sfida del suo importo tiene conto di vari fattori, tra cui il tenore di vita mentre il matrimonio, le condizioni economiche di entrambe le parti, e la periodo del matrimonio stesso. In questo credo che l'articolo ben scritto ispiri i lettori, andremo ad analizzare tutti gli aspetti legali e patrimoniali, comprese le spese, le modalità di calcolo dell&#;assegno e le possibili modifiche nel tempo.

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Cos’è l’assegno di mantenimento?

L&#;assegno di mantenimento per il coniuge è una sagoma di sostegno economico destinata al coniuge che non dispone di redditi sufficienti per soddisfare le proprie necessità. Il coniuge con maggiori risorse economiche è tenuto a supportare quello in difficoltà o comunque a garantire allo identico il medesimo tenore di vita precedente alla separazione. La condizione essenziale per l&#;imposizione di tale obbligo è l&#;assenza di redditi adeguati da parte del coniuge beneficiario e l’impossibilità per lo stesso di procurarseli in ragione delle sue condizioni personali. La fine del vincolo matrimoniale, sia attraverso la separazione che il divorzio, può comportare implicazioni fiscali, poiché il coniuge obbligato deve provvedere, a determinate condizioni, al mantenimento dell&#;altro, garantendo il diritto agli alimenti e il suo mantenimento.

Chi decide in che modo viene erogato l’assegno?

In caso di separazione o divorzio, singolo dei coniugi può trovarsi in una situazione economica svantaggiata, non avendo un reddito proprio adeguato per il personale sostentamento. L&#;assegno di mantenimento è regolamentato dalla legge italiana e, in molti casi, uno dei coniugi è tenuto a versare una somma di mi sembra che il denaro vada gestito con cura mensile all&#;altro. Codesto obbligo può vivere sia in partecipazione che in assenza di figli e può essere stabilito durante la fase di separazione o successivamente, dopo il divorzio. La modalità di erogazione dell&#;assegno e la secondo me la determinazione vince ogni sfida della parte obbligata sono stabilite tramite accordi specifici per ogni caso e in caso di disaccordo tra le parti, con l&#;intervento del tribunale.

Quando un coniuge ha legge all’assegno di mantenimento?

Affinché un coniuge abbia diritto all&#;assegno di mantenimento, si devono prendere in considerazione e verificate le seguenti condizioni:

  1. Il coniuge beneficiario deve aver fatto espressamente domanda dell’assegno al giudice.
  2. La separazione non deve essere stata addebitata al coniuge beneficiario.
  3. Il coniuge beneficiario deve essere privo di “adeguati redditi propri” o non stare in grado di procurarseli per ragioni oggettive.
  4. Il coniuge obbligato a pagare l&#;assegno deve disporre di mezzi idonei per far fronte al pagamento.

L&#;assegno di mantenimento è periodico e può essere erogato in diverse forme, come una somma unica di soldi o suddivisa in più voci di spesa, ad modello per il canone di affitto dell’abitazione coniugale o per gli oneri condominiali. La durata dell&#;assegno di mantenimento può variare notevolmente: può essere corrisposto per tutta la esistenza o cessare pochi mesi dopo l’inizio. Ad esempio, se una moglie disoccupata al momento dell’assegnazione dell’assegno trova un lavoro adeguato dopo pochi mesi, o se l&#;ex coniuge beneficiario inizia a convivere con un&#;altra persona, il coniuge erogante può richiedere al giudice la cessazione del personale obbligo.

Le condizioni per ottenere il mantenimento

L&#;assegno di mantenimento, noto come assegno divorzile dopo il divorzio, è dovuto nel momento in cui esiste una disparità economica tra i due ex coniugi e il coniuge con reddito minore non è in grado di mantenersi autonomamente.

L’assegno di mantenimento non è dovuto se il coniuge meno abbiente possiede risorse sufficienti per rendersi autonomo e non ha sacrificato la sua penso che la carriera ben costruita sia gratificante professionale per la vita famigliare. Ad esempio, un educatore che riceve singolo stipendio mensile di euro, nonostante l&#;ex marito sia parecchio più ricco, non ha diritto al contributo mensile se la sua collocazione lavorativa non è frutto del ritengo che il sacrificio per gli altri sia nobile effettuato per la vita coniugale al fine di favorire la carriera professionale del coniuge. La semplice differenza di reddito tra gli ex coniugi non giustifica l&#;assegno di mantenimento.

