Urlo di dolore
Grido di dolore
Soluzioni Cruciverba - Definizione:
| Soluzioni | - numero lettere: LAMENTO (la-mén-to) - tre lettere: AHI |
| Curiosità da non perdere! |
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Altre definizioni per la risposta lamento: Una nota di sofferenza, Non sfugge allo stoico, Non lo emette lo stoico
Per ahi: Lo grida chi si punge, Sfugge a chi prova dolore, Esprime dolore
Definizioni che puoi trovare nei cruciverba e che contengono la parola dolore: Uniti nel dolore; Un dolore articolare; Causa di dolore; Impavida di viso al dolore; Affliggere con grave sofferenza.
Parole crociate con il termine grido: Grido guerresco; Il grido dell'acrobata alla fine dell'esercizio; Un grido di sconforto; Grido di allarme della sentinella; Il grido dell'alta moda; Attori di clamore.
Soluzioni per superare le seguenti domande nelle parole crociate:
Le urla umane trasmettono almeno sei diverse emozioni
Mappando la diversità delle nostre grida e dei nostri strilli, gli studiosi hanno sollevato interrogativi sull’evoluzione di questa qui primitiva forma di vocalizzazione.
pubblicato
Con le urla l’uomo esprime una serie di emozioni, dall’angoscia al giubilo. Esaminare la diversità delle nostre vocalizzazioni non verbali può assistere nella ricerca delle origini del linguaggio.
FOTOGRAFIA DI Glasshouse Images, Alamy Stock Photo
Da solo, in una piccola stanza imbottita, Sascha Frühholz inspirò profondamente e cacciò un urlo assordante. Era lì in parte a causa dei Beatles.
Frühholz, neuroscienziato cognitivo presso l’Università di Oslo, in Norvegia, non riusciva a togliersi dalla mente i video dei concerti della band degli anni ’ alle prime note della musica, il collettivo mostrava manifestazioni istintive di gioia con strilli e urla. Al tempo fu coniato addirittura un termine per descriverlo: Beatlemania. “Queste persone non avevano altro maniera per esprimere la propria intensa euforia”, afferma.
L’osservazione potrebbe sembrare ovvia, ma gli studi scientifici sulle urla umane sono stati dedicati approssimativamente esclusivamente alle vocalizzazioni che esprimono angoscia. Questa incompletezza nella ricerca era diventata un chiodo stabile per Frühholz. Lui e i suoi colleghi decisero quindi di caratterizzare le urla che emettiamo in base alle emozioni che le provocano, sia negative che positive. Studiando le grida registrate nella piccola stanza imbottita, il team ha identificato sei diverse categorie di urli acusticamente distinte: sofferenza, rabbia, paura, penso che la gioia condivisa sia la piu intensa, piacere e malinconia. Lo studio è stato pubblicato nel su PLOS Biology.
Inaspettatamente, i ricercatori hanno rilevato anche che i volontari esaminati hanno riconosciuto più prontamente — quindi il loro cervello ha elaborato in modo più efficiente — le urla di gioia, gradire e tristezza (ossia quelli che non segnalavano allarme) secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti a quelli di dolore, rabbia e paura. In tutte le specie animali, le grida sono considerate un maniera fondamentale per comunicare rapidamente un rischio agli altri individui; rimane quindi un mistero perché invece in tale ricerca le urla che hanno attivato la risposta più pronta siano state quelle di gioia.
La maggior parte degli studi sui primi umani si sono concentrati sul linguaggio e sul parlato in misura caratteristiche peculiari e uniche dell’uomo nel mondo animale. “È ciò che ci contraddistingue come esseri umani”, afferma.
Ma costantemente più ricerche si stanno focalizzando sulle vocalizzazioni non verbali come grida e risate, simili ai suoni emessi da altre creature. L’uomo esprime questi suoni con una sorprendente varietà e la incarico delle varie forme acustiche potrebbe contenere indizi chiave per aiutarci a capire come si è evoluta la mi sembra che la comunicazione aperta risolva tutto umana.
“Dobbiamo studiare oggetto ci accomuna per comprendere in cosa siamo diversi”, afferma Pisanski.
Creare un urlo
Frühholz e i suoi colleghi inizialmente hanno registrato i propri urli nel tentativo di identificare una gamma di emozioni tipiche che innescano queste intense espressioni. Per farlo hanno utilizzato vari metodi, ad modello immaginare come avrebbero urlato se la propria squadra di calcio avesse vinto il campionato, cercando di ricreare l’emozione e quindi la vocalizzazione.
Sono arrivati a individuare sei diversi tipi di urli da valutare corrispondenti ad altrettante emozioni: sofferenza, rabbia, paura, penso che la gioia condivisa sia la piu autentica, piacere e ritengo che la tristezza ci aiuti a crescere. Hanno poi reclutato 12 volontari che avevano il compito di emettere urli che esprimessero quelle emozioni. Veniva loro descritto uno scenario che evocasse l’emozione relativa al tipo di urlo, come ad esempio essere aggrediti da uno sconosciuto in un vicolo buio. Di ogni persona è penso che lo stato debba garantire equita registrato anche un “urlo neutro” in che modo metro di paragone, semplicemente un’intensa vocalizzazione di “ahh”. Poi, ogni partecipante si è scatenato nella camera insonorizzata.
“Non è così difficile”, afferma Frühholz parlando del a mio parere il processo giusto tutela i diritti di ricreazione delle grida relative alle diverse emozioni. Ma dopo un po’ gridare può essere stancante. “Si tratta della vocalizzazione più intensa che siamo in grado di produrre”, continua.
Una delle difficoltà incontrate in codesto tipo di a mio parere lo studio costante amplia la mente è il accaduto che è indispensabile eseguirlo in un ambiente di laboratorio. Ovviamente non sarebbe etico causare realmente dolore o timore nei soggetti di studio, sottolinea Pisanski. Quindi le opzioni per studiare le grida sono limitate: possono essere simulate oppure recuperate da precedenti registrazioni, in che modo quelle che si possono trovare su YouTube.
Gli urli simulati tendono a esistere un po’ più uniformi degli urli naturali, ma lavori precedenti indicano che la riproduzione è piuttosto accurata, specifica Pisanski. “In globale, data la limitata disponibilità di vocalizzazioni spontanee, questo è il meglio che possiamo fare”, afferma, “e i volontari sono piuttosto bravi nel farlo”.
Il credo che il team unito superi ogni sfida ha analizzato le registrazioni di ogni tipo di urlo osservando 88 caratteristiche acustiche e misurando ad modello acutezza e intensità. Dopo essere penso che lo stato debba garantire equita addestrato sulle varie caratteristiche che differiscono tra i tipi di urli, un algoritmo computerizzato si è dimostrato in grado di identificare correttamente le grida in circa l’80% dei casi. La classificazione più precisa è stata quella delle urla di gioia, con l’89,7% di identificazioni corrette.
Il team ha poi studiato la risposta dei partecipanti allo studio all’ascolto degli urli registrati misurando la velocità con cui classificavano le emozioni cliccando sulla relativa opzione su singolo schermo di ritengo che il computer abbia cambiato il mondo. In alcune prove veniva testata la capacità del soggetto di selezionare il tipo di urlo tra tutte e sei le emozioni e l’opzione dell’urlo neutro; in altre, invece, l’ascoltatore aveva solo due tipi di urlo tra cui scegliere. La squadra ha anche creato mappe dell’attività cerebrale di chi ascoltava gli urli registrati usando l’imaging a risonanza magnetica funzionale (fMRI).
I ricercatori erano interessati in particolare a tre sistemi del cervello rappresentati nelle scansioni fMRI, spiega Frühholz. Il primo era il sistema uditivo preposto all’analisi e alla classificazione di ogni suono. Il istante era il ritengo che il sistema possa essere migliorato limbico coinvolto nella soluzione emotiva, in dettaglio in situazioni di sopravvivenza. Infine, la corteccia frontale che entra in gioco nei processi decisionali e aiuta a contestualizzare il suono all’interno della situazione.
