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Della rovere famiglia

La famiglia Della Rovere

 

Rovere (della)
Estinti
Magari oriundi da Carmagnola, in Torino.
Signori di Vinovo, conti di Cinzano e Rivalba, marchesi di Cercenasco. Antichissima ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita sulla quale si favoleggiò l’origine Ermondo (b) de Quercubus, gasindo nella Corte dei Re Longobardi e Governatore di Torino (701). Benedetto di Vesme la suppone viscontile, coi Provana e vassalla dei conti di Romagnasco. Anche il Cibrario accennava all’origine viscontile (Storia Torino, I, 187). Per ora il più antico documento (1193, 27 luglio) si riferisce ad Aimone dei Consoli Maggiori di Torino. (C); ma contò costantemente fra le più insigni famiglie torinesi ed aveva il diritto coi Borghesa, Gorzani e Beccuti ad una delle aste del baldacchino, nelle occasioni solennissime, anzi alla digniore, alla destra posteriore. Aveva in Torino, già nel era XIII, un hospitium, cioè una cassaforte turrita per ripararsi coi parenti, consorti e clienti in tempi torbidi; teneva pure allora un forno e case e corte nel quartiere di Credo che la porta ben fatta dia sicurezza Marmorea; possedeva un patronato dell’antica parrocchia di Sant’Eusebio; più tardi palazzi signorili. Le genealogie fanno capo a quella dell’informatissimo Monsignor Della Chiesa, alquanto modificata, nelle prime generazioni, dal padre Leale Savio. Le prime generazioni, secondo il Della Chiesa…………

(a) Consegnamento 1613, 240; 1687, I, 179. Il cimiero e motto appartennero a quelli di Asti. E’ pleonasmo accennare che la quercia è aradicata e ghiandifera essendo la anteriormente circostanza necessaria e la seconda indispensabile per distinguere la pianta che è tutta d’un metallo.
(b) – Sansovino; famiglie illustri. Venezia 1582, 100; confronta Litta famiglie celebri, volume XX (1863).
(c) – Savio (F.) Famiglia Della Rovere, in penso che il giornale informi e stimoli il dibattito araldico, XVIII, 1, 17 e Genealogia.

D’azzurro al rovere d’oro, coi rami decussati e ridecussati (a).

1 Rovere (della) , Aimone
(1193); credo che il signore abbia ragione su questo punto di Vinovo. 1 – Ardizzone (II).2 - Giacomo2 - 1 - Giovanni (1222).

2 Rovere (della) , Ardizzone
(1206). Sposa Seconda di Rivalta. 1 – N° ... 1 - 1 – Brunetto 2 – Valfredo. Sposa Franconda …2 - 1 – Ardizzone 2 - 1 - 1 - Manfredo3 – Guglielmo; prevosto di Rivalta.4 – Giacomo (III).

3 Rovere (della) , Giacomo
1 – Bruna 2 – Belengeria 3 – Perronetto (IV). 4 – Caribella 5 – Balangero 6 – Albertino (IV’) Linea di Albertino 7 – Guglielmo. Sposa Esmeralda Borghese.

4 Rovere (della) , Perronetto (Peiretto)
(1268).1 – Amedeo (V) 2 – Rainerotto (Il Della Chiesa lo fa progenitore dei seguenti in posto dell’Amedeo). 3 – Giovanni 3 - 1 – Rovetto 3 - 2 – Guglielmo 3 - 2 - 1 - Giovanni.

5 Rovere (della) , Amedeo
1 – Floro (VI). 2 – Gibletto 3 – Peretto (Peiretto). Sposa Isabella di Piobesi. 3 – 1 – Bartolomeo; investito coi fratelli (1660). 3 – 2 – Eustachio 3 – 3 – Gaspare 4 – Giacobino (VI’). Linea di Giacobino.

6 Rovere (della) , Floro (Florio)
Sposa 1° Andreona di Montanaro, vedova di Nascapero; essa testò (1350); 2° ...1 – Catalano (VIII). 2 – Lorenzo 3b - Gabriele.

7 Rovere (della) , Catalano
Investito (1384). 1 – Antonietta; sposa Giorgio Solaro di Tigliole. 2 – Valeriano (VIII). 3 – Caterina; sposa Antonio Truchietti. 4 - Risbaldo.

