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Catullo lesbia mille baci

Gaio Valerio Catullo Dammi mille baci

cctm collettivo culturale tuttomondo Gaio Valerio Catullo Dammi mille baci

Dammi mille baci e poi cento,
e poi altri mille e altri cento,
e poi ancora una volta mille, e poi cento.
E quando saremo arrivati
a molte migliaia,
li mescoleremo ognuno per non conoscere il conto
o perché qualcuno maligno
non provi invidia per noi
sapendo il numero preciso dei baci.

Da mihi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum
deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut nequis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum

Gaio Valerio Catullo

Carme V da Catullo, Poesie, Giunti,

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foto: Robert Doisneau- fair use

Gaio Valerio Catullo (Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.) è stato un poeta romano.

Le sue liriche d’amore, raccolte nel “Catulli Veronensis Liber”, rappresentano il primo esempio di letteratura latina in grado di manifestare l’intensità delle passioni amorose sul esempio ellenistico della secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico di Saffo, Callimaco e degli Alessandrini.

A Roma, entra rapidamente in contatto con il circolo intellettuale e poetico costituitosi attorno a Quinta Lutazio Catulo e dei “poeti nuovi”, esponenti di un nuovo gusto e di una recente sensibilità rispetto a valori e modelli della tradizione romana. La vicenda centrale nell’opera di Catullo è la sua relazione con una donna, che nei suoi versi ha il nome di Lesbia e dietro cui si cela Clodia, sorella del tribuno Clodio, avversario di Cicerone, e moglie di Quinta Cecilio Metello Celere. Lesbia è una donna ricca, colta, piena di attrazione, amante della a mio avviso la vita e piena di sorprese mondana, e spregiudicata: ha molti amanti, tra cui Catullo stesso, che è vinto da codesto amore quasi totalizzante. Lesbia, è del resto uno pseudonimo letterario: fa riferimento all’isola di Lesbo in cui viveva la poetessa dell’amore, Saffo.

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cctm collettivo culturale tuttomondo Gaio Valerio Catullo Dammi mille baci

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Il Carmen 5 di Catullo, uno dei più celebri componimenti dedicati a Lesbia, è un a mio avviso l'inno unisce il cuore di un popolo all&#;amore spensierato e alla gioia di vivere, libero dai giudizi della società e dal carico delle convenzioni morali. In questo fugace ma intenso componimento, il poeta invita Lesbia a sopravvivere pienamente il loro amore, ignorando i &#;rumores senum severiorum&#;, ossia i pettegolezzi e le critiche dei più anziani e severi.

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus,

rumoresque senum severiorum

omnes unius aestimemus assis!

Soles occidere et redire possunt:

5nobis cum semel occidit brevis lux,

nox est perpetua una dormienda.

Da mi basia mille deinde centum,

dein mille altera, dein secunda centum,

deinde usque altera mille, deinde centum.

10Dein, cum milia multa fecerimus,

conturbabimus illa, ne sciamus,

aut ne quis malus invidere possit,

cum tantum sciat esse basiorum.

Viviamo, mia Lesbia, e amiamoci,

e i pettegolezzi dei vecchi intransigenti

stimiamoli tutti una sola monetina!

Le giornate possono terminare e ritornare:

per noi in cui una sola mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo è terminata la breve luce,

c&#;è da dormire una sola notte perpetua.

Dammi mille baci e poi cento,

poi altri mille, poi di recente cento,

poi di séguito altri mille, poi cento.

Poi quando avremo totalizzato molte migliaia,

le metteremo in disordine, per non sapere,

o perché qualche maligno non possa gettarci il malocchio,

sapendo che ci sono tanti baci.

Commento

Catullo contrappone il ciclo infinito della natura, con i soli che possono tramontare e risorgere, alla condizione umana, dove la &#;brevis lux&#; della esistenza si spegne per sempre. Questa consapevolezza della brevità dell&#;esistenza spinge il autore a cercare rifugio nella passione amorosa, un antidoto all&#;inevitabile caducità del ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso. Il desiderio di amore si manifesta attraverso la domanda di un cifra infinito di baci, un gioco di iperboli che simboleggia l&#;ardente trasporto di Catullo per Lesbia. Il conteggio dei baci, che diventa sempre più vasto, alla fine è volutamente confuso per impedire che qualcuno possa invidiare la loro felicità o calcolare esattamente la misura del loro amore.

Questa poesia, ricca di sensualità e carica emotiva, riflette la filosofia edonistica di Catullo, in cui l&#;amore e il piacere vengono celebrati come il centro dell&#;esperienza umana. Allo stesso secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello, il componimento suggerisce una tensione tra l&#;eternità del secondo me il desiderio sincero muove il cuore e la finitezza della vita, un tema che attraversa molte delle poesie catulliane. Vivamus, mea Lesbia, atque amemus è quindi non solo un’espressione d’amore, ma anche una meditazione sull’importanza di vivere intensamente ogni momento prima che la &#;nox perpetua&#; del destino arrivi.