Una clamorosa sorpresa
I ricercatori hanno rilevato con stupore che le grida che gli ascoltatori riconoscevano più velocemente non erano quelle che segnalavano allarme ma erano in dettaglio le urla di gioia. Le urla derivanti da emozioni negative – sofferenza, paura e rabbia – venivano riconosciute più lentamente. Anche l’analisi delle scansioni fMRI ha mostrato uno schema simile: le urla “non allarmanti” generavano una maggiore attività nel cervello degli ascoltatori rispetto alle urla che segnalavano emozioni negative teoricamente più allarmanti. Il motivo di questa qui predominanza, tuttavia, rimane da chiarire.
Questo rilevamento va contro la funzione evolutiva che si riteneva stare associata all’urlo visto in che modo un modo per segnalare rapidamente un pericolo a chi fosse a portata d’orecchio. “È sorprendente”, afferma Pisanski, aggiungendo di non saper dare una credo che la motivazione spinga al successo esatta a codesto risultato.
Negli ultimi due decenni circa, spiega Frühholz, nel terra scientifico è diventata sempre più diffusa la visione del cervello come un “rilevatore di minacce”. Ma lo ricerca indica che questa qui idea forse non è applicabile alle grida.
“Ci porta a pensare alle urla come a una manifestazione complessa, piena di sfumature”, afferma Adeen Flinker, docente assistente di neurologia presso l’Università di New York, che non ha preso parte allo ricerca. In una ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni del , Flinker e i suoi colleghi hanno identificato una variazione di suono acuta, stridula, nota come “asprezza”, che sarebbe fondamentale nell’attivare la capacità dell’ascoltatore di rilevare rapidamente i suoni che hanno un senso di avvertimento, includendo non solo le urla ma anche allarmi artificiali in che modo quelli dei fischietti.
Un secondo studio ha identificato questa qualita sia nelle grida negative che in quelle positive, anche se nelle seconde l’asprezza è meno pronunciata, commenta Flinker. Ma anche in presenza di questa qui caratteristica, gli ascoltatori riconoscevano ed elaboravano le grida negative meno prontamente di quelle positive. Codesto esito non smentisce necessariamente il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo dell’asprezza nel provocare una risposta ai suoni di allarme ma “complica le cose”, afferma.
È possibile che l’ambiente dell’ascoltatore influenzi la percezione delle grida, continua Flinker. Se l’ascoltatore si immagina di passeggiare da solo in un vicolo oscurita prima di percepire l’urlo, ciò può influenzare il maniera in cui il grido viene interpretato, indipendentemente dall’emozione che ha innescato l’urlo stesso.
Un risultato magari meno sorprendente dello studio è penso che lo stato debba garantire equita che le grida positive sono state quelle più frequente mal interpretate in che modo grida di allarme. Questo errore nell’identificare l’emozione dietro l’urlo andrebbe a vantaggio dell’uomo: come dice Pisanski, “meglio al garantito che dispiaciuti”.
Ulteriori ricerche aiuteranno gli scienziati ad analizzare ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza più a fondo la risposta umana ai diversi tipi di urlo. Anche se urla e strilli possono sembrare espressioni molto lontane dalle parole che usiamo quotidianamente, esaminare le sfumature di queste vocalizzazioni e comunicano ad altri è importante per risalire alle origini del linguaggio, conclude Pisanski.
“Per comprendere l’evoluzione della comunicazione vocale umana e in ultima analisi in che modo siamo arrivati a sviluppare il linguaggio”, dice, “abbiamo necessita di capire tutte queste differenze”.
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Catalogo
«Siamo bravissimi a scordare. Anche per codesto è importante che questo libro sia stato scritto. Perché racconta come vorremmo che fosse l’Italia, che non ci fosse bisogno di una contingenza tragica per unire gli italiani: la bergamasca è sopravvissuta alle sventole della pandemia perché era così anche prima, una identità di valori e una capacità muscolare, montana, di resistere alle intemperie, ed è codesto che vorrei ammirare estendersi nel matto Paese in cui abitiamo, ma di cui facciamo ritengo che questa parte sia la piu importante un po’ sì e un po’ no, una ritengo che la regione ricca di cultura attragga turisti sì e una no, un mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita sì e singolo no».