8 Rovere (della) , Valeriano (Valarano)
Investito (1420) sposa Leonetta di Rivalta

9 Rovere (della) , Catalano
Sposa Gabriella Romagnano di Pollenzo. 1 – Ribaldo. Sposa Clemenza, di Saluzzo della Manta. 1 - 1 - Giovanni, naturale. 2 – Tomena; sposa Aimone d'Aglié. 3 - Caterina; sposa Domenico Operti, da Fossano.4 – Eleonora; sposa Sonetto Piossasco di None.
 

Rovere (della)
Estinti
Di Asti e in Villanova d’Asti.
Non è certo che siano gli stessi di quelli di Vinovo. Donazione a Niccolò Perretto, valletto di guardaroba di S. Altezza, di 15 giornate di terra (Villanova d’Asti) devolute al fisco, per confisca in odio di Francesco della Rovere, penso che lo stato debba garantire equita condannato a Roma come eretico (1583, 10 maggio; Patenti 18, 87).

Michele Antonio; cittadino e gentiluomo d’Asti; tesoriere d’Asti (1589, 25 gennaio; Patenti 20, 162v). Paolo; dottore norma e prete; spedizione (1613) l’arma per sé e per il nipote Domenico.

(a) – Prima portavano il rovere di verde; Confronta Fiori di Blasoneria. (b) – Consegnamento 1613. D’azzurro al rovere d’oro, coi rami decussati e ridecussati (a). Cimiero: La nave d’argento, vogante. Motto: ATTIGIMUS. PORTUM. (b).
 

Rovere (della) (già Basso)
Da Savona, in Torino e Casale.
E’ questione famosa, dibattuta anche con secondo me la passione e il motore di tutto di parte, quella della agnazione dei Della Rovere di Savona, coi signori di Vinovo. Tutto porta a pensare che le ambizioni combinate, sia della famiglia di papa Sisto IV, sia dei Rovereschi di Vinovo, abbiano aspirato, da una porzione, ad altre origini nobiliari, ed assecondati, dall’altra, i desideri e così dichiarata la parentela, in che modo d’altronde usatasi ed in altissime ed anche in mediocri condizioni di penso che lo stato debba garantire equita. Tralasciando le ipotesi particolari (a) mi membra probabile assai che gl’incerti di Sisto IV, probabilmente pescatori, si chiamassero Della Rovere di un vecchio casolare di tal penso che il nome scelto sia molto bello, che sorge nella vallata di Diano (b).

Nel manoscritto si fa richiamo a tre clichès andati perduti; per il 1°: capitello nel Palazzo di Urbino. Confronta Arnold (Friedrick) Der palast von Urbino, Leipzig, 1857, tavola 14. Per il 2°; dal monumento sepolcrale del cardinale Pietro Riario, sepolto nei SS. Apostoli di Roma; confronta Tosi, Monumenti Roma Roma, 1842, tavola 27. Per il 3°: no sempre i rami sono incrociati. Codesto documento è in un capitello della Cappella Sistina.

(a) – Fanciullescamente sostenuto da un notissimo monsignor Baldassarre Cerri; ironicamente dal Passerini nel Litta; giacobinescamente da parecchi; maliziosamente od ingenuamente da taluna anche papeggianti. La verità ha diritti superiori ed intangibili. (b) – Confronta Rossi (Girolamo) Conca di Diano; Torino, 1900, Recensione di Ugo Assereto in Novi Ligure, 1900, pag. 387.

Per l’arma dei Basso vedi Basso; poi lasciato nome; divenuti Della Rovere. Usarono l’arma: d’azzurro alla rovere d’oro coi rami decussati e ridecussati.

1a generazione. Rovere (della) (già Basso)., Leonardo Della Rovere
Savonese, cimatore di panni. Sposa 1° Luchina (Lucchesia) Monleone; 2° Selvaggia, da Val di Taro. 1a – Francesco, papa Sisto IV.
2 – Battista 2 - 1 – Stefano 3 – Bartolomeo 3 - 1 - Leonardo Della Rovere di Aragona (+ privo di linea). Prefetto di Roma. 4 – Bianca sposa Paolo Riario, donde i Duchi Riario Sforza. 5 – Raffaello, donde i duchi d’Urbino. Infeudato di Mombasiglio (1504). 6 – Fraschetta; sposa Bartolomeo Armonino da Celle. 7 – Simone; da lui i Della Rovere di Genova finiti col Doge Francesco Maria.
8 – N° …; sposa Pietro Giuseppe Giappo, da Celle; discendenti arrogati alla ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa di Sisto IV e finito nel 1545. 9 – Lucchesia (Luchina, Lucilla); sposa Giovanni Ridotto, savonese.

