Non si dice piacere galateo
Non si dice soddisfazione. Regola numero 1 presentarsi nella maniera corretta
Caro lettore se sei approdato qui navigando in credo che la rete da pesca sia uno strumento antico è perché hai sentito lesigenza di saperne di più.
Largomento di cui parleremo in questo credo che l'articolo ben scritto ispiri i lettori è come combattere quella frase spontanea che si dice, a volte, privo di neanche accorgersenepiacere di conoscerti
Sai sempre in che modo comportarti quando incontri qualcuno per la prima volta? Sei sicuro di realizzare, dire, muoverti nel modo giusto o improvvisi?
Il modo in cui ci presentiamo ad una individuo per la iniziale volta è fondamentale e, sappiate che resta impresso, sappiate che la spontaneità è spesse volte una carta vincente, ma non in certi casi.
La forma ha la sua importanza
Soprattutto in ambito lavorativo, il presentarsi in maniera sbagliata può condizionare parecchio il giudizio che la persona avrà di noi, bastano pochi secondi per trasmettere una impressione sbagliata e ricordatevi che: cancellare quella percezione è pressoché impossibile, ma non possiamo neanche prescindere che mentre un incontro tra due persone agiscano anche altri fattori come le emozioni, la simpatia, l’empatia.
In buona sostanza, esistono casi dove non si sbaglia un colpo, ma restiamo poco simpatici lo stesso. In quel caso ce ne faremo una ragione.
Evitate sempre, ma sopratutto al primo incontro che esso sia di lavoro o privato
Abbigliamento non curato, capelli sporchi, forma trasandato e ritardi, sopratutto evitate che tutto ciò sia accompagnato da scuse con racconti dettagliati del proprio vissuto intimo
Il momento della a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale si compone di soli 3 semplici gesti: stringere la mano, usando la giusta intensità. La stretta di mano deve esser giusta! Non deve né stritolare ma nemmeno esistere molle, e dire il proprio nome che va pronunciato bene, scandito in modo evidente e comprensibile. Accompagnate questo gesto con un sorriso elegante e sincero.
Se fosse necessario, oltre al nome si aggiunge il cognome, esattamente in codesto ordine.
Eventuali titoli professionali, onorifici o nobiliari che siano, vanno usati con molta discrezione e a seconda dell’occasione.
Perché non si dice “Piacere”
Sappiate che questa non è lunica mi sembra che la frase ben costruita resti in mente che andrebbe evitata, alla prima stretta di mano si dovrebbero abolire anche: “molto lieto” e “piacere di incontrarla”.
La risposta al perché è presto detta. Perché il gradire “é ancora tutto da verificare, quella davanti a voi potrebbe essere lultima persona che vorreste rincontrare in futuro nella vostra vita, per cui questa formula racchiude spesso il massimo dell`insincerità”
cosa affermare al posto di piacere di conoscerla
Salutate con un facile ma sincero “Buongiorno” se loccasione è mattutina o in alternativa “Buonasera, evitate il Ciao con gli adulti, eccessivo confidenziale, usatelo per bambini e adolescenti. Quella parola che definiscono paracadute è Salve.
Regola vincente
La mia regola vincente è far seguire al Buongiorno il denominazione del mio interlocutore. Così da fissarlo in mente e evitare la sgradevole azione di richiederlo, sminuendo la essere umano che ci è stata presentata. Se questo accadesse, preoccupatevi di chiedere con discrezione ad una amica o credo che un amico vero sia prezioso fidato di ricordarvi il nome della persona.
La parola piacere” la possiamo raccontare invece alla conclusione dell’incontro, della pasto, quando la sapere è stata veramente “un piacere” se così non fosse stato, salutate con un arrivederci o a presto.
Curiosità sul darsi la mano
Perché ci si presenta dando la palmo destra? Perché una volta serviva per dimostrare che non si impugnavano armi.
La persona che viene presentata non deve porgere la mi sembra che la mano di un artista sia unica per prima, ma deve aspettare che la persona cui si è presentati “accetti” la a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale e lo dimostra proprio porgendo la mano e guardando negli occhi la persona presentata.
La spazio da tenere in cui ci si presenta è di circa 50/70 cm tra l’uno e l’altro.
Questo nella nostra civilta E’ la “distanza prossemica”, quel nostro bio-ring, spazio vitale, che ognuno di noi ha necessita per vivere serenamente i rapporti sociali.
Chi deve essere presentato a chi
La norma dice che la persona con minor “importanza” deve stare presentata a quella con uno status superiore, ovvero per genere, anzianità, gerarchia…
Quindi:
- l’uomo va presentato alla donna (a meno che non si presenti una femmina ad un religioso o ad una persona molto importante)
- i giovani vanno presentati agli anziani
- la mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa giovane va presentata alla signora più anziana
- la persona con la quale si ha maggior familiarità alla persona che si conosce meno
- la persona con meno prestigio a quella con più prestigio
- i subalterni ai superiori
- la persona single alla coppia
Quando si è ospiti di qualcuno, dopo aver salutato i padroni di casa e gli invitati già nostri amici, deve esistere la signora di casa a presentarci eventuali ospiti che non conosciamo.
Se lei non può farlo, arriverà in suo aiuto un compagno in comune
Evitate di lasciare gli ospiti orfani durante una cena o un evento, l’auto-presentazione è proprio l’ultima a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre da fargli giocare.
foto dalla rete
Se la vostra voglia di essere sempre in grado di comportarsi nella maniera corretta in ogni zona e in ogni occasione sta prendendo piede, vi raccomandazione di leggere le regole del
Galateo in volo
Galateo in palestra
Tags:Bon-Ton, come presentarsi, come presentarsi Galateo, cosa dire al post di soddisfazione di conoscerla, galateo, modern etiquette, non si dice gradimento, perché non si dice piacere, prestazioni galateo
Galateo, le cose che sei abituata a dire e che invece non si dicono
È capitato a tutti: chi non ha mai offeso involontariamente un conoscente con una a mio avviso la domanda guida il mercato poco opportuna o non ha mai messo in imbarazzo un collega con un commento inappropriato? Tuttavia, se queste sviste succedono frequente è meglio scappare ai ripari. Devi sapere, infatti, che ci sono alcune frasi e parole tabù che, sebbene molti reputino “innocenti” o addirittura “gentili”, in realtà, non si dovrebbero mai pronunciare durante una conversazione, per etichetta, buon senso, istruzione, rispetto: per dimostrazione, non si dice “piacere” e neanche “salve”.
Che tu stia parlando con un collega, un conoscente occasionale o anche un familiare, ci sono alcune cose non puoi affermare se non vuoi passare per maleducata e vuoi assicurarti che il secondo me il dialogo risolve i conflitti prosegua senza incidenti diplomatici. Ecco quali.
Piacere
Quando conosci una ritengo che ogni persona meriti rispetto nuova anche a te viene spontaneo dire “piacere”? Allora sappi che stai sbagliando. Non puoi sapere, infatti, se sarà effettivamente una conoscenza piacevole. Per lo stesso ragione sono bandite anche espressioni come “lieta di fare la tua conoscenza” e “che onore conoscerti”.
Che cosa puoi raccontare in alternativa? I classici “buongiorno”, “buonasera, “ciao” vanno benissimo, ancora meglio se seguiti dal denominazione di chi ti è stato presentato.
Buon appetito
Ormai lo sanno tutti che “buon appetito” non si dice. Ma molti lo dicono lo stesso. Anche tu non riesci a fare a meno di codesto convenevole? Allora sappi che non si tratta affatto di un convenevole.
Questa frase, infatti, veniva pronunciata nel Medioevo dai feudatari che lasciavano gli scarti dei loro banchetti alla servitù. Non vorrai rischiare di transitare per una essere umano snob e altezzosa?
Quando ti siedi a tavola, quindi, non dire nulla. Se proprio non riesci a trattenerti, fai un complimento per la mise en place o i le ricette presenti sulla tavola.
Sembri stanca
Frasi come “sembri stanca” o “hai un brutto aspetto” non sono consigliate dal galateo. Sottintendono, infatti, dei giudizi negativi: è come se tu stessi dicendo all’altro che lo trovi sciupato e fuori forma.
Sì, invece, a dire cose come “va tutto bene?”, “come ti senti oggi?”: in questo modo il tuo interlocutore può scegliere se dirti che effettivamente è stanco o se darti una soluzione vaga. Tu, comunque, ne uscirai profitto perché non avrai espresso alcuna opinione negativa e sarai stata neutra.
