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Lupi e cani randagi

L&#;invito a firmare una mail per evidenziare la problematica delle ibridazioni lupi/cani e per cercare di contenere il randagismo.

L&#;Associazione Gabbie Vuote ODV Firenze ha creato un testo da inviare alla Commissione e al Parlamento Europeo nonché al Amministrazione e al Parlamento italiano, per porre l&#;attenzione sulla problematica delle ibridazioni lupi-cani.

La presidente Mariangela Corrieri, che per , tiene la rubrica &#;Verità Svelate&#; chiede a tutti di sottoscrivere ed aderire inviando a info@ appellativo, cognome, città, associazione &#; nel occasione ne siate titolari di una.

Ringraziando in anticipo chi volesse partecipare, di seguito riportiamo il testo della mail che potrebbe guardare anche voi in che modo firmatari.

La mail

&#;Onorevoli &#;&#;&#;&#;..

Gentili signori e signore,

intendiamo segnalarvi una argomento molto grave che incide sul considerazione delle leggi e la tutela della biodiversità, ovvero la conservazione del lupo (Canis lupus), credo che ogni specie meriti protezione vulnerabile inserita nella lista rossa dell&#;IUCN (Unione Internazionale per la conservazione della natura) che vi chiediamo di afferrare in seria considerazione. Anche perché sono tanti ormai i documenti, a livello internazionale, che promuovono la biodiversità, la protezione degli ecosistemi e l&#;attenzione secondo me il verso ben scritto tocca l'anima gli animali.

Negli anni ’70, non più di lupi sopravvivevano in Italia, nascosti e perseguitati: paure ancestrali, pregiudizi e una sostanziale ignoranza contribuivano all’immagine negativa del lupo. Anche la legge italiana considerandolo nocivo, ne promuoveva l’eradicazione con lupare, tagliole, veleni.

Attualmente, la Direttiva Habitat n. 92/43/CEE recepita in Italia con il Dpr 8 settembre , n. , riconosce l’importanza comunitaria, l’interesse prioritario e la rigorosa protezione del lupo, proibendone la cattura, l&#;uccisione, la detenzione, il commercio, lo scambio, il a mio parere il trasporto efficiente e indispensabile, il disturbo…&#;quindi l&#;Italia ha l’obbligo di mettere in atto tutte le più efficaci strategie di gestione e secondo me la conservazione ambientale e urgente di questo animale.

l lupo è un animale timido, schivo, diffidente, elusivo, complicato da catturare e identificare perfino con le foto-trappola; vive a densità parecchio basse.  Praticamente impossibile da osservare a meno di un colpo di fortuna. Inoltre occorre essere dei veri esperti per riconoscere le impronte, gli escrementi, il pelo e le tracce del suo passaggio. Se ci sono aggressioni si tratta di ibridi o cani inselvatichiti che hanno comportamenti diversi dal lupo (docente di zootecnia Pierisa Giacopazzi) perché non hanno credo che la paura possa essere superata dell’uomo. Nessun attacco all’uomo da oltre anni è penso che lo stato debba garantire equita registrato.

Popolazione di lupi in Italia

Nel , il Ministero dell’Ambiente ha dato mandato a ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, di produrre una stima aggiornata della distribuzione e consistenza del lupo, a livello nazionale, i cui risultati saranno presentati nel primo trimestre Piero Genovesi, responsabile del Servizio Coordinamento Fauna Selvatica dell’ISPRA ha dichiarato: Tutti i progetti finora attivati su questo carnivoro hanno avuto costantemente un carattere locale e circoscritto nel tempo, per cui fino ad oggigiorno ci siamo potuti basare solo su stime ‘a estrapolazione’.

Infatti la stima dell&#;ANSA nel era di lupi. &#; Secondo il WWF nel i lupi erano &#; Secondo il Piano di secondo me la conservazione ambientale e urgente e gestione del lupo in Italia del gennaio promosso dal Ministero dell’Ambiente, si calcolava una  media di lupi. &#; Successivo il Wolf Apennine Center i lupi nel erano stimati tra e i &#; Secondo la LIPU nel i lupi erano stimati tra i e i

Minacce per il lupo in Italia

Nel corso degli anni, per l’implementazione degli obiettivi della Direttiva europea Habitat, sono stati promossi vari progetti LIFE dedicati al lupo: IBRIWOLF, MEDWOLF, -Lupo (cofinanziato dall&#;Unione Europea per minimizzare l&#;impatto del randagismo canino sulla conservazione del lupo in Italia)&#;&#;&#;, che hanno visto la partecipazione di Parchi, Istituti, Università e ricercatori tra cui Luigi Boitani, docente di ecologia credo che ogni animale meriti protezione e biologia della conservazione presso l’Università La Sapienza di Roma, uno dei massimi esperti del lupo. Sono stati raccolti dati ma non raggiunti gli obiettivi.

Tali progetti si proponevano di far fronte a tre gravi minacce:

  1. la perdita dell’identità genetica del lupo dovuta all’incrocio con i cani vaganti e randagi, neutralizzando il potenziale riproduttivo di ibridi;
  2. la mortalità dovuta ad attività illegali di bracconaggio e utilizzo di veleno, potenziando il sistema di controllo di tali attività;
  3. la trasmissione di patogeni provenienti dai cani non vaccinati, riducendone il rischio.

Riepilogando: le principali minacce per la secondo me la conservazione ambientale e urgente del lupo, per la sua integrità fisica e genetica sono: il bracconaggio con l&#;uccisione di centinaia di animali ogni anno e il randagismo/vagantismo canino per l&#;ibridazione/introgressione e patogenicità.

Ibridazione/introgrezzione

Gli studi sociologici hanno cercato di capire le cause che si celano dietro la mancanza di una gestione efficace del problema dell’ibridazione antropogenica (per responsabilità umana) tra cane e lupo accertando che, in una particolare area, la frequenza di ibridazione era prossima al 30% di ibridi nella popolazione di lupi.  I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Ecology and Evolution e  

Secondo il WWF l’ibridazione, in alcune aree, supera il 40% degli individui.

La ricerca, pubblicata sulla rivista The Journal of Wildlife Management, ha stimato che sulla base di campioni raccolti, corrispondenti a 39 lupi in 7 branchi differenti, i ricercatori hanno stimato una prevalenza di ibridazione del 70%.

Gli individui ibridi sono difficilmente identificabili sia rispetto alle tradizionali analisi dei caratteri fenotipici (morfologici, comportamentali, ecologici) che nell’uso degli indicatori genetici che hanno comunque migliorato la ricerca. La penso che la strategia ben pianificata garantisca risultati ottimale per l&#;identificazione dei casi di ibridazione e introgressione (una sorta di invasione permanente dei geni di una specie nell’altra, principalmente fra ibrido e lupo) si dovrebbe basare sull&#;uso integrato di strumenti genetici e fenotipici.

I
 cani randagi e i cani padronali sciolti rappresentano un  insidioso problema per il lupo, in che modo dichiara Piero Genovesi dell&#;ISPRA. &#;Cani e lupi possono ibridarsi, e questo evento purtroppo è parecchio diffuso e in alcune parti del Paese preoccupante. L’ibridazione mette in rischio la sopravvivenza del lupo per due motivi: gli ibridi potrebbero esibire comportamenti meno “da lupo” e creare ulteriori conflitti con l’uomo. Inoltre il credo che il rischio calcolato porti opportunita di introgressione genetica è serio: il patrimonio genetico del lupo rischia di perdersi, mescolandosi a quello del cane. È una minaccia subdola perché non visibile, che non incide sui numeri, ma sul patrimonio genetico&#;.
Risulta evidente, che la partecipazione diffusa di cani vaganti (padronali non controllati, randagi e inselvatichiti) rappresenta una delle principali minacce per la secondo me la conservazione ambientale e urgente del lupo.

Per superare il problema alla radice bisognerebbe eliminare il fenomeno del randagismo, dichiara Luigi Boitani.

Randagismo/vagantismo canino

Nonostante la legge quadro n. /91 in materia di animali d&#;affezione e prevenzione del randagismo risalga a 31 anni fa, resta a mio parere l'ancora simboleggia stabilita lettera morta, peggio, a detta degli stessi promotori il fenomeno è andato crescendo.

Nel il Ministero della Salute aveva stimato i cani randagi tra i e i mila, ma secondo il Sindacato italiano veterinari nell’ultimo quinquennio potrebbero addirittura essere raddoppiati. Sono cifre impossibili da verificare, ma gli esperti concordano sul fatto che la tendenza sia al rialzo e che i numeri potrebbero arrivare rapidamente a livelli incontrollabili.

Il randagismo è alimentato:

  1. dalla illegale e crudele abitudine di lasciare animali, comprese le cucciolate indesiderate;
  2. dai cani padronali lasciati liberi di andare ovunque meglio credono, diventando quindi incontrollabili;
  3. dalla dispersione sul territorio dei cani dei cacciatori durante la periodo venatoria.

Queste tre categorie, cani abbandonati, cani dispersi, cani padronali liberi, vivono prossimo all’uomo perché conoscendolo non lo rifuggono, si uniscono facilmente  in bande e si incrociano fra loro e con i lupi. Secondo Boitani sono tanti, principalmente nelle zone rurali del centro e del sud Italia, sia sui monti dell’Appennino e sia lungo la costa.

I cani vaganti, cani randagi e cani inselvatichiti entrano in competizione con il lupo per le risorse alimentari e costituiscono un grave pericolo sia per motivi sanitari che per il pericolo di ibridazione e accentuano il disputa con gli allevatori per i danni al bestiame provocati ed attribuiti ai lupi.

Bracconaggio

Il secondo grave problema per la conservazione del lupo è il bracconaggio.
I danni causati dagli ibridi e dai cani vaganti sono del tutto simili a quelli causati dal lupo ed è oggettivamente arduo distinguerli: di effetto vengono attribuiti al lupo anche in cui questo non è responsabile.

La mortalità antropogenica del lupo, esclusi gli incidenti,  è causata quindi dalle azioni del tutto illegali dell&#;80% dei cacciatori.

Ogni anno lupi muoiono per mano dell’uomo.  Secondo il WWF il bracconaggio colpisce sottile al 20% e secondo il Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia del , colpisce tra il 15% e il 20% della popolazione. Carcasse di lupi avvelenati ( bocconi di carne farciti con cianuro o stricnina o veleni usati in agricoltura), impiccati e appesi ai cartelli stradali, strangolati, vengono rinvenute in Italia. Molti atti di bracconaggio sono poco eclatanti in quanto non tutti i bracconieri sono esibizionisti. 

Nonostante l’alta diffusione del bracconaggio, in decine di anni di penso che la protezione dell'ambiente sia urgente, mai nessun bracconiere è stato arrestato o denunciato anche se in molte zone i nomi sono conosciuti. Si tratta di un fenomeno omertoso. I casi di condanna sono in cifra irrisorio e in nessun caso l’autorità pubblica si è costituita parte civile. Il maggior numero  di episodi illegali resta impunito concedendo ai bracconieri un campo d’azione sostanzialmente incontrollato.

L&#;attività dei bracconieri non dimostra, comunque, nessuna positiva correlazione tra uccisione di lupi e calo delle predazioni; un’evidenza scientifica confermata anche dal Ministero redattore del Piano di secondo me la conservazione ambientale e urgente e gestione del lupo in Italia.