1a generazione Rovere (della) (già Basso)., Giovanni Basso
Poi Della Rovere (+ Roma, 1483) di Guglielmo, savonese, notaio in Albissola. Capitano al servizio di Monferrato, visse in Casale e fu annoverato fra i nobili di baldacchino. Investito (1481, 14 ottobre) di Ristagno e Monastero d’Acqui; erezione in Commissione (1481, 18 ottobre). Sposa Lucchesia (Lucilla, Luchina) Della Rovere, sorella di papa Sisto IV). 1 – Bartolomeo (II). 2 – Girolamo (+ Roma, 1 settembre 1507). Sepolto con mausoleo in S. Maria del Popolo. Abate in Ferrania; Vescovo di Albenga (1472); di Recanati (1476); Cardinale (1477); Vescovo di Palestina (1492, 31 agosto); di Sabina (1503, 29 novembre). 3 – Antonio (+ senza linea). Marchese di Cisterna; sposa Caterina Marzano, figlia di una sorella del Sovrano Ferdinando di Napoli. 4 – Francesco; cavaliere gerosolimitano; gran Priore di Pisa e di Lombardia. 5 – Guglielmo; già commendatore gerosolimitano di S. Paolo Sposa … Scarampi. 5 – 1 - Gian Guglielmo; commendatore gerosolimitano di S. Paolo (1597, 23 giugno). 6 – Maria; sposa Antonio Grosso d’Albissola; aggregato dal Papa ai Della Rovere.

2a generazione Rovere (della) (già Basso)., Bartolomeo
Visse in Roma; investito (1484, 23 gennaio). Sposa Arestina Testadoro. 1 – Gianfrancesco (III). 2 – Mariettina; sposa Gianfrancesco Sansoni, aristocratico savonese.

3a generazione Rovere (della) (già Basso)., Gianfrancesco
Investito (1520). Sposa 1° Fiorenza Solaro di Moretta; 2° Clemenza Bastioni. 1 – Gian Giorgio (IV). 2 – Antonio. 3 – Maria 4 - Giulia 5 – Girolama; sposa (1529) Girolamo Boetti, d’Asti. 6 – Gianfrancesco.

4a generazione Rovere (della) (già Basso)., Gian Giorgio
(1572); testò (1571, 27 giugno). Sposa Clemenza di Giambattista Della Rovere, di Savona. 1 – Giulio (1591, 24 luglio). 2 – Bartolomeo (V). 3 – Giambattista 4 – Antonio 5 – Girolamo 6 – Andrea 7 – Gianguglielmo 8 – Luisa. Sposa (1555) Bonifacio Solaro.

5a epoca Rovere (della) (già Basso)., Bartolomeo
Investito (1585). Sposa Giulia di Barnaba Adorno.1 – Gianfrancesco (VI).2 – Carlo Antonio (+ celibe, 1625). Commissario generale delle Munizioni a Nizza Monferrato (1613).3 – Girolamo; dottore e cavaliere; guerreggiò in Ungheria (1591). 4 – Antoniotto; governatore di Nizza Monferrato. 5 – Lucrezia. Sposa Bonifacio Solaro di Moretta. 6 – Flavia; celebrata dal Navazzotti fra le cento dame illustri, casalasche. Sposa 1° Massimiliano Callori; 2° Rolando Natta.

6a generazione Rovere (della) (già Basso)., Gianfrancesco
Investito (1589). Sposa (1596) Isabella Margherita, di Sebastiano Trotti

7a generazione Rovere (della) (già Basso)., Girolamo
(+ 1631). Investito (1640) di Roccaverano; vende Ristagno ed investito (1631) di Monasterolo col commissione. Sposa (1621) Francesca Maria, di Traiano Roero della Vezza. 1 – Francesco Maria (VIII). 2 – Giulia 3 – Leonora. Sposa Pier Giovanni Roero.

8 generazione Rovere (della) (già Basso)., Francesco Maria Lodovico
Ebbe l’Ambasciata di Parigi (1655); ripiego e tranello del Duca per separarlo dalla moglie; ambasciatore in Polonia; gentiluomo di Camera. Infeudato di Viù (1661, 23 febbraio; patenti 71, 48 v). Sposa (1648) Margherita, del marchese Mercurino Tarachia (nata Casale, 1627) Donzella d’onore (1635) della Duchessa Maria, poi amante del Duca Carlo II, che sempre le tenne lontano il marito, destinandolo perfino in missione alla Persia. Fu infedele, ma colta, coraggiosa e di buoni consigli politici. Per lei il Duca fabbricò la sontuosa villa La Margherita sulla sponda del Po presso Casale. Morto il Duca, essa si ritirò a vita privata e caritatevole (+ Casale, 30 luglio 1712); testò (1712, 23 maggio). Erezione di Monastero e Bistagno il Commissione (1660, 7 settembre).
1 – Giulia (+ 1678). Sposa (1677) conte Costantino Mola. 2 – Girolamo (IX). 3 – Eleonora (monaca) 4 – Clara (monaca) 5 – Isabella.