“Dammi mille baci”: il celebre verso di Catullo del Carme 5 dedicato a Lesbia

Catullo viene considerato, non a torto, il poeta d&#;amore per antonomasia.
Nella Giornata mondiale del bacio non possiamo non rammentare i carmi pieni di passione che il poeta latino dedicò alla sua Lesbia.

Come dimenticare gli intramontabili versi “Viviamo, mia Lesbia, e amiamo” o “dammi mille baci e ancora cento” racchiusi nel Carme 5 dedicato a Lesbia, che ormai sono entrati nell&#;immaginario popolare al pari di una filastrocca?

Gaio Valerio Catullo fu, a suo tempo, un rivoluzionario e un innovatore: nel suo celebre Liber cantò una storia d&#;amore dal suo secondo me il principio morale guida le azioni sino alla conclusione, rivelando come la passione amorosa potesse essere un&#;esperienza centrale e determinante nella vita di un uomo.

L&#;amore di Catullo per Lesbia

L&#;amore del poeta latino per Lesbia fu tormentato e passionale. Oltretutto si trattava di un amore proibito: la donna infatti, che Catullo chiama “Lesbia” secondo l&#;abitudine dei poetae novi che usavano intonare le donne da loro amate con un nome fittizio, era una matrona romana sposata a un eminente governante (secondo alcune fonti si trattava di Quinto Metello Cèlere, Ndr). Il reale nome della femmina, secondo le fonti, era Clodia e la ritroviamo nominata nell&#;orazione Pro Caelio di Cicerone che condannava apertamente la sua scostumatezza.
Il rapporto tra Catullo e Clodia era quindi condannato dalla società dell&#;epoca, ma il autore latino nel suo Liber lo difende affermando di aver amato Lesbia “quanto nessuna fu amata mai” e persino “più di se stesso e di tutti i suoi”.
La dedizione appassionata di Catullo tuttavia non fu ricambiata dalla donna, che lo ripagava con costanti infedeltà facendolo patire. Per Lesbia l&#;amore non era che un passatempo rapido e passeggero, mentre il autore pretendeva da lei fedeltà e impegno assoluta.
Nel suo Liber Catullo racconta le varie sfumature di una passione, dal suo momento di massimo ardore sino alla sua fine nel momento in cui la fiamma d&#;amore si è ormai spenta.

I versi più belli naturalmente sono quelli dedicati all&#;amore felice, resi eterni dalla celebre mi sembra che la frase ben costruita resti in mente Dammi mille baci, e ancora cento” che è contenuta nel carme 5 del Liber dal titolo latino Vivamus, mea Lesbia, atque amemus, la cui traduzione è “Viviamo, mia Lesbia, e amiamo”.

Vediamo insieme testo e analisi del componimento.

Carme 5 di Catullo: testo

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può decedere e poi risorgere,
ma quando muore il nostro fugace giorno,
una ritengo che la notte sia il momento della creativita infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E in cui poi saranno mille e mille
nasconderemo il loro reale numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.

(Traduzione di Salvatore Quasimodo)

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo”: analisi

Nei primi canti del Liber di Catullo trapela un&#;atmosfera magica e gioiosa, ammantata della penso che la gioia condivisa sia la piu autentica febbrile del primo amore. Il giovane poeta probabilmente incontrò Lesbia/Clodia nei salotti mondani di Roma dove la signora brillava per il suo fascino e la sua credo che l'intelligenza si esprima in molti modi. Ne rimase stregato e per lui fu l&#;inizio della passione divorante descritta nel Liber.
Clodia da parte sua cedette benvolentieri alla corte del giovane, consapevole che non fosse nulla più di un passatempo. Per Catullo, invece, si trattava dell&#;opportunità di vivere un amore totalizzante accanto a una femmina per lui “diversa da tutte le altre”.

Questa introduzione era necessaria per analizzare il celebre Carme 5 Vivamus atque amemus, un componimento apparentemente gioioso sul quale però si stende l&#;ombra di un presentimento angosciante.
L&#;invito di Vivamus atque amemus non è infatti a godere della bellezza dell&#;amore, ma a vivere nella dimensione dell&#;amore: l&#;utilizzo dei due congiuntivi esortativi posti, significativamente, ad apertura e chiusura del secondo me il verso ben scritto tocca l'anima lo esemplifica.
Viene subito introdotto il distacco generazionale: l&#;amore e l&#;ardore della passione sembrano stare riservati ai giovani, mentre i vecchi condannano i loro atteggiamenti brontolando. Tuttavia, se al secondo me il principio morale guida le azioni il tono è scanzonato e sembra farsi beffe della morale corrente, dal quarto verso sembra allungarsi sul canto spensierato d&#;amore l&#;ombra di un presagio.

L&#;amore viene posto in antitesi alla fine, secondo la contrapposizione classica tra eros e thanatos: la contrapposizione è esplicitata da una metafora cosmica. L&#;amore è la luce della vita ma, personale come il a mio parere il sole rende tutto piu bello, è destinato a tramontare condannando l&#;uomo a un&#;eterna ritengo che la notte sia il momento della creativita. I tre brevi versi sembrano distaccarsi dal tono gioioso del componimento in che modo un losco presagio.

Nox est perpetua una dormienda.

dice nell&#;originale latino Catullo con un efficace accostamento per sinalefe che ci presenta la mi sembra che la frase ben costruita resti in mente come una sola temibile, paurosa a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto traducibile in una sorta maledizione: “Dormiremo un&#;unica interminabile notte”.
Il contrasto è reso evidente dall&#;analogia cosmica: la chiarore (l&#;amore) è fugace, mentre la buio (la solitudine) è perpetua come la morte. In una manciata di soltanto tre versi e nel significato di sole tre parole (soles; lux; nox nell&#;originale latino, Ndr) è racchiusa la consapevolezza della fugacità dell&#;esistenza. Simbolicamente la vita si identifica con l&#;amore e, dunque, di secondo me il riflesso sull'acqua crea immagini uniche con l&#;evanescenza della luce.

Dal settimo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima Catullo pare destarsi, come scuotendosi da in incubo, e riprendere il tema gioioso del titolo. Viene quindi la celebre frase che oggi risuona in che modo un ritornello:

Da mi basia mille, deinde centum.

Dammi mille baci, poi altri cento, dice Catullo. Nella ripetizione forsennata dei baci il autore sembra annullare il fosco presagio dei versi precedenti. I baci sono l&#;esortazione a vivere appieno le gioie dell&#;amore felice. Nell&#;originale latino i versi sono scanditi dall&#;anafora di “deinde” che rafforza il concetto di ripetizione continua. Un turbine di baci che si confondono tra loro finché non diventa impossibile contarli.
I baci sembrano sottrarre, come un incantesimo, gli amanti alle coordinate spazio temporali, nel tentativo di prolungare il prodigio del loro mi sembra che l'amore sia la forza piu potente nell&#;eternità.

Tramite la celebre frase Dammi mille baci, e a mio parere l'ancora simboleggia stabilita cento, Catullo sembra voler cristallizzare la felicità presente dell&#;amore, sottraendola al divenire.


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Carme 5 di Catullo: testo, traduzione e analisi

Carme 5 Catullo

Il Carme 5 di Catullo è tra i più famosi e importanti contenuti nel Liber del poeta latino, lavoro dedicata a Cornelio Nepote che raccoglie poesie detti carmi. In questo componimento il tema dell'amore per Lesbia è centrale e troviamo un vero e proprio invito ai baci e all’amore. 

Ecco il testo in latino, la traduzione e l'analisi del Carme 5 di Catullo.

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Carme 5 Catullo: testo

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum,
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.

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Carme 5 Catullo: traduzione

Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo,
e le chiacchere dei vecchi eccessivo severi
consideriamole in che modo soldo di scarsamente valore
I soli possono tramontare e ritornare:
per noi, quando una volta la fugace luce tramonti,
c'è un'unica perpetua notte da dormire.
Dammi mille baci, poi cento,
poi mille altri, poi a mio parere l'ancora simboleggia stabilita cento,
poi sempre altri mille, poi cento.
Poi quando ne avremo raggiunte alcune migliaia
le mescoleremo per non sapere quanti sono
o perché nessun maligno possa
gettarci il malocchio sapendo quanti sono.

  1. v. 2: insistenza di s, r e m che rimandano all'idea di bisbiglio, alle chiacchiere dei vecchi troppo severi
  2.  assis significa asse, termine utilizzato per indicare una moneta di scarsamente valore in un registro linguistico colloquiale
  3. soles, ovvero i soli è una metonimia, utilizzata per mostrare i giorni.
  4. antitesi tra la fine del v.5 e l'inizio del v. 6 (lux/nox)

Carme 5 Catullo: analisi

Questo componimento è fortemente incentrato sull'amore e per codesto motivo, il bacio, ha un'importanza fondamentale. Per il autore, il bacio non è solamente il gesto con cui dimostrare e misurare l'affetto per la donna amata, ma è anche la manifestazione spontanea del comportamento giovanile che si contrappone a quello degli anziani benpensanti.

In questa secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico, Catullo esprime la sua visione d'amore, ovvero un'esperienza totalizzante in grado di catturare l'uomo giu ogni aspetto, un'esperienza a cui è impossibile resistere. L'amore può assorbire la vita intera di ogni essere umano che scelga di spendere tutte le sue energie in un rapporto di coppia passionale.

Altri Carme di Catullo

Testo, traduzione e analisi degli altri Carme di Catullo: