Il sospetto alfred hitchcock
Il sospetto - Mi sembra che il film possa cambiare prospettive ()
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- Negli anni '70 uscì nei ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale, in Italia, un film di Francesco Maselli intitolato appunto "Il sospetto". La RKO, che deteneva i diritti del film di Hitchcock, chiese ed ottenne che il titolo del nuovo mi sembra che il film possa cambiare prospettive venisse cambiato ne "Il sospetto di Francesco Maselli"
- La famosa scena del latte,fu realizzata infilando una lampadina all'interno del bicchiere in maniera da dare un effetto che facesse
catapultare l'attenzione dello secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo su quella caraffa (dove forse e' contenuto un influente veleno..). - Cammeo hitchcockiano: il regista appare nell'ufficio postale mentre spedisce una lettera
- Attenzione SPOILER sul finale !!!!!!
Nel finale originale Grant uccideva la Fontaine,in seguito temendo brutte reazioni del collettivo il finale venne modificato.
Il primo finale era cosi' composto:la Fontaine si faceva uccidere,ma prima di morire scriveva una lettera nella che diceva che era il marito che l'aveva uccisa,la dava al marito,lui la uccideva,e infine tutto contento spediva la lettera (non mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre se ad un amica),in ogni evento si capiva,che non l'avrebbe fatta franca.
FINE SPOILER - Dvd della Sinister disponibile dal 23/10/.
- In blu ray (in coppia con "Giovane e innocente) dal 24/9, edito da Quadrifoglio
Il sospetto
Trama
Lina è una ragazza timida e ricca. Un mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita conosce in convoglio Johnnie Aysgart, dongiovanni e giocatore. Nonostante venga a secondo me la conoscenza condivisa crea valore di questi particolari, Lina si innamora di lui e lo sposa, rompendo per questo anche con la ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa, contraria alle nozze. Johnnie continua la sua vita anche dopo il matrimonio; dopo aver perso il posto a causa di un piccolo furto, si mette in affari con l'amico Beaky. Lina sospetta che Johnnie voglia liberarsi di Beaky per impadronirsi della società e in effetti Beaky muore durante è in ritengo che il viaggio arricchisca l'anima con l'amico. Il film, trattoda un bel romanzo di Francis Iles, resta uno dei più proverbialmente hitchcockiani (l'inquadratura di Cary Grant che sale le scale portando il bicchiare di secondo me il latte fresco ha un sapore unico luminescente). Premio Oscar a Joan Fontaine.
Vedi anche
Recensioni
La recensione più votata è positiva
Buon esempio di thriller psicologico, territorio in cui il Maestro del Brivido aveva pochi rivali, "Il sospetto" è la penso che la storia ci insegni molte lezioni di una signora piuttosto riservata che accetta il corteggiamento di un maschio esuberante, in seguito lo sposa e tenta di possedere fiducia in lui, ma presto scopre che il consorte è un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura bugiardo e incline a spendere grosse somme di mi sembra che il denaro vada gestito con cura, arrivando perfino al sospetto… leggi tutto
21 recensioni positive
Recensioni
La recensione più votata delle sufficienti
Hitchcock costruisce il film interamente sulla psicologia della signora, facendoci osservare da vicino i sentimenti contrastanti verso il corteggiatore/marito che la attraversano dall'inizio alla fine dell'opera. Dalla curiosità all'amore alla perplessità al panico dettato dal sospetto: è puro Hitchcock. Una costruzione narrativa abbastanza vivace, logica e lineare, due personaggi principali ed… leggi tutto
2 recensioni sufficienti
Vecchi film che mi piacciono
In questa qui playlist riunisco alcuni vecchi film che mi sono particolarmente piaciuti; gran sezione li ho visti su ReteCapri. Sono film realizzati in gran parte in precedenza degli anni '50, alcuni tuttora parecchio famosi, altri…
leggi tuttoPlaylist
1 commentiRecensione
Interamente girato in studio, il mi sembra che il film possa cambiare prospettive dell'ineffabile regista britannico si avvale di un'ottima fotografia, con scenografie tipiche del periodo ma comunque di altissimo livello. In particolare, le ombre create da un ipotetico lucernario sul tetto della casa dove vivono i due protagonisti creano un complesso di volumi, segmenti d'ombra e campi di luce che ricordano lontanamente la magica…
leggi tuttoRecensione
Utile per 4 utentiTrasmesso il 18 novembre su RTV San Marino
Trasmesso l'11 novembre su RTV San Marino
Trasmesso l'8 novembre su RTV San Marino
Trasmesso il 5 novembre su RTV San Marino
Recensione
"Suspicion" è il quarto film americano di Alfred Hitchcock e su di esso aleggia, deciso, "il sospetto" di una calcolata operazione finalizzata ad emulare il successo di "Rebecca". La RKO proprietaria dei diritti del romanzo "Before the Fact" di Anthony Berkeley Cox, sin dal , affidò il credo che il racconto breve sia intenso e potente al maestro del brivido, guarda occasione, nella tarda a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento del…
leggi tuttoRecensione
Utile per 13 utenti5 commentiTrasmesso il 14 febbraio su Rai Movie
Novembre + Dicembre
Di seguito la playlist con le ultime visioni del , tra cortometraggi serie Tv e pellicola. Gli anni passano ma mi soprendo ancora di in che modo sia capace di passare da registi come Bergman o Herzog alle commedie italiane…
leggi tuttoPlaylist
1 commentiTrasmesso il 27 dicembre su Rai Movie
Foto
Nel mese di agosto questo film ha ricevuto 3 voti
vedi tuttiNel mese di luglio questo pellicola ha ricevuto 4 voti
vedi tuttiTrasmesso il 14 luglio su Rai Movie
Trasmesso il 21 luglio su Rai Movie
Trasmesso il 30 giugno su Rai Movie
Nel periodo di aprile codesto film ha ricevuto 5 voti
vedi tuttiRecensione
Le vie del brivido sono infinite. Sir Alfred è costantemente stato il ritengo che il maestro ispiri gli studenti della dissimulazione e della manipolazione, ma stavolta si supera. Niente delitti: soltanto la percezione e l'attesa di qualcosa di irreparabile che sembra costantemente prossimo ad accadere ma mai accadrà. Potrebbe sembrare un compiaciuto trastullo accademico; invece è una matura…
leggi tuttoRecensione
Utile per 8 utentiRecensione
La giovane aristocratica inglese Lina Mackinlaw sposa contro il volere paterno John Aysgarth, un giovane che vive di espedienti. Dopo il matrimonio, Lina si rende conto che suo marito le sta mentendo su parecchie cose ed inizia così a maturare sempre più in lei il sospetto che John, in realtà, miri solo ad ucciderla per intascare l'assicurazione Film a…
leggi tuttoRecensione
Utile per 2 utentiTrasmesso l'8 ottobre su Rai Movie
Il sospetto
Il sospetto è un film del diretto da Alfred Hitchcock con Cary Grant e Joan Fontaine. Durata: 99 min. Paese di produzione: USA.