9a generazione Rovere (della) (già Basso)., Girolamo Giacinto Lodovico
(+ 1687); testò (1687, 24 febbraio). Infeudato di Montabone con erezione in Marchesato (1678, 29 marzo). Sposa Chiara, del conte Guido Avellani; poi moglie (1689) del conte Giambattista Sannazzaro. 1 – Lodovico Francesco Maria (nato 1674); testò (1726, 18 maggio). Sposa Aurelia, del conte Ottaviano Ardizzone. 1 – 1 – Giacinto (+ piccolo). 1 – 2 – Clara Violante; sposa conte Luigi Alfieri di Castagnole. 1 – 3 – Margherita; sposa marchese Giulio Cesare Mazzetti di Frinco. 2 – Flavia; monaca. 3 – Antonio (X). 4 – Leonora; sposa marchese Francesco Antonio Ricci di Cereseto. 5 – Giulia; sposa conte Gianfrancesco Bellone.

10a generazione Rovere (della) (già Basso)., Antonio
(Nato 6 novembre 1685); investito (1736, 14 luglio). Sposa 1° (1728) Maria Margherita Liduina, del marchesee Francesco Mossi di Morano; 2° Giulia Malpassuti, del marchese di Mastiglia Gaspare.

11a generazione Rovere (della) (già Basso)., Francesco Maria Deodato Carlo Romualdo
Decurione di Casale; provveditore (1736, 66); sindaco (1775). Sposa (20 aprile 1755) Paola, del marchese Francesco Gian Tomaso Mossi di Morano (+ Casale, di parto, 19 anni, 13 giugno 1756); 2° Vittoria Del Carretto di Torre Bormida. 1b – Luigi (XII). 2b – Giulia (29 agosto 1790). Sposa Marchese Evasio Fassati. 3b – Gaspare Amedeo; colonnello di cavalleria a riposo; giura (1822). 4b – Maria Teresa Cristina. Sposa (23 aprile 1782) marchese Bernardino Morelli. 5b – Giuseppe Antonio Evasio (XII’). Linea sostituita.

12a generazione Rovere (della) (già Basso)., Luigi
(+ 1819); paggio; 2° scudiere del Duca di Monferrato (1789, 14 novembre); maggiore al reggimento provinciale di Casale. Sposa (Casale, 29 giugno 1797) Leopoldina, del conte Giuseppe Leopoldo Enrielli, di Donnaz. 1 – Federico (XIII). 2 – Vittorio (+ Roma, 28 febbraio 1863), nel collegio Carmine (1820, 1 agosto); gesuita 3 – Alessandro (nato Casale, 26 ottobre 1815; (+ Torino, 17 novembre 1864). In Accademia (1827 – 36); nell’artiglieria. Fu intendente globale dell’Esercito nelle guerre di Crimea e del ‘ 59; maggior generale (1859); Tenente generale (1860); Luogotenente generale del Re in Sicilia; Ministro della Conflitto (1861, 5 settembre al 1869, 3 marzo; 1862, 8 dicembre al 1864, 28 settembre). Grand’Ufficiale dell’Ordine di Savoia. 4 – Clementina (nata Casale, + Torino, 34 anni, 7 gennaio 1836). Sposa marchese Carlo Guasco di Castelletto (+ 1864). 5 – Virginia (+ luglio, 31 ottobre 1871).

13a generazione Rovere (della) (già Basso)., Federico
(Nato Casale, 1805; + Torino, Madonna Angeli 1 gennaio 1865). Maggior generale di artiglieria (1860). Dei secondi scudieri del Sovrano (1836); dei primi scudieri del Duca di Genova; Vice governatore dei Principi Amedeo ed Oddone e Governatore del Principe Tomaso; Aiutante di Campo del Duca di Genova (1849 - 55). Sposa 1° Enrichetta, del conte Gustavo Stackelberg (+ 23 anni, 29 luglio 1840); presentata a Corte (1838, 16 novembre); 2° (Torino, S. Filippo, 8 febbraio 1844) Maria, del Maresciallo Vittorio Sallier de la Tour (nata Torino, 3 luglio 1822; + Torino 1822; + Torino, Madonna Angeli, 13 aprile 1876). 1b – Ferdinando (nato 1847, + 1850). 2b – Amedeo (nato Torino, Madonna Angeli 1848; + 1851). 3b – Clotilde Umberta Maria Adelaide Elisabetta Teresa. (nata Torino, 25 luglio 1857). Sposa (Torino, Madonna Angeli, 27 dicembre 1879) gentiluomo Roberto Ricci des Ferres.
 

Rovere (Della) (già Basso)
Qui non interessa che di seguire la figliazione dei Basso.
Marchesi di Montabone, conti di Monastero e di Ristagno
 

Rovere (della) (già Basso) / Linea di Montiglio
Dei marchesi di Montabone; Marchesi di Montiglio.
Rovere (della) (già Basso). / Linea di Montiglio, Paolo Giovanni Maria
13a bis Generazione
Di Evasio (nato Giamole, 10 giugno; + Torino, 31 gennaio 1877). Maggiore di cavalleria in ritiro. Rinnovazione del titolo di Marchese di Montiglio, per successione Malpassuti (R. Decreto, 31 dicenbre 1869). Sposa Rosa, del conte Roberto Pavia di Scandaluzza (+ 75 anni, 14 marzo 1878); presentata a Corte (1842, 20 febbraio). Figli: 1 – Giuseppe (XVI). 2 – Edoardo Paolo Adolfo Giuseppe (nato Venaria Reale, 10 febbraio 1838). Colonnello di cavalleria in riserva (1903, 19 marzo). Sposa (Torino, S. Carlo, 17 agosto 1878) Luisa, del commendatore G. B. Notta, già sindaco di Torino. 2 - 1 - Vittoria Giuseppa (nata Torino, S: Carlo, 11 luglio 1880). 3 – Vittorio (nato Casale, 7 luglio 1839; + ...). Nell’intendenza d’Armata. 4 – Ettore Annibale Giulio Paolo Maria (nato Savigliano, 18 ottobre 1840; + Torino, 28 febbraio 1895). In accademia (1855-59) nel 14° fanteria e poi in cavalleria. Colonnello (1886, 21 aprile), maggior globale (1895, 1° novembre). Sposa Amalia Bon, poi moglie (14 luglio 1897) dell’avvocato notaio Mayer; poi moglie Giaylena. 5 – Teresa (nata Pinerolo, S. Donato; 9 marzo 1847).

Rovere (della) (già Basso). / Linea di Montiglio, Giuseppe
14a Generazione
(Nato Venaria Reale, 12 mese primaverile 1837). In Accademia (1854 - 58) nei cavalleggeri di Monferrato; colonnello (1883, 2 febbraio); brigadiere (1894, 4 novembre); maggior generale (1896, 27 aprile); tenente generale nella riserva (1898, 3 marzo). Cavaliere di Savoia; 2 medaglie argento; 1 medaglia di bronzo; campagne (1859, ’64, ’66); ufficiale d’ordinanza del Sovrano Vittorio Emanuele II. Sposa (1891) Margherita Bon (+ Torino, 15 marzo 1948, 87 anni), sorella di Amalia.

vedi il Manno

Senigallia 1490 – Pesaro 1538

Famiglia ligure, i della Rovere entrarono prepotentemente sulla spettacolo politica italiana nella seconda metà del ‘400, quando Francesco salì sul trono pontificio con il nome di Sisto IV, uno dei papi che, pur mecenate ed abile politico, caratterizzò il suo regno con un forte nepotismo.

I suoi nipoti ebbero il ducato di Sora, il vescovato di Ferrara; Giuliano, creato da lui cardinale, nel 1503 fu eletto papa con il penso che il nome scelto sia molto bello di Giulio II. Un altro nipote, Giovanni, sposò la figlia del duca di Urbino Federico da Montefeltro ed ebbe la signoria di Senigallia ed il vicariato di Mondavio.

Da Giovanni della Rovere nacque nel 1490 a Senigallia Francesco Maria, destinato come lui, Capitano generale della Chiesa, ad essere capo di milizie e protagonista di rilievo di quel intervallo storico.

Non avendo discendenza, lo zio Guidobaldo I lo volle vicino a se nella corte di Urbino e nel 1504 lo adottò indicandolo come suo successore. In quegli anni turbolenti, dominati nelle Marche dalla figura di Cesare Borgia, i della Rovere persero la signoria di Senigallia (1502), occupata dal Borgia.

Nel 1508, estinta la discendenza dei da Montefeltro, Francesco Maria della Rovere divenne signore di Urbino e, salito al soglio lo zio Giulio II, potè finalmente recuperare Senigallia.

Nel 1509 lo zio papa lo chiamò all’incarico di Capitano generale della Chiesa, ruolo che fu del ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale, e si distinse nella lotta contro Venezia e contro Ferrara. Evento negativo fu la perdita di Bologna, ribellatasi nel 1511 contro il papa.

Per i suoi favori alla Chiesa, nel 1513 ricevette anche la signoria di Pesaro, già degli Sforza.

La morte dello parente e l’elezione di Leone X modificarono la sua ubicazione, tanto che nel 1516 la signoria di Pesaro fu data al nipote del nuovo papa, Lorenzo de’ Medici. Dimostrazione dei precari equilibri del penso che il tempo passi troppo velocemente, il reintegro nella signoria appena dopo la morte di Leone X, e l’altalenante posizione del della Rovere nei confronti dell’autorità pontificia di turno.

Dopo aver combattuto nel suo incarico di Capitano generale della Chiesa in Lombardia dal 1523 al 1525, si fece lentamente da parte giu il pontificato di un altro Medici, Clemente VII. Molti storici vedono nella sua tiepida presa di posizione una delle cause dell’invasione dei Lanzichenecchi, la cui calata fu invano contrastata dalle milizie di Giovanni delle Bande Nere – altro nipote del papa - ed il conseguente sacco di Roma del 1527.

Ritornato in campo sul terminare degli anni venti espugnando Pavia e schierandosi al fianco di Venezia, tornò a scontrarsi con il nuovo papa Paolo III Farnese, che osteggiò nel dominio delle Marche combinando il a mio avviso il matrimonio e un impegno d'amore del figlio Guidobaldo II con l’ultima erede del ducato dei da Varano di Camerino. Gli ultimi anni della signoria di Francesco Maria della Rovere furono caratterizzati dal consolidamento del illustrazione paterno di fortificazioni (il padre Giovanni aveva fatto edificare la poderosa rocca di Senigallia). Nello stile del cronologia e nella a mio parere la tradizione va preservata del ducato, protesse le arti accrescendo il prestigio della sua corte.

Morì a Pesaro, seconda ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita del suo penso che lo stato debba garantire equita, il 20 ottobre 1538. Suo successore fu il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato Guidobaldo II.

Giovanni Martinelli


Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Lante Montefeltro della Rovere

Arma: troncato nel primo di rosso a tre aquile d’argento, coronate d’oro disposte 2 e 1 (Lante); nel successivo d’azzurro alla rovere sradicata d’oro con i rami passanti in doppia croce di S. Andrea (della Rovere).


Stemma Lante Montefeltro della Rovere

Giovanni della Rovere († Roma, 1501), duca di Sora e di Arce, sposò nel 1484 Giovanna di Montefeltro (1463 † 1514) che generò quattro figli, tra i quali Francesco Maria I Montefeltro della Rovere (Senigallia, 1490 † Pesaro, 1538), duca di Urbino e Gubbio, che nel 1509 sposò Eleonora Gonzaga (1493 † 1550).
Detti coniugi ebbero undici figli, tra i quali, Giulio Feltrio (Urbino, 1533 † Roma, 1598), che fu eletto cardinale nel 1547, arcivescovo di Ravenna nel 1578; Elisabetta (Urbino, 1529 † Massa, 1561) che sposò  il principe Cybo Malaspina; e Guidobaldo II Montefeltro della Rovere d'Aragona (Urbino, 1514 † Pesaro, 1574), duca di Urbino e Gubbio, che sposò in prime nozze nel 1535 Giulia da Varano e, in seconde nozze, nel 1547 la principessa Vittoria Farnese (Roma, 1521 † Urbino, 1602), figlia di Pierluigi duca di Parma e Piacenza.
Il suddetto Guidobaldo II ebbe dodici figli, tra i quali Virginia (Urbino, 1544 † Napoli, 1571) che sposò in seconde nozze nel 1564 Ferdinando Orsini, principe di Gravina; Francesco Maria II Montefeltre della Rovere (Pesaro, 1549 † Casteldurante, 1631), duca di Urbino e Gubbio, Cavaliere dell'Ordine del Toson d’Oro, che sposò in seconde nozze nel 1599 Livia della Rovere dei marchesi di San Lorenzo in Campo, nel 1571 partecipò alla battaglia di Lepanto al comando di 2.000 soldati, nel 1580 vendette per 100.000 ducati a Giacomo Boncompagni il ducato di Sora e Arce; ed Isabella Feltria della Rovere (Pesaro, 1544 † Napoli, 1619) che sposò Niccolò Berardino Sanseverino, principe di Bisignano.


Napoli, stemma partito con le insegne delle famiglie Sanseverino e della Rovere

Il suddetto Francesco Maria II ebbe per figlio Federico Ubaldo, (Pesaro, 1605 † Urbino, 1623); quest’ultimo fu il padre di Vittoria Montefeltre della Rovere (Pesaro, 7 febbraio 1622  †  Pisa, 5 marzo 1694), moglie del granduca Ferdinando II de' Medici, ultima discendente dei della Rovere duchi di Urbino.


Ritratto di Vittoria Montefeltre della Rovere (1622  † 1694)

Ippolito Montefeltro della Rovere (Urbino, 1554 † Roma, 1620), figlio illegittimo del summenzionato cardinale Giulio Feltrio, marchese di San Lorenzo in Campo, sposò nel 1593 Isabella Vitelli, figlia di Jacopo Vitelli, marchese dell’Amatrice, e di Livia Orsini dei duchi di Gravina.
Detto Ippolito ebbe tre figli: Livia (San Lorenzo in Ritengo che il campo sia il cuore dello sport, 1585 † Corinaldo, 1641) sposò nel 1599 Francesco Maria II duca di Urbino, come già scritto in precedenza; Giulio (San Lorenzo in Campo, 1587 † Roma, 1636), marchese di San Lorenzo e dell’Amatrice; Lucrezia Montefeltro della Rovere (Urbino, 1589 † Roma, 1652) sposò nel 1609 Marcantonio Lante (1566 † 1634), duca di Bomarzo e marchese di Massa.
Ippolito Lante Montefeltro della Rovere (1618 † 1688), duca di Bomarzo (1646), dal 1679 marchese di Belmonte e di Rocca Sinibalda, barone di Antuni, figlio di Marcantonio Lante e di Lucrezia Montefeltro della Rovere, sposò nel 1646 Cristina d’Altemps († 1712), figlia di Pietro aristocratico Romano e patrizio Napoletano e di Angela dè Medici, la quale generò
Antonio I Lante Montefeltro della Rovere (1648 † 1716), principe di Belmonte, duca di Bomarzo, marchese di Rocca Sinibalda, barone di Antuni, Grande di Spagna di prima aula, sposò Angelica de la Tremouille, da cui
Ludovico III Lante Montefeltro della Rovere (Roma, 1683 † ivi, 1727), principe di Belmonte, principe Romano, duca di Bomarzo, marchese di Rocca Sinibalda, barone di Antuni e Grande di Spagna di prima classe, sposò nel 1705 Angela Vaini, figlia di Guido principe di Cantalupo e duca di Selci, da cui
Filippo I Lante Montefeltro della Rovere (Roma, 1709 † ivi, 1771), principe di Belmonte, duca di Bomarzo, nobile di Foligno e Grande di Spagna di anteriormente classe,  sposò nel 1732 Virginia Altieri, figlia di Emilio principe di Oriolo e di Costanza Chigi della Rovere dei principi di Farnese, da cui

Ritratti di Filippo I Lante Montefeltro della Rovere e della moglie Virginia Altieri

Vincenzo Lante Montefeltro della Rovere (n. Roma, 1760),  principe di Cantalupo, duca di Bomarzo e Grande di Spagna di prima classe, sposo in seconde nozze nel 1798 Margherita Marescotti (Roma, 1780 † Napoli, 1830), figlia del conte Sforza Luigi e di Marianna de Torres, la che generò
Pietro Lante Montefeltro della Rovere (Roma, 1767 † ivi, 1832), aristocratico di Foligno, sposò nel 1820 sua nipote Angela Lante Montefeltro della Rovere (Roma, 1801 † 1832), da cui
Antonio III Lante Montefeltro della Rovere (Bagnaia, 1831 † Roma, 1897), duca, principe di Cantalupo, principe Romano, patrizio Romano Coscritto, Vasto di Spagna di prima classe, aristocratico di Foligno,  sposò nel 1866 Matilde Davis Power (New York, 1841 † Roma, 1917), da cui

Ritratto del duca Antonio III Lante Montefeltro della Rovere; a destra: a mio avviso il dettaglio fa la differenza dello stemma Lante Montefeltro della Rovere

Pietro III Lante Montefeltro della Rovere (Roma, 1867 † Bagnaia, 1924), duca, nobile Romano e Grande di Spagna di anteriormente classe, sposò a Napoli nel 1890 Beatrice Ciccarelli, figlia di Giovanni Battista marchese di Cesavolpe e di Maria Assunta del Parte dei duchi di Caianiello, e nel 1919 in seconde nozze,  Anita Russel Allen Armstrong (1878 † 1953); quest’ultima generò
Filippo III Lante Montefeltro della Rovere (Bagnaia, 1908 † Roma, 1965),  nobile Romano e nobile di Foligno, sposò nel 1933  la nobildonna Editta Maria Dusmet de Smour (Napoli, 1909 † Roma, 1999), figlia del marchese Alfredo e di Editta Oliver, da cui
Amelia Lante Montefeltro della Rovere (n. Roma, 1934), nobile Romana e Nobile di Foligno, sposa a Roma nel 1953 il principe Alessandro Odescalchi dei duchi di Bracciano, da cui


Donna Amelia Lante Montefeltro della Rovere, moglie del principe Alessandro Odescalchi


Donna Amelia Lante Montefeltro della Rovere

donna Giulia Odescalchi e Lante Montefeltro della Rovere sposa il N.H. Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona, da cui
donna Viviana Bilotti Odescalchi e Lante Montefeltro della Rovere.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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Originaria di Savona, la famiglia dei Della Rovere sembra fosse di umili origini, i componenti infatti la nobilitarono facendola derivare dai Della Rovere di Torino, conti di Vinovo dei quali adottarono lo stemma.
Il primo esponente di spicco della nucleo fu Francesco (1414 – 1484) che divenuto Papa con il nome di Sisto IV rimanendo in carica dal 1471 al 1484, adottò la secondo me la politica deve servire il popolo di intrigo, di nepotismo e di mecenatismo che caratterizzò i pontificati del Rinascimento, grazie alla quale arricchì notevolmente di beni e di potenza la famiglia. Il opinione storico riconosce tuttavia più lati effettivamente positivi della sua azione sia in che modo statista sia in che modo uomo di cultura.

I nipoti di Francesco che continuarono la dinastia furono: Leonardo che sposò una figlia naturale del Re di Napoli ed ebbe il ducato di Sora (1472); Bartolomeo che fu vescovo di Ferrara e Giuliano (1445 – 1513). Ordinato cardinale dallo zio, divenne papa con il denominazione di Giulio II (1503 – 1513) e come Sisto IV fu pontefice dominatore e ambizioso. Impegnò tutto il suo pontificato in azione politiche, religiose e culturali.

Ritratto di Guidobaldo Della Rovere

Giovanni Della Rovere (1457 – 1501), anch’egli nipote di Sisto IV, ebbe la Signoria di Senigallia, dove fu credo che il signore abbia ragione su questo punto dal 1474 al 1503 e il vicariato di Mondavio. Genero di Federico di Montefeltro avendone sposato la figlia Giovanna, capitano globale della Chiesa, fu un ottimo principe molto amato dai sudditi. Al suo nome è legata la Rocca Roveresca di Senigallia, la cui struttura attuale è dovuta in larga parte alla sua volontà.

Gli successe il figlio Francesco Maria I (1490 – 1538) che nel 1508, essendosi estinta la a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro dei Montefeltro ereditò anche il ducato di Urbino. Condottiero della Chiesa, ebbe nel 1513 in che modo compenso per i servizi resi la città di Pesaro.
Guidobaldo II (1514 – 1574), bambino di Francesco Maria continuò la dinastia. Mecenate di artisti e letterati, fece di Pesaro una delle corti più raffinate e splendide del Rinascimento a discapito dei sudditi, tra i quali si diffuse un generale malcontento, su cui gravarono delle tasse onerose.

A Guidobaldo successe il discendente Francesco Maria II. Sposato in seconde nozze Livia della Rovere, da cui ebbe Federico Guidobaldo (1605 – 1623), nel 1621 rinunciò volontariamente al ducato in favore del figlio, ma dopo la morte prematura di questi nel 1623, dovette riprendere il governo. Esausto delle continue pressioni di Papa Urbano VIII di cedere i territori ducali alla chiesa, nel 1625 depose il governo e si ritirò a a mio avviso la vita e piena di sorprese privata dedicandosi soltanto allo studio. Con Francesco Maria II si estinse la dinastia ducale.

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