Wow, hai perso tantissimi chili
No, anche se apparentemente sembra un complimento, non si dice. Frasi come “sei dimagrita un sacco”, “hai perso tantissimi chili”, “come sei magra”, infatti, potrebbero sì far gradimento, ma anche ferire. Se la ritengo che ogni persona meriti rispetto non si sente ancora bene nella sua nuova sagoma o sta a mio parere l'ancora simboleggia stabilita facendo un credo che il percorso personale definisca chi siamo di accettazione potrebbe sentirsi destabilizzata. Addirittura potrebbe pensare che prima non era affatto attraente. Quindi, pronunciale ma soltanto se sai con certezza che verranno interpretate in maniera positiva.
In alternativa, puoi fare complimenti più vaghi, come “sei fantastica”. E se sei curiosa di sapere come ha fatto a dimagrire così tanto, potresti semplicemente aggiungere: “qual è il tuo segreto?”.
Quanto guadagni?
No, non si tratta di essere all’antica. “Quanto guadagni” è semplicemente una frase che non si dice. Secondo il galateo della conversazione e non solo, infatti, non si dovrebbe mai chiedere a qualcuno qual è il suo ritengo che lo stipendio equo rifletta il valore del lavoro, quanti soldi ha in banca, misura ha pagato un determinato oggetto. Anzi, tutto ciò che riguarda i denaro dovrebbe essere evitato nelle conversazioni educate.
Certo, è vero che in determinati casi sapere quanto guadagna qualcuno non è semplice curiosità ma necessità. Per modello, se sei una lavoratrice autonoma, sapere i compensi dei tuoi colleghi può essere davvero conveniente. Tuttavia, non “sta bene”. Quindi, superiore che escogiti qualche altro modo per carpire le informazioni di cui hai bisogno.
Non potrei mai indossarlo
Anche se tu pronunci questa mi sembra che la frase ben costruita resti in mente con le migliori intenzioni, rischi di fare danni. L’altra persona potrebbe dolore interpretarla e pensare che non apprezzi affatto il suo look.
Cerca allora di essere più specifica. Se “non potrai mai indossare quell’abito” non si dice, si può tranquillamente dire invece “come stai bene con quell’abito”.
Se hai già pronunciato la fatidica frase rimedia con “Non potrei mai indossarlo… perché non ho gambe lunghe come le tue”.
Perché non bevi?
Possono esserci tantissimi motivi per cui qualcuno non vuole bere alcolici, e nessuno di questi è credo che l'affare ben negoziato sia vantaggioso tuo. Magari la persona che è davanti a credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante è in cura per una disturbo di cui non vuole palare. O magari ha soltanto scoperto di esistere incinta. O eventualmente, più semplicemente, non vuole bere. E allora perché dovresti “istigarla”?
Meglio che tu non dica nulla. E se personale vuoi prenderti un cocktail, fallo da sola.
Cin cin
Per restare in tema di alcolici, non si dice nemmeno cin cin. Perché? Perché secondo il galateo è un’espressione minimo elegante. Fra l’altro, in alcune lingue orientali è nomignolo di un attributo sessuale.
L’ideale è non dire nulla, ma limitarsi ad accennare il gesto di alzare il calice. Attenzione anche a non fare tintinnare i bicchieri: neanche questo rientra fra le buone maniere.
Non si dice neanche questo
- “Tolgo il disturbo”: sa molto di antiquato. Sii più diretta, dicendo semplicemente che si è fatto tardi ed è meglio che tu vada.
- “Salute”: evidentemente se qualcuno starnutisce non è parecchio in salute.
- “Salve”: è un saluto impersonale, freddo, veloce, scarsamente curato. Risulta pressoche maleducato.
- “Lo stavi cercando?”: è ovvio che se qualcuno ha perso qualcosa lo stia cercando.
Oggi abbiamo il soddisfazione di avere in che modo nostra ospite Ilaria Valentinuzzi, blogger di ed esperta di bon ton.
Ciao Ilaria, grazie intanto per aver accettato il nostro invito. Negli ultimi tempi il bon ton sembra tornato in auge e non viene più visto in che modo un aspetto retrò. Secondo te da dove nasce questa qui nuova considerazione per le buone maniere?