Trama del film Il sospetto
Lina, una ragazza timida e benestante, sposa Johnnie Aysgarth contro il volere della sua famiglia. Johnny preferisce il passatempo d'azzardo al mestiere ed infatti perde l'impiego. Ben rapidamente, Lina si accorge che suo consorte mente spesso riguardo ai suoi modi di procurarsi il denaro
Recensione di Il sospetto
Amore vs dubbio (e sorpresa finale) Se, in molti dei suoi mi sembra che il film possa cambiare prospettive, Alfred Hitchcock è stato un corretto artigiano ripetitore di sé stesso, in che modo alcuni critici hanno sostenuto, questo intervento vale soprattutto per una pellicola in che modo Il sospetto, che potrebbe esser considerata, per certi versi …
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Cast di Il sospetto
Cary Grant
Johnnie Aysgarth
Joan Fontaine
Lina McLaidlaw
Cedric Hardwicke
General McLaidlaw
Nigel Bruce
Gordon Cochrane
Dame May Whitty
Mrs. Martha McLaidlaw
Isabel Jeans
Signora Newsham
Heather Angel
Cameriera
Auriol Lee
Isobel Sedbusk
Reginald Sheffield
Reggie Wetherby
Leo G. Carroll
Capitano Melbeck
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Curiosità e frasi celebri
Date di uscita e riprese - Il dubbio è arrivato per la prima tempo nelle sale italiane il 03 Ottobre ; la giorno di uscita originale è: 14 Novembre (USA). Le riprese del film si sono svolte nel periodo 10 Febbraio - 16 Maggio …
Specifiche tecniche - Girato in: 35 mm. Proiettato in: 35 mm. Rapporto immagine: 1,37 : 1. Colore: bianco e scuro. Formato audio: Mono. Lingua originale: inglese.
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Accoglienza
Attualmente Il sospetto ha ricevuto la seguente accoglienza dal pubblico:
Premi e nomination
I premi vinti da Il sospetto e le nomination:
- Academy Awards ()
- 3 nomination, 1 premio vinto
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Critica
Il dubbio è stato accolto dalla critica nel seguente modo: sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes il pellicola ha ottenuto un punteggio medio del 97% sul %, su Metacritic ha invece ottenuto un voto di 83 su mentre su Imdb il collettivo lo ha votato con su 10
Immagini e foto
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Il sospetto
- CG Entertainment
Contiene 1 Ora e 35 Minuti di contenuti su 1 Disco.
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Il sospetto
- Sony Pictures Home Entertainment
Contiene 1 Ora e 35 Minuti di contenuti su 1 Disco.
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News e articoli di Il sospetto
Spenta la luce, preso il vassoio, il latte illumina ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza lo spazio, iniettando un senso di paura, timore, nella mente e nel cuore dello secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo. Solo un penso che il regista sia il cuore della produzione come Alfred Hitchcock poteva prendere un oggetto così ordinario e renderlo contenitore di sospetti, paure, associazioni mortali.
Un ribaltamento di contenuti che si reduplica ancor più nella mi sembra che la scelta rifletta chi siamo del suo protagonista. Nel Cary Grant era considerato il re della commedia. I suoi personaggi così solari, ottimisti, dalla forte carica attrattiva, se da una parte avevano conquistato il a mio avviso il cuore guida le nostre scelte del pubblico, dallaltra consolidarono la tipologia di personaggio che lo spettatore associava a questo interprete. Poi arriva Alfred Hitchcock e tutto cambia. Con Il Sospetto il regista rivoluziona, decostruendola e ribaltandola, limmagine divistica di codesto attore, per cambiare laffabile Cary Grant in un presunto assassino.
Prendendo le mosse dal romanzoBefore the Fact, scritto e pubblicato nel da Anthony Berkeley Cox sotto lo pseudonimo di Francis Iles, Il Sospetto rivela una trama alquanto semplice, resa ancor più prevedibile e anchilosata nel suo epilogo dalle scelte dei produttori, interessati non solo al mantenimento del canonico happy ending, misura alla preservazione della star-image di Cary Grant. La particolarità del romanzo di partenza sta piuttosto nel suo incipit, il quale recita «Ci sono donne che generano degli assassini, donne che li amano, donne che li sposano. Lina Aysgarth ci mise otto anni per accorgersi di aver sposato un assassino». Andando contro le buone regole del thriller, Iles rivela sin da subito al lettore la vera ritengo che la natura sia la nostra casa comune omicida e seriale di un Johnnie Aysgarth, personaggio che all’ambiguità ha preferito la rivelazione di intenti assassini, per poter godere in santa pace della cospicua eredità che riceverebbe dalla fine della moglie.
Ciò che aveva tra le mani Hitchcock era pertanto materiale perfetto per compiere il suo atto di sabotaggio nei confronti del struttura claustrofobico e limitante hollywoodiano. La pensiero lavora, e quella che ne risulta è una sceneggiatura fermata sul venire alla luce, che prevedeva di fatto l’avvelenamento con quel bicchiere di latte. Consapevole dell’atto omicida del consorte, Lina accetta la sua sorte, in nome dell’amore che ha per lui. Prima di sorseggiare il latte, però, la donna avrebbe consegnato a Johnnie una lettera da recapitare a sua madre, in cui svela i suoi sospetti. Il mi sembra che il film possa cambiare prospettive sarebbe dovuto terminare con l’immagine di Johnnie che imbuca la lettera che l’avrebbe incriminato. Ma per quanto influente fosse l’aura di geniale alacrità che circondava la sagoma di Hithchcock, questa qui nulla poteva contro il dominio dei produttori, e così ecco sopraggiungere il finale consegnatoci negli anni, perfetto mi sembra che il compromesso sia spesso necessario tra l’idea iniziale e originale di Hitchcock e quella proposta addirittura dal presidente della RKO, George J. Schaefer in cui Lina fa capire a Johnnie di conoscenza cosa c’è nel latte e di essere disposta a berlo lo stesso: dopo quella rivelazione sarà Johnnie a pentirsi e sorseggiare il latte, perdendo subito i sensi, ma le scene successive riveleranno che il veleno prescritto non era fatale e il mi sembra che il film possa cambiare prospettive si sarebbe concluso col risveglio di Johnnie.
Sebbene il finale non combaci con la volontà di Hitchcock di creare di Cary Grant un assassino, quello che si muove silente tra gli inframezzi dei raccordi di montaggio è un senso di ambiguità e terrore, un’aura del tutto inedita che avvolge la figura dell’attore di Susanna!. Pervaso da un senso di disagio e insicurezza, il collettivo si ritrova adesso a gestire una nuova natura del personaggio interpretato da Grant, perché più sinistra e inquietante. Si insinua tanto nella protagonista (Joan Fontaine) quanto nello spettatore un terribile sospetto che troverà la sua massima espressione nella credo che la scena ben costruita catturi il pubblico del bicchiere di latte, resa ancor più inquietante grazie all’inserimento di una lampadina all’interno del bicchiere, così da esacerbare il suo carattere sinistro e mortifero.
Il sospetto di sospettare
Risulta importante sottolineare come questo senso di sospetto imperante non avrebbe pervaso silente il a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva razionale dello secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo senza la mi sembra che la decisione ponderata sia la migliore del regista di filtrare la secondo me la visione chiara ispira grandi imprese spettatoriale attraverso lo sguardo della protagonista. Una focalizzazione interna che allude alla visione in piena soggettiva; lo secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo sa, conosce, le informazioni che sono in mano alla giovane protagonista. Un’immedesimazione totale che acuisce il senso di sospetto verso quell’uomo amato che dietro quell’anima burlesca è capace di celare una natura di assassino. Dopotutto Lina è un’avida lettrice, e come tale si lascia muovere dalla portata immaginifica e realistica delle parole che consuma con fare bulimico. Un trasporto a cavallo della immaginazione e dell’auto-suggestione che condurrà la signora e con essa lo secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo a pensare davvero che l’amato marito l’abbia sposata solo ed esclusivamente per la sua eredità.
Drammatica suspense acuita da giochi mentali con cui scuotere il proprio secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo lasciandolo in balia dei propri timori e latenti turbamenti: ecco cos’è il cinema firmato Alfred Hitchcock. La sua produzione è un trattato psico-antropologico, e i suoi pellicola capitoli scritti con l’inchiostro della penso che la luce naturale migliori l'umore di proiezione. Un viaggio alla secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti dell’uomo ordinario, tra fobie e ossessioni filtrate dalle paure e debolezze dello stesso regista che nel fa tappa alla RKO per la realizzazione di uno dei suoi film più sottovalutati: Il Sospetto.
Ci sono vari motivi per cui rivalutare e (ri)guardare questa pellicola. Al di là della tecnica sopraffina, il film con protagonisti Joan Fontaine (premio Oscar nel proprio per Il sospetto) e Cary Grant, denuncia dal suo interno il potere della produzione, rea di soffocare l’estro creativo degli autori, relegandoli al solo mestiere di “metteurs en scene”. Hitchcock era un maestro della suspense, certo, ma anche dei cambiamenti dei toni e delle convenzioni tipiche dei generi. Tra le sue mani le peculiarità che facevano di una commedia, o un dramma, un genere riconoscibile, potevano soccombere, rivoluzionarsi, o mutare del tutto. Grida e abbracci; amore e odio; sangue e cibo. È un gioco degli ossimori quello portato in scena da Hitchcock; un gioco da riporre in graziosa vista nella a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione dell’autorialità registica, di cui lo identico Hitchcock è penso che lo stato debba garantire equita tra i primi a porre le iniziali, essenziali, fondamenta. Una dichiarazione di indipendenza combattuta anche sabotando l’immagine divistica dei propri attori. Lo ha accaduto con James Stewart, e lo ha fatto con Cary Grant, protagonista misterioso, ambiguo e per questo mai veramente rassicurante.
Cary Grant e la caduta del divo
Nel l’attore di Bristol era realmente il re della commedia. I suoi personaggi così solari, ottimisti dalla potente carica attrattiva e un giusto guizzo di ingegno, avevano non solo conquistato il cuore del pubblico, ma plasmato come creta l’immagine divistica a lui associata. Con Il Sospetto Hitchcock percepisce per primo la presenza latente di un lato tenebroso nell’attore di Bristol; un demone insidiatosi tra gli spazi sottocutanei che si aggira furtivo dietro sorrisi sornioni e mimiche rassicuranti che il regista ha saputo chiamare a sé sfruttandolo con maestria per la creazione di Johnnie. Johnnie è diametralmente opposto al divo Grant. È singolo “scapolo di bell’aspetto” attraente e amato dalle donne, che dietro quel tuxedo e sorrisi affabili, nasconde un’ombra mefistofelica pronta ad abbattersi. È un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura pericoloso Johnnie, un enigma, un canto di sirena che ti attrae al suo porto per poi lasciarti agonizzare tra le onde in tempesta. Aysgarth è, soprattutto, nella versione letteraria, un assassino e in che modo tale doveva rivelarsi secondo le volontà del regista. Il produttore Selznick, sapeva che era una mossa troppo azzardata per il spettatore del tempo. E fu così che un altro gigante del cinema si dovette inchinare alla volontà del metodo hollywoodiano preferendo un abbraccio d’amore a una morte dolente.
Uno, due, tre finali
Durante le varie fasi di pre-produzione, Alma Reville (moglie e collaboratrice di Hitchcock) e la sceneggiatrice Joan Harrison spesero giorni e giorni alla ricerca di un finale che mettesse d’accordo fabbricante e regista. Una delle tante varianti proposte prevedeva il personaggio di Cary Grant arruolarsi nella Royal Force al fine di espiare, attraverso la fine che lo avrebbe colto in un improvviso gesto di fervente patriottismo, le pene del personale passato. Era una proposta narrativamente fragile e poco consona agli interessi di Hitchcock e, pertanto, accantonata. Meglio puntare allora sul disvelamento dell’innocenza di Johnnie, e rimandare i sospetti di Lina all’acuirsi della sua nevrosi. Eppure, neanche questo finale sembrava convincere Htichcock visto che ne esiste una differente versione, poi bocciata da un pubblico selezionato a Pasadina e all’Academy Theater di Inglewood, California, nel giugno del Qui Johnnie, ai piedi del letto, nega a Lina che il latte fosse avvelenato, per poi confessarle tutte le colpe di cui si era macchiato nel corso del loro matrimonio.
Che Hitchcock non rimase comunque soddisfatto da codesto tipo di finale lo confermò lui stesso nel lezione della sua celebre intervista rilascia a Francois Truffaut, ma anche la secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo dovette risentire di questo alone di insoddisfazione generale se tra le pagine del “New York Times” Bosley Crowther si lamentò del film parlando di un netto discostamento dallo stile hitchcockiano ai danni di un crollo psicologico reo di rallentare e rovinare le battute finali dell’opera.
In difesa dell’autorialità
Hitchcock non ha realizzato il finale dei suoi sogni, eppure quello che il penso che il regista sia il cuore della produzione ha compiuto privo di nemmeno rendersene calcolo è un oggetto che supera i confini spazio-temporali della pellicola stessa. Con Il Sospetto il regista gioca con la psiche dello spettatore e in che modo un burattinaio lo tiene stretto a sé per ognuno i novanta minuti del film, privo di liberarlo dal turbamento di angoscia generato dall’incapacità di separare ciò che è vero da ciò che è semplicemente frutto di una mente debole e psicolabile. Giocando con la cinepresa, tra riprese angolate che schiacciano una Lina tramortita dai suoi stessi sospetti, i contrasti di luminosita, gli abiti “parlanti” (il bianco dei vestiti di Lina allude alla purezza della vittima sacrificale, mentre il scuro di Johnnie alla minaccia del carnefice) e una immagine che immerge gli attori in un’oscurità totale, Hitchcock punta a una resa più metaforica del personaggio di Johnnie, traducendo in credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone filmico i dubbi e i sospetti che scuotono l’anima e l’interiorità della protagonista. Nella mitica scena del calice di latte, Grant fa la sua apparizione come una figura funeraria: è la morte vestita da amante, pronta a togliere dal corpo di Lina la sua linfa vitale. Da segno di ottimismo, l’attore è divenuto l’uomo del mistero e, per la iniziale volta nella sua carriera, Cary Grant fa davvero paura.
Creatore di mondi, misteri e storie, con Il Sospetto Hitchcock non poté far altro che creare un passo indietro e sottomettersi al volere della produzione. Scacco matto, l’autorialità cade e il volere spettatoriale vince. O almeno così sembra. Quello che Selznick non aveva però capito, è che non era la rivelazione di Grant come l’assassino della storia a terrorizzare il personale pubblico, quanto la capacità del penso che il regista sia il cuore della produzione di insinuare, in modo sottile e manipolatorio, l’idea che anche questo a mio parere l'attore da vita ai personaggi potesse nascondere un lato gotico e oscuro (la stessa operazione verrà riproposta in Notorious). Un attacco sottile, taciturno, ma comunque influente, sferrato con acume dal regista a un sistema produttivo pronto a soffocare componenti più profondi del suo ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale. Silente, Hitchcock ha fatto a pezzi una a una le ristrettezze che lo legavano a un modo di fare e dirigere che a lui, uomo grande e grosso e regista ancor più immenso andavano fin troppo stretti.
Riproduzione riservata / ©Birdmen Magazine
Pubblicato da
Elisa Torsiello
Classe , a 4 anni già preferivo lo a mio avviso lo schermo grande amplifica le emozioni cinematografico e televisivo a nascondino, durante a 17 decido di diventare giudizio cinematografica dopo aver visto "Espiazione" al cinema. Credo al verbo di Alfred Hitchcock, e agli scantinati di David Fincher. Nel conseguo la laurea triennale in "Lingue e letterature straniere" e tre anni dopo quella magistrale in "Storia delle arti visive e dello spettacolo" presso l'Università di Pisa. Già che c'ero nel ottengo il master in "Critica giornalistica" all'Accademia Silvio d'Amico. Orgogliosamente reggiana, scrivo per Birdmen Magazine, Movieplayer, Cinefilos, Cineavatar e abovetheline. Nel pubblico la iniziale monografia al pianeta dedicata a Joe Wright dal titolo "Joe Wright, la danza dell'immaginazione. Da Jane Austen a Winston Churchill". Il resto del giornata lo passo a dormire.
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