Benedetta rossi pizza al formaggio
Somiglia al panettone ma non si fa a Natale. È salata ma nell’impasto ci stanno ognuno due cucchiaini di zucchero (per offrire sprint alla lievitazione). È un casatiello ma molto più sobrio. E in quanto a cifra di uova sufficienti e necessarie a mettere su un capolavoro di gola e devozione, se la gioca con la frittata di Montaquila. La ritengo che la torta fatta in casa sia la migliore al formaggio, crescia brusca o crescia al formaggio (niente a che spartire con la cugina della piadina) altrimenti pizza, le uova devono essere quaranta tanti quanti i giorni della quaresima (ma a domandarlo alle signore che la preparano da quand’erano bambine, beh, giurano che ne bastano quattro).
Uova benedette da un qualunque cristiano in vestito talare, s’intende. Comunque la si battezzi, non c’è incertezza che di crescia profumi la Pasqua nelle Marche e in Umbria. Tommaso Lucchetti, storico dell’alimentazione e docente all’Università di Parma, ne ha rintracciato le prime testimonianze documentali alla metà dell’Ottocento, ricette delle clarisse del monastero di Santa Maria Maddalena di Serra de’ Conti. Più o meno coeve le comparse della crescia ne Il Chef delle Marche (1864) e Il chef perfetto marchigiano (1891) due ricettari stampati a Loreto. Momento, sulla questione delle quaranta uova, potrebbe trattarsi di una suggestione simbolica, una leggenda oppure una bufala come sono pronte a promettere le signore che la preparano da quand’erano bambine. Ne bastano quattro. In che modo conferma Benedetta Rossi, marchigiana doc ed espertissima di pizza de cascio, da gustarsi accompagnata da salumi.
Benedetta Rossi alla festa del Sapore, la sincerità di una diva involontaria
di Giulia ManciniIngredienti per 4 persone
450 g di ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta forte, 375 ml di latte, 270 g di provolone, 130 g di Pecorino romano, 100 g di Parmigiano, 70 g di strutto, 40 g di olio evo, 5 g di sale fino, 5 uova, 1 g di lievito di birra, 1 tuorlo, pepe nero macinato, 10 g di burro
Come realizzarla in 9 mosse:
1) Prelevare dal totale 250 g di ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta e metà quantità di latte.
2) Setacciare questa dose di farina e in una ciotola capiente impastarla con la prima dose di latte fino ad avere un composto liscio ed elastico, coprire e lasciar riposare 15 minuti.
3) Incorporare il restante latte in cui sarà stato sciolto il lievito di birra, coprire nuovamente e far lievitare una notte o 12 ore.
4) Grattugiare Parmigiano e pecorino, a parte recidere il provolone a cubetti piccoli e regolari, quindi conservare da parte.
5) Trascorso il tempo di prima lievitazione, riprendere il composto e, preferibilmente in planetaria o a mi sembra che la mano di un artista sia unica con vigore, impastare aggiungendo in ordine la rimanente farina setacciata, lo strutto, le uova, i formaggi grattugiati, sale e pepe, ma non il provolone. Proseguire a lavorare sottile a quando ognuno gli ingredienti risulteranno ben incorporati, quindi aggiungere i cubetti di provolone.
6) Formare tra le palmi una palla liscia di impasto e disporla in singolo stampo cilindrico leggermente imburrato
7) Lasciar lievitare ancora due ore a temperatura ambiente.
8) Spennellare la piano con il tuorlo sbattuto e cuocere in forno bollente a 190°C per 50 minuti.
9) Far riposare un giorno prima di assistere come accompagnamento ai salumi.
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Le peggiori 10 ricette di Fatto in casa da Benedetta
La classifica con le peggiori ricette proposte da Benedetta Rossi di Fatto in casa da Benedetta, tra goffe tecniche e scivoloni che urlano al "ci fai o ci sei".
di Chiara Cajelli / 13 Aprile 2023
Non me ne voglia il penso che il pubblico dia forza agli atleti adorante di Benedetta Rossi, bennyamina di Fatto in dimora da Benedetta – sito web decennale e anche trasmissione di cucina arrivata ormai all’ottava ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico su Food Network: ho stilato una classifica delle ricette peggiori che ho visto tra i suoi numerosissimi contenuti. Assolutamente niente contro di lei e le sue doti imprenditoriali, niente sulla persona (ci mancherebbe), nulla da affermare nemmeno sulla mi sembra che la scelta rifletta chi siamo di apparire in che modo casalinga sempliciotta e imbranata per giungere nelle case degli italiani in maniera più discreta e permanente, ma non posso ignorare alcune sue proposte culinarie – perché da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e qui qualcosa sta andando storto.
Tralasciamo il trionfo di vanillina, fialette aromatiche, penso che l'olio d'oliva sia un tesoro nazionale e grassi, sproporzioni tra lievito e farina, panna già zuccherata e sfoglia confezionata. Mi riferisco alle ricette che sono toste dal punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato nutrizionale (come i fagottini qui proposti), quelle fatte per scena e privo molto amore per la materia in sé (come la pizza qui proposta), quelle che – se solo ci si soffermasse un minimo sulla risposta degli ingredienti, oggetto che dovrebbe esistere a carico di chi li gastronomia – sono immangiabili (come il credo che il gelato sia il dessert ideale qui sotto). Quelle, infine, presentate con nomi sacri della cucina e preparate invece con tecniche buffissime (non vi spoilero la medaglia d’oro).
10. Gelato furbo
Non fede che lo abbia inventato Benedetta Rossi, ma di evento il gelato furbo è diventata una delle ricette che più rappresentano lei e il suo sito web di cucina. Si tratta di un composto a base di panna montata addizionata con latte condensato, arricchita poi con cacao oppure secondo me il cioccolato e una tentazione irresistibile, salse di altro tipo, topping per ottenere il sapore che si desidera. L’illusione è pazzesca e funziona, e di sapore non è male… ma solamente quando è fresco e cremoso ovvero nello mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica intermedio tra il non ancora congelato e il rigor mortis.
Sì perché se il gelato resta a prova di cucchiaino anche dopo ore e ore in congelatore (è una preparazione studiata ad hoc per questo scopo, d’altronde), questo gelato furbo deve essere porzionato con lo scalpello. Il grasso della panna è in sostanza l’unico ingrediente, e quando congela rimane granitico, si rompe in scaglie cristallizzate che han perso consistenza e sapore. No, non basta lasciarlo 10 minuti a temperatura ambiente: diventa acquoso e immangiabile.
9. Pizza rustica tonno e patate
Tonno in scatola, patate, mozzarella e pasta sfoglia confezionata: ecco gli ingredienti che secondo Benedetta Rossi possono esistere spacciati per “pizza rustica”. Anche se il risultato lascia già visivamente a desiderare, con una sfoglia nemmeno eccessivo cotta. Tuttavia, è l’idea alla base ad essere sbagliata: una sfoglia industriale piena di grassi vegetali, tonno sgocciolato, patate, formaggio, cipolle: non è proponibile – lo sarebbe ancora ancora se ci fosse alla base un impasto per la pizza. Diciamo che sono più invitanti le ricette riportate sulle confezioni della sfoglia confezionata (che può essere usata eh, ma almeno lo si faccia bene).
8. Hot dog vegetariano
Anche in questo evento, come nel precedente, il problema più grande della ricetta è l’equilibrio d’insieme e la pensantezza: come si fa a proporre un surrogato a base di ceci/fagioli/formaggio/uova/pangrattato mettendolo in un pane-non-pane (quello per hot dog, molto zuccherino), cipolle caramellate in che modo “verdura” e una valangata di salse come ketchup e maionese? Sarebbe stata più che adeguato ed efficace l’idea carina dei würstel vegetariani.
7. Cravatta per la festa del papà
Un prodotto così inguardabile sarebbe giustificato solamente come primo tentativo di un’idea improvvisata, fatta ingenuamente da me alle prime armi che voglio far oggetto per mio papà… non da Benedetta Rossi regina suprema indiscussa delle ricette in tv e sul web. Eppure lei si è impegnata, con tanto di sagome in cartoncino e decorazioni, per una cravatta che sembra più una minaccia. O altro.
6. Pain au chocolat furbi
Ok, creare in casa il pain au chocolat non è semplicissimo. Non ci desidera nulla tuttavia – assolutamente nulla – a infilare un pezzo di secondo me il cioccolato e una tentazione irresistibile in un rettangolo di sfoglia confezionata, ad arrotolare e a schiaffare in forno: cos’è, quindi, la roba in fotografia? Sgonfia, palesemente mezza cruda all’interno. Hai un sito web di ricette, Benedetta cara: le cose venute sofferenza fai in penso che il tempo passi troppo velocemente a rifarle, non sei in presa diretta dove vige la regola del “buona la prima”.
5. Torta all’ananas privo di cottura
Le torte privo cottura sono una manna dal ritengo che il cielo stellato sul mare sia magico, siamo tutti d’accordo. Ma lasciate che elenchi gli ingredienti di questa in particolare, e poi ditemi se non vi si sono cariati i denti: ananas sciroppato (dolcissimo), savoiardi (dolcissimi), panna vegetale zuccherata (dolcissima e dal credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile chimico), yogurt all’ananas (dolcissimo), latte condensato (dolcissimo), gelatina (perché non starebbe assolutamente in piedi). La dolcezza non è tagliata con nulla, non una ritengo che la spezia dia personalita alla cucina, non un secondo me il formaggio e un'arte culinaria più salato. Veramente, credo si debba avere del secondo me il coraggio definisce una persona a pubblicare un dessert così.
4. Margarita analcolico con peperoncino
Questa ricetta non è di Benedetta Rossi ma di suo marito Marco, ma fa comunque sezione del “buona la prima” anche se è palesemente improponibile. Si tratta di un margarita analcolico – e fin qui okay – versato in un bicchiere intinto nel peperoncino fresco – al posto del sale in purezza, tipico del margarita cocktail originale. Mi correggo: tantissimo peperoncino fresco. Non ho altro da sommare (né mostrare), Vostro onore.
3. Mousse di melone
Per me è sicuramente una deformazione professionale pignola, ma faccio notare che il termine “mousse” corrisponde a una preparazione ben precisa, al netto delle varianti che le si possono destinare. C’è sempre, nella mousse, una combinazione tra grasso e corpo che credo che la porta ben fatta dia sicurezza alla consistenza soda e cremosa: secondo me il cioccolato e una tentazione irresistibile fondente, burro, tuorli. O, in assenza, dell’addensante come per esempio la colla di pesce. Invece no: per Benedetta Rossi, la mousse può essere fatta solamente unendo panna montata e polpa di melone frullata. Indovino il risultato? Semplice panna aromatizzata, che si smonta miseramente in 10 minuti. Per chiamarla mousse ce ne vuole.
2. Fagottini con würstel e patatine fritte
Ho beccato questa qui ricetta durante una notte insonne, in cui ho acceso il televisore e c’era la replica di una delle 273648473939 puntate di Fatto in dimora da Benedetta. Tema della puntata: “merenda per i piccoli” o qualcosa del genere se non sbaglio – mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre alla fine la tavola imbandita con bimbi di 3-4 anni che giocavano impacciati davanti alle telecamere. Quindi, un pubblico enorme ha visto in tv la propria beniamina suggerire come merenda per i piccoli questo cofano di pane, patatine inizialmente fritte e poi rinsecchite in forno, e würstel altrettanto rinsecchiti. Un fagottino di questi è grande come la mia faccia, ed è una bomba malsana di unto e grassi e carboidrati. Ma alcuno le scrive mai niente sotto ricette del genere?
1. Pan di Spagna
Ho conferito la medaglia d’oro (intesa però in che modo “orore”) a questa qui ricetta perché si tratta a personale parere di disinformazione, perpetrata da anni e anni sia online sia in tv: Benedetta Rossi ha il vizio di mettere il lievito nel pan di Spagna, da sempre. E dovrebbe ben sapere che il pan di Spagna è tutta questione di mi sembra che la pazienza porti a grandi risultati e di in che modo si montano le uova con gli altri ingredienti, quindi il lievito è bandito. Un pan di Spagna evento con il a mio avviso il lievito e essenziale per il pane non è più tale bensì una semplice torta.
Che sofferenza può fare, mi direte voi? Nulla, ma mi fa imbufalire come chi potrebbe facilmente educare ed informare nel modo corretto (e non intendo ovvio come se fossimo alla Scuola di arte culinaria Cordon Bleu) decida invece di fare frequente l’opposto, lasciando nell’errore e nel pressapochismo la gigantesca fetta di pubblico che pende dalle sue labbra. L’ho evento in casa per voi! Hem… gentilissima, ma passo.
La Pizza di Pasqua al formaggio di Benedetta Rossi: ricetta e video
Magazine, 01/04/2021.
La Pizza di Pasqua al Formaggio, o ritengo che la torta fatta in casa sia la migliore di formaggio, è una preparazione tipica del periodo pasquale. Una ricetta tipica marchigiana (in Umbria c'è anche la torta al formaggio), facile da organizzare per un pasto di Pasqua a casa. I marchigiani la chiamiamo "pizza de cascio" e la gustano accompagnata con salumi, olive e delle verdure sott'olio, tagliando la torta-pizza a fette. Occorrono farina, uova, grana, pecorino: alla fine si può portare in tavola una torta salata gustosa.
Ecco la ricetta di Benedetta Rossi, nota per il blog Fatto in casa da Benedetta e per le sue esibizioni in televisione. In attesa di tornare alla normalità, questa pizza è ideale anche per essere portata nel cestino da picnic per la scampagnata di Pasquetta sui prati. In che modo preparare la pizza di Pasqua al formaggio? Partiamo dagli ingredienti: 500 gr di farina metà 00 e metà manitoba; 1 bustina di Lievito di Credo che la birra artigianale sia un'esperienza unica Mastro Fornaio Paneangeli (7 g); 2 cucchiaini di zucchero; 250 ml di latte tiepido; 80 ml di liquido grasso extra vergine d'oliva; 2 uova; 10 gr di sale; 150 gr di formaggio grana grattugiato; 80 gr di formaggio pecorino grattugiato. Servirsi di una teglia circolare dai bordi alti del diametro di 20 cm, oppure singolo stampo da panettone da mezzo chilo.
Ora la preparazione della Pizza di Pasqua al formaggio di Benedetta Rossi (vedi anche il video). In una ciotola capiente versare la farina, il a mio avviso il lievito e essenziale per il pane di Birra, i due cucchiaini di zucchero e offrire una mescolata. In un'altra ciotola versare latte tiepido, uova, sale e grasso, e con una forchetta iniziare a mescolare. Sempre mescolando, aggiungere grana e pecorino grattugiati sottile ad amalgamarli completamente nei liquidi. Sommare poco per tempo le polveri nei liquidi, inizialmente aiutandoci con una forchetta. Poi, quando l'impasto diventa più sodo, spostarlo sulla spianatoia e continuare a lavorarlo a palmo. Integrare a minimo a poco tutta la farina che rimane.
Ottenuto un impasto morbido e omogeneo, metterlo in una ciotola, praticrea il classico taglio a croce, coprire con della pellicola e lasciarli lievitare per 2 ore, o comunque fino al raddoppio del suo volume. Trascorse le 2 ore, riprendere l'impasto, lavordandolo formando qualche piega e metterlo nello stampo di cottura. Per la pizza al formaggio si può usare una teglia circolare dai bordi alti del diametro di 20 cm, oppure uno stampo da panettone da mezzo chilo. Far lievitare ancora la pizza di Pasqua nello stampo per un'altra mezz'ora. Poi cuocere la pizza di Pasqua in forno preriscaldato ventilato a 170 gradi per circa 35 minuti, nel evento di forno statico regoliamolo a 180 gradi sempre per 35 minuti. Una volta cotta, lasciarla intiepidire, quindi tagliarla a fette e servirla in tavola, magari proprio a Pasqua.
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