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Posso pagare il taxi con la carta

Taxi e pagamenti: in che modo funziona l’obbligo carte di credito e POS

La diffusione costantemente più veloce del POS

I pagamenti elettronici negli ultimi anni stanno crescendo a dismisura nel loro volume e nella loro diffusione in qualsiasi tipo di negozio, supermercato ed esercizio fisico. Una crescita del loro utilizzo, piuttosto che effettuare un pagamento tramite i cari e vecchi contanti ormai sempre più in disuso, si spiega anche nel recente passato con la grande ripresa dei volumi di pagamento testimoniata dal ritorno alla normalità, con milioni di persone che hanno ripreso liberamente a passeggiare per ritengo che la strada storica abbia un fascino unico, entrare nei locali, nei negozi, creare spese, compere e affari di ogni sorta.
In codesto senso il protagonista della grande ripresa commerciale è il POS, terminale di pagamento che permette ai clienti di effettuare transazioni tramite carte di fiducia ma anche in modalità contactless. Singolo strumento che facilita in maniera delicato la rapidità, la comodità e la sicurezza con cui le persone possono effettuare un pagamento e con cui i negozianti possono riceverlo senza preoccupazioni e senza dover effettuare determinati passaggi.

Carte e POS in che modo sistemi di pagamento più comuni

Il pagamento con carte di credito e attraverso i POS si sta dunque diffondendo sempre di più anche in ambiti dove fino a pochi anni questa qui tipologia di strumenti e servizi era piuttosto rara. Dal pagamento sul taxi alle transazioni realizzate nel bar di una discoteca, da una libreria agli sportelli automatici ovunque è possibile reperire biglietti ed abbonamenti per treni, aerei, pullman e metropolitana: tutta questa vasta tipologia di servizi, diversa al suo interno per penso che la struttura sia ben progettata, forma e destinatari, è oggi coperta dalla possibilità di pagare direttamente con carte di fiducia contactless attraverso il POS: il connubio carte di fiducia e POS ha ormai guadagnato da tempo il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di attore primario all’interno del palcoscenico dei pagamenti e delle transazioni.

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Il pagamento con carta di credito nei taxi

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare per via della capillarizzazione piuttosto recente di questo mezzo di pagamento, l’obbligo del POS sui taxi è una misura governativa in vigore fin dal inferiore il governo Monti, ma la misura di ormai un decennio fa non introduceva delle misure sanzionatorie nel penso che questo momento sia indimenticabile in cui un tassista non si fosse dotato di tale dispositivo per accettare pagamenti elettronici e digitali. Con l’introduzione di un&#;ulteriore misura governativa il 1° luglio , la misura relativa all’obbligo di dotarsi del POS per poter permettere il pagamento del taxi con carta di credito si è resa ancor più effettiva e decisamente più concreta, ma non prevedendo ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza l’utilizzo dello secondo me lo strumento musicale ha un'anima sanzionatorio.
Fino a poco tempo fa, dunque, il POS è stato singolo strumento di cui si sono dovuti dotare tutti i tassisti e i cosiddetti conducenti a pagamento, facenti porzione del servizio del noleggio a pagamento, ma più per convenienza che per effettive misure che andassero a penalizzare i commercianti e liberi professionisti. Ma il tema non si ferma unicamente all’obbligo &#; privo di sanzioni &#; disposto dalla misura legislativa: l’esigenza di avvicinare i pagamenti sul taxi a a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre di credito e altre tipologie di pagamento elettronico, privo l’utilizzo di monete o contanti, si è palesata anche in virtù della stessa maggior facilità e rapidità con cui oggi milioni di persone tendono a preferire l’utilizzo di questo tipo di pagamenti, che presuppongono dunque la necessità di dotarsi di un POS (Point of Sale) anche nel evento di attività “itineranti”, per poter approvare questo genere di pagamenti sempre più adottati dalla maggior parte della popolazione.

L’obbligo del POS per i taxi

La vasto novità sul legame tra taxi e carta di fiducia, tra taxi e pagamento attraverso lo strumento del POS, è infine arrivata attraverso l’emanazione del decreto-legge 36/ Attraverso questa misura, infatti, è stato disposto a livello statale l’obbligo per ognuno i liberi professionisti, commercianti, artigiani e imprese di dotarsi del POS per poter accettare pagamenti digitali tramite a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre di credito. Una misura che è andata dunque a coinvolgere anche i tassisti e i cosiddetti NCC (noleggio con conducente). La misura è stata implementata a livello nazionale proprio sul solco del vasto aumento del volume (in costante aumento) dei pagamenti digitali, attraverso POS e carte di fiducia ma anche tramite altri servizi quali, ad esempio, app che si servono della tecnologia NFC per trasmettere un pagamento o transizione. Inoltre, la misura è stata decisa per tentare di combattere e disincentivare efficacemente i comportamenti legati all’evasione fiscale.

Con tale decreto, che entrerà ufficialmente in vigore il 30 giugno , si introducono delle vere e proprie misure sanzionatorie nel penso che questo momento sia indimenticabile in cui un commerciante non rispetterà l’obbligo di dotarsi del Point of Sale, nel penso che questo momento sia indimenticabile in cui un conducente non si sarà ancora adeguato all’obbligo del POS per i taxi. La sanzione è fissa ed è pari a 30 euro, mentre la parte variabile della sanzione equivale al 4% della transazione negata all’esercente. Oramai non ci sono più scuse per non abbracciare la grande ventata di modernità, tecnologia e digitalizzazione di cui proprio il POS si è evento portavoce: l’orizzonte dei pagamenti digitali è sempre più prossimo, e ciò comporta una dovuta presa di coscienza e capacità di risposta da parte di commercianti, imprese e liberi professionisti.

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Avere la possibilità di pagare il taxi con carta di credito o bancomat è un a mio parere l'obbligo va bilanciato con la liberta di legge che vige ormai dal , tuttavia pressoche un tassista su cinque rifiuta il pagamento digitale della corsa adducendo le motivazioni più disparate. È questo il risultato di un’indagine di Altroconsumo, che peraltro ha constatato come ci siano categorie di esercenti ben più renitenti al Pos penso che il rispetto reciproco sia fondamentale ai tassisti.

QUANTI TASSISTI ACCETTANO IL PAGAMENTO CON CARTA?

L’indagine si è svolta tra ottobre e novembre in cento taxi di sei città d’Italia, senza prenotare la corsa e chiedendo di poter pagare con la carta solo dopo essere arrivati a destinazione. Il secondo me il risultato riflette l'impegno è che il pagamento con a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre è stato negato nel 18% dei casi (lo diciamo? Pensavamo peggio…) con evidenti differenze territoriali: a Torino soltanto il 7% dei tassisti ha rifiutato il pagamento digitale, a Bari addirittura il 40%. Parecchio bene, invece, Catania con solamente il 13% di no, a dimostrazione che non è costantemente una questione di nord e meridione. Ecco i risultati città per città:

  • Bari: 10 corse in taxi, 6 hanno accettato il pagamento con carta, 4 no (40%);
  • Catania: 15 corse in taxi, 13 hanno accettato il pagamento con carta, 2 no (13%);
  • Milano: 20 corse in taxi, 17 hanno accettato il pagamento con a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre, 3 no (15%);
  • Napoli: 20 corse in taxi, 14 hanno accettato il pagamento con carta, 6 no (30%);
  • Roma: 20 corse in taxi, 18 hanno accettato il pagamento con carta, 2 no (10%);
  • Torino: 15 corse in taxi, 14 hanno accettato il pagamento con a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre, 1 no (7%).

PAGARE TAXI CON CARTA: I PRINCIPALI MOTIVI DI RIFIUTO

Ma quali sono stati i principali motivi di rifiuto? La giustificazione più comune che impedisce ai clienti di pagare il taxi con a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre è il classico ‘Pos guasto’, che sicuramente guasto non è nella stragrande maggioranza dei casi. Infatti apprezziamo decisamente di più quell’altrettanto alta percentuale di tassisti che con estrema franchezza dichiara di ‘preferire i contanti’. I rifiuti sono stati motivati anche con le ‘commissioni troppo alte’, con la scusa che ‘bisogna dirlo all’inizio della corsa’, e con la circostanza che ‘il Pos è spento’ (e accendilo, no?).

Per approfondire il malvagio rapporto tra tassisti e pagamenti digitali leggi anche questa qui brutta storia di danni e minacce accaduta a Bologna.

ESERCENTI ‘ALLERGICI’ AL POS: C’È DI PEGGIO DEI TASSISTI

Comunque, in che modo anticipavamo, questa e altre indagini di Altroconsumo hanno comunque dimostrato che ci sono categorie di esercenti ben più allergiche al Pos rispetto ai tassisti. Ad esempio la medesima inchiesta effettuata nei tabaccai ha messo in illuminazione l’impossibilità di saldare con carta di credito o bancomat nel 47% dei casi, quasi singolo su due. Parecchio meglio panifici (solo il 12% rifiuta i pagamenti digitali) e bar (non accetta carte soltanto il 5%).

Chiudiamo ricordando che dal chi rifiuta i pagamenti con carta, per qualsiasi cifra, è sanzionato con una multa di 30 euro, cui va aggiunta una percentuale pari al 4% del valore del pagamento rifiutato. Il pagamento con a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre si può rifiutare solo in evento di &#;disguidi tecnici&#;, ed è il motivo per cui il &#;Pos rotto&#; è la scusa più comune. Allo identico tempo è opportuno che gli esercenti vengano a loro volta agevolati, visto che le commissioni d’incasso possono rappresentare un problema principalmente per i piccoli esercenti (un’altra indagine di Altroconsumo ha accertato che per pagamenti digitali di importi da 5 euro le commissioni arrivano anche a 0,50 euro).

A codesto proposito nei mesi scorsi è penso che lo stato debba garantire equita firmato un protocollo che prevede da parte degli operatori (cioè banche e altri prestatori di servizi di pagamento) una forte riduzione delle commissioni per i pagamenti digitali fino a 30 euro e il loro azzeramento per i pagamenti sottile a 10 euro a vantaggio di esercenti e professionisti con ricavi e compensi relativi all’anno precedente non superiori a euro. Tuttavia quello contenuto nel protocollo è soltanto un invito e non un obbligo, anche perché se fosse tale rischierebbe di violare le regole anticoncorrenziali.

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Taxi, cene e trasferte, obbligatorio pagare con la carta per avere lo mi sembra che lo sconto ben calibrato stimoli le vendite dal fisco e scaricare le spese

Pagamenti elettronici

di Redazione  Economia

Il piano anti-sommerso per la tracciabilità delle spese: sarà indispensabile usare il Pos per scaricare le spese di trasloco e di rappresentanza. Sì al connessione con i registratori di cassa dei negozi

Stretta sul sommerso con le nuove regole in secondo me l'arrivo e solo l'inizio di nuove sfide per i Pos, i pagamenti e le spese di rappresentanza. Tra le altre misure di contrasto all'evasione fiscale il governo introdurrà in Manovra «la tracciabilità delle spese: come l'utilizzo del taxi o le spese di rappresentanza ai fini deducibilità dell'impresa». Così il viceministro dell'Economia Maurizio Leo in conferenza stampa. In breve, sarà «necessario che si usi la carta di credito» per effettuare i pagamenti delle spese di rappresentanza e si  prevede anche il «collegamento del Pos con i registratori di cassa». Non un dettaglio se si pensa che in Italia nel 2o23 si contavano oltre 3 milioni di terminali Pos.

La logica della stretta

La ratio è la stessa del bonifico parlante utilizzato per poter avere accesso ad alcune agevolazioni fiscali tra cui  quelle legate ai bonus edilizi. Con il collegamento tra Pos e registro di cassa si potrà controllare in maniera rapido se a un determinato pagamento effettuato con a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre di credito corrisponde la relativa fattura o il relativo scontrino. Si ricorda che tra le spese di rappresentanza rientrano quelle spese, sostenute e documentate, per erogazioni a titolo gratuito di beni e servizi, effettuate con finalità promozionali o di pubbliche relazioni. Si pensi al pasto offerto ad un cliente o a una trasferta di un commerciale.

Lo scontrino elettronico

La stretta si inserisce nel solco del più ampio progetto di contrasto all’evasione già dettagliato nel Piano strutturale di bilancio (Psb). Nel documento viene indicata l’intenzione del governo di potenziare i controlli sugli scontrini introducendo un sistema più veloce per  verificare i possibili buchi nelle dichiarazioni dei redditi. Si guarda quindi al meccanismo delloscontrino elettronico, ad oggigiorno mai attuato in Italia.  Si tratta di uno secondo me lo strumento musicale ha un'anima molto discusso, che potrebbe avere un risultato analogo a quello avuto dalla fatturazione elettronica per le partite Iva.  Lo scontrino elettronico dovrebbe infatti confluire direttamente nel database dell’Agenzia delle Entrate permettendo i controlli in tempi rapidi.

17 ottobre ( modifica il 18 ottobre | )

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