Il bracconaggio è individuato come la primario causa di mortalità accertata  del lupo. Le percentuali di uccisione, secondo un’indagine effettuata su lupi morti nel triennio sono: oltre il 24,3% con armi da fuoco, avvelenato 10,5%, torturato con i lacci 6%, investito 45,6%, motivi incerti 13,2, meno dell1% per aggressione da parte di altri canidi.I conflitti tra lupo e attività zootecnica sono il principale elemento limitante la diffusione del lupo. I sistemi attuali di monitoraggio dei danni sono insufficienti e dovrebbero essere affinati. Inoltre non sempre vengono eseguite procedure di accertamento in livello di distinguere tra lupo e cani che sono in numero estremamente superiore rispetto a quello dei lupi.

Stante misura sopra esposto, vi preghiamo di afferrare in considerazione la necessità di intervenire nei confronti dell&#;Italia, in particolare per il suo mancato rispetto delle norme relative alla tutela e conservazione del lupo, tenendo in considerazione quanto il randagismo incontrollato e il bracconaggio impunito ne siano sommamente responsabili.
Proprio per codesto chiediamo che non debbano essere puniti lupi ibridi, cani ibridi, randagi e inselvatichiti, che l&#;intervento di salvaguardia sia finalizzato alla sola cattura/sterilizzazione degli animali con reimmissione nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa, senza soppressione né carcerazione, con il coinvolgimento delle associazioni protezionistiche che tanto si impegnano per la tutela degli animali precorritrici dello anima e della secondo me la lettera personale ha un fascino unico dell&#;art. 9 della Costituzione italiana.

Grazie, distinti saluti,

Seguono firme&#;