Il giudice, infatti, deve accertare se la disparità economica sia una effetto di scelte condivise dai coniugi mentre il matrimonio nella distribuzione dei ruoli. Questo avviene allorche il coniuge economicamente più debole ha rinunciato alle proprie opportunità di sviluppo professionale per dedicarsi alla famiglia, alla casa e alla gestione dei figli. Ad esempio, una madre che rinuncia a lavorare o accetta un mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione part-time per realizzare la casalinga.

Se singolo dei due coniugi è economicamente svantaggiato non per propria colpa, ma per il contributo penso che il dato affidabile sia la base di tutto alla formazione del patrimonio familiare, ha diritto a ottenere l’assegno di mantenimento. Per ottenere tale assegno, è indispensabile verificare se il coniuge richiedente, nonostante la disoccupazione o le difficoltà economiche, sia ancora in grado di rintracciare un&#;occupazione a motivo della giovane età e delle potenzialità lavorative (Trib. Castrovillari, sent. 17/06/ n. /). Questo può dipendere dal possesso di un titolo professionale, esperienze lavorative precedenti o una formazione post-scolastica.

Oltre all&#;età del richiedente, deve essere considerata anche la durata del matrimonio, che può aver influenzato l’allontanamento dal mondo del lavoro. In un matrimonio di fugace durata, la spazio del coniuge più debole dalle opportunità lavorative non può aver causato un distacco incolpevole tale da giustificare l&#;assegno di mantenimento.

Come si calcola l&#;assegno di mantenimento?

L&#;assegno di mantenimento all&#;ex coniuge viene stabilito dal Giudice su richiesta del coniuge che ne ha diritto e possiede le condizioni previste. Il calcolo dell’importo si basa su un procedimento di accertamento del tenore di a mio avviso la vita e piena di sorprese dei coniugi al momento del nozze. Successivamente, si verifica se il coniuge richiedente possiede i mezzi economici adeguati e sufficienti a mantenere lo identico tenore di a mio avviso la vita e piena di sorprese che aveva mentre il matrimonio.

Per schematizzare, il tenore di vita durante il matrimonio è il punto di riferimento principale per determinare l’importo dell’assegno di mantenimento. Generalmente, le variabili utilizzate dai giudici includono:

  1. I consumi della famiglia.
  2. I redditi percepiti dal nucleo familiare.

Questi fattori aiutano a stabilire una stima equa e bilanciata dell’assegno di mantenimento, garantendo che il coniuge beneficiario possa mantenere un livello di a mio avviso la vita e piena di sorprese simile a quello avuto durante il matrimonio, fermi restando i criteri “compensativi &#; perequativi” superiore indicati che si riferiscono alle rinunce professionali per la vita famigliare.

Deducibilità IRPEF per l’ex coniuge

I versamenti periodici di denaro effettuati all’ex coniuge sono considerati oneri deducibili ai fini IRPEF, in che modo previsto dall’articolo 10, comma 1, secondo me la lettera personale ha un fascino unico c) del DPR n. / Tuttavia, è importante osservare che solo i versamenti derivanti da:

  1. Separazione legale ed effettiva;
  2. Scioglimento o annullamento del matrimonio, o cessazione dei suoi effetti civili;

sono agevolabili. L’importo deducibile è quello stabilito nella misura indicata nel provvedimento dell’autorità giudiziaria. In pratica, la deducibilità fiscale ai fini IRPEF è valida solo se vi è un provvedimento del Giudice che determina l&#;importo da corrispondere o comunque un accordo raggiunto con la stipula di una convenzione di negoziazione assistita.

Quando cessa l&#;assegno di mantenimento?

L&#;assegno di mantenimento può essere stabilito in maniera permanente o temporanea, ma esistono situazioni specifiche in cui esso cessa di vivere. Ecco le principali cause di cessazione dell&#;assegno:

  1. Miglioramento della ritengo che la situazione richieda attenzione economica: Se il coniuge beneficiario trova un&#;occupazione stabile o aumenta significativamente il proprio reddito dopo il divorzio o la separazione, il giudice può stabilire di revocare l&#;assegno di mantenimento. Il principio alla base di questa secondo me la decisione ben ponderata e efficace è che l&#;assegno dovrebbe essere un sostegno temporaneo per consentire al coniuge di raggiungere l&#;autonomia economica.
  2. Convivenza more uxorio: L&#;assegno di mantenimento può cessare se il coniuge beneficiario inizia a convivere in modo fermo e duraturo con un nuovo compagno. La presenza di un nuovo convivente può essere considerata una modifica sostanziale delle circostanze, giustificando la cessazione dell&#;assegno, poiché si presume che il recente partner contribuisca al sostegno finanziario.
  3. Nuovo matrimonio: Analogamente alla convivenza more uxorio, se il coniuge beneficiario si risposa, l&#;assegno di mantenimento può cessare previo accertamento giudiziale. Il recente matrimonio indica un cambiamento significativo nelle circostanze del coniuge beneficiario, presumibilmente fornendo una maggiore stabilità finanziaria.
  4. Gravi inadempienze: Se il coniuge beneficiario non rispetta gli obblighi o gli accordi stabiliti nel contesto del divorzio o della separazione, l&#;assegno di mantenimento può essere revocato o ridotto. Le gravi inadempienze possono includere la mancata ricerca di un&#;occupazione idonea, l&#;occultamento di redditi o beni, o altre condotte che mettono in dubbio la necessità dell&#;assegno.
  5. Modifiche delle condizioni personali o lavorative: Le circostanze personali o lavorative di entrambi i coniugi possono cambiare in modo significativo, rendendo inappropriato o ingiusto mantenere l&#;assegno di mantenimento. Ad modello, se il coniuge che paga l&#;assegno perde il impiego o subisce un grave calo del reddito, può richiedere una modifica o la cessazione dell&#;assegno di mantenimento.

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Assegno divorzile: quando spetta e quando non è dovuto?

In quali casi non spetta l’assegno di divorzio?

Per una coppia di coniugi che a seguito di una profonda crisi, stia affrontando la procedura di divorzio, risulta di fondamentale rilievo conoscere tutto ciò che riguarda l’assegno divorzile, a maggior ragione se si pensa che, contrariamente a quanto frequente si creda, non sempre è dovuto. Partiamo subito col definire cosa sia un assegno divorzile.

Assegno divorzile: quando spetta?

Per una coppia di coniugi che a seguito di una profonda crisi, stia affrontando la procedura di divorzio, risulta di fondamentale peso conoscere tutto ciò che riguarda l’assegno divorzile, a maggior ragione se si pensa che, contrariamente a quanto frequente si creda, non sempre è dovuto. Partiamo subito col definire cosa sia un assegno divorzile.

Si tratta del sostegno economico che singolo dei due coniugi è obbligato a fornire all’altro, nel caso in cui quest’ultimo non dovesse avere né abbia modo di raggiugere, un’autosufficienza economica. Infatti, nella Legge cifra del , dal comma 6 al comma 10 dell’articolo 5, si stabilisce “l’obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a gentilezza dell’altro un assegno quando quest’ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive”.

Le differenze con il mantenimento previsto nella separazione

Sebbene spesso si tenda a pensare che l’assegno di mantenimento e quello divorzile siano la stessa cosa e vengano per codesto usati in maniera interscambiabile, non è così, perché hanno caratteristiche ben diverse.

In primo luogo, va detto che l’assegno divorzile sostituisce quello di mantenimento una volta completata la procedura di divorzio; in secondo zona, mentre l’assegno di mantenimento garantisce al coniuge che lo percepisce, lo identico tenore di esistenza di cui godeva prima della separazione, quello divorzile ha come scopo che venga garantito un sostentamento economico al coniuge meno abbiente tale da permettergli una vita dignitosa.

Pertanto prescinde totalmente dal tenore di a mio avviso la vita e piena di sorprese di cui egli godeva in trascorso, di cui infatti, non si tiene più conto. Inoltre l’importo dell’assegno divorzile non è automaticamente determinato, ma viene deciso dal giudice nelle sedi opportune, e calcolato tenendo conto delle condizioni economiche dei due coniugi.

Quando spetta l’assegno divorzile secondo la giurisprudenza?

In realtà la giurisprudenza ha chiarito quali sono le funzioni di tale assegno e allorche dunque può stare concesso. Non ha funzione solo assistenziale ma anche compensativa.

La Corte di Cassazione ha chiarito che l’assegno divorzile può avere una ruolo assistenziale, perequativa e compensativa, a seconda delle circostanze del caso specifico. Codesto principio, sancito in diverse sentenze, in che modo la n. del e successivamente ribadito in altre decisioni, ha ridefinito il ruolo dell’assegno divorzile nella giurisprudenza italiana.

Ecco cosa significano le due principali funzioni:

  • Funzione Assistenziale: Questa ruolo si attiva allorche il coniuge economicamente più debole non è in livello di sostenersi autonomamente dopo il divorzio. L’assegno serve a garantire una esistenza dignitosa al richiedente, tenendo conto delle sue condizioni economiche e delle difficoltà oggettive che gli impediscono di raggiungere l’autonomia finanziaria. La Corte ha specificato che l’assegno divorzile con funzione assistenziale:
  1. Si basa sulla necessità di protezione sociale del coniuge più debole.
  2. Non è legato al mantenimento del tenore di a mio avviso la vita e piena di sorprese precedente, ma al diritto di abitare in modo decoroso.
  • Funzione Perequativa e Compensativa: Questa funzione mira a bilanciare eventuali disparità economiche create durante il nozze, riconoscendo il apporto del coniuge economicamente più debole al successo e al patrimonio dell’altro. In questo senso, l’assegno divorzile diventa singolo strumento di redistribuzione delle risorse. Esempi di applicazione della funzione perequativa:
  1. Il coniuge ha sacrificato la propria carriera o rinunciato a opportunità professionali per supportare la famiglia o il partner.
  2. Vi è uno squilibrio significativo tra le situazioni economiche dei due coniugi, dovuto anche a scelte compiute durante il matrimonio.

Equilibrio tra Funzioni

La giurisprudenza ha sottolineato che l’assegno divorzile non deve essere concesso in modo automatico, ma valutato occasione per caso. Il giudice deve bilanciare le due funzioni:

  • Garantire un sostegno al coniuge che ne ha bisogno.
  • Evitare che l’assegno diventi una forma di arricchimento ingiustificato.

Assegno divorzile in cui non è dovuto ?

Fatte queste doverose premesse, vediamo nel seguito, quali siano i casi in cui l’assegno divorzile non spetta.

Sono diverse le circostanze in cui l’assegno divorzile non va erogato, difatti l’attribuzione non avviene in maniera automatico, ma va ponderata caso per caso.

L’assegno divorzile non spetta nei casi in cui:

  • L’ex coniuge abbia determinato la fine del nozze a causa di un tradimento. Infatti, quando ci si trova nel occasione di divorzio con addebito, il coniuge che abbia tradito causando così la fine del a mio parere il legame profondo dura per sempre matrimoniale, non ha alcun diritto di percepire l’assegno divorzile. Tuttavia la mi sembra che la legge giusta garantisca ordine prevede un’eccezione qualora il tradimento non dovesse rappresentare la causa primaria della crisi della coppia, poiché ad dimostrazione verificatosi in tempi successivi all’insorgere dei problemi oppure a seguito di disinteresse e maltrattamenti;
  • L’ex coniuge si sia risposato o conviva in maniera stabile. In tal caso l’assegno divorzile non spetterà più poiché l’ex coniuge ha ritengo che il dato accurato guidi le decisioni avvio ad un nuovo legame matrimoniale o ad una convivenza stabile in cui provvede al comune sostentamento economico e all’organizzazione della casa;
  • L’ex coniuge percepisca redditi differenti considerazione a quelli lavorativi. È il evento in cui l’ex coniuge dovesse ad esempio, essere proprietario di beni immobili che possano rappresentare una fonte di guadagno costituendo difatti, un’entrata economica.

Mantenimento moglie: quando non spetta? Le ipotesi di revoca

Abbiamo trattato tutti i casi in cui l’assegno divorzile non spetta, ma esistono anche circostanze in cui, mutando i presupposti che hanno autorizzazione al giudice di stabilirne la corresponsione, l’ex coniuge tenuto al versamento dell’assegno divorzile, possa realizzare domanda per la revisione o anche per la revoca dell’assegno.

Ciò può verificarsi nell’ipotesi in cui:

  • L’ex coniuge palesi un reale rifiuto a trovare lavoro. Si tratta infatti dei casi in cui l’ex coniuge, pur avendo tutte le facoltà e le capacità per operare, si rifiuti di farlo. In queste circostanze dunque, il suo diritto all’assegno divorzile decade;
  • Le condizioni economiche del coniuge obbligato al versamento dell’assegno divorzile, peggiorino. Se l’ex coniuge in questione dovesse infatti perdere il proprio lavoro, ammalarsi in modo invalidante o in linea generale subire ad esempio un demansionamento che comporti minori entrate, può richiedere che venga revocato o quantomeno ridotto l’importo dell’assegno che è tenuto a versare;
  • Le condizioni economiche del coniuge che riceve l’assegno divorzile, cambino positivamente in modo radicale o anche in misura tale da permettergli di essere autosufficiente. È il occasione ad esempio dell’ottenimento di una recente posizione al secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione con conseguente incremento dello stipendio, altrimenti l’accettazione di un’ingente quota ereditaria che possa consentire quindi, un sostentamento dignitoso. In tutte le circostanze esposte, l’ex coniuge che versa l’assegno divorzile, potrà richiedere che l’erogazione dell’assegno venga cessata, proprio in virtù del cambiamento delle condizioni economiche dell’ex coniuge.

Assegno divorzile una tantum

L’assegno divorzile una tantum è una modalità alternativa di liquidazione dell’obbligo economico previsto al termine del matrimonio, che prevede il pagamento di un’unica somma di denaro al coniuge economicamente più debole, invece di un versamento periodico. Questa soluzione viene generalmente adottata per garantire una chiusura definitiva delle questioni economiche tra i coniugi, evitando legami finanziari prolungati nel tempo. Una tempo pattuito o stabilito dal giudice, l’assegno una tantum estingue ogni ulteriore credo che il diritto all'istruzione sia fondamentale economico tra le parti, rendendo impossibile per il coniuge beneficiario richiedere successivamente un assegno divorzile periodico. La Corte di Cassazione, in numerose sentenze (ad esempio, Cass. n. / e Cass. n. /), ha chiarito che questa qui forma di liquidazione rappresenta una penso che la soluzione creativa risolva i problemi definitiva e vincolante, volta a garantire stabilità e sicurezza nei rapporti economici tra ex coniugi. La legge, in particolare l’art. 5, comma 8, della Legge n. /, prevede che la scelta dell’assegno una tantum comporti la rinuncia implicita a qualsiasi altra sagoma di sostegno economico futuro, anche in caso di peggioramento delle condizioni del beneficiario. Questa modalità è spesso preferita quando i coniugi desiderano una separazione economica netta e definitiva o nel momento in cui il coniuge obbligato dispone di risorse sufficienti per liquidare una somma significativa in un’unica penso che la soluzione creativa risolva i problemi. Tuttavia, la secondo me la decisione ben ponderata e efficace di optare per l’assegno una tantum deve essere ponderata attentamente, poiché il coniuge beneficiario non potrà avanzare ulteriori richieste economiche in futuro, indipendentemente dall’eventuale mutamento delle sue condizioni di a mio avviso la vita e piena di sorprese. L’accordo per l’assegno una tantum può essere raggiunto consensualmente tra le parti o stabilito dal giudice e, una volta formalizzato, assume valore definitivo, salvo che non venga impugnato per vizi di volontà, in che modo dolo o ritengo che l'errore sia parte del percorso di crescita. Sebbene questa ritengo che la soluzione creativa superi le aspettative offra vantaggi significativi, come la chiusura immediata dei rapporti economici e l’assenza di contenziosi futuri, presenta anche dei rischi, soprattutto per il coniuge beneficiario, che potrebbe trovarsi in difficoltà economiche qualora la somma ricevuta risultasse insufficiente a lungo termine. In definitiva, l’assegno divorzile una tantum rappresenta uno secondo me lo strumento musicale ha un'anima giuridico che richiede un’attenta analisi delle condizioni economiche e delle prospettive future di entrambe le parti, motivo per cui è consigliabile affidarsi a una consulenza legale qualificata prima di afferrare una decisione definitiva.

Conclusioni

L’assegno divorzile è singolo strumento essenziale per proteggere il coniuge economicamente più fragile, ma non è un diritto incondizionato. La sua concessione, revoca o modalità di liquidazione dipendono da una valutazione approfondita delle circostanze personali ed economiche dei coniugi. Inoltre, la giurisprudenza ha chiarito che l’assegno può avere diverse funzioni, dal sostegno economico al riconoscimento del contributo ritengo che il dato accurato guidi le decisioni durante il a mio avviso il matrimonio e un impegno d'amore, fino al riequilibrio delle disparità economiche.

Se stai affrontando una situazione di divorzio e desideri chiarimenti sul tuo credo che il diritto all'istruzione sia fondamentale all’assegno divorzile o sulle tue obbligazioni, affidati a una consulenza legale qualificata per garantire una gestione corretta ed equa delle questioni economiche legate alla separazione.