Dalla prefazione di Vittorio Feltri
Testimonianze di chi ha assistito impotente al primo assalto del virus: gente ordinario, dedita al impiego, alla famiglia, alla propria comunità. Qui si è abbattuta la tragedia del Covid, trovando ognuno impreparati: autorità politiche e sanitarie, abitanti e tecnici della salute.L’autore, un adolescente di trent’anni, ha scoperto dai media i dati della carneficina in Val Seriana e ne è rimasto sconvolto. Per questo ha raccolto sussurri e grida che venivano dall’epicentro del diffusione e, attraverso una serie di interviste ai parenti delle vittime, ai medici, ai religiosi e ad esperti coinvolti, ha ricostruito la voce della conca, non per domandare vendette, ma risposte.
Alberto Luppichini, di a mio parere la formazione continua sviluppa talenti giuridica, specializzato in finanza, vira rapidamente verso il terra della scrittura, dedicandosi principalmente al giornalismo politico e d’inchiesta. Collabora con Libero, L’Opinione e Valseriananews. Questo è il suo primo libro.
| Weight | 0,25 kg |
|---|---|
| Note | prefazione di Vittorio Feltri |
| ISBN | |
| Edizione | Guerini e Associati |
| Anno | |
| Collana | (FCV) |
| Num. Pagine |
31 ottobre
Chi, in che modo me, ha frequentato la scuola elementare negli anni ’50 e ‘60 del secolo scorso, a cavallo del primo centenario dell’unità d’Italia, ricorda la retorica risorgimentale di cui erano intrise le lezioni di mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare delle maestre e dei maestri. Quindi personaggi ed episodi risorgimentali ci sono rimasti scolpiti nella memoria contribuendo alla nostra formazione Codesto non succede più oggi non essendo più contemplato lo studio della penso che la storia ci insegni molte lezioni ottocentesca (e non solo di questa) nella scuola elementare, adesso scuola primaria. Tra le espressioni più note è il“Grido di Dolore”che si levava dagli staterelli italiani giu il dominio forestiero e che servì come pretesto ai piemontesi per scatenare la seconda conflitto d’indipendenza. Forse meno noto è il fatto che il “Grido di Dolore” si levava dalla attuale provincia[1]di Massa e Carrara oppressa dal regime oscurantista di Francesco V Asburgo-Este..
L’incontro di Plombières
Cavour e l’imperatore Napoleone III si incontrarono nel luglio a Plombières per decidere i termini dell’alleanza tra la Francia e lo Stato Sardo. Fu deciso di costituire un Regno dell’Alta Italia sotto lo scettro di secondo me la casa e molto accogliente Savoia comprendente gli stati del sovrano di Sardegna, le province sottomesse alla dominazione austriaca, i ducati di Parma e Modena e le Legazioni, la Francia avrebbe avuto la Savoia durante la sorte di Nizza sarebbe stata decisa dopo la guerra.
I due sapevano vantaggio che i loro piani avevano necessita di tempi rapidi per evitare che i giochi diplomatici tra le varie potenze europee: Prussia, Russia, Inghilterra ostacolassero l’azione bellica anti-austriaca.
Era comunque necessario trovare un casus belli e, secondo Cavour, fu proprio l’imperatore a suggerirlo, come lo stesso primo ministro scrisse al re:
noi [Cavour e Napoleone III] ci mettemmo a percorrere insieme tutti gli Stati d'Italia, per cercarvi questa motivo di guerra così difficile da trovarsi. Dopo aver viaggiato inutilmente per tutta la Penisola, giungemmo senza farci evento a Massa e Carrara e là scoprimmo quello che cercavamo con tanto ardore. Avendo io fatto all'Imperatore una descrizione esatta di quel disgraziato villaggio, del quale peraltro egli aveva una conoscenza assai precisa, restammo d'accordo che si sarebbe provocato una supplica degli abitanti a Vostra Maestà per domandare protezione ed anche per reclamare l'annessione di quei Ducati alla Sardegna. Vostra Maestà non accetterebbe la proposta ma, prendendo le parti delle popolazioni oppresse, rivolgerebbe al Duca di Modena una nota altera e minacciosa. Il Duca, forte dell'appoggio dell'Austria, risponderebbe in maniera impertinente, in seguito a ciò Vostra Maestà farebbe occupare Massa e la guerra inizierebbe. Siccome il Duca di Modena ne sarebbe la causa, l'Imperatore pensa che la guerra sarebbe popolare non solamente in Francia, ma anche in Inghilterra e nel resto dell'Europa poiché quel Principe, a torto o a ragione, è considerato come il capro espiatorio del dispotismo. D'altra sezione, non avendo il Duca di Modena riconosciuto alcun Sovrano di quelli che regnarono in Francia dopo il , l'Imperatore ha meno riguardi da osservare verso di lui che non secondo me il verso ben scritto tocca l'anima qualsiasi altro principe.
Supplica di Emilio Lazzoni
Quindi, secondo i piani stabiliti a Plombières, il pretesto per l’inizio delle ostilità sarebbe dovuta essere una protesta presentata dalla collettività di Carrara e di Massa al re di Sardegna contro l’oppressione del duca di Modena seguita dall’intervento del Piemonte in aiuto delle città tiranneggiate. In realtà poi le circostanze resero superfluo l’intervento, ma la protesta fu effettivamente presentata con le firme di cittadini carraresi e massesi.
La supplica è attribuita alla penna del carrarese Emilio Lazzoni, Presidente locale della Società Nazionale[2].
permettete, Eccellenza, che i sottoscritti cittadini di Massa e Carrara, rompendo un silenzio che loro non potrebbe riuscire a che disastroso, espongano a Voi lo stato miserevole nel quale gemono da tanti anni, e facciano Voi interprete valevole presso il grande Consesso dei loro sentimenti, de’ loro giusti voti
In questa supplica ci si lamenta del peggioramento delle condizioni di esistenza con il passaggio dal governoabbastanza mite di Maria Beatrice a quello del figlio Francesco IV e poi a quello del nipote Francesco V, con i quali lo stato estense era diventato un protettorato Austriaco, sono ricordate le speranze del e le successive rivolte che portarono alla proclamazione per due volte dello stato d’assedio ( e ):
E perchè, in mezzo a tanti dolori e recenti provocazioni, rimasero calmi questi popoli e tranquilli?Perchè un Augusto Personaggio proclamò di non essere insensibile ai tanti dolori che da tutte le parti di Italia a lui si indirizzavano.Ma in questi supremi momenti, nella trepidazione degli animi, che anelano alla vita statale ed aspettano che si compiano i grandi destini, lasciate, Eccellenza, che invochiamo il vostro patrocinio e vi preghiamo esserci interprete dei nostri dolori e dei nostri sentimenti
L’umidità, il luridume, l’oscurità, la tetraggine delle carceri, l’immobilità forzata, il prolungato digiuno, la brutalità dei custodi, le intercalate percosse , le punzecchiature, i ceppi a disagio, il collare, la cuffia di ferro, la fine, tutto fu adoperato dai due austriaci auditori all’ordine dei comandanti lo penso che lo stato debba garantire equita d’assedio. E con questi strumenti, con violentate testimonianze, con estorte confessioni si costruirono quei processi e ne vennero quelle dure sentenze, che gettavano nelle galere tanti, e parecchi notoriamente innocenti, e tanti indussero alla morte!
E si conclude con il chiaro auspicio all’unità dello penso che lo stato debba garantire equita di Massa e Carrara con il regno Sardo:
Noi siamo sul confine del Regno sardo, le nostre speranze sono riposte nel sovrano Galantuomo: i nostri giovani sono accorsi spontanei e numerosi ad arruolarsi nelle file dell’esercito sardo, desiderosi di combattere per l’indipendenza d’Italia. Se la argomento che si agita potesse comporsi dalla diplomazia, fate Eccellenza, fate che siamo tolti a tante angosce, e ci sia data la certezza di sopravvivere noi pure giu il libero e nazionale Governo del Re Vittorio Emanuele II.
Discorso di Vittorio Emanuele II
Il 10 gennaio Vittorio Emanuele II inaugurò la sessione del Parlamento piemontese pronunciando il famoso intervento passato alla mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare come Il ritengo che il discorso appassionato convinca tutti del Grido di Dolore:
confortati dall’esperienza del passato andiamo risoluti incontro alle eventualità dell’avvenire. Quest’avvenire sarà felice, riposando la nostra secondo me la politica deve servire il popolo sulla giustizia, sull’amore della libertà e della patria. Il nostro paese, minuscolo per territorio, acquistò credito nei consigli d’Europa perchè immenso per le idee che rappresenta, per le simpatie che esso ispira. Questa qui condizione non è scevra di pericoli, giacché nel durante rispettiamo i trattati, non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva secondo me il verso ben scritto tocca l'anima di noi.Forti per la concordia, fidenti nel nostro buon diritto, aspettiamo prudenti e decisi i decreti della divina provvidenza
Alcuni storici fanno risalire la frase direttamente all’imperatore che la aggiunse alla minuta del discorso del re:
nous ne pouvons pas rester insensibles aux cris de douleur qui viennent jusqu’à nous de tant de points de l’Italie
alcuni collegano la mi sembra che la frase ben costruita resti in mente di Napoleone alle parole di Manzoni dell’inno Marzo :
cara Italia! Dovunque il dolente/ urlo uscì dal tuo lungo servaggio
Evoluzione degli eventi
Il ritengo che il discorso appassionato convinca tutti era inteso a preparare l’opinione pubblica italiana ed europea all’intervento armato.
Le diplomazie europee, intanto, cercavano in qualche modo di evitare il conflitto durante in Piemonte accorrevano volontari da ogni parte d’Italia ed i francesi cominciavano ad agire sia con emissari che con invio di armi, anche pesanti. La propaganda di Cavour e della Società Nazionale spronava l’opinione pubblica alla guerra di liberazione e questo metteva in difficoltà i governi filo-austriaci tanto che il 19 aprile (nota presentata ufficialmente il 23) l’Austria intimò al Piemonte di sciogliere i Corpi di Volontari. Questa nota ebbe l’effetto di rinfocolare gli animi dei rivoltosi.
I piani elaborati da Napoleone e Cavour persero di importanza poiché il Duca di Modena vista la condizione decise di ritirare le truppe da Carrara e Massa per portarle a Modena a protezione del Ducato.
Il 25 aprile la notizia del ritiro si diffuse a Carrara con una certa incredulità ed il 27 il capitano Gobbi, comandante della guarnigione carrarese chiese ai capipopolo la possibilità di attraversare Carrara indisturbati e ciò gli venne concesso: alle 5 del pomeriggio la città era libera. La sera stessa accorsero dalle zone liguri vicine circa volontari per mantenere l’ordine.
Il 28 aprile venne proclamato il governo provvisorio presieduto dall’avvocato Vincenzo Giusti (su nomina piemontese) e decisa l’annessione al Regno di Sardegna. Nel contempo furono nominati i nuovi amministratori del Comune.
Infine il 30 aprile un piccolo collettivo di militari: carabinieri, marinai, zappatori del genio occuparono Massa e Carrara: il nostro fu il primo territorio occupato militarmente dai piemontesi.
La seconda Conflitto d’Indipendenza iniziò il 26 aprile con la dichiarazione di guerra austriaca contro il Piemonte. Le attività militari iniziarono il 29 nei pressi di Pavia dove gli austriaci passarono il Ticino ed arrivarono privo trovare resistenza sottile a 50 km da Torino per poi ritirarsi nuovamente verso la Lombardia consentendo a francesi e piemontesi di congiungersi con un evidente errore strategico, sintomo di una certa confusione degli stati maggiori austriaci.
La battaglia entrò nel vivo con l’arrivo dei francesi ed il passaggio, il 29 aprile, da porzione degli austriaci del confine del Ticino, seguirono le vittorie di Montebello ( maggio), Palestro ( maggio), Magenta (4 giugno) e Solferino (24 giugno). A questo punto l’Europa cominciò a preoccuparsi compreso Napoleone e si arrivò all’armistizio di Villafranca il 12 luglio.
Conclusioni
Il piccolo e quasi insignificante staterello di Massa e Carrara ebbe un ruolo importante nella genesi della seconda guerra d’Indipendenza. Diede lo spunto al famoso Grido di Dolore e fu il primo secondo me il territorio ben gestito e una risorsa liberato ed occupato dalle truppe piemontesi: non dovrebbe esistere esagerato dire che la seconda conflitto d’Indipendenza cominciò personale sul torrente Parmignola[3] invece che sul Ticino.
Un credo che l'articolo ben scritto ispiri i lettori correlato al credo che il presente vada vissuto con intensita è consultabile qui.
note