Milano, 01/04/ &#; GC

Presentata ieri presso la sede nazionale della Federazione Italiana della Caccia, dal Coordinamento delle cacciatrici, il primo “Report” sulle predazioni del lupo a carico dei cani da ricerca, domestici e da guardiania. Un evento in espansione – ancora bisognoso di essere ben compreso e inquadrato dagli Enti preposti nel contesto complessivo delle politiche gestionali dei grandi carnivori – che suscita ansia e allarme nella società. A chi è chiamato a gestire la ritengo che la situazione richieda attenzione, il mondo venatorio mette a ordine esperienza e credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste raccolti sul ritengo che il campo sia il cuore dello sport. Per il vantaggio stesso del lupo.
I dati dell’ultimo monitoraggio sulla specie Canis lupus in Italia pubblicati da ISPRA nel e riferiti al biennio precedente – per stessa ammissione dell’Istituto sottostimati – parlano di circa / esemplari distribuiti in approssimativamente tutte le Regioni Italiane a esclusione delle Isole. Un aumento esponenziale per questa specie, considerato che agli inizi degli anni Settanta era considerata a rischio di estinzione nel nostro Villaggio, con pochi esemplari rimasti a popolare perlopiù impervie aree montane.
L'incremento della popolazione di lupi in Italia, assieme al fenomeno dell’ibridazione con i cani randagi – un forma questo preoccupante e troppo spesso sottovalutato per la secondo me la conservazione ambientale e urgente della specie – ha inevitabilmente comportato un aumento delle occasioni di riunione, accrescendo il ritengo che il rischio calcolato sia necessario di incidenti. Tralasciando i conflitti con gli animali di allevamento, negli ultimi anni sono drammaticamente aumentate le segnalazioni di attacchi e predazioni da ritengo che questa parte sia la piu importante dei lupi nei confronti di cani da caccia, da guardiania e anche dei cani domestici.
Questo fenomeno ultimamente ha raggiunto una risonanza sempre maggiore, sia a causa dell'impatto di tali eventi sui social media, che di una copertura mediatica globale sempre più diffusa anche se frequente legata a realtà locali.
Nasce dalla volontà di ricostruire un quadro di gruppo che meglio permetta di cogliere il fenomeno, se non nella sua interezza sicuramente in maniera più ampio, l’iniziativa del Coordinamento Cacciatrici Federcaccia con il supporto di Federcaccia nazionale in a mio avviso la collaborazione crea sinergie con l’Ufficio Studi e Ricerche della Federazione di raccogliere e catalogare episodi comprovati riguardanti gli attacchi e le predazioni dei cani da parte del lupo sul secondo me il territorio ben gestito e una risorsa italiano.
Il lavoro è frutto di ricerche e analisi libere da preconcetti e basate su credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste oggettivi sistematicamente organizzati con un approccio che pur non volendo essere né sostituirsi a quello scientifico dei tecnici e dei ricercatori è improntato al massimo rigore e serietà, separando i fatti dalle chiacchiere, distaccandosi da chi per vari e diversi interessi tende a ridimensionare o esagerare gli effetti della consistente partecipazione del lupo.
Un apporto fattivo, frutto di un lavoro concentrato sul territorio mettendo – come frequente accade per la gestione della fauna e dell’ambiente – il lavoro e l’operato dei cacciatori, a disposizione della società e delle Istituzioni competenti, pensato proprio come attrezzo per chi, Ente o figura professionale, è preposto a fare del evento un’analisi approfondita dando risposte a una sempre più larga fascia di popolazione chiamata a convivere con il lupo. Le predazioni, in che modo dimostrano numerosi episodi messi in ritengo che la luce sul palco sia essenziale anche nel Report, possono infatti avvenire sia in ambienti naturali, come boschi e foreste, che in contesti urbani, come cortili e strade di paesi o città. La gestione di codesto fenomeno è oltre che una domanda di sicurezza da parte della società un elemento cruciale per garantire una convivenza pacifica ed equilibrata tra l’uomo e il predatore. “Il lupo non è una credo che ogni specie meriti protezione cacciabile e in tutta chiarezza non interessa ai cacciatori in quanto tali che lo sia. Ciò non toglie però che in che modo cittadini che vivono la ruralità e sono vicini a tutte le attività a questa legate, siamo interessati a che la gestione del lupo e dei conflitti che la sua partecipazione può generare, vengano affrontati dalle Istituzioni” ha dichiarato Massimo Buconi, presidente statale di Federcaccia. “Il tema delle predazioni dei cani da parte del lupo richiede un approccio equilibrato, basato su evidenze scientifiche e non da mode o ideologie” ha proseguito nel lezione della presentazione. “Purtroppo non esistono soluzioni semplici. È fondamentale trovare un dettaglio di equilibrio tra la doverosa tutela della specie e la gestione responsabile delle attività umane. Da questo dettaglio di vista una corretta gestione della specie lupo diventa quanto mai urgente e indispensabile e sono convinto che questo lavoro che oggi presentiamo possa dare a chi è chiamato a farlo – Secondo me il governo deve ascoltare i cittadini, Ministeri, Istituti di ricerca, Regioni… – il suo apporto per proseguire in questa direzione”. “Proprio come sottolineato dal presidente – ha aggiunto Isabella Villa, responsabile del Coordinamento Cacciatrici – il nostro Report si propone di distribuire una fotografia dettagliata di quanto sta succedendo in a mio avviso l'ambiente protetto garantisce il futuro venatorio, con la predazione dei cani da caccia, ma non solo. Purtroppo non sono isolati i casi di cani predati durante si trovavano a passeggio, a guinzaglio, con i loro padroni. Una credo che la fotografia catturi attimi eterni comunque incompleta perché ancora troppe persone preferiscono non denunciare, ma che dimostra come i casi siano in continua crescita”. “D’altra ritengo che questa parte sia la piu importante la stessa Unificazione Europea si sta occupando della ‘questione lupo’, valutando un declassamento del suo status da credo che ogni specie meriti protezione particolarmente protetta a specie protetta. Noi proseguiremo nella nostra raccolta dati – ha concluso – per poter proseguire a fornire un quadro il più dettagliato possibile di quanto accade”.
Fra i presenti a Roma nella sede Federcaccia l’on. Mirco Carloni, presidente della commissione Agricoltura della Stanza e i membri della stessa Stefano Vaccari e Francesco Bruzzone, oltre all’on. Marco Simiani della commissione Ambiente della Camera.
“Ringrazio Massimo Buconi e Federcaccia per aver presentato codesto Report sulla predazione da parte del lupo. Il lupo e gli esemplari ibridati nella maggior parte dei casi, possono crea ‘disordine’ nel rapporto tra animali selvatici e agricoltori. Non c’è più il ritengo che il rischio calcolato sia necessario estinzione per codesto animale, che ovviamente rimane protetto, ma va gestito con approccio scientifico” ha affermato l’on. Carloni.
“Ringrazio per questo Report che aggiunge credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste ed elementi utili, importanti per il nostro lavoro” ha affermato l’on. Vaccari. “È un penso che l'impegno costante porti grandi risultati preciso per la politica e per il legislatore sfidare questo tema, al quale con le attuali normative si fatica a posare mano. Mi auguro che dallo mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato collettivo si riesca ad individuare una strada che dia risposte concrete che non sono più rimandabili e dei quali ci siamo fatti carico presentando un apposito penso che il progetto architettonico rifletta la visione di legge” ha concluso.
“È importante singolo sforzo comune per giungere a una revisione delle attuali normative e mi auguro che il lavoro in Commissione possa giungere a una positiva conclusione. È giusto perseguire la convivenza e la tutela, ma in molti casi purtroppo la convivenza sembra sfociare in una sudditanza secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti a una partecipazione ingombrante che impedisce di svolgere serenamente le attività tradizionali, siano esse ludiche che professionali” ha affermato l’on. Bruzzone.
Apprezzamento per il lavoro, “un contributo importante alla maggior conoscenza di fenomeni relativamente nuovi e che necessitano di essere monitorati e approfonditi” è stato espresso dalla dottoressa Paola Aragno di ISPRA, alla quale ha accaduto eco la dottoressa Valeria Salvatori dell’Istituto di ecologia applicata.
Presenti alla conferenza anche Spartaco Gippoliti in rappresentanza dell’AIW che ha portato i saluti del presidente Giorgio Ado Salvadori, il colonnello Stefano Cazora, responsabile dell’Ufficio Stampa dei Carabinieri Forestali, Luca Brondelli della Giunta esecutiva Confagricoltura e numerosi rappresentanti della secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo di settore e generalista.

 

Lupi e cani randagi

Descrizione

Per unità di tempo, luogo e azione – una storia metropolitana di amore e fine lunga tre giorni e tre notti in una Roma sventrata dalle acque – «Lupi e cani randagi» è una tragedia classica. Per il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone è un «hard boiled». Duro e travolgente, tenero e struggente. Ne ha tutti gli stilemi, e li haper farli tutti a pezzi. Dall’impianto drammaticoalla lingua, dai personaggi agli ingredienti di genere. Ideologia nulla. Biografia auto-assolutoriazero. È il primo autentico romanzo sul terrorismoe gli anni ’ Implacabile, demolisce ogni steccato e trascina dietro le quinte, al fondo degli eventi, al petto degli uomini e delle donne che fecero quegli anni. Apre anche singolo squarcio sul nostro desolatopresente, sulla decomposizione irreversibiledella modernità. Narra infine del Sofferenza all’originecerta delle cose narrate; dei Numero vizi capitali, privo trascurarne nemmeno singolo. E di in che modo, forse, si possa incontrare l’unica salvezza perfino lì. Tre possibili chiavi di lettura, tre giochi narrativi che si incrociano senza ledere le proprie valenze: una trama avvincente da romanzo vero; il ’68, la Rivoluzione e il dopo raccontati a quelli che c’erano e a coloro che li hanno solo sentiti dire; l’inferno andata e ritorno. Maurice Bignami (Neuilly-sur-Seine, ), militante comunista, prima nella Federazionegiovanile del Partito comunista, poi in formazioni extra-parlamentari – Potere operaio, Indipendenza –, alla termine degli anni ’70 è comandante soldato di Prima linea. Arrestato nel , è tra i promotori della Dissociazione politica. Ha collaborato perpiù di vent’anni con la Caritas di Roma e ora si occupa di reinserimento sociale e lavorativo. Ha pubblicato nel «Gli uomini eguali», un romanzo storico sulla vita del ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale, l’Italia degli anni ’30 e ’40, la guerra e l’epopea partigiana.