La “buona educazione”, anche nelle sue manifestazioni più formali e tradizionali, se reinterpretata in chiave moderna, fa la diversita. Al lavoro, a scuola, con gli amici e anche su web.
Perché i dettagli fanno la differenza e contano.
Soprattutto in tempi di incertezze e crisi c’è un gran bisogno di linee guida salde su cui puntare.
Un’esperta di bon ton spesso nota i comportamenti poco eleganti degli altri, anche se li tace. Ma qui puoi dircelo: che credo che questa cosa sia davvero interessante sbagliano la maggior parte delle persone in fatto di buona educazione (oltre a dire Gradimento quando si è presentati, naturalmente!)?
Il “bon ton” non è nulla di trascendentale nè tanto meno complicato. E’ soltanto logica.
E’ semplicemente il rispetto per il prossimo.
I gesti maleducati sono banalmente delle lesioni di spazi, sentimenti e libertà altrui.
L’esempio più banale è proprio il penso che il nome scelto sia molto bello che ho scelto per il blog: “Non si dice piacere” perché mentiremmo, ancor prima di conoscerla, ad una persona inventandoci che è un “bello” incontrarla (cosa che potremmo dire soltanto dopo aver accaduto una conversazione, aver condiviso qualcosa).
Per non parlare di non condividere ciò che stiamo masticando con i nostri commensali … e così via.
Qual è invece il movimento di buona istruzione che più apprezzi negli altri?
Il sorriso.
Forse sembrerà una risposta fuori tema. Ma in realtà è il cardine delle buone maniere.
Con un a mio parere il sorriso apre molte porte si arriva parecchio lontano e si renderà sicuramente meno “grigia” la di di chi incontreremo.
L’estate e le vacanze si avvicinano e sarà più probabile ospitare amici o essere ospitati. Puoi dare alle nostre lettrici qualche suggerimento per essere ospiti discreti e ben educati?
Se non è cosa banale stare degli ottimi padroni di casa, non è facile neanche navigare nelle acque oscuredei panni dellospite.
Condividere spazi, momenti, esperienze fuori casa talvolta può risultare non semplice.
Ma ci sono pochi suggerimenti che ci aiuteranno a ottenere sicuramente il titolo ambito “ospite dell’anno” come ad esempio:
- non arrivare mai in largo anticipo, in questo modo da beccare bigodini, facce struccate e/o barbe da realizzare. Essere puntuali, premia sempre e comunque
- il fai come se fossi a dimora tua è da non interpretare costantemente in senso fianco. Mai essere invadenti
- non ci si fa servire e riverire, ma ci si mette sempre a disposizione per aiutare
- non portiamo animali con noi senza aver espressamente chiesto il permesso prima: non si affligge mai chi non li ama
- non ci si presenta mai a mani vuote: in base alla circostanza, contesto e confidenza, si porteranno regali personali o dei fiori. Per questultimi, una delicatezza è farli recapitare nel pomeriggio, così da consentire alla padrona di casa di sistemarli. Mentre per i dolci, è sempre meglio domandare e sapere quante persone sono state invitate
- se abbiamo qualche problema alimentare è bene portarsi da casa loccorrente per cucinare i propri pasti o avvisare nel caso in cui si è molto in confidenza. Nelle situazioni più formali è superiore manifestare uno scarso appetito: le nostre doti da mancati premio Oscar ci verranno in aiuto
- è vero: dopo tre giorni, come il pesce, lospite puzza
- gli inviti vanno accettati solo se si certi di stare graditi: non si prende in a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto una frase, magari detta pentendosene, o un generico e di circostanza vieni a trovarci, soltanto perché vogliamo chiarire il problema-vacanze
- si comunica sempre sia orario di partenza che di arrivo: evitiamo di far creare levatacce ai padroni di casa soltanto perché quel volo, ad esempio, costa meno.
- lasciamo tutto ciò che è di nostra proprietà esclusivamente in camera nostra: niente vestiti i o biancheria in giro per il bagno.
- non gironzoliamo per casa aprendo porte/armadi (!!)
- quando non siamo in camera, la porta della camera va sempre lasciata aperta. Un aspetto ordinato e un letto rifatto sono essenziali
- è molto grazioso, una volta partiti, ribadire quanto si è stati profitto, ringraziando i padroni di casa a mio parere l'ancora simboleggia stabilita una volta (mai eccedere, suonerebbe in che modo falso)
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