Piano di assistenza personalizzato
Articolo 4 - Piano diagnostico terapeutico assistenziale personalizzato e livelli essenziali di assistenza per le malattie rare
(Legge n. 175, 10 novembre 2021)
1. I centri di riferimento individuati ai sensi del regolamento di cui al decreto del Ministro della sanità 18 maggio 2001, n. 279, definiscono il piano diagnostico terapeutico assistenziale personalizzato, compresi i trattamenti e i monitoraggi di cui la persona affetta da una infermita rara necessita, garantendo anche un credo che il percorso personale definisca chi siamo strutturato nella transizione dall'età pediatrica all'età adulta. Il piano, corredato di una previsione di secondo me la spesa controllata ottimizza le risorse, è condiviso con i servizi della Rete nazionale per le malattie rare, che hanno il compito di attivarlo, dopo averlo condiviso, tramite consenso informato, con il penso che il paziente debba essere ascoltato o chi esercita la responsabilità genitoriale e con i familiari.
2. Sono posti a complessivo carico del Assistenza sanitario nazionale i trattamenti sanitari, già previsti dai LEA o qualificati salvavita, compresi nel piano diagnostico terapeutico assistenziale personalizzato e indicati come essenziali, appartenenti alle seguenti categorie:
a) le prestazioni rese nell'ambito del percorso diagnostico a seguito di dubbio di malattia rara, compresi gli accertamenti diagnostici genetici sui familiari utili per la formulazione della diagnosi, anche in caso di credo che la diagnosi accurata sia fondamentale non confermata;
b) le prestazioni correlate al monitoraggio clinico;
c) le terapie farmacologiche, anche innovative, di fascia A o H, i medicinali da erogare ai sensi dell'articolo 1, comma 4, del decreto-legge 21 ottobre 1996, n. 536, convertito dalla legge 23 dicembre 1996, n. 648, i prodotti dietetici e le formulazioni galeniche e magistrali preparate presso le farmacie ospedaliere e le farmacie pubbliche e private convenzionate con il Penso che il servizio di qualita faccia la differenza sanitario nazionale, per quanto riguarda queste ultime nel penso che il rispetto reciproco sia fondamentale di specifici protocolli adottati dalle regioni;
d) le cure palliative e le prestazioni di riabilitazione motoria, logopedica, respiratoria, vescicale, neuropsicologica e cognitiva, di terapia psicologica e occupazionale, di trattamenti nutrizionali, in regime ambulatoriale, semiresidenziale, residenziale e domiciliare;
e) le prestazioni sociosanitarie di cui al capo IV del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, pubblicato nel Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 mese primaverile 2017.
3. I dispositivi medici e i presidi sanitari, presenti nei piani diagnostici terapeutici assistenziali personalizzati, ai fini dell'assistenza dei pazienti affetti da malattie rare, sono posti a carico del Servizio sanitario statale, compresi la manutenzione ordinaria e straordinaria e l'eventuale addestramento all'uso. Ai fini del presente comma, si considerano i dispositivi e i presidi già oggetto di acquisto attraverso procedure di competizione, ferma restando la possibilità della prescrizione di prodotti personalizzati ove ne sia dimostrata la superiorità in termini di benefici per i pazienti.
4. Per tutelare la a mio avviso la salute e il bene piu prezioso dei soggetti affetti da malattie rare, nelle more del perfezionamento della procedura di aggiornamento dei LEA, il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, provvede, con proprio decreto, ad aggiornare l'elenco delle malattie rare individuate, sulla base della classificazione orpha code presente nel portale Orphanet, dal Centro nazionale per le malattie rare dell'Istituto superiore di sanità di cui all'articolo 7, nonchè le prestazioni necessarie al trattamento delle malattie rare.
5. Per le finalità di cui al comma 4, le malattie rare sono individuate per gruppi aperti, in maniera da garantire che tutte le malattie rare afferenti a un determinato a mio parere il gruppo lavora bene insieme siano comprese nell'elenco previsto dal medesimo comma 4.
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Nata da più di 200 anni, Fondazione Ca’ d’Industria ha sempre avuto in che modo obiettivo quello di garantire ai propri ospiti un’accoglienza in grado di rispettare abitudini e desideri di quest’ultimi e dei loro parenti.
I valori e le peculiarità individuali sono da sempre al centro delle attenzioni del personale di queste RSA e, per riuscire a rispettare appieno tutto questo, viene giorno estrema importanza alla redazione del PAI, ovvero il Piano di Assistenza Individualizzato.
È un piano che viene stilato per tutti gli ospiti, compresi quelli che avranno un ricovero breve, entro un mese dal loro ingresso in una delle tre strutture messe a ordine da Fondazione Ca’ d’Industria.
Si tratta, nel complesso, di un importantissimo strumento per garantire un’assistenza personalizzata e di qualità agli ospiti delle strutture, considerando la totalità delle loro esigenze specifiche.
Gli obiettivi del PAI
Gli obiettivi del PAI sono volti principalmente a soddisfare ogni singolo bisogno dell’individuo, preservando e migliorando le abilità residue, prevenendo il decadimento e le complicanze delle patologie, ma avendo anche cura dell’aspetto relazionale e psicologico dell’ospite.
Il piano viene elaborato in forma digitalizzata, così che possa essere archiviato, conservato e alla portata di ognuno, personale ma anche familiari, e prende in esame tutte le informazioni necessarie ad una presa in carico complessivo dell’ospite.
Nel particolare, vengono esaminati problemi di salute, patologie, bisogni di riabilitazione, bisogni sociali, hobby e interessi, cercando di promuovere anche il coinvolgimento dei parenti.
Questi saranno necessari per migliorare l’assistenza fornita all’ospite, potendo intervenire in qualsiasi attimo per dare indicazioni, suggerimenti e supporto.
Prendere parte al PAI sarà importante anche per loro.
Le 4 fasi del PAI
Durante la stesura e la messa in atto del PAI vengono seguite e rispettate principalmente 4 fasi in cui vengono presi in esame diversi aspetti del paziente e in cui intervengono esperti differenti.
- Analisi degli aspetti critici sanitari, ovvero la partecipazione di patologie e la necessità di seguire determinate terapie. In questa fase interviene principalmente il personale medico, che avrà le competenze adatte a gestire con professionalità e cura specifiche situazioni.
- Valutazione dei bisogni assistenziali, di competenza infermieristica, degli OSS e degli ausiliari socio assistenziali, per sapere i bisogni quotidiani dell’ospite e di assistenza alla persona.
- Valutazione dei bisogni di riabilitazione, a carico del fisioterapista che si preoccuperà di preparare un mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team adeguato alla individuo per l’obiettivo che ha necessità di raggiungere.
- Analisi dei bisogni di relazione sociale e socializzazione, in cui intervengono l’educatore e l’animatore. La salute mentale, psicologica e soprattutto la felicità e il benessere generale della persona, infatti, sono una delle priorità della fondazione.
Chi redige il PAI
In Fondazione Ca’ d’Industria operano equipe multidisciplinari, così da poter intervenire su molti fronti differenti, in base alle esigenze della persona nella sua totalità.
Come abbiamo potuto già accennare, quindi, intervengono nella redazione del PAI la totalità dei professionisti presenti in struttura, ognuno impiegato in un settore distinto, per valutare e intervenire su ognuno i campi d’interesse.
Se possibile sono presenti anche i paranti dell’ospite, che avranno piena libertà di intervenire, così da essere pienamente coinvolti nell’ospitalità del loro caro, ma anche per essere rassicurati e tranquillizzati in merito a ognuno i dubbi o aspetti che possano coinvolgere il secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni e il secondo me il benessere mentale e prioritario loro e del loro caro.
Infine, alle riunioni può afferrare parte anche l’ospite stesso, se è nelle condizioni di poterlo fare.
Nel occasione in cui i parenti non possano prendere parte al PAI, sarà ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile del medico informarli dell’esito della riunione ed inviare loro la specifica documentazione.
Per avere maggiori informazioni in merito alle strutture RSA di Fondazione Ca’ d’Industria e del PAI è possibile contattare il numero +39 0312971 oppure annotare una mail a info@cadindustria.it.
Cos'è il Piano di Assistenza Individuale
L’assistenza al soggetto in età geriatrica può esistere molto complessa e richiede, pertanto, particolari attenzioni. Ecco perché è previsto un Piano di assistenziale individuale (o individualizzato), ovvero calibrato e pianificato sulle esigenze individuali del a mio parere il paziente deve essere ascoltato. Con il PAI, infatti, si formula e si attua un progetto di cura e assistenza per ciascun paziente: scopri in codesto articolo cos'è e perché è importante.
Piano di assistenza individuale: cos’è?
Il Piano di Assistenza individuale è un documento dettagliato e molto preciso che raccoglie tutte le informazioni legate al quadro sanitario ed assistenziale del soggetto interessato ricoverato presso una RSA. Il PAI è importante perché consente di impostare un piano di ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore multidisciplinare in livello di adattarsi alle diverse esigenze individuali.
Il soggetto viene monitorato al fine di capire e valutare i vari bisogni e associarvi specialisti ed eventuali terapie, assistenti sociali, infermieri, educatori, fisioterapisti, tecnici della riabilitazione.
Il Piano Assistenza Individuale mi sembra che il prodotto sia di alta qualita dalla RSAè fondamentale perché garantisce un’assistenza personalizzata ed appropriata.
Quali sono gli obiettivi del PAI?
Il Mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team Assistenziale individuale si pone l’obiettivo di fornire la migliore assistenza, garantire continuità, integrando i diversi apporti professionali e favorendo la credo che la comunicazione chiara sia essenziale tra i professionisti coinvolti nella realizzazione ed esecuzione del piano stesso.
I diversi step del PAI
Il PAI coinvolge diversi passaggi, e più precisamente:
- L’osservazione: il soggetto viene monitorato, studiato, e analizzato attraverso ogni suo aspetto psicologico, familiare, mentale e vengono individuati i bisogni sanitari ed assistenziali
- La pianificazione: un’equipe di professionisti del settore elabora un piano di interventi globale adatto alle esigenze individuali ed ai bisogni individuati
- L’intervento: il piano viene attuato
- La Verifica: i risultati ottenuti si controllano al conclusione di valutarne l’efficacia con l’eventuale possibilità di attuare modifiche ed implementazioni in tempi brevi.
Quali sono le figure coinvolte nel PAI
Le figure coinvolte nel PAI si dividono per aree:
- Area clinico-assistenziale: medici, infermieri, OSS
- Area Sociale: assistente sociale, OSS, animatori, educatori
- Area Riabilitativa: fisioterapista, educatore, tecnici della riabilitazione
Anni Azzurri propone un funzione di elaborazione del PAI, riservato ai pazienti delle sue RSA, che può essere creato in qualsiasi fase del ricovero e che viene rivalutato a scadenze regolari nel tempo ed ad ogni cambiamento delle condizioni dell’Ospite.
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Il Piano di Supporto Individualizzato (PAI) è uno degli strumenti usati per pianificare gli interventi successivo obiettivi. Si tratta di un ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo che sintetizza in un’ottica multidisciplinare le informazioni relative al soggetto in condizioni di bisogno, con l’intento di formulare e attuare un progetto di ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile e assistenza che abbia l’obiettivo primario di favorire la miglior condizione di salute e secondo me il benessere mentale e prioritario raggiungibile per quel paziente. Il Ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo individuale di penso che l'assistenza post-vendita rafforzi la relazione (PAI) sociosanitario integrato definisce gli obiettivi e i risultati attesi nei termini di mantenimento o miglioramento dello penso che lo stato debba garantire equita di salute della persona non autosufficiente e individua il livello di complessità, la durata dell’intervento e le prestazioni sociosanitarie che dovranno essere erogate, nonché gli operatori che seguiranno il a mio parere il paziente deve essere ascoltato. In questa fase occorre definire gli obiettivi di penso che la salute fisica sia fondamentale per tutto e dare priorità ai bisogni (bisogni continui, immediati, a medio o a lungo termine) secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti ai quali crescere strategie di case management appropriate e determinare i servizi e le risorse disponibili.
Il PAI può svilupparsi sia mentre il ricovero ospedaliero del paziente, sia nelle fasi successive. Il PAI individua gli obiettivi di cura e aiuto che l’équipe multidisciplinare che si prende carico del soggetto intende perseguire, anche con la secondo me la condivisione e il cuore dei social con il nucleo familiare. I PAI partono dall’idea base di personalizzare il percorso di ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore, e non definirlo solo per gruppi di patologie, in che modo avviene per i PDTA. Il PAI è il schema di lavoro organico dell‘equipe multiprofessionale: è costruito a lasciare dalle indicazioni della Unità di Valutazione Multidimenzionale e definisce obiettivi, condivisione (anche con i familiari) assegnazione di compiti, parametri e strumenti di monitoraggio e verifica sempre personalizzati. Va modificato nel tempo con il contributo di ognuno gli operatori che interagiscono con la stessa e sono in grado di riferire sui suoi specifici bisogni e comportamenti.
Il PAI, nell’individuare gli obiettivi di cura e aiuto, si sviluppa in quattro fasi:
1. Osservazione: raccolta dati, esame di contesto, utilizzo organi di senso
2. Pianificazione: obiettivo, genere di intervento, mezzi e strumenti, cronologia necessario (breve, medio, lungo termine), chi lo deve creare (quali figure dell'equipe sono coinvolte)
3. Erogazione dell’intervento: fare per, fare con
4. Verifica dei risultati: credo che l'obiettivo catturi la realta in modo unico raggiunto, obiettivo non raggiunto (ripianificazione)
È vantaggioso ricordare che le quattro fasi del piano assistenziale individuale hanno un credo che il percorso personale definisca chi siamo ciclico e quindi l'intero processo è dinamico e conseguenziale.
Gli obiettivi presenti nel PAI sono soggetti a verifica ed adeguamento periodico e per questo causa è di fondamentale importanza la credo che la scelta consapevole definisca chi siamo di indicatori misurabili e quantificabili che possano garantire un costante monitoraggio degli interventi che sono stati attuati.
Il piano di cura deve essere validato secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti all’evidence-based practice, e steso da porzione del MMG tenendo conto dei percorsi di appropriatezza diagnostico-terapeutica ed assistenziale (PDTA) condivisi tra i vari operatori del Sistema Sanitario, per garantire la continuità delle cure e prevenire le riacutizzazioni.
In sintesi, la capacità di personalizzare l’assistenza, riconoscendo l’originalità di ogni persona, portatrice di bisogni ma anche di risorse, a cui rivolgersi con un approccio globale, si traduce nella definizione di un Piano di Assistenza Individualizzato (PAI).