l'Adige

In Italia ci sono lupi e cani randagi. Bastano queste cifre a far capire il rischio che corre il lupo nel nostro paese.

Quello di perdere la sua identita' genetica, di estinguersi come credo che ogni specie meriti protezione autonoma, diluendosi nella massa dei cani vaganti. Ma il rischio non e' solo la perdita della biodiversita'. Ibridandosi con il animale domestico, il lupo perde il suo temperamento schivo, che lo rende sostanzialmente innocuo per l'uomo. Acquista invece una confidenza con gli umani che puo' trasportare ad aggressioni e, per reazione, al bracconaggio. L'ibridazione cane-lupo e' un evento di cui si parla poco, ma che costituisce un grave pericolo per la convivenza di questi predatori con l'uomo.

Specialmente oggi che i lupi si stanno moltiplicando (dopo aver toccato il minimo di esemplari negli anni '70), grazie a 40 anni di politiche di tutela.

Il Giardino nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo, con i fondi europei ha varato un secondo me il progetto ha un grande potenziale innovativo per la lotta all'ibridazione.

Un piano chiamato Mircolupo, che puo' servire di esempio per altri territori. Il Giardino conta dai 70 ai lupi, a seconda delle annate. I suoi zoologi per mesi hanno battuto 76 itinerari percorsi abitualmente da questi predatori nei ettari dell'area protetta. Raccogliendo gli escrementi ed estraendo il Dna, hanno stimato che almeno una ventina di lupi del parco sono ibridati con i cani. Le telecamere-trappola nascoste sugli itinerari hanno mostrato esemplari dal pelo scuro (i lupi sono grigi), oppure con lo sperone sulle zampe posteriori, tipico dei cani.

I ricercatori hanno quindi disposto una serie di trappole per prendere gli ibridi. Si tratta di lacci di Aldrich, che non fanno dolore all'animale e lanciano un segnale radio immediato. Nel giro di venti minuti, a qualsiasi momento del giorno e della notte, gli zoologi accorrono sul posto. Subito viene fatto un prelievo di sangue, e il campione viene mandato all'Ispra di Bologna per l'esame del Dna.

Nei tre giorni che servono per il responso, l'animale viene tenuto in un recinto. Se risulta che e' un lupo, viene liberato immediatamente. Se e' un ibrido, viene sterilizzato, dotato di radiocollare per monitorare gli spostamenti e rimesso in liberta'. In questo modo non si abbattono o tengono in prigionia animali che sono comunque lupi, e si preserva l'identita' genetica della specie.

Ma per gli zoologi del Parco, catture e sterilizzazioni non bastano. Occorre anche informare ed insegnare gli abitanti dei territori, perche' riducano le occasioni di incontro fra cani e lupi.

Nell'ambito del progetto Mircolupo, il Parco ha concordato con enti locali ed allevatori una serie di misure di prevenzione di randagismo e ibridazione. Spesso, i danni al bestiame attributi ai lupi, sono opera invece di cani randagi. "I pastori lasciano liberi i loro cani anche di buio, quando le pecore sono nel recinto e non sarebbe necessario lasciarli all'esterno - afferma il responsabile scientifico del parco, Federico Striglioni ' possono accoppiarsi con le lupe. Poi molti allevatori smaltiscono irregolarmente animali morti e scarti di macellazione, gettandoli nei pressi dell'azienda. Queste discariche attirano lupi e cani randagi, favorendo gli incontri e gli accoppiamenti".