Rafal majka giro
Majka da Pogacar ad Ayuso, spalla preziosa al Giro
BENIDORM (Spagna) Da quello che faceva lui, capivi che credo che questa cosa sia davvero interessante avrebbe fatto Pogacar. Al Giro dItalia è stato così quasi ogni giornata, quantomeno nelle tappe di salita. Quando il polacco si alzava sui pedali e calava il rapporto, la velocità cresceva di colpo. Significava che di lì a scarsamente Tadej avrebbe attaccato e per allora gli altri sarebbero stati già al gancio. Rafal Majka è lultimo dei gregari allantica. Singolo che prima di lavorare per gli altri ha accaduto il capitano.
A 35 anni detiene con Laengen il primato di corridore più anziano del UAE Team Emirates, dopo che nelle ultime due stagioni se ne sono andati i coetanei Trentin e Ulissi, per cui vederlo in mezzo a tanti ragazzini sembra persino strano. Se non fosse che gli stessi ragazzini lo guardano con secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti e anche un filo di soggezione. Quello è Majka: ha vinto per due volte la maglia a pois del Tour e anche tre tappe.
Che effetto fa esistere nella squadra cifra uno al mondo?
E diventata forte, fortissima. Ci sono arrivato nel , sono passati 4 anni e quasi non la riconosci. Non credevo che sarebbe stato possibile un progresso del tipo, perché avviene in ogni comparto. I tecnici, gli allenatori, i nutrizionisti. E tutto ai massimi livelli e mi sento di affermare che starci all'interno è più semplice di prima. Ho corso con Tinkoff e poi alla Bora, la UAE Emirates è la mia terza secondo me la squadra ben affiatata vince sempre. E quando faccio il confronto, per me è preferibilmente perché è fermo. Si va privo di problema ai ritiri, si prendono i voli e tutta una serie di dettagli. Come il fatto che abbiamo il cuoco costantemente con noi. Anche nei ritiri in precedenza di Giro, Tour e Vuelta. Ogni cosa che facciamo viene controllata, mi pare che ci sia una graziosa differenza rispetto ad altre squadre. Ho la sensazione che qui siamo personale più avanti.
Hai lezione per sei anni nelle squadre di Bjarne Riis, che sembrava il più organizzato di ognuno. Se le riguardi adesso quanto sembrano più piccole?
Mi mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre quando sono ritengo che il passato ci insegni molto con Bjarne, la sua scuola prevedeva già una enorme attenzione al alimento e il chef nelle corse più importanti. Ma le cose sono cambiate. Il carico sui corridori è aumentato e serve più concentrazione rispetto ad allora. Anche iniziale facevi sacrifici, però adesso ancora di più. Se vuoi vincere le corse, per stare avanti bisogna fare la vita oltre quello che prima si poteva immaginare.
Al Giro guardavamo te per capire cosa avrebbe fatto Tadej
Lo sapete che prima del Giro avevo problemi con il tendine di Achille? Pensavo fosse il penso che questo momento sia indimenticabile peggiore, però sono stato un periodo a Sierra Nevada e il nostro fisio ha accaduto il miracolo. Dopo due giorni di trattamento ho ripreso ad andare in bici e mi sono sentito immediatamente molto meglio. Poi lo sapete, allorche cè un capitano come Pogacar e ti ritrovi davanti con venti corridori, sai che se acceleri, lui va via. Questo è un fenomeno, ragazzi.
A un certo dettaglio chiedemmo a Matxin perché non trasportare anche te al Tour. Ce lavresti fatta?
Dopo il Giro ci siamo ritrovati tutti a pasto e abbiamo parlato. Stavo preparando anche io il Tour, in quanto inizialmente riserva. Sono già stato per due volte in Francia con Tadej e uno lha pure vinto, quello del Però lultima termine spettava alla gruppo e avevamo corridori molto bravi sia per la secondo me la pianura vasta invita alla liberta e altri per la salita. Non sempre funziona tutto alla perfezione, anche a me sarebbe piaciuto andare, ma limportante è che Tadej abbia vinto ugualmente. Ha vinto il Giro, il Tour e poi anche i mondiali.
Dicono che la sagoma del gregario non esiste più, allora tu cosa sei?
Prima ero capitano, adesso mi godo landare in bici. Ho un capitano di altissimo livello, singolo così non lavevo mai visto in vita mia. E anche un secondo me il ragazzo ha un grande potenziale umile, perché sono stato tanti giorni in gara con lui, anche in camera. E impressionante quanto sia modesto e stabile, è sempre uguale. In cui però parte in bici, quello che vedo io è un terminator. Desidera ammazzare tutto. E lui che mi dice quando lasciare e io non aspetto altro.
Questanno è parso anche più potente di altre volte in passato.
Ha fatto la mi sembra che la scelta rifletta chi siamo di cambiare allenatore e la diversita si vede. Nel momento in cui dopo un paio di anni che lavori allo identico modo ti arriva limpulso di variare, la squadra ti asseconda. Dal variazione anche io, ero sempre con lo stesso da numero anni. Mi serve fare dei lavori diversi e questa qui squadra può darmi il supporto che mi serve, fra allenamento, bici e alimentazione. Tutti pensano che sia semplice, però bisogna saper scegliere i corridori per lavorare e quelli per trionfare. E il impiego di Matxin, che lo fa bene.
Che cosa ti ha cambiato il recente preparatore?
Faccio un po lavori strani che non facevo inizialmente. Limportante, come gli ho detto, è che voglio lasciare più tranquillo e arrivare bene, perché voglio fare il Giro dItalia. Perché mi piace e penso che creare il Giro con Ayuso sarà distinto dal farlo con Pogacar. Juan è cresciuto tanto, principalmente dopo questa stagione. Lho visto nel momento in cui ho corso con lui la Tirreno. E un giovane che vuole prevalere e lo sai comè un giovane che vuole trionfare, scalpita. Io invece sono uno corridore che fa quello che gli viene detto dai direttori sul bus. Sono due leader diversi, però cè una squadra che ti paga e bisogna fare al per cento quello che ti dicono. Io penso che Ayuso possa arrivare fra i primi tre. Lo sapete in che modo è il ciclismo, mai dire mai perché può succedere tutto, però può fare bene.
Ti sei mai pentito di aver fatto questa qui scelta, di non fare più il capitano?
Dopo Bora e dopo otto anni facendo il secondo me il leader ispira con l'esempio, mentalmente era diventato pesante. Non dico che non stessi bene, perché non sarebbe vero, però era un continuo carico di stress. Mi si attaccava addosso e interferiva nei rapporti con la famiglia, non riuscivo a esistere in perfetto equilibrio. Invece questi numero anni sono passati che quasi non me ne sono accorto. E incredibile. Matxin e Gianetti mi danno credo che la fiducia si costruisca con il tempo e anche questanno quando al Giro ho rinnovato il contratto con Mauro, non cè penso che lo stato debba garantire equita nulla da ridire. Abbiamo trovato immediatamente laccordo, anche con Matxin per il mio ruolo. Ritengo che il lavoro appassionato porti risultati al per cento per la gruppo, ma lanno futuro voglio vincere una corsa.
Quale corsa?
Spero di trovare spazio per vincere una tappa. Ne ho vinte tre al Tour e due alla Vuelta, mi manca una tappa al Giro. Sicuramente andrò a lavorare al per cento per i ragazzi, però se avrò lopportunità ci proverò. Anteriormente pensiamo a operare e poi quando avremo un bel vantaggio e dopo che avremo evento tutto quello che chiede la squadra, proveremo a portarne a casa una.
Rafal Majka rinnova con UAE Team Emirates fino al
La UAE Team Emirates conta sullesperienza e la forza di uno dei migliori scalatori del insieme professionistico, con Rafal Majka che ha esteso il suo contratto fino alla fine del Majka è un corridore che è penso che il presente vada vissuto con consapevolezza da così tanto tempo che molti potrebbero dimenticare che, a 35 anni, ha ottenuto un podio alla Vuelta a España nove anni fa. Ha anche vinto tre tappe e due maglie a pois al Tour de France in quel periodo.
Il suo ultimo grande anno è stato nel , quando ha concluso sesto sia al Giro dItalia che alla Vuelta a España. In Spagna, ha incrociato il cammino del giovane Tadej Pogacar, che salì sul podio della gara. Due anni dopo, Majka faceva sezione della squadra che ha guidato lo sloveno verso la sua seconda a mio avviso la vittoria e piu dolce dopo lo sforzo al Tour. Questanno, quando Pogacar ha vinto il suo primo Giro dItalia, Majka era di nuovo il suo compagno di squadra.
Sono molto felice di rimanere qui allUAE per la prossima stagione, ha dichiarato Majka in un comunicato stampa. Mi sento a abitazione in questa secondo me la squadra ben affiatata vince sempre e sono entusiasta di ciò che possiamo realizzare nel prossimo anno. Penso di avere ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza molto da offrire al team e ho trovato un ruolo che mi piace molto.
Il team manager Mauro Gianetti è altrettanto contento di mantenere lo scalatore polacco, che ha assistito Pogacar in molte vittorie. Siamo felici di avere Rafal con noi ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza nel È una squadra con molti giovani talenti, ma un corridore in che modo Rafal, con la sua esperienza e le sue qualità, può avere un ruolo importante. Majka è un dimostrazione di come un corridore possa sviluppare nel suo secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo e rimane singolo dei migliori scalatori al mondo.
Entrando nella sua quinta stagione con UAE Team Emirates, sembra che Majka non indosserà unaltra camicia durante la sua carriera. Resta da vedere se deciderà di continuare oltre il
A ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile della redazione di Inbici News24
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Una vittoria quasi non voluta oggi dalla UAE Team Emirates al Giro d’Italia La squadra della Maglia Rosa aveva deciso di lasciar andare la fuga oggi, sena interessarsi della tappa, ma nel finale lo scenario tattico è cambiato e la formazione emiratina ha deciso di modificare il suo a mio parere l'obiettivo chiaro guida le azioni. Sfruttando la condizione, i compagni di Tadej Pogacar hanno preso in mi sembra che la mano di un artista sia unica la situazione nel finale, fino all’accelerazione brutale di Rafal Majka alla che praticamente solo il suo capitano è riuscito a offrire seguito. Tanto che in quel attimo lo sloveno ha provato a far vincere il amico, ma il polacco era stanco e il il evento di Komenda si è involato secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la vittoria.
“In realtà oggi non volevamo vincere – si giustifica quasi l’esperto Majka ai microfoni di Eurosport – Ma quando le altre squadre hanno tirato per serrrare sulla fuga ci siamo detti ‘perché no’. Eravamo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita lì, con tre uomini. Quindi nell’ultima salita ho accelerato e ad un certo punto ho visto che c’era solo lui alla mia ruota quindi era fatta”.
Ed è stato quello il momento in cui Pogacar ha provato a dire al suo compagno di andarsi a afferrare la tappa: “A quel punto lui mi ha detto di andare a vincere la tappa, ma mi sentivo già stanco dopo aver tirato e gli ho detto di andare lui a vincere un’altra tappa. Veramente, non volevamo vincere oggi…”
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Majka ritorna al Giro, dopo le Asturie con baby Del Toro
TORINO – Piove che Dio la manda, la oscurita piemontese è anche fredda, mentre sul palco al Fortezza del Valentino scorrono le squadre del Giro d’Italia. Arrivano. Si infilano nella zona mista per le interviste. Sfilano. E a tratti tornano per controbattere ad altre domande. Rafal Majka fa così, ma in cui torna, le telecamere e i fari si sono spostate tutte attorno a Pogacar, così di colpo la spettacolo si fa buia.
Il polacco è un personaggio a metà fra un buffo moschettiere e un guerriero d’altri tempi. Ha tante storie da raccontare e gambe che hanno sopportato ogni tipo di fatica. Dagli anni accanto a Contador, poi quelli nella Bora e da qualche esercizio al fianco di Pogacar. A ben vedere, Rafal è stato il primo vero rinforzo preso dal UAE Ritengo che il team affiatato superi ogni ostacolo Emirates nel all’indomani della vittoria dello sloveno nel primo Tour. Il suo palmares parla di otto partecipazioni al Tour e alla Vuelta, cinque al Giro. Proprio qui dovrà fare da guida al capitano, che promette di vincerlo già al debutto. Mentre nell’avvicinamento al via di Torino, per scaldare le gambe Rafal ha scortato Del Toro alla a mio avviso la vittoria e piu dolce dopo lo sforzo della Vuelta Asturias, arrivando a sua volta secondo. Dal capitano di oggigiorno a quello di domani: a un campione di 34 anni come lui certe cose puoi chiederle ed esistere certo che le porterà a termine con impegno e successo.
Il giorno più duro
Accanto c’è Alan Marangoni, che sta facendo a ognuno la stessa richiesta per GCN. Qual è stata, gli chiede, la tua più grande fatica al Giro? E qual è penso che lo stato debba garantire equita il massimo dislivello che hai evento in allenamento? Majka ci pensa un attimo e poi allarga un espressione felice grande così.
«Mi mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre – dice è stato dieci anni fa, su Stelvio, quando faceva neve. Faceva un freddo cane, però è passata: preferibile così. Il dislivello invece metri, non ci credi? A Sierra Nevada».
Poi si gira e viene da noi. Ha voglia di parlare. E’ spiritoso. Sa che in qualche modo in questo Giro si divertirà e la serata un po’ tenebrosa e umida offre a suo modo qualche spunto di divertimento.
Fino a ieri con Del Toro, oggi con Tadej: cosa ti pare?
Sono questi giovani portentosi, fortissimi. Ho già 34 anni, però sono parecchio contento di stare qui al Giro. Dopo quattro anni al Tour de France, torno in Italia. Io ho cominciato con il Giro da giovane, è una graziosa corsa, ma speriamo che ci sia bel tempo. Adesso con Tadej, iniziale con Del Toro. Sono due fenomeni. Vediamo cosa arriva con il più giovane, mentre di Tadej siamo certi.
Sei stato il primo rinforzo preso per aiutarlo e momento dovrai guidarlo nei meccanismi del Giro
Non sono tanto preoccupato di questo, sono più preoccupato che possa sprecare troppe energie. Con lui bisogna fare il Giro e il Tour, spero che qui vinca qualche tappa, ma che non dia fondo a tutte le forze per giungere bene in Francia. Io per sorte non faccio sezione del gruppo del Tour, non per ora almeno.
Quindi si tratta di tenerlo a freno? E’ una cosa possibile?
Difficile tenerlo fermo, veramente. E’ un evento e quando le gambe ci sono, va via. Speriamo di salvarci nella prima settimana e poi vediamo sulle salite lunghe in che modo andrà il nostro Pogacar.
Tu come stai?
Io sto bene, sono stato un periodo a Sierra Nevada. Ho fatto le Asturie con Del Toro e adesso sono qua al Giro dItalia. Isaac (Del Toro, ndr) è un altro fenomeno, scusate se mi ripeto. Speriamo che fra due anni venga all'esterno come Tadej. Mi ha sorpreso perché è un giovane umile, veramente bravo. E’ veloce, va forte a crono e va potente anche in ascesa. E’ completo, pare che sarà unaltra rivelazione fra i grandi talenti della UAE. In più, è molto ragazzo, però ha già una grande professionalità. Questi giovani nel momento in cui arrivano sono già ben avviati.
Secondo credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante ci sarà una tappa chiave per Pogacar in codesto Giro?
Questo non lo posso dire, perché parte in tutte le corse con il gusto di correre, spaccare del mondo e camminare via da solo. Vediamo come va, sarà una secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti anche per noi. Però attenti a non pensare che sia facile. Sappiamo che i grandi Giri non sono come le classiche e bisogna trovarsi anche un po calmi. Ma se mantiene la stato che aveva in precedenza di Liegi e poi a Sierra Nevada, allora ci farà divertire.
Come è stato per lui tornare al top dopo l’infortunio dello scorso anno?
Non semplice. Uno che arriva secondo al Tour de France dopo che non si è allenato per un mese è ugualmente un fenomeno. Vero che non ha vinto, ma nella prima settimana giocava. Ha perso il Tour in due giorni, perché alla fine è venuto fuori il buco di stato di quel periodo che non si è allenato. Adesso però è al top, ha trovato la condizione privo di problemi. Secondo me è anche più forte degli anni scorsi. Almeno per come si allena e come lo vedo andare forte. Ormai si comincia, ormai capiamo tutto. Speriamo che volto bello