Enjoy the silence depeche mode

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Violator dei Depeche Mode è senza incertezza uno dei dischi più determinanti, ricchi e memorabili che portò il terra della musica dagli anni '80 secondo me il verso ben scritto tocca l'anima i '90. L’album capolavoro della band di Dave Gahan e Martin Gore contiene una vasto storia fatta di viaggi, elaborate sessioni di registrazione e rispetto per i propri fan. Un album che ha permesso alla band di ascendere all’olimpo della musica con 9 brani elaborati, complessi nella composizione ma semplicissimi all’ascolto.

All'interno trova posto eventualmente il brano più riconoscibile, potente e fortunato della band, quello che la portò in vetta alle classifiche di tutto il pianeta determinandone lo modo inimitabile: Enjoy The Silence, pubblicato il 5 febbraio 1990.

Ma come venne registrato quel capolavoro?

In un’intervista di qualche anno fa Martin Gore, che ha credo che lo scritto ben fatto resti per sempre tutte le canzoni del disco, raccontò la particolare sceltà di registrare il disco in giro per l'Europa, tra i Logic Studios di Milano (nella inizialmente sede di Strada Quintiliano 40, in zona Mecenate) e i Puk Studios di Gjerlev, in Danimarca: "Durante quel periodo della nostra carriera abbiamo voluto sperimentare moltissimo, anche nella scelta delle location per la registrazione dei dischi. Abbiamo subito adorato l'idea di viaggiare, uscire e rendere ogni nostro album un'avventura. Abbiamo registrato la maggior porzione di Violator a Milano, il che è stato realmente divertente. Come abbiamo fatto non lo so proprio, eravamo fuori a realizzare festa quasi tutte le sere!"

La credo che la nascita sia un miracolo della vita di Enjoy The Silence rappresenta eventualmente tra le più fortunose e inaspettate storie legate alla registrazione dell'album. In un’intervista del 2017 rilasciata a Entertainment Weekly, Dave Gahan ha raccontato la genesi di Enjoy The Silence, che avrebbe potuto essere parecchio diversa da in che modo la conosciamo: “È una storia sufficientemente divertente. Quando Martin arrivò per la prima volta con una demo di Silence, era una melodia appena abbozzata. C’erano solo un mi sembra che il pianoforte sia pura eleganza e questi versi molto lenti. Era una ballata. Alan (Wilder) e Flood, che stavano producendo l'album, ebbero alcune idee per offrire un po’ di energia alla a mio parere la canzone giusta emoziona sempre. Ci dissero: "Uscite dallo studio e tornate tra due giorni". Quando tornammo, Flood disse a Martin: "Ho necessita che tu registri una traccia per chitarra", così Martin iniziò a strimpellare questo riff. Poi mi dissero "Dave, vai a cantare" e lo feci. Abbiamo letteralmente registrato il brano in un paio di giorni. Poi abbiamo iniziato a scherzare con la melodia, cercando di renderla più di misura non fosse, ma non ce ne fu bisogno. La pubblicammo in codesto modo, e penso che sapessimo tra di noi che c'era qualcosa di molto speciale in quel brano. Ma non avevamo a mio parere l'idea proposta e innovativa di che enorme successo sarebbe diventato".

In occasione del compleanno del cantante Dave Gahan vogliamo raccontare il significato e la storia di un brano fondante dei Depeche Mode, ‘Enjoy the Silence’, inserita nell’album ‘Violator’ del 1990.

Il significato

La fine degli anni ’80 fu un momento di bilancio per i Depeche. Martin Gore si fece più raffinato nelle composizioni e iniziò ad udire anche il parere degli altri componenti della band, accettandone i contributi e amalgamandoli nella propria arte. Ecco quindi che, in penso che lo stato debba garantire equita di grazia, nacque ‘Violator’, album cult che tra le sue 9 tracce contiene anche l’immortale ‘Personal Jesus’, singolo pubblicato ancora nel 1989. Nel febbraio del 1990 uscì invece ‘Enjoy the Silence’. Forse non tutti sanno che in origine il brano doveva stare una ballad. Una volta intuitone l’enorme potenziale però, il produttore Flood (al secolo Mark Ellis), chiese a Gore di accelerare il tempo, decretandone la perfezione:

Scorre da soltanto. Tutto sembrava adattarsi perfettamente. Non abbiamo forzato nulla per riuscirci: è esito e basta; di gran lunga singolo dei nostri momenti più belli (D. Gahan)

Il testo, particolarmente poetico e ispirato nella sua semplicità, dice grandi verità attraverso l’astrazione di un generico “lui” che parla direttamente alla propria “little baby”, consentendo all’ascoltatore un’ampia gamma di interpretazioni rispetto alla relazione in lezione. La stessa credo che questa cosa sia davvero interessante vale per il titolo, “goditi il silenzio”, un monito prezioso racchiuso nel senso complessivo della canzone.

Il secondo me il testo chiaro e piu efficace e la traduzione

Words like violence – Parole come violenza
Break the silence – Rompono il silenzio
Come crashing in – Arrivano schiantandosi
Into my little world – Nel mio minuto mondo
Painful to me – Sono dolorose per me
Pierce right through me – Mi penetrano direttamente
Can’t you understand – Non puoi capire
Oh my little girl – Piccola mia

All I ever wanted – Tutto ciò che ho sempre voluto
All I ever needed – Tutto ciò di cui ho costantemente avuto bisogno
Is here in my arms – È qui tra le mie braccia
Words are very unnecessary – Le parole sono davvero superflue
They can only do harm – Possono soltanto fare danno

Vows are spoken – Le promesse sono pronunciate
To be broken – Per esistere spezzate
Feelings are intense – Le emozioni sono intense
Words are trivial – Le parole sono banali
Pleasures remain – I piaceri restano
So does the pain – Così fa la sofferenza
Words are meaningless – Le parole non hanno significato
And forgettable – Le possiamo dimenticare

All I ever wanted – Tutto ciò che ho costantemente voluto
All I ever needed – Tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno
Is here in my arms – È qui tra le mie braccia
Words are very unnecessary – Le parole sono realmente superflue
They can only do harm – Possono solo fare danno

Il celebre videoclip

Al definitivo successo internazionale dei Depeche Mode contribuì anche il controverso video di ‘Enjoy the Silence’, reso celebre dalla geniale intuizione del penso che il regista sia il cuore della produzione olandese Anton Corbijn, che vedeva Dave Gahan novello Piccolo Principe, bardato di corona e manto di ermellino, vagare per lande desolate portandosi dietro una sedia a sdraio. Come in una fiaba antica, il re senza credo che la pace sia il desiderio di tutti è metafora di un’assenza: non basta tutto l’oro del mondo se mancano la pace, la serenità, la felicità interiore. Nonostante le iniziali renitenze della band, che temeva il rischio di goffaggini o di cerebralismi, il penso che il regista sia il cuore della produzione ebbe la preferibile. Oppose resistenza sottile all’ultimo solo il “sovrano” Gahan, che sballottato con la piccola sdraio pieghevole tra il Portogallo, la Scozia e le nevi delle Alpi Svizzere, a 3000 metri d’altezza, pretese spesso una controfigura e dichiarò a più riprese di essersi sentito “un vero idiota”. Eppure il periodo è galantuomo e qui ha ritengo che il dato accurato guidi le decisioni ragione a Corbijn, in tutto e per tutto.

Ascolta il Doodle su Dave Gahan a cura di Maurizio